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Autore: reigisaseirin    18/12/2012    4 recensioni
One shot scritta per la seconda giornata della Warblers Christmas Week.
Prompt: Cioccolata in tazza.
Lavorare in cioccolateria, rendeva Thad estremamente felice, specialmente durante le vacanze Natalizie.
Ogni giorno era un'esperienza nuova, facce nuove e nuove storie da scoprire, ma c'erano anche i clienti abituali, che ogni giorno o quasi venivano a fare una pausa con una bella cioccolata.
Come ad esempio la signora Wheber, una vecchina che lavorava nella panetteria all'angolo, che ogni mattina faceva colazione lì e regalava a tutti i dipendenti delle ciambelle appena sfornate. Oppure il signor George, un giornalista emergente, che approfittava di ogni pausa pranzo per farsi una cioccolata calda, raccontandogli sempre di quanto fossero adorabili i suoi figli, promettendogli che un giorno avrebbe portato anche loro per farglieli conoscere.
E poi c'era lui.
Kurt.

[Kurt/Thad]
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kurt Hummel, Rachel Berry, Thad Harwood
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Chocolat.


Durante le vacanze di Natale, lavorare in cioccolateria era ancora più bello del solito.

La gente accorreva numerosa per bere una cioccolata con gli amici, con la famiglia o con i fidanzati, mentre la neve che continuava a scendere a fiocchi rendeva il locale ancora più caldo e accogliente.

Vedere i sorrisi delle persone, gli sguardi innamorati delle giovani coppie, dei bambini felici, questo era uno dei motivi per cui Thad era stato più che contento di accettare quel lavoro.

Ogni giorno era un'esperienza nuova, facce nuove e nuove storie da scoprire, ma c'erano anche i clienti abituali, che ogni giorno o quasi venivano a fare una pausa con una bella cioccolata.

Come ad esempio la signora Wheber, una vecchina che lavorava nella panetteria all'angolo, che ogni mattina faceva colazione lì e regalava a tutti i dipendenti delle ciambelle appena sfornate. Oppure il signor George, un giornalista emergente, che approfittava di ogni pausa pranzo per farsi una cioccolata calda, raccontandogli sempre di quanto fossero adorabili i suoi figli, promettendogli che un giorno avrebbe portato anche loro per farglieli conoscere.

E poi c'era lui.

Kurt.

Non sapeva molto di lui, oltre alla sua ordinazione (che era sempre la stessa tutte le volte: cioccolata fondente senza zucchero e due biscotti d'avena) e che lavorava a Vogue.com, anche se non era sicuro fosse così. Una cosa di cui che sapeva con certezza c'era. Kurt era di una bellezza disarmante.

Ogni volta che lo vedeva, Thad lo trovava sempre più bello.

La prima volta che era entrato in negozio era rimasto a guardarlo come uno scemo, chiedendosi addirittura se fosse reale o frutto della sua fervida immaginazione.
La sua pelle pallida, quasi di porcellana, e i suoi occhi azzurri come il mare, lo rendevano molto simile ad un angelo. Anche la sua voce, anche se quasi femminile, era stupenda.

Era il ragazzo più bello che Thad avesse mai visto, ed era tutto dire, visto che aveva frequentato un liceo maschile.

Appena entrava in negozio, non riusciva a smettere di guardarlo.

Sembrava quasi un adolescente alla sua prima cotta, ma era davvero più forte di lui.
I suoi occhi erano attratti come delle calamite da quel ragazzo, e Thad sperava vivamente che non si fosse accorto di quanto lo fissasse, perché sarebbe stato decisamente imbarazzante.

Qualche volta aveva pure provato a parlarci, ma ogni volta che apriva bocca o si avviava verso il suo tavolo le parole sembravano morirgli in gola e ci ripensava, limitandosi a spiarlo dal bancone.

 

Thad controllò l'orologio.

Erano le 19.25.

Quindi fra cinque minuti sarebbe arrivato Kurt.

Era impressionante come ogni volta il ragazzo arrivasse sempre alla stessa ora, prendesse la sua ordinazione e si sedesse allo stesso tavolo, a volte in compagnia di un libro, a volte di una rivista.

Per quanto ne fosse contento, a Thad sembra strano che Kurt non avesse una ragazza.

