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Autore: Ari_92    18/12/2012    9 recensioni
Una piccola long Natalizia in occasione della Warblers week :)
Si tratta di una AU ambientata nella seconda stagione, dove però c’è già Sebastian. Le coppie principali sono Thadastian, Niff e Klaine. Grazie in anticipo a chi leggerà, e buon Natale *-*
Day#1: Il calore del camino [White Christmas]
Day#2: Cioccolata in tazza [Are you okay?]
Day#3: Pattinare sul ghiaccio [Revelations]
Day#4: Neve [Best. Fight. Ever.]
Day#5: Baci sotto al vischio [Love is in the air]
Day#6: Ricordi di Natale [Extraordinary Merry Christmas]
Day#7: Prepararsi alla notte di Natale [Raise your hand]
Day#8: Mezzanotte [Stars' light]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt, Nick/Jeff, Sebastian/Thad
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: Are you okay?
Rating: Verde (come tutta la storia)
Ship: Klaine, un po’ tutte
Prompt: Martedì 18; Cioccolata in tazza
Lunghezza: 2600 parole
Note: Alla fine :)
 
 
 
 
 

#2_Are you okay?

 
 
 
“Non so davvero come ringraziarti!”
Esclamò Blaine, per quella che era più o meno la novantesima volta da quando, il giorno prima, Kurt l’aveva aiutato ad accendere il camino – di sicuro lui non poteva farlo da solo vista l’altissima infiammabilità del suo gel – per poi prendere parte all’esibizione Natalizia che i Warblers avevano programmato in mattinata.
 
Il suo Kurt era davvero un ragazzo adorabile.
Beh, non era ancora propriamente suo, ma Blaine era fermamente convinto che non avrebbe saputo resistere alle invidiabili doti da spasimante che da sempre avevano costituito la sua arma vincente – non che avesse mai avuto un ragazzo, ma quello era un dettaglio trascurabile; quindi sì, si trattava solo di una questione di tempo.
 
Kurt, dall’altro capo del telefono, sospirò leggermente.
“Non devi ringraziarmi, l’ho fatto volentieri.” Blaine aggrottò le sopracciglia. Di punto in bianco, Kurt non sembrava più lo stesso ragazzo felice e spensierato che due settimane prima aveva assistito alla loro esibizione di Teenage Dream.
Sembrava quasi... triste, o in pensiero per qualcosa.
 
Blaine fissò il vuoto per qualche secondo prima di spalancare gli occhi: certo, naturalmente c’era qualcosa che non andava, per quale motivo altrimenti si sarebbe comportato in quel modo così strano? Era un pessimo futuro fidanzato.
 
“Kurt... Cosa c’è che non va?” Lui prese un profondo respiro.
“Blaine, io- io devo trasferirmi alla Dalton. Almeno per qualche mese.” Blaine per poco non ruzzolò giù dal letto.
“A partire da quando?”
“A partire da subito.” Blaine ruzzolò giù dal letto.
 
“Blaine? Sei ancora lì?”
“E-Eh? Sì! Sì, certo. Quindi tu- ”
“Domani il mio trasferimento sarà effettivo. È da un po’ che io e la mia famiglia ci organizziamo per riuscirci: non te ne ho parlato subito perché non eravamo ancora sicuri di poterci permettere la retta completa.”
“Oh. Uhm- ”
“A domani? Devo mettere in valigia le ultime cose. Buonanotte.”
“B-Buonanotte Kurt.”
 
Quando qualche minuto più tardi Wes tornò in camera a prendere i suoi libri per la prima ora – la quotidiana riunione del Concilio si era tenuta molto presto, quella mattina – desiderò con tutto il cuore di non averlo mai fatto.
Blaine Anderson era sdraiato sul pavimento della stanza che condividevano, con il telefono attaccato all’orecchio e l’aria di chi ha appena avuto una rivelazione mistica.
 
“...Blaine?”
Sentendosi chiamare, si voltò verso la sua direzione. Lentamente. Wes era praticamente sicuro di aver già visto una cosa del genere in qualche film horror particolarmente brutto.
 
“Blaine Hummel-Anderson. Non suona meravigliosamente?”  
 
