But could you be mine?
–
E
poi cos'è successo?
La voce di Niall è
curiosa mentre gioca a Tekken con Harry, seduto accanto a lui e
impegnato a raccontargli del suo appuntamento con Louis; è
curiosa,
ma Harry ha sentito la nota di gelosia nel tono del cugino. Non
è la
prima volta che succede, Niall è sempre stato geloso di lui,
ma
questa volta è diverso: non può raccontargli
quello che è successo
dopo, quando sono tornati a casa, non vuole nemmeno farlo; Harry
adora suo cugino, hanno otto anni di differenza ma si trova bene in
sua compagnia, quasi meglio che con Gemma, sua sorella, e l'idea di
ferirlo non gli piace per niente.
– Niente,
mi ha accompagnato a casa ed è andato via, –
mente, fissando lo
schermo della televisione per non essere costretto a guardare il
cugino negli occhi: non è mai stato capace di dire bugie,
non con lo
sguardo di qualcuno incatenato al proprio, e questa volta non vuole
essere smascherato. Non vuole dirgli di come le mani e la bocca di
Louis l'abbiano fatto sentire bene, di come avesse voluto di
più, di
più, sempre di più; spezzerebbe il cuore di
Niall, se gli dicesse
la verità, perché per quanto possa essere strano
ha capito da mesi
che il cugino ha una cotta per lui.
– Non
ci credo, – ribatte il ragazzino, premendo tasti a caso sul
joystick per attivare una delle combo di Jin e mettere
definitivamente a tappeto quell'odiosa russa che Harry si ostina ad
usare; esulta, quando la bionda finisce K.O. dopo alcune delle mosse
spettacolari del suo personaggio, e il cugino grugnisce qualcosa
seccato, – cos'è successo, dopo?
Harry arrossisce,
gli occhi ostinatamente puntati sullo schermo della televisione, e
Niall sbuffa; getta a terra il joystick, gattonando davanti al cugino
e sedendosi a gambe incrociate esattamente di fronte a lui, le iridi
azzurre che presto trovano le sue: vuole una risposta, anche se sa
che gli farà male. Non è stupido, ha quindici
anni e sa come
funzionano certe cose, sa quello che è successo dopo che
Louis ha
portato Harry a casa, ma per qualche motivo vuole sentire le parole
uscire dalla bocca del più grande.
– Mi
ha portato a casa ed è rimasto tutta la notte, –
mormora allora
Harry, distogliendo lo sguardo da quello del cugino per non vedere il
suo dolore, – abbiamo fatto sesso.
Niall annuisce, in
silenzio, osservando il viso dell'altro.
– Com'è
stato? – chiede ancora, masochista ma curioso: l'idea del suo
Harry con un altro lo fa arrabbiare, gli fa male, ma è un
ragazzino,
ed è ancora vergine, e vuole sapere tutto.
– Niall,
senti, – comincia il cugino, sicuramente sperando di sviare
il
discorso, ma il più piccolo scuote il capo e lo interrompe,
strisciando un po' più vicino a lui e sfilandogli il
joystick che
ancora stringe dalle mani.
– Com'è
stato? – ripete, i palmi adesso fermi sulle ginocchia di
Harry, e
stringe un poco le dita.
Harry sospira, e
alza di nuovo gli occhi su quelli del cugino; non capisce
perché
Niall sia così deciso a farsi del male, conosce la gelosia e
sa che,
personalmente, non sopporterebbe l'idea della persona di cui
è
innamorato con un'altra.