Un ragazzo così bello non poteva essere single, no.

Le probabilità che giocasse per la sua stessa squadra erano minime, quindi Thad non si spiegava davvero il perchè.

Un tintinnio, prodotto dallo scacciasogni che Paul – il proprietario del locale – aveva appeso alla porta, riportò Thad alla realtà.

Kurt era appena entrato, insieme ad una ragazza bassa, castana con l'effetto shatush, e si stava avvicinando al bancone, parlando animatamente con la ragazza e sorridendo.

Probabilmente quella era la sua ragazza, e questo pensiero rese Thad triste.
Si voltò verso la cioccolatiera e mise su una cioccolata fondente, sapendo già cosa avrebbe ordinato il ragazzo.

Prese un respiro e si sforzò di sorridere.

Sapeva che era da stupidi reagire così, ma non poteva evitarlo. Non avrebbe mai avuto una possibilità con Kurt.

Si voltò nuovamente verso l'entrata, sforgiando uno dei suoi sorrisi migliori, pronto a servire un altro cliente.

*

 

Kurt e Rachel entrarono nella cioccolateria scrollandosi la neve di dosso e si tolsero sciarpa e cappello, già scaldati dal clima accogliente di quel locale.

“Visto, che ti avevo detto? Non è un posto carino?” chiese a Rachel, mentre facevano la fila.

La ragazza si guardò intorno: il locale era davvero carino, con i suoi colori caldi e accoglienti, i tavoli disposti a coppiette, e le decorazioni natalizie che rendevano quel luogo ancora più bello.

Era un luogo davvero tranquillo e accogliente, dove si poteva prendere una pausa dal caos tipico di New York. Ora capiva perchè a Kurt piacesse, anche se sapeva benissimo che c'era anche un altro motivo per cui il ragazzo si recava ogni giorno lì.

“Lui c'è?” chiese Rachel curiosa, mentre osservava tutti i ragazzi con la divisa da cameriere, cercando di indovinare quale fosse quello che piaceva al suo amico.

“Si” Kurt annuì arrossendo leggermente, prima di avanzare lungo la fila.
Di certo non era il ragazzo riccio che stava servendo una coppietta di anziani, perchè era troppo alto. Sapeva che a Kurt non piacevano i ragazzi più alti di lui, quindi era da escludere anche il ragazzo biondo cenere che stava pulendo uno dei tavoli.

Si voltò verso il bancone e... bingo.

Lo aveva trovato.

Stava per chiedere conferma all'amico, quando arrivò il loro turno.

“Per me-”

“Una cioccolata fondente e due biscotti all'avena, lo so. Cosa preparo alla tua ragazza?” chiese Thad, che sorrise nel vedere la faccia sorpresa di Kurt. Era più forte di lui, quando vedeva quel ragazzo non poteva fare a meno di sorridere.

“Non sono la sua ragazza, comunque una cioccolata bianca e due biscotti al cioccolato, grazie” rispose Rachel, sorridendo poi all'amico.

“Come facevi a sapere cosa avrei preso?” Kurt, le guance leggermente arrossate dal freddo e dall'insinuazione che il barista aveva appena fatto, guardò il ragazzo, che al momento era voltato verso la macchinetta e stava preparando le loro bevande.

“Beh... Ricordo sempre le ordinazioni dei clienti abituali, specialmente se sono carini come te” rispose Thad, porgendogli le loro tazze.

Kurt arrossi violentemente e farfugliando un “grazie” prese la sua tazza e si diresse al tavolo dove era solito sedersi, seguito da Rachel che ridacchiava.

 

Thad rimase a guardarlo mentre si allontanava, dandosi del cretino.

Come gli era saltato in mente di dire una cosa del genere? E se lo avesse preso per maniaco e non fosse più venuto lì? E se non fosse riuscito più a guardarlo in faccia senza provare... disprezzo, o peggio, schifio?
In fondo non era detto che fosse gay, e magari era pure omofobo, come faceva lui a saperlo?
Era stato un incosciente, ma di fronte a quelle guance arrossite e quel sorriso imbarazzato non era riuscito a trattenersi.

