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Autore: Nezuchan Sketch    18/12/2012    6 recensioni
Da quanto tempo sono qui?
Ho smesso di contare i giorni, e ormai non so neanche cosa succede fuori.
Sono rinchiusa in una stanza, senza neanche una fessura che facesse filtrare la luce dall’esterno. Sono prigioniera.
Genere: Dark, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'La guerra dei draghi'
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Buio.
Solo questo c’è attorno a me.
Lacrime.
Lacrime cadono dai miei occhi, occhi ormai spenti, senza vita.
Da quanto tempo sono qui?
Ho smesso di contare i giorni, e ormai non so neanche cosa succede fuori.
Sono rinchiusa in una stanza, senza neanche una fessura che facesse filtrare la luce dall’esterno, ed ogni giorno, mentre cammino nella stanza, trovo a terra un po’ di pane e acqua.

Sono prigioniera.

Ma di chi? E dove? Queste domande mi rimbombano nella mente, ogni volta che mi sveglio mi assillano, assieme a qualcos’altro, assieme ad una specie di sete animale, che ogni giorno cresce dentro di me e non ho modo di placarla con quei pochi viveri che trovo.
Ormai questa sete non mi fa neanche più dormire. Ogni volta faccio sempre più fatica a riposare, ed anche da sveglia non riesco a concentrarmi ad altro che non fosse quel bisogno innaturale.
Un cigolio. Apro di scatto gli occhi, ma vengo accecata dalla luce. Una figura indistinta entra nella stanza – è davvero una stanza? - in cui mi trovo, posa qualcosa a terra e, notando che sono sveglia, mi si avvicina.

Lo guardo, gli occhi che iniziano ad abituarsi alla luce che entra dalla porta. Noto solo le orecchie a punta, poi mi colpisce allo stomaco con un calcio. Il dolore mi mozza il respiro, costringendomi a raggomitolarmi su me stessa per difendermi da altri colpi. Un nuovo odore, così dolce e assuefacente, penetra le mie narici.

“Uccidilo” una voce risuona nella mia mente, una voce crudele e malvagia. Blocco la sua gamba, prima che mi possa dare un altro calcio e lo spingo indietro, facendolo arretrare di un paio di passi. Con una velocità disumana mi rialzo, accovacciandomi in un angolo lontano dal mio aggressore. Adesso riesco a distinguerlo chiaramente: un uomo alto e grosso, indossa una specie di corazza, fatta di un qualche materiale che risplende alla luce. Comincio a ringhiare come un animale, mentre lui prende qualcosa e la punta davanti a sé. Un bastone che sembra assai pesante, fatto della stesso materiale della corazza. Lo fissavo minacciosa, tentando di incutergli timore.

“Vampira, sta' ferma e non ti succederà niente”
Vampira? Che cos’è una vampira?
Istintivamente scatto in avanti, saltandogli addosso ed evitando il suo bastone appuntito.

Gli conficco i denti nella carne del collo.

Avidamente comincio a succhiare il suo sangue, finché non smette di muoversi e il sangue dentro il suo corpo finisce.

Lo lascio andare, arretrando spaventata. Mi guardo le mani, scioccata dalla pelle pallida e sottile, sporca di sangue non mio, le ossa sporgenti e le unghie lunghe, bestiali. Il panico mi attanaglia lo stomaco.
Mi catapulto sulla ciotola d'acqua, la afferro facendone cadere un po'. I miei occhi.

Gridai di paura. I miei occhi erano rossi e brillanti!

I tratti del mio viso erano completamente diversi, gli occhi sporgenti, i capelli corvini, lo sguardo soddisfatto.

Nonostante la paura il sangue dell'uomo mi ha soddisfatta. È questo essere una vampira?

‘Cosa aspetti? Scappa!’ La stessa voce di prima. Mi dirigo verso la porta, comincio a scappare a carponi, sentendomi confusa e disorientata. Corro veloce, accompagnata da grida e lamenti che non so da dove provengano.

Un bivio. Destra o sinistra?

Dalla via di destra una ragazza mi si sta avvicinando. Si ferma appena mi vede, guardandomi con i suoi occhi scuri e puntandomi un altro di bastone contro, come quello del mio aggressore. La sete incontrollabile mi assale di nuovo, come la voglia di uccidere, il desiderio di distruggere.
Abbassa l’arma dopo un po’, poi emette un ruggito che mi fa tremare anche l'anima. Leggo nei suoi occhi una furia quasi animale, allora abbasso la testa, in segno di sottomissione e di paura.

“Brava. Se vuoi vivere, seguimi” la ragazza non aspettò una mia risposta, andando via per la strada alla mia sinistra. Dopo un po’ vedo delle persone vestite nello stesso modo dell’uomo che avevo ucciso correre nel corridoio di destra. Vado a sinistra, seguendo i passi rimbombanti della tipa. Mentre la seguo mi fa bere da alcuni uomini a terra, mentre gli altri cadevano a terra appena cercavano di avvicinarsi.
La sete ormai tace, in silenzio, dentro di me, come non ci fosse mai stata. La seguo fuori, chiudendo gli occhi per la troppa luce. Appena fuori dalla terra esce una specie di muro, che blocca l’apertura di quel luogo. Guardo la ragazza con occhi incuriositi, e lei dice: "Adesso sei libera. Puoi decidere tu che fare. Puoi vivere qui, con ogni giorno il timore che ti vengano a prendere. Oppure puoi venire con me e non avere più paura di loro. Decidi" mi avvicino a lei, e sorride.

   
 
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