– È
stato perfetto, – mormora alla fine, sconfitto dalla
cocciutaggine
del più piccolo e con la mente piena dei ricordi della notte
precedente; il tocco delle mani di Louis su tutto il suo corpo, la
carezza della sua bocca sulla pelle, il modo in cui gli stringeva i
fianchi tra le mani mentre lo penetrava, i suoi gemiti nelle
orecchie, il sapore del suo sudore e della sua saliva, l'odore dei
suoi capelli mentre si stringeva a lui, alla fine, il viso premuto
contro il suo collo e le braccia strette intorno alla sua vita. Si
perde nei suoi pensieri per qualche minuto, socchiudendo le labbra e
abbassando appena le palpebre, come se chiudendo gli occhi avesse la
possibilità di vivere tutto un'altra volta; non si accorge
dello
sguardo di Niall, del rossore sulle sue guance, di come sia sull'orlo
delle lacrime senza neppure saperlo. L'espressione di Harry parla
più
di lui, è quasi estatica mentre ripercorre gli avvenimenti
della
notte precedente, mentre pensa a Louis e a tutto quello che hanno
fatto, e Niall sente la gola stringersi, perché sa che non
sarà mai
lui la persona con cui il cugino condividerà quei ricordi.
Un singhiozzo sfugge
dalle sue labbra prima che possa trattenerlo, e gli occhi di Harry
sono subito nei suoi, terrorizzati; si sbilancia in avanti,
stringendo le braccia intorno al torace del cugino per attirarlo a
sé
ed abbracciarlo, e Niall sente qualche lacrima scivolare sulle sue
guance.
– Mi
dispiace, Ni, mi dispiace tanto, – mormora il più
grande, le mani
enormi che accarezzano la sua schiena per tentare di rilassarlo, i
singhiozzi che lo fanno tremare, – non volevo dirtelo per
questo,
non volevo farti stare male, mi dispiace così tanto.
Niall si scioglie in
lacrime contro il petto del cugino, senza riuscire a fermarsi, senza
che il suo poco orgoglio glielo impedisca, stringendo la sua
maglietta tra le dita e facendo di tutto per avvicinarsi di
più a
lui, nell'unico modo in cui gli è concesso farlo: un
abbraccio è
l'unica cosa che può avere da lui, una coccola, un tentativo
di
confortarlo, ma non è abbastanza, non lo è mai
stato. Solleva il
viso, senza pensare a quanto sia sicuramente orribile, e preme le
labbra contro quelle del cugino, a sorpresa; è il suo primo
bacio,
ma è così triste che non gli importa che sia
perfetto, ci sono
lacrime e probabilmente il naso comincerà a colargli a breve
per il
pianto, ma non gli importa. La bocca di Harry è morbida come
ha
sempre pensato che fosse, le labbra piene e soffici contro le sue, e
singhiozza più forte quando i suoi occhi si incastrano con
quelli
del cugino: lo sguardo di Harry è contrito e stupito,
probabilmente
non ha idea di come reagire a quel contatto inaspettato, e le sue
mani si sono fermate all'altezza delle sue scapole. L'imbarazzo
investe Niall all'improvviso, e il suo cuore si riempie di paura, la
paura orrenda che Harry non voglia più avere nulla a che
fare con
lui, che lo respinga e se ne vada e non torni più da lui, la
paura
di aver rovinato tutto, per sempre. Si allontana dalle sue labbra
quasi di scatto, altre lacrime che gli bagnano il volto, e stringe
più forte il tessuto della maglietta tra le dita,
inginocchiandosi
davanti a Harry per potersi avvicinare di più a lui, almeno
un'ultima volta, e schiacciare il viso contro il suo collo. Spalanca
gli occhi quando vede il succhiotto sotto il suo orecchio, che prima
non aveva notato per via dei capelli, e un gemito strozzato gli
sfugge dalle labbra.
– Ssh,
non è niente, va tutto bene, non è successo
niente di grave, –
sussurra il più grande senza capire il motivo di quel verso,
abbracciando più forte il cugino e costringendolo con
dolcezza a
sedersi sulle sue gambe, le cosce strette contro i suoi fianchi per
essere petto contro petto, senza pensare a quanto quella posizione
possa essere scomoda per Niall.