Sospirò, guardando un'ultima volta Kurt che stava ridendo (probabilmente per qualcosa che l'amica gli aveva detto) prima di servire gli altri clienti.

 

 

“Kurt, è lui, vero?” Rachel si sedette al tavolo con un sorriso, cercando di reprimere la sua parte da fangirl romantica che già stava immaginando il suo amico e quel barista insieme.

L'amico, sedutosi anche lui, annuì mentre addentava un biscotto.

“Lasciatelo dire, hai un ottimo gusto in fatto di ragazzi! E' davvero un gran figo!” disse lei, sorseggiando la sua cioccolata.

“Già. E probabilmente è etero, con una fila di ragazze che gli vanno appresso...” rispose Kurt scoraggiato. Perchè doveva sempre innamorarsi di ragazzi irraggiungibili?
Prima Finn, poi Sam, e adesso Thad.
Sembrava quasi che il destino ce l'avesse con lui alle volte.

“Ma sei impazzito, Kurt? Non hai visto come ti guardava?” esclamò Rachel, forse un po' troppo ad alta voce perchè alcune persone si girarono verso di loro, e Kurt si coprì il volto dalla vergogna.

Forse portare Rachel con sé non era stata una grande idea.

“No?”

“Ti guardava come se fossi la cosa più bella che avesse mai visto, e i suoi occhi erano così luminosi! Si è pure morso il labbro quando ti sei voltato verso di me, sperando che non lo vedessi!” rispose la ragazza, gesticolando teatralmente prima di addentare l'altro biscotto. Possibile che il suo amico fosse così insicuro del suo aspetto? Se fosse stato etero, probabilmente anche lei gli avrebbe chiesto di uscire, e una volta aveva sentito qualche sua compagna di corso parlare di 'quanto fosse bello l'amico di Rachel'. Quindi, perchè era così dubbioso sul barista, che, per altro, gli andava palesemente dietro?
“Rachel, tu sei impazzita! Stava sicuramente guardando te! Ti pare che un tipo del genere possa interessarsi a me? E' più probabile che gli asini comincino a volare!” Kurt, quasi innervosito dalla piega che stava prendendo il discorso, mandò giù un altro sorso di cioccolata – rischiando quasi di ustionarsi il palato per la velocità con cui la bevve – guardando l'amica come se volesse incenerirla.

La mora, invece, era davvero tentata dal prendere a pizze il suo amico, perché davvero, dove era finito il Kurt sicuro di sé che aveva conosciuto al liceo? Beh, se non voleva fidarsi delle sue parole gli avrebbe dimostrato in un altro modo che aveva ragione.

“No, Kurt. Stava guardando te, ne sono sicura, e ora te lo dimostrerò!” disse, prima di chiamare a sé il cameriere.

“Rachel, cosa vuoi fare?” chiese il ragazzo, seriamente preoccupato da quello che la mente diabolica della sua amica avrebbe potuto escogitare.

“Dimostrarti che ho ragione, ovviamente” Rachel guardò il suo amico, e quando il cameriere li raggiunse gli chiese gentilmente. “Scusa il disturbo, non è che potresti far venire qui il ragazzo che prepara le cioccolate, per favore?”

Il cameriere annuì e andò a chiamare Thad che, nonostante fosse abbastanza stupito dalla richiesta, abbandonò quello che stava facendo e si avvicinò al tavolo dove erano seduti di due ragazzi.

Kurt, vedendolo avvicinarsi, sbiancò mentre il suo cervello cominciava ad escogitare vari modi per fuggire di lì al più presto.

Ma era troppo tardi per alzarsi e darsi alla fuga, quindi si limitò ad abbassare lo sguardo, sperando che nessuno notasse il leggero rossore sulle sue guance.

“Posso fare qualcosa per voi?” Thad li guardò incuriosito, sorridendo. Sebbene sembrasse molto calmo, in realtà non lo era. Infatti stava morendo dall'emozione, dall'ansia e anche un po' dall'imbarazzo, perchè quella ragazza lo stava guardando in modo strano...

“Certamente.” disse Rachel, con fare teatrale “Vedi, io e il mio amico Kurt stavamo discutendo, e avevamo bisogno di un parere esterno. Secondo te – posso darti del tu, vero?”

