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Autore: Story_Teller    05/07/2007    10 recensioni
Per proteggerci dagli altri e dalla vita giochiamo parti che non sono nostre. Chi è Lily? La ragazza che studia per un buon voto ma prende in giro i professori per divertire gli altri, quella che ascolta in silenzio le confidenze di un'amica restandone ferita, è la ragazza innamorata senza saperlo, la giovane forte che si sente una vigliacca? Chi è James? il divertente buffone, annoiato dalla vita? Amore, amicizia, odio nella Hogwarts che più amo: quella dei malandrini!
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, James Potter | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Capitolo 9-

-Capitolo 9-

 

A una notte terribile succede sempre il giorno. Ogni vana illusione che il buio durerà in eterno e che non sarai più costretto a vedere la faccia di chi ti ha ferito si infrange contro l’alba. Il tranquillo sorgere del sole non si fermerà perché tu lo vuoi e non svanirà perché tu soffri al pensiero di rivederlo…

 

Albeggiava.

Lei era sveglia. Immobile, nel letto. Sola.

Amandine e Alice dormivano, lei no. Sapeva che, se non si fosse concessa un po’ di riposo, avrebbe avuto le occhiaie. Ma il periodo superficiale della sua vita era finito con ieri sera, quindi non le importava. Era tutto finito con il biglietto che attestava il suo fallimento.

Probabilmente, una volta rimessi i vecchi pantaloni e tolti i quintali di trucco che aveva addosso, si sarebbe liberata anche di Rob. Tanto di guadagnato: a lui lei non interessava e a lei di lui non importava nulla. Fine di una storia mai cominciata.

Fine di tutto.

Era un errore pensare di essere lei sbagliata. Non c’era assolutamente nulla di male nell’essere Lily Evans.

Era Potter ad essere sbagliato. Profondamente sbagliato. Non doveva permettersi di andare in giro ad offendere la gente come se fosse il padrone del mondo. Ma questo in fondo lo aveva sempre saputo.

Quell’attrazione che credeva di aver sentito il giorno prima aveva lasciato il posto ad una rabbia senza lacrime.

 

Albeggiava.

Nella parte opposta del dormitorio di grifondoro, dove c’erano le stanze dei ragazzi, nell’ultimo piano della torre, dove ancora si potevano trovare delle camere vuote, Sara era sveglia. E rimuginava.

Aveva aperto gli occhi fra le braccia di Charlie. Quella notte avevano dormito insieme, semplicemente abbracciati. Aveva potuto sentire il respiro di lui farsi calmo e regolare, il suo cuore battere forte, gli occhi chiudersi, le braccia circondarla con affetto.

Anche lei si era addormentata. Forse per un attimo, forse per due.

Nel sonno la paura non l’aveva lasciata sola. Poteva averlo perso per sempre, invece era lì.

Aveva perso il suo miglior amico, però.

Delicatamente passò una mano sui lineamenti di Charlie per imparare a memoria le sensazioni che le dava toccare quel volto, per ricordare per sempre il suo viso.

Desiderò avere anche Sirius accanto, per ricordare anche lui. Era ancora una malandrina? Poteva dire di far pare del loro gruppo se non era riuscita a capire i sentimenti di chi aveva vicino?

Un’amicizia può volar via, pensò affranta, distrutta dall’amore.

Si chiese quanto potente fosse l’amore se poteva distruggere un affetto.

I pensieri erano ovattati, lontani, distanti.

Sono io a pensare o è il mondo che si interroga su se stesso?

Aveva sonno e un desiderio disperato che i problemi svanissero con i sogni.

Quella mattina, all’alba, aveva raggiunto una nuova consapevolezza di se stessa. Aveva compreso qualcosa di nuovo, qualcosa che la riguardava profondamente da vicino: non aveva capito nulla dell’amore. Non si era resa conto finora che amare portava necessariamente a ferire qualcuno. E non si era resa conto che nell’immensità dell’amore, se esso è davvero sincero, non puoi dimenticare chi hai ferito e desiderare di amarlo allo stesso modo. Un amore esclusivo poteva essere così crudele!