Sarebbe
divertente quella situazione, Harry è così
stupido a volte, ma
Niall non riesce nemmeno a sorridere a quel contatto desiderato per
così tanto tempo, perché quel succhiotto
è ancora lì, crudele, e
non riesce a distogliere lo sguardo: Harry è stato con
Louis, quella
notte, e forse l'ha tenuto su di lui proprio così, forse
erano nudi,
forse stavano facendo sesso proprio in quel modo, forse Harry gli
stava gemendo nell'orecchio e Louis gli stava mordendo il collo.
Rabbrividisce schifato all'idea, ma allo stesso tempo quei pensieri
lo riscaldano, lo eccitano,
e non riesce a capire perché; Harry era con un altro, ma
forse...
forse il fatto che ora sia lì con lui significa qualcosa,
forse il
fatto che le sue mani gli stringano i fianchi in quel modo, che le
sue gambe si siano piegate sotto le sue, significa qualcosa.
Muove piano il
bacino, sfregando sperimentalmente contro quello di Harry, e sente il
suo respiro bloccarsi; si morde un labbro, nel timore che possa
fermarlo, ma il cugino rimane immobile, le mani ferme sui suoi
fianchi, e Niall lo prende come un invito a continuare. Mentirebbe se
dicesse di non essere già eccitato, un calore conosciuto
solo al
buio della propria camera, di notte, che riempie il suo corpo, ma
quando si spinge un poco più avanti, scontrandosi con ventre
di
Harry, la presa sui suoi fianchi si fa improvvisamente più
salda e
le mani del ragazzo lo allontanano.
– Non
possiamo, Niall, – dice Harry, la voce ferma e i pollici che
si
muovono in ampi cerchi sulle ossa un po' sporgenti del bacino
dell'altro, e il più giovane si fa sfuggire un lamento: lo
sta
rifiutando, ovviamente, cosa si aspettava? È solo il suo
stupido
cugino quindicenne con una stupida cotta nei suoi confronti e una
stupida erezione nelle mutande causata da uno stupido abbraccio; le
dita di Harry si fermano, e Niall si rende conto solo in quel momento
di aver pensato a voce alta. – Non sei stupido, Ni, niente di
tutto
questo lo è, ma non possiamo. Io
non
posso, Ni, cerca di capire.
– Perché,
Harry? – chiede, cocciuto, e un po' si vergogna per il suo
comportamento infantile, ma ormai è oltre l'imbarazzo e
tutto ciò
che vuole è che Harry faccia qualcosa. –
Perché tu non mi vuoi?
Non ti piaccio? Non mi vuoi bene?
Harry si scosta
all'improvviso, facendogli sollevare il viso, e lo fissa dritto negli
occhi, le sopracciglia corrugate.
– Certo
che ti voglio bene, – sbotta, ferito dall'insinuazione del
più
piccolo, e Niall si morde un labbro per cercare di non piangere
ancora, o di non gemere per la voce roca e dura del cugino, o
entrambi, – ti voglio bene e mi piaci, Ni, ma sei mio cugino.
Sei
mio cugino e io... io ho Louis, – le ultime parole sono un
sussurro, sembra che si senta quasi in colpa per quell'affermazione,
ma è la verità: ha Louis, ama Louis, Louis
è suo
dopo
quasi due anni, non può permettersi di rovinare tutto. Vuole
bene a
Niall, lo adora, ma la sua è una cotta passeggera, gli
passerà, e
non vuole rischiare di trovarsi ad incolparlo per una sua eventuale
rottura con Louis. Non potrebbe sopportare di stare al suo fianco, se
succedesse, e non vuole che Niall lo odi per questo.
Ma questo il più
piccolo non lo capisce, perché l'unica cosa a cui riesce a
pensare è
che Harry lo sta rifiutando, ora che finalmente ha provato a farsi
avanti, ed è più doloroso di quanto pensasse
perché nelle sue
iridi verdi legge determinazione, sicurezza, e ora sa che non
sarà
mai davvero suo.