Wes corse via.
 
 

***

 
 
“Non la trovate un’iniziativa splendida?”
“Io la trovo solo una gran stronzata.” Commentò Sebastian, con la solita aria tra il perplesso e l’annoiato che aveva quando l’argomento di conversazione non era se stesso, lo Scandals o il sedere di Blaine.
 
“Possibile che non ti vada mai bene niente, Sebastian?”
“Forse questo dipende dal fatto che girare per la scuola con una stupida cioccolata in mano è più o meno la peggiore cazzata del secolo dopo la vostra ridicola esibizione di ieri? Harwood, non mi metterò a ‘regalare qualcosa di dolce a chi è importante per me’.
 
Ed era stata più o meno quella la delibera del Concilio in mattinata: in onore dello spirito Natalizio, ogni membro del gruppo avrebbe dovuto condividere una cioccolata in tazza con chi all’interno della squadra era particolarmente importante per lui; in modo da aumentare la complicità nel gruppo ed entrare nello spirito delle feste. Sebastian roteò gli occhi.
“Non capisci che – oltre ad essere la stronzata del secolo – questa ‘idea’ porterà a delle stupidissime faide interne? Mi sono fatto praticamente chiunque in questa stanza: dovrei preparare un barile di cioccolata?” Wes sbatté con impeto il suo martelletto, cercando di sedare il mormorio che l’ultima affermazione di Sebastian aveva suscitato.
 
“Okay, basta. Diciamo che questa iniziativa è facoltativa, va bene così? Lo farà solo chi ne ha voglia.” Rettificò Thad, che di tutto aveva voglia fuorché rimettersi a litigare con Sebastian.
Prima di tutto perché quello che era successo il giorno prima gli bastava ed avanzava da lì all’eternità, e in secondo luogo qualcosa gli diceva che per lui era meglio stargli lontano. Tipo, il più lontano possibile.
 
“Ragazzi, calma. Non abbiamo ancora chiesto il parere di Blaine!”
“David... no.” Disse semplicemente Wes, battendogli una mano sulla spalla con fare confortante.
Un cenno del capo bastò a David per rendersi conto della precarietà della situazione: Blaine sembrava uno strano incrocio tra un maniaco seriale e se stesso in un negozio di papillon (o di prodotti per capelli, a scelta), il che spiegava l’inquietante alone di vuoto che lo circondava, con gli altri Warblers che si tenevano ad una certa distanza di sicurezza da lui.
Eccezion fatta per Sebastian, ovviamente.
 
“Blaine?”
“Ragazzi, tra pochissimo arriverà Kurt- ”
Blaine! È la quinta volta che ce lo dici nel giro di mezz’ora: abbiamo capito!” Lui sospirò sognante, del tutto incurante delle occhiatacce scocciate che stava ricevendo da praticamente tutta l’aula canto.
 
“Sappi che pretendo almeno due tazze di cioccolato.” Fece Jeff, lanciando un’occhiata dall’altra parte dell’aula ed incrociando lo sguardo di Nick, che gli sorrise all’istante. Sebastian emise un verso esasperato, alzandosi dalla sua postazione affianco al sedere di Blaine.
“Okay, se permettete lascio questa stanza prima che le vostre smancerie da pensionati mi facciano venire il diabete.”
 
Quando uscì dalla porta, Thad iniziava seriamente a chiedersi quale cavolo di problema avesse Sebastian con il Natale. Poi scosse la testa, perché dopotutto per quale motivo avrebbe dovuto importargli?
 
 

***

 
 
“È permesso?”
Kurt sussultò, e per poco non lasciò cadere la piccola foto incorniciata che stava sistemando sul comodino.
In realtà non si aspettava che qualcuno sarebbe andato a fargli visita quella sera: dopotutto non era arrivato da più di due ore, e gli era stato detto che le prove dei Warblers di solito si dilungavano anche dopo cena.
Nonostante questo, un po’ ci sperava che Blaine sarebbe venuto a salutarlo.
 