Thad, sorpreso dal modo amichevole con cui quella curiosa ragazza gli stava parlando, annuì. “Certamente”

La ragazza sorrise soddisfatta. “Bene. Volevo sapere... secondo te Kurt è sexy?”
A quella domanda, Kurt si strozzò con la cioccolata (che stava finendo di bere), arrossendo violentemente. Alzò lo sguardo, sperando che il barista (di cui non sapeva il nome, visto che non portava nessuna targhetta) non lo avesse preso per deficiente. Già non riusciva a parlargli o a guardarlo quando sapeva che non se ne sarebbe accorto, senza sentirsi un idiota, dopo questa grande trovata di Rachel faceva prima a non presentarsi proprio più. Tanto sarebbe morto dall'imbarazzo prima di riuscire a mettere piede nel negozio.

 

Thad guardò la mora, senza parole.
Gli aveva davvero fatto una domanda del genere? C'era pure bisogno di una conferma? Kurt era il ragazzo più sexy (bello, stupendo, fantastico, la lista è lunga) che avesse mai avuto il piacere di vedere, quindi perché glielo stava chiedendo?

Che avesse capito qualcosa? Che Kurt si fosse accorto di come lo guardava?
Leggermente – o meglio dire, decisamente – imbarazzato, rispose.

“Beh... si, perché?”

Gli occhi di Rachel brillarono, e guardò Kurt come per dire 'te-lo-avevo-detto!'

Il ragazzo, se possibile, arrossì ancora di più, e abbassò lo sguardo, vergognandosi e pentendosi amaramente di aver portato Rachel con sé.
Ovviamente Thad l'aveva detto solo per cortesia, non poteva essere altrimenti.

“Perché il cucciolo di pinguino qui presente – disse indicando Kurt – pensa di non esserlo, e io lo stavo convincendo del contrario. Voglio dire, se fosse disponibile gli chiederei di uscire!”

Il moro sorrise, guardando il ragazzo, che non accennava ad alzare lo sguardo, continuando a guardare il tavolo come se fosse la cosa più interessante dell'universo.

 

“Se fosse disponibile lo farei anche io” Non appena finì di parlare, il barista di pentì di quello che aveva detto. Mai, mai, mai dire le cose senza pensarci!

Perchè non si era stato zitto? A questo punto faceva prima a dire 'Sai, sono quindici giorni che non aspetto altro che lui entri qui solo per poterlo guardare, che provo ad attaccare discorso, ma imbarazzato e disarmato dalla sua bellezza finisco sempre per scappare e restare zitto. Beh, almeno fino ad ora, e adesso mi sono reso ridicolo, quindi probabilmente questa sarà l'ultima volta che lo vedrò', tanto era la stessa cosa. Avrebbe voluto sotterrarsi, sparire, far tornare in dietro il tempo, ma ormai il danno era fatto.


“No, guarda che hai capito? Lui per te è-” Prima che potesse dire altro, Kurt le tirò un calcio negli stinchi, perché va bene assecondare la pazzia della sia amica, ma fino ad un certo punto.
Quando ètroppo è troppo.

“Rachel – disse guardandola con uno sguardo omicida – direi che può bastare.”
La ragazza annuì, sorridendo ad entrambi.

“Beh, ora se non vi dispiace dovrei andare ho... un corso di scienze troppo importante, a cui non posso assolutamente mancare” disse, prendendo le sue cose.

Kurt la guardò confuso, mentre Thad sorrideva. Quella ragazza era parecchio strana, ma la trovava decisamente simpatica, specialmente dopo aver scoperto che non era davvero la ragazza di Kurt.

“Ciao, Kurt. Ciao...”
“Thad” disse lui, porgendogli la mano.

“Rachel. E' stato un piacere conoscerti, Kurt non faceva che parlarmi di te! Ora vado, a presto”

E correndo, poiché temeva la reazione dell'amico a quella fuga improvvisa e alle cose che aveva appena detto, uscì dal locale, lasciando i due soli.

 

Appena la ragazza uscì, Kurt si voltò verso Thad, sperando che non avesse dato molto peso alle parole dell'amica.

“Wow, certo che la tua amica è...”

