18/12/2012
5 recensioniBegin again.
Il cielo era soleggiato, ma un leggero venticello faceva capire che l’estate era ormai agli sgoccioli.
Come tutti gli anni, la mattina del primo settembre, nella stazione di King’s Cross, regnava un gran caos. I Babbani sembravano non notare la confusione causata da gufi o altri animali starnazzanti, portati su dei carrelli da gente dall’aria piuttosto stravagante. Semplicemente, tutti si facevano gli affari propri, pensando che, comunque, il mondo fosse pieno di gente strana.
Hermione Granger, seguita a ruota da un gatto col pelo arancione e le zampe storte, stava dialogando animatamente con un gruppetto di gente.
« Harry, Ron » disse, fissando due ragazzi accanto a sé. « Allora, siete sicuri di non voler tornare a Hogwarts? »
« Hermione, ma sei impazzita? » Ron Weasley la squadrò con aria sospettosa. « Solo tu puoi voler restare a scuola un anno in più del necessario! »
« Ah, sei sempre il solito! » si lamentò Hermione, zittendo Ron con un bacio che lo fece arrossire parecchio. Erano quasi quattro mesi che stavano insieme, ma lui non era ancora riuscito a rendersi conto del tutto che quello che a lungo aveva considerato un sogno era diventato realtà.
« Mi piacerebbe tornare » disse invece Harry Potter, con un’espressione malinconica stampata sul volto, « ma credo che ci sia più bisogno di me fuori da Hogwarts. Bisogna ancora terminare di catturare tutti i Mangiamorte, poi bisogna riportare ordine al Ministero… »
« Ma non sei ancora un Auror! » lo interruppe Ginny Weasley, che finora aveva ascoltato in silenzio la conversazione degli altri tre. « Non penserai di andare a cacciarti nei guai, eh? »
« Ti prometto che non andrò a rischiare la vita, sta’ tranquilla, non c’è niente da temere, ormai ».
Harry le posò un braccio dietro alle spalle, stringendo a sé la ragazza. Di sicuro non se la sarebbe lasciata sfuggire di nuovo.
« Come sta Andromeda, a proposito? » si informò Hermione, abbassando quasi inconsciamente il tono di voce. « Sei stato da Teddy proprio stamattina, vero? »
Harry annuì.
« Be’, a dir la verità bene non sta, ma vedo che si sta riprendendo, anche se molto lentamente… »
Seguì quasi un minuto di imbarazzante silenzio.
« In ogni caso, Teddy è cresciuto » annunciò Harry, la voce piena d’orgoglio.
« Dici così tutte le volte! Ormai dovrebbe essere più grosso di Hagrid, a sentir te! » lo rimproverò scherzosamente Ginny.
Per Harry, quel bambino era quasi come un figlio. Prendeva molto sul serio il proprio ruolo di padrino, occupandosi del piccolo Ted Lupin ogni volta che poteva. Non voleva che vivesse la sua stessa infanzia difficile e – per quanto si fidasse di Andromeda e sapesse che non sarebbe mai stata come i Dursley – voleva essere partecipe della sua felicità.
« Sono già le undici meno due minuti! Rischiamo di perdere il treno, Ginny! » esclamò Hermione, gettando lo sguardo all’orologio che troneggiava accanto al muro che separava i binari 9 e 10.
Le due ragazze si affrettarono ad oltrepassare la barriera che le condusse al binario 9 e ¾, attentamente nascosto agli occhi dei Babbani. Harry e Ron le seguirono.
Mentre Harry e Ginny si stavano scambiando un bacio dolce e appassionato, Ron abbracciò Hermione, stringendola a sé come se volesse impedirle di andarsene per così tanto tempo. Avevano entrambi gli occhi lucidi.
« Mi scriverai, vero? » domandò Hermione, asciugandosi una lacrima.
« Tutti i giorni » le assicurò Ron.
« E verrai a trovarmi a Hogsmeade? »
« Tutte le volte. Ci sarà anche Harry ».
« Hogwarts non sarà più la stessa senza di voi » disse lei, con un fil di voce.
Ron non sapeva come replicare.
« Be’, ora è tardi… Devo scappare, Ron! Mi mancherai… » esclamò Hermione, dandogli un ultimo bacio prima di salire sull’Espresso per Hogwarts.
« Prendiamo posto in questo scompartimento? » le chiese Ginny, non appena trovò un posto libero.
« Ok. Per una volta il vagone dei Prefetti aspetterà qualche minuto » disse Hermione, sedendosi vicino al finestrino.
Stentava ancora a credere che tutta la sua vita fosse esistita per davvero, finora.
Forse tutto ciò che avevano fatto era finalmente servito a qualcosa.
Forse il Mondo Magico poteva finalmente vivere in pace.
Adesso sì che Lord Voldemort era soltanto un brutto ricordo.
Adesso si poteva ricominciare.
Hermione era pronta ad affrontare quell’ultimo anno di scuola, ormai nulla poteva più spaventarla. Aveva imparato che nella vita c’erano cose peggiori che essere bocciati in tutte le materie.
Era cresciuta.
« Be’, io vado… Il dovere mi chiama! » esclamò Hermione, dirigendosi fuori dallo scompartimento.
Ginny la salutò con un sorriso.
Sì, sarebbe stato un bell’anno, il più sereno e tranquillo da quando aveva compiuto undici anni, ma, senza Harry e Ron, Hogwarts non sarebbe più stata la stessa.
Nota dell'autrice.
Non sono solita scrivere sulla generazione di Harry, perciò mi farebbe piacere sapere cosa, secondo voi, c'è saltato fuori. :-)
Ho voluto evidenziare il rapporto tra Harry e il piccolo Ted, perché credo che lui si sia interessato molto al suo figlioccio, quasi come se fosse stato proprio figlio suo.
Spero che vi piaccia.
Alla prossima, un bacio.
missmalfoy97 :)