“Entra pure.” Kurt sorrise verso l’ingresso della sua stanza, e non poté fare a meno di intenerirsi alla visione del suo amico con il pigiama standard della scuola, i capelli leggermente arruffati e l’aria un po’ persa che ultimamente aveva spesso quando parlavano, anche se Kurt non se la sapeva davvero spiegare.
Blaine accostò la porta con un piede, tenendo qualcosa dietro la schiena.
 
“Ehi! Hai finito di disfare i bagagli?”
“Ho appena iniziato in realtà: sai, i miei vestiti devono essere messi via con la dovuta cura.” Blaine annuì con un certo impeto, avanzando verso di lui.
“...Quindi la tua prima notte alla Dalton. Nervoso?” Kurt gli sorrise: era qualche tempo che la cosa gli veniva spontanea solo con Blaine nelle vicinanze.
“Un po’. Spero che il mio compagno di stanza non abbia abitudini strane- ”
“Chi, Jeff? Nah. Al massimo potrebbe sparire per qualche ora con Nick, ma ti assicuro che c’è di peggio.”
Kurt annuì, appoggiando sul letto il pigiama della scuola che avrebbe a sua volta dovuto indossare più tardi: sperava solo che il materiale fosse abbastanza decente da non irritargli la pelle.
 
“Sei stato carino a passare.”
“Ti ho portato una cosa.” Annunciò entusiasta Blaine, mentre toglieva con teatrale lentezza la mano da dietro la schiena.
“Eccola qui! Cioccolata in tazza.”
“Cioccolata in tazza?”
“Sì. L’obiettivo del giorno per celebrare lo spirito Natalizio era offrire una tazza di cioccolata a una persona a cui vogliamo bene. Per cui eccomi.”
 
Blaine gliela porse con un sorriso incoraggiante e – benché una parte del cervello di Kurt non facesse che calcolare una stima approssimativa dell’esorbitante numero di calorie che quella bevanda doveva contenere – non si sentì davvero di rifiutare. Non dopo che Blaine aveva implicitamente confessato di volergli bene, cosa che gli stava causando una tachicardia non indifferente.
“Grazie, Blaine. Se l’avessi saputo prima te ne avrei preparata una anch’io.” Blaine arrossì, Kurt era quasi sicuro di questo.
 
“D-Davvero?”
“Certo... Ehi, ma questo è un bicchiere del Lima Bean?”
“Beh, sì. Ci hanno detto di offrire una tazza di cioccolata ma la tizia della mensa non ci fa usare la macchinetta, così sono andato a prenderla là.”
Kurt annuì e sorrise, perché era la cosa più carina che qualcuno faceva per lui da... nessuno aveva mai fatto qualcosa di così carino per lui, a dire il vero. Kurt sospirò, sedendosi sul bordo del letto con la sua cioccolata non-così-calda tra le mani. Blaine si accigliò, mettendosi subito al suo fianco.
 
“Stai bene? È per la cioccolata?”
“Eh? No! Assolutamente no, sei stato adorabile a portarmela.” Blaine arrossì di nuovo, ma questa volta Kurt non se ne accorse, intento com’era a fissare il pavimento.
“Allora che cosa c’è che non va?” Lui sospirò di nuovo e si voltò verso il suo amico, senza poter fare a meno di sentirsi vagamente in colpa.
“È solo che mi dispiace aver lasciato i miei amici ed essere costretto a vedere di meno la mia famiglia. Non fraintendermi: questo posto è meraviglioso e sono felicissimo di essere qui con te e con gli altri- ”
“Kurt. Non devi giustificarti; è normale sentirsi così all’inizio.” Blaine mise istintivamente una mano sulla sua e Kurt trasalì.
“Vedrai che presto andrà meglio. Intanto questa settimana potresti unirti alle nostre celebrazioni Natalizie, tanto per distrarti un po’.”
 
Kurt annuì in fretta, sforzandosi di apparire più disinvolto possibile alla sensazione delle dita di Blaine che sfioravano le sue, così, come se fosse la cosa più comune da fare con il tuo migliore amico gay e in tutta probabilità non interessato a te in quel senso, nonostante tutti i tuoi viaggi mentali in merito. Concentrazione, Kurt.
 