“Strana, irritante, fastidiosa, egocentrica, logorroica, imbarazzante, fuori luogo; si lo so. Ma col passare del tempo si impara da apprezzarla” disse Kurt accennando un sorriso, nonostante stesse morendo dentro dall'agitazione. Cioè, Thad, il ragazzo a cui non faceva che pensare da quasi un mese, era seduto lì con lui e gli stava sorridendo.

Thad rise.
“Veramente stavo per dire simpatica, ma vabbè. Sembrate così diversi, com'è che siete diventati amici?” chiese, sedendosi al posto di Rachel.
Era finalmente riuscito a parlare con Kurt, tanto valeva sfruttare l'occasione per conoscerlo meglio.

“Beh, a dire la verità all'inizio eravamo rivali. Piaceva ad entrambi lo stesso ragazzo – che poi è diventato il mio fratellastro -, volevamo tutti e due gli assoli al Glee e quindi ci trovavamo costantemente in conflitto. Ma poi col tempo le cose si sono sistemate e, dopo che il mio ex-ragazzo mi ha tradito, ci siamo trasferiti a New York per dimenticare tutto e tutti e cercare di sfondare a Brodway.” Kurt guardò il ragazzo di fronte a sé, e ora che lo poteva guardare da più vicino (e più a lungo) non poté far altro che pensare che fosse oggettivamente (e soggettivamente) stupendo.

Non poteva ancora credere che una fortuna del genere potesse essere capitata a lui.

“Certo che il tuo ex doveva essere proprio un cretino per tradirti.”

“Già" disse lui, abbassando lo sguardo. Parlare di Blaine faceva ancora un pò male. Era passato quasi un mese, ma Kurt non era ancora riuscito a perdonarlo, non dopo quello che aveva fatto. Aveva tradito la sua fiducia, come ragazzo e come amico, e questo non riusciva a sopportarlo. Per quale motivo, poi? Blaine sapeva che andando a NY, Kurt avrebbe avuto meno tempo per parlargli, poichè doveva concentrarsi sul lavoro e sulla lettera per la NYADA, quindi perchè era dovuto andare a letto con quel.. faro?
Basta. Era stufo di piangere per Blaine. Era ormai storia passata. Voleva essergli ancora amico, ma non più di quello.
Alzò nuovamente lo sguardo verso Thad, sorridendo.
"Che mi dici di te, invece?”

Thad fece per dire qualcosa quando il suo capo lo richiamò al bancone.

“Mi spiace, devo tornare a lavorare, sennò Rob mi fa staccare più tardi. E' stato un piacere parlarti” disse, alzandosi dalla sedia.

“Piacere mio”

Sorridendogli un'ultima volta, Thad se ne andò.
 

Kurt sorrise, prendendo una penna e un foglietto di carta dalla sua tracolla.

 

*

Era quasi ora di chiudere, e Thad stava finendo di pulire gli ultimi tavoli.

Quando andò a sgomberare quello dove si era seduto Kurt, notò un foglietto sotto la tazza e, curioso, lo lesse.

 

E' stato davvero un piacere conoscerti, magari potemmo sentirci ancora, ti va?
In caso chiamami.


E sotto c'era scritto un numero, con una calligrafia elegante, nonostante l'evidente fretta con cui il ragazzo aveva scritto quel biglietto.

Thad, ancora incredulo, si salvò subito il numero e finì di sistemare il locale.

 

Era in momenti come quelli che ringraziava il cielo di aver visto quell'annuncio sul giornale.

Se non fosse stato per quell'annuncio, probabilmente non avrebbe mai conosciuto Kurt, né avrebbe avuto il suo numero.

Chiuse il negozio e, girandosi il telefono tra le mani, si diresse verso la sua macchina.
Nonostante non fosse molto contento di andare a lavoro pure il giorno della vigilia di Natale, non riusciva a non essere contento.

Aveva parlato con Kurt, aveva il suo numero.

Era così felice di quel regalo di Natale anticipato, non avrebbe potuto desiderare di meglio da quelle vacanze.

 

“Hey Kurt, sono Thad. Ti va di rivederci domani?”

“Certo, mi trovi sempre al solito posto... magari senza Rachel, stavolta”

“Ok, a domani, allora :)”


Thad sorrise.

Non vedeva l'ora di andare al lavoro, domani.

   
 
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