Devo fare qualcosa per Lily Evans. Devo fare qualcosa…

Chiuse gli occhi. Il suo ultimo pensiero da lucida fu che doveva aiutare almeno una delle persone che erano rimaste ferite con lei, da  lei, per lei…

 

Con l’alba arrivò il mattino. E con il mattino arrivarono la sveglia, le lezioni e i gufi.

Con i gufi arrivarono le notizia e la solita ventata di disperazione mattutina. Tanti studenti sfogliavano i giornali alla ricerca di una notizia che non fosse l’annuncio di un rapimento, un omicidio, una sparizione. C’erano le foto dei dispersi, dei morti, del ministro della magia, dei mangiamorte (pochi) catturati, foto di Azkaban, foto di agonia, dolore, morte.

C’era posto per la speranza in un mondo che si sgretolava?

Non un punto di riferimento, non un leader che li guidasse. La gelida sensazione per ogni studente che il prossimo sarebbe potuto essere proprio lui.

Soli.

 

-Anche oggi neanche una notizia sul campionato di Quiddich!- esclamò James Potter, osservando con un certo disgusto il giornale. –Bisogna che qualcuno si dia una mossa per far migliorare le notizie. Che ne dite, ragazzi? Non è un lavoro da malandrini?- tutta quella situazione lo opprimeva, odiava il mondo esterno a Hogwarts.

Peter rise nervosamente. Sirius bofonchiò che si trovava d’accordo nel fare qualcosa. Ma Remus buttò davanti a loro una pagina del giornale, scuro in volto, li accusava con il solo sguardo di prendere la realtà come se fosse un gioco. Ma quello non poteva essere un gioco, era solo un incubo senza fine.

La pagina era aperta su un articolo dedicato alla guerra, come tutti gli altri del resto. Si parlava degli alleati del signore Oscuro.

I lupi mannari erano stati avvistati fra le file di Voldemort. I loro attacchi si erano intensificati.

-Rem!- Sirius gli poggiò una mano sulla spalla. Lo sentiva fremere sotto il suo tocco, probabilmente voleva scappare, andarsene da quella sala, desiderava essere solo per dar sfogo alle lacrime. Ma i malandrini non glielo avrebbero permesso.

-Tu non c’entri nulla con loro- tentò James di consolarlo –Tu sei diverso!-

-Diverso senz’altro- ribadì Remus –sono un mostro-

-Non dire così!- azzardò Minus in tono conciliatore –Noi siamo qui per te. Ti vogliamo bene Remus-

Il ragazzo sorrise. È vero: i suoi amici erano lì con lui, per lui. Si sentì meno solo. Aveva qualcuno su cui contare in un mondo che si stava distruggendo.

-Noi siamo come i… - iniziò a dire James, soddisfatto delle parole di Codaliscia –com’era il nome?-

-I moschettieri!- gli ricordò Remus, ora il sorriso era più sicuro, non vacillava.

-Giusto! I quattro moschettieri- proclamò James.

-Veramente sarebbero tre. Ma se contiamo anche Dartagnan...- precisò Lunastorta.

-E contiamo anche questo Gnamgnam, allora!- esclamò gioioso James.

Si sorrisero. Felici di essere amici. Felici di essere insieme. Felici della sicurezza che la loro amicizia non sarebbe finita. Tutto poteva finire ma non i malandrini. Perché i malandrini sarebbero rimasti uniti per sempre, in ogni caso, fedeli gli uni agli altri. Insieme.

 

Lily Evans era riuscita ad evitare James Potter per tutta la mattinata. Ma l’oggetto dei suoi pensieri più foschi, il punto focale della sua rabbia, l’essere che odiava più di ogni altro in quel momento e della cui immagine non riusciva a liberarsi aveva pensato bene di fissare un allenamento di Quiddich per quel pomeriggio.

Quindi Lily non aveva potuto evitarsi di indossare la sua divisa da giocatrice, prendere la scopa e trascinarsi al campo dove avrebbe dovuto necessariamente parlare con il suo capitano.