“Grazie, Blaine.” Lui sorrise di nuovo, e Kurt si ripromise mentalmente di trovare un modo gentile per chiedergli di non farlo tanto spesso: aveva ancora abbastanza dignità per cercare di preservarsi dallo sbavargli addosso.
“Sei proprio sicuro di non volere che resti qui?” Scosse la testa, dopo aver bevuto un primo sorso della sua cioccolata – Dio, quant’era che non se ne concedeva una?
 
“No, tranquillo. Finirò di disfare le valigie e mi metterò subito a letto.”
“...Le valigie?” 
“Pensavi sul serio che ce ne fosse solo una?” Blaine aggrottò le sopracciglia per un momento.
 
“No. No, in effetti.”
 
 

***

 
 
“Okay, dieci passi a destra.”
“Dieci a destra? Sei sicuro?”
“Certo che sono sic- ”
Aaah!! Oh, cazzo!”
“Sta zitto! Vuoi che ci scoprano?” Bisbigliò Jeff nell’indefinita oscurità che – secondo i suoi calcoli – doveva essere più o meno l’aula canto.
 
Non che vagare a tastoni nel buio lo divertisse, ma non era esattamente l’orario più indicato per aggirarsi tra i corridoi della Dalton, a meno che lo scopo ultimo non fosse quello di finire in detenzione a vita.
In ogni caso – tra le prove dei Warblers e la loro naturale tendenza all’insanità mentale – Jeff e Nick avevano avuto la brillante idea di trovarsi per una cioccolata di mezzanotte. Se solo avessero messo in conto il fatto che non avrebbero potuto accendere la luce sicuramente non... no. L’avrebbero fatto in ogni caso.
 
“Guai a te se fai cadere la mia tazza.”
“La nostra tazza, vorrai dire. E comunque non ci sarebbe problema se tu conoscessi davvero la pianta della stanza, invece di parlare a caso.”
“Io conosco la pianta della stanza, Nick.”
“Certo. È proprio per questo che mi sono appena rotto una gamba sbattendo contro non so cosa.”
“...Neanche mia nonna si lamenta tanto. Dai, fai un altro passo av- ah!”
“Oddio Jeff, sei tu?”
Noo! Come ti salta in mente!? ...Ma è gelata!”
“Cosa pretendevi? Sono andato a prenderla al Lima Bean prima di cena- ”
“Okay, ma non progettavo di farmela tirare addosso!”
“Non l’ho fatto apposta...”
 
Jeff roteò gli occhi nel buio, mentre la casacca del pigiama gli si attaccava sulla pelle dove la cioccolata l’aveva bagnata, vale a dire praticamente ovunque. Okay, magari poteva ammettere che non era stata esattamente la migliore delle loro trovate.
 
Poi, in modo del tutto radicale e inaspettato, Jeff cambiò idea.
 
Fu un attimo; per la precisione quello in cui un paio di mani che decisamente non erano le sue gli si andarono a posare sulle spalle e poi più in basso, per accertarsi dell’entità del danno provocatogli da quella benedetta cioccolata.
Nick aveva agito istintivamente: non era strano per loro; fino a qualche anno prima la loro principale occupazione era saltarsi addosso e prendersi a pugni, solo... le cose sembravano essere cambiate, ultimamente. 
Ed era chiaro in momenti come quello, quando lui lo toccava e Jeff rimaneva in silenzio. Non che di per sé rappresentasse un particolare rilevante per tutti, ma lo era di sicuro quando si parlava di Jeff perché beh, fondamentalmente Jeff non taceva mai.
 
Nick non si allontanò, per il semplice fatto che l’effetto che sembrava avere su di lui lo incuriosiva, così come lo incuriosiva il suo improvviso desiderio di lasciare le proprie mani proprio lì dove si trovavano per tutto il tempo possibile.
Non fu ben sicuro dell’origine del suo tuffo al cuore nel sentire quello di Jeff sotto le sue dita, o del fatto che improvvisamente si trovassero vicini. Decisamente molto vicini-
 
“Si può sapere cosa diavolo state facendo?”
La luce dei grandi lampadari di cristallo scattò illuminando tutta l’aula canto e – come in una reazione istintiva – i due ragazzischizzarono l’uno lontano dall’altro.
“S-Sebastian? Cosa ci fai qui?” Lui inarcò le sopracciglia, fissando con aria scettica la macchia di cioccolata sulla maglietta di Jeff.
 