– Ti
prego, – singhiozza, sollevando piano le mani per chiuderle
sulle
sue guance, gli occhi che si riempiono ancora una volta di lacrime;
l'espressione di Harry si ammorbidisce un poco, ha sempre odiato
veder piangere le persone, e anche le sue mani si spostano fino ad
accarezzare il volto dell'altro.
– Non
posso, – ripete, piano, ma non si muove quando Niall avvicina
di
nuovo il viso al suo, né quando la bocca del cugino si posa
sulla
sua, né quando sente la lingua del più giovane
accarezzare
timidamente il suo labbro superiore; accetta il bacio con un sospiro
sconfitto, perché almeno questo vuole darglielo, vuole
accontentarlo
almeno in questa cosa piccola ed innocua che però per Niall
è così
importante. Risponde con tenerezza ai movimenti incerti del cugino,
le dita che accarezzano i capelli sulla sua nuca, e tiene gli occhi
aperti tutto il tempo, puntati su quelli chiusi dell'altro, sperando
che finisca tutto in fretta. Niall sente caldo dappertutto, le
lacrime che si asciugano sulle sue guance bollenti, le mani che
stringono il volto di Harry senza che se ne renda conto, e si perde
nella dolcezza di quel bacio, nel sapore della saliva del
più
grande, nel leggero solletico delle sue dita sulla pelle: è
bello,
piacevole, intimo, ma nonostante tutto è consapevole che
appena si
allontanerà dalle sue labbra tutto sarà finito,
archiviato, e Harry
tornerà dal suo ragazzo e lo lascerà
lì, solo con i suoi
sentimenti scomodi e dolorosi.
Strizza più forte
le palpebre al pensiero, le mani che scivolano tra i ricci e li
stringono, tirandoli appena, e singhiozza un'altra volta, quando
Harry interrompe il bacio e si scosta al suo gesto.
– Mi
dispiace, – mormora il più grande, tornando ad
abbracciare il
cugino e lasciandogli baci leggeri ed innocenti tra i capelli, sulla
fronte, costringendolo con delicatezza ad appoggiare la testa contro
la sua spalla, – mi dispiace davvero, Niall. Ti voglio bene,
ti
adoro, ma non posso essere questo per te, non potrò mai; e
so che è
brutto, so che ti senti rifiutato, ma passerà; tu non mi
ami, non in
quel
modo, e presto lo capirai e cercherai un'altra persona, qualcuno che
possa ricambiare i tuoi sentimenti.
Il più giovane
rimane zitto, gli occhi rossi per le tante lacrime versate e le
labbra che tremano, e ascolta ciò che Harry gli dice: sa che
ha
ragione, ma il dolore che sente nel petto è soffocante e al
momento
gli è impossibile credere che passerà, prima o
poi. Annuisce
comunque, piano, e Harry sospira baciandogli una guancia.
– Forse
è meglio che vada a casa, – sussurra, dopo diversi
minuti di
silenzio, e Niall annuisce ancora una volta, alzandosi con gli occhi
bassi e sentendo con dolorosa lucidità la distanza tra di
loro; una
mano di Harry si sposta tra i suoi capelli, ancora una volta, e li
scompiglia con affetto.
– Tornerai?
– chiede il più piccolo in un soffio, senza
sollevare il viso, e
Harry sente il cuore stringersi alla vista del cugino così
abbattuto: odia essere la causa di tutto quello, della sua tristezza,
ma è per il bene di tutti ed è giusto
così.
– Certo,
Ni, – risponde subito, stringendolo d'impulso in un altro
abbraccio
e baciandogli ancora la fronte, – tornerò sempre.
Questa
fic non
avrebbe dovuto essere così, maaaa.. è venuta
fuori così. xD
Spero vi sia
piaciuta, il Narry ed io non andiamo poi così d'accordo, e
questa
cosa è stata un po' un esperimento. Fatemi sapere cosa ne
pensate,
un bacio a tutti!