Meno due settimane al giorno della partita. Se avesse saltato un allenamento probabilmente Potter l’avrebbe uccisa.

Durante la scorsa settimana Lily aveva sperato che, dopo la rottura con praticamente tutti i membri della squadra, sarebbe stata sostituita. Si era convinta che l’unico motivo per cui Potter la teneva in squadra era l’impossibilità di allenare un altro cacciatore in quel breve lasso di tempo.

Quel dannatissimo Potter in un modo o nell’altro doveva sempre inciampare nei suoi pensieri.

Fortunatamente era in orario, prese posto in un angolino della sala dove James spiegava le tattiche di gioco. Sperava di sembrare invisibile, di scomparire, sperava che nessuno l’avrebbe notata che si sarebbero limitati a non parlarle.

Entrò Charlie e guardò dritto dove si trovava lei. Le sorrise. Dopotutto grazie a lei le cose stavano andando meglio.

Entrò Sara, subito dopo di lui, e le sorrise.

Perché? Si chiese la rossa.

Si sentì rincuorata. Forse c’era una minima speranza che le cose stessero migliorando.

Potter stava spiegando la loro strategia.

Lily non ascoltava, non sentiva nemmeno una parola. Era troppo concentrata, troppo impegnata a fissare le labbra del ragazzo. Si muovevano, scandivano le parole.

Non appena realizzò a cosa stava pensando, si diede della pazza. Era un’idiota. No, lui era un idiota. E lei lo odiava. Lo disprezzava.

Si fece l’elenco mentale di tutti i difetti di Potter per ricordarsi per quale motivo fosse assolutamente inopportuno pensare alle sue labbra in quei termini.

Tra i pensieri su quanto fosse carino Potter e quelli su quanto fosse un emerito cretino, non aveva capito nulla di quale sarebbe stato il suo ruolo nell’allenamento.

Quando salì sulla scopa, vide gli altri prendere posizione in punti strategici del campo. Lei ignorava quale fosse il suo posto.

-Evans, te ne sei stata per tutta la spiegazione a bocca aperta- la rimproverò con astio il capitano –Non dirmi che Evans-l’-irreprensibile non ha capito un accidenti della spiegazione?-

Lily trovava che il suo sorrisetto sarcastico fosse insopportabile e che avrebbe fatto di tutto per levarglielo dalla faccia, gli avrebbe dato un pugno se necessario!

Ammutolì, del resto non sapeva proprio come rispondere.

Dietro James vide Sara sillabare qualcosa. Tentava disperatamente di suggerirle.

Fortunatamente per lei, esperta nel passare suggerimenti, il labiale non aveva segreti.

Lily sorrise soddisfatta. –Ala destra- disse con superiorità al ragazzo. –so qual è il mio posto!-

-Bene allora vacci!- replicò lui scocciato.

Tutta la squadra, intenta a seguire con il fiato sospeso il loro diverbio, aveva capito che le cose si stavano mettendo male per James Potter e Lily Evans e che c’era il serio rischio che uno dei due lanciasse una fattura all’altro.

Fortunatamente Lily lasciò cadere la questione. Un altro secondo con il ragazzo di fronte a lei ed era certa che avrebbe perso tutto il suo autocontrollo e avrebbe dovuto resistere a due impulsi contrastanti: ucciderlo o saltargli addosso.

 

L’allenamento andò bene. I problemi di Lily con i bolidi erano diminuiti dopo quella terribile settimana passata a schivarli. Ma i suoi problemi sociali erano ancora all’ordine del giorno.

Nello spogliatoio c’erano solo lei e Sara.

-Grazie- aveva mormorato Lily passandole accanto.

Sara l’aveva fermata all’improvviso, toccandole un braccio. Lei si era voltata pronta a sentirsi dire proclamare tutto il disgusto e l’odio nei suo confronti. Pronta ad ascoltarla mentre le avrebbe detto che quel suggerimento era stato un errore.

-Mi dispiace-

Non era proprio quello che si aspettava, ma in fondo era anche meglio. Era terribilmente sorpresa e non sapeva cosa ribattere. Si limitò ad ascoltare.