“Potrei farvi la stessa domanda... Cosa che non farò, perché fondamentalmente non me ne frega un accidente. Buonanotte ragazzi, io mi faccio un giro allo Scandals.”
Jeff e Nick rimasero immobili, per qualche ragione insolitamente imbarazzati dalla situazione.
“Spengo la luce?” Chiese, con uno dei suoi soliti sorrisetti ammiccanti.
“No- Noi stavamo andando a letto.” Sebastian si strinse nelle spalle, salutandoli con un cenno del capo.
Jeff e Nick si scambiarono una rapida occhiata ansiosa, quella standard che vigeva quando Sebastian Smythe era nelle vicinanze.
Per un momento Nick si chiese se fosse il caso di riprendere il piccolo momento interrotto poco prima, per poi rendersi conto che non era possibile e inoltre... che senso avrebbe avuto?
 
“Nick?” Jeff lo disse in un sussurro strozzato, e per quanto lo riguardava era quasi sicuro che fosse arrossito.
“Sì?” Lui sbatté le palpebre, balbettando qualche suono privo di senso.
“Jeff? Hai bevuto?” Al che il ragazzo sbuffò, alzando gli occhi al cielo.
Avrei bevuto la cioccolata se non me l’avessi tirata addosso. Andiamo in camera? Io avrei anche il futuro marito di Blaine da conoscere.”
 
Imboccarono insieme il corridoio principale, muovendosi con tutta la circospezione del caso: naturalmente Sebastian non si era fatto problemi ad accendere ogni illuminazione possibile al suo passaggio.
Svoltarono l’ultimo angolo verso i dormitori, e per poco Jeff non si beccò un’altra cioccolata addosso.
 
“Thad!” Lui sgranò gli occhi, stringendo più forte la sua tazza per non farla cadere.
Beh, di tutto si aspettava tranne di trovare qualcun altro in giro per i corridoi a quell’ora. Anche se sì, in fondo avrebbe dovuto aspettarselo da Jeff e Nick.
“Ragazzi... Ehi.”
“Uh! Un membro del Concilio fuori oltre il coprifuoco...” Thad lanciò loro un’occhiataccia stizzita.
“Oh! Due non-membri del Concilio fuori oltre il coprifuoco.” In ogni caso, pensò che fosse meglio cambiare argomento: non ci teneva a sorbirsi una lavata di capo da Wes e David.
 
“Cosa combinavate?”
“Cercavamo di bere la nostra cioccolata- ”
“Sì, poi è arrivato Sebastian.” Thad spalancò gli occhi.
“...Sebastian?”
“Già. Stava andando allo Scandals, naturalmente.” Commentò Nick, appoggiandosi le mani sui fianchi.
Thad abbassò lo sguardo sul pavimento, mentre le dita sulla tazza di plastica iniziavano a tremargli leggermente. Jeff piegò la testa da un lato, confuso.
 
“E tu? Stai aderendo all’iniziativa del Concilio? Porti la cioccolata a qualcuno?” Lui rimase in silenzio per qualche istante, con gli occhi persi nel vuoto.
 
“...No. No, a nessuno.”
 
 

***

 
 
 
 

 
Eccoci qui *-*
Secondo giorno, secondo prompt. Anche oggi sono di fretta (tra i regali di Natale e le ventimila verifiche di questa settimana sto un attimo morendo, capitemi çç) quindi non mi dilungo tanto :(
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, e ne approfitto per ringraziare le 7 persone che hanno recensito il primo prompt *-*!! Mi dispiace di non aver avuto tempo per rispondere çç conto di rifarmi appena inizieranno le vacanze di Natale :)!
Un bacione a tutti (in particolare alla mia adorabile beta: non so cosa farei senza di lei), vi adoro *^*
A domani con il nuovo capitolo <3
_Ari
 
Come sempre, per qualunque cosa mi trovate sempre qui: http://www.facebook.com/pages/Ari_92-EFP/409314062440527?ref=hl
  
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