Intro.
 
Il cielo è buio.
 
è mattina però,o perlomeno dovrebbe.
il mio vestito è sudicio,o sono solo io ad esserlo.
le gambe fanno male.
credo ci sia stata una festa ieri sera.
non ricordo nulla.
non ricordo nemmeno prima.
 
c’erano luci,il prato verde all’inglese cosparso di allegre risate e innaffiato da fiumi di alcool.
era facile,mi ricordo.
non serviva nulla,bastava ballare.
flash,accecanti.
ora no.
voglio solo la mia casa.
la mia casa dov’è?
mi chiamavano Ania ieri sera,o almeno così mi pare.
c’è qualcuno qui vicino.
solo una ragazza che vomita.
resti di vita sono cosparsi sull’erba umida.
 
‘hey tu’
 
cosa sono ora?solo un tu?
 
‘hey mi senti?’
 
starà parlando con me?
 
‘hey,tu,mi senti,che hai?’
‘oh,si,si’
‘senti,devi andartene.’
‘io non so dove andare’
‘oddio,un’altra ubriaca fradicia’
‘no,no,sono apposto’
‘perfetto,via da qui,prima che chiami i miei uomini,su’
 
Voglio la mia casa.
la mia casa dov’è?
 
‘hey’
 
senza girarmi di scatto inizio a farfugliare ‘oh,si,scusa,mi sto avviando,sto andando via,io,io’
 
‘hey calma sta tranquilla va tutto bene’
‘oh.’
‘che hai?’
‘io mi ricordo di te’
‘davvero?’
‘mi sembra di conoscere il tuo viso da sempre,ma non posso dire altrettanto del tuo nome’
‘mi chiamo Harry,e sono qui per portarti via’
‘dove?’
‘a casa tua’