-Le cose tra me e Charlie vanno meglio, adesso. Quel litigio prima o poi sarebbe successo e…- sembrava a disagio, forse più a disagio di quanto fosse Lily che la ascoltava stupita –insomma, mi sono comportata male con te-

Lo stupore di Lily lasciò il posto ad una sincera gioia. Agì spontaneamente, senza riflettere su cosa fosse giusto fare. Abbracciò Sara.

Le due ragazze rimasero strette in quella che era una promessa di perdono ed amicizia.

 

Dopo il fallimento della Lily attenta al pensiero degli altri e della Lily superficiale, la ragazza aveva deciso di fare semplicemente la prima cosa che le passava per la testa.

Così quando Potter le riservò l’ennesima frecciatina cattiva, Lily decise di controbattere.

-Pensi di potermi spiegare cosa ti ho fatto?-

Alla fine aveva vinto l’istinto di ucciderlo.

-Non ti devi mettere in mezzo tra i miei amici!- sibilò lui in risposta.

Lily strinse forte la bacchetta: il pensiero di levargli quell’espressione strafottente con una bella fattura era estremamente allettante.

-Non l’ho fatto! I tuoi amici hanno creato questa situazione, non io!-

James guardò Sirius. Il suo miglior amico aveva assunto un’aria afflitta a causa di quella storia: non parlava più con Charlie e il rapporto con Sara si era incrinato molto.

-Cresci e prenditi le tue responsabilità!- le disse duro.

-No, cresci tu, Potter! Smettila di accusare me che non c’entro nulla e apri gli occhi!-

James guardò i suoi amici. Era uno sguardo colpevole quello sui volti di Sara e Sirius?

Quello stupido litigio fra lui e la Evans, forse, era davvero inutile.

-è un tentativo di far pace,  Evans?- chiese beffardo.

Lily voleva davvero riappacificarsi con lui. Gli avrebbe detto tranquillamente di sì e allora sarebbero potuti diventare amici, almeno.

Ma quell’espressione di assolutà superiorità che aveva assunto le dava sui nervi.

-Vaffanculo, Potter!-

 

Scese a cena con il chiaro intento di fargliela pagare. Ovviamente nulla andò come sperava.

I rimproveri arrivarono dopo cena, quando si degnò di tornare nella sala comune, con tutti gli occhi puntati su di lei. Fu Amandine a premurarsi di trascinarla via, nella loro stanza.

 

La ragazza teneva alla sua faccia in un modo assolutamente particolare. E amava il suo naso, lo adorava alla follia. Se si era presa la briga di arricciarlo e lasciare che sul suo volto si disegnasse una sottilissima ruga era solo per esprimere tutto il suo disappunto.

Quanto fosse esterrefatta, scioccata, assolutamente in disaccordo con gli eventi era palese agli occhi di Lily.

Il fremito nelle mani, l’espressione grottesca, la perdita della sua calma elegante e la voce che stava assumendo un tono elevato, troppo acuto erano i segnali più evidenti.

Questi sfoghi erano rari, ma Lily era preparata. Sapeva su cosa l’avrebbe attaccata cosa le avrebbe detto. Non le importava nulla, ma non doveva permettersi di sorridere o la rabbia della sua amica sarebbe peggiorata.

Assunse un’aria cordialmente seccata.

-Tu!- la voce di Amandine vibrava –sei un caso disperato- e quello era il primo rimprovero –Ieri hai liquidato Rob!- punto secondo –Oggi hai litigato di nuovo con Potter e a questo punto non capisco cosa tu voglia ottenere- questo se lo chiedeva anche lei –Ma soprattutto…-

Ecco stava per arrivare la mazzata.

Lily un sorrisetto non poteva proprio evitarselo.

 

-Si può sapere perché hai baciato Severus Piton?-

 

 

 

Uh, uh… cosa avrà combinato Lily?

Grazie a Ginny W. Aurora, Hina, Hysteria e PiccolaBlack per avermi recensito.

 

*♥StoryŦeller♥* (quasi in partenza per due settimane)

 

 

 

  
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