Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Tellie    18/12/2012    4 recensioni
«Dio, quanto mi sei mancato, Hazza.» gli scompigliò i capelli.
Avevo già sentito parlare di 'Hazza'. Louis mi aveva detto che era un soprannome che aveva dato al suo migliore amico in seconda superiore, mentre lui veniva chiamato 'Boo-Bear' per qualche strano motivo.
«Erika, vieni» mi fece cenno di avvicinarmi «Harry, questa è Erika, la mia ragazza; Erika questo è Harry, il mio migliore amico.»
«Piacere Harry, Louis mi ha parlato di te.» gli strinsi la mano,sorridendogli.
«Piacere mio, Louis non la smetteva di parlare di te quando ci sentivamo.» mi avvertì,mettendo in mostra delle tenere fossette che ho avuto l'occasione di notare solo ora.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic

 


Prologo.
 


Finalmente la campanella dell'ultima ora era suonata,e ripeto finalmente potevamo uscire da quella specie di carcere minorile spacciato per scuola.Il solito brusio mi faceva compagnia mentre uscivo dalla mia classe,tutti gli studenti erano contenti che finalmente fossero iniziate le vacanze natalizie,e chi poteva biasimarli:anche io ero felice come una Pasqua,nonostante fosse dicembre.
Mi sistemai meglio lo zaino in spalla e salutai la mia amica Johanna,la quale mi mandò un bacio volante.Le sorrisi e uscii con l'altra mia amica,Charlotte,mentre tiravo fuori il telefono dalla tasca e lo accendevo.Ridacchiai,quando la mia amica offese la professoressa di inglese,dato che l'aveva interrogata anche l'ultimo giorno prima delle vacanze.
Varcai,finalmente,la soglia del cancello grigio e anonimo della scuola,sistemandomi i capelli con una mossa della mano.
«Louis!» urlai,correndogli incontro.
Il mio ragazzo stava in piedi con un sorriso sornione stampato sul viso,con le braccia spalancate e i suoi occhi azzurri puntati su di me.Allacciai le braccia dietro il suo collo,mentre lui mi sorreggeva per i fianchi facendomi fare una giravolta.
«Che ci fai qui?» gli stampai un bacio sulle labbra.
«Mi mancavi piccina» ammise «è tanto che non ci vediamo»
«Ci siamo mercoledì pomeriggio,e oggi è venerdì» gli feci notare.
«E' stato un giovedì orribile» scherzò,sorridendo.
«E fu così che,per colpa di Louis,Erika non mi calcolò più» piagnucolò Charlotte.
«Oh,ma non è vero» la rimproverai.
«Perchè devo andare al centro commerciale,altrimenti farei due chiacchere con te,Louis» gli puntò il dito contro «ci sentiamo stasera»
«Sempre la solita» commentai,vedendo Charlie allontanarsi.
«Che avevi intenzione di fare oggi?» mi chiese Louis.
«Qualsiasi cosa ti direi,tu non me la faresti fare perchè hai già organizzato qualcosa» lo guardai ovvia.
«Mc Donal'ds e film a casa mia» annunciò,prendendomi per mano.
Avevo conosciuto Louis più di un anno fa ad una festa di un ragazzo della mia scuola,lui era in quinta mentre io ero in seconda liceo.
Stavo bevendo un bicchiere di Vodka Lemon e lui mi affiancò,cominciando a fare qualche battuta.Inizialmente,pensavo che mi avesse puntato soltanto per divertirsi una serata e spassarsela con una ragazza,ma poi abbiamo passato tutto il tempo insieme a ballare e scherzare e alla fine della festa mi ha chiesto se il giorno dopo potevamo prendere qualcosa dopo la scuola:chi l'avrebbe mai detto.
Andammo a prendere un frappuccino da Starbucks e abbiamo iniziato a conoscerci,così dopo qualche mese abbiamo deciso di frequentarci,e finì che ci fidanzammo.Andammo verso la sua Mini Cooper azzurra e partimmo,accendendo la radio e inserendo nel lettore CD il disco dei Take That.Passammo dal Mc Drive e prendemmo il nostro pranzo,avviandoci poi verso la villa Tomlinson.Che Louis avesse i soldi,era parecchio risaputo,ma mai avrei creduto -prima di conoscerlo a fondo- che abitasse in una casa di quelle dimensioni.
Certo,ci abitavano sua madre,suo padre,le sue quattro sorelle e lui e per metterci tutte queste persone dentro ci voleva una casa grande,ma non in così gigantesche dimensioni.Parcheggiò davanti al garage,dopo aver attraversato tutto il vialetto circondato dall'imenso giardino.
«Non mi abituerò mai a questa casa» ammisi,chiudendo la portiera.
«Io invece non mi abituerò mai ad averti come ragazza» mi circondò le spalle con un braccio.
Louis era la dolcezza fatta persona.Ogni volta che mi faceva un complimento,io arrossivo come un pomodoro e abbassavo lo sguardo,sorridendo come un'ebete.
«Sai sempre come farmi rimanere senza parole» commentai,entrando in casa sua.
Salutò la domestica e il maggiordomo,avvertendoli che ci saremmo rintanati in camera sua e che non volevamo essere disturbati.Salimmo le scale ed entramo nella sua stanza,che assomigliava vagamente a tutta la mia casa,forse un pochino più piccola - ma di poco.
«Che film vuoi guardare?» gli chiesi,sicuramente l'aveva già scelto.
«Avevo pensato a Kick-ass,non sono riuscito a vederlo al cinema» mi spiegò,mettendolo direttamente nel lettore DVD.
«Allora non ho altra scelta» risi,cominciando a tirar fuori il pranzo dal sacchetto.
Poggiai i due panini sul tavolino davanti al letto,poi ci misi le due bibite con le cannucce e le patatine,sistemando accuratamente tutto su un tovagliolo,così da non sporcare il vetro.
«Accipicchia che organizzazione» commentò,sedendosi sul letto di fianco a me.
«Io tengo cura delle cose,sai non è che se mi si graffia il tavolino di vetro me lo ricomprano» gli feci una linguaccia.
«Ah-ah,simpatica» mi rispose con una smorfia.
«Lo so» gli sorrisi e presi a mangiare il mio Mc Chicken.
«Erika» mi chiamò «stavolta il film lo voglio vedere eh» mi rimproverò.
«A me lo dici?» spalancai gli occhi «ogni volta che ci mettiamo a guardarne uno,dopo un po' ti giri verso di me e aspetti che anche io mi giri» incrociai le braccia.
Ogni fottuta volta che guardavamo un film,alla fine finivamo per fare altro.Non ci spingevamo tanto oltre,anche perchè solitamente o c'erano i nostri amici,oppure eravamo in casa con i nostri genitori.Prese ad armeggiare con il telecomando e,una volta comparsa la schermata iniziale del film,premette play.
«Okay,adesso mangiamo e guardiamo il film,intesi?» ripetè.
«Ma non devi dirlo a me,sei tu che non riesci a resistermi» addentai un'altra volta il mio panino.
Il film iniziò,e nel giro di 15 minuti avevamo spolverato tutto ciò che di commestibile stava sul tavolino.
Kick-ass era carino come film,certo era un film un po' surreale,un ragazzo che diventa un supereroe nel ventunesimo secolo non è che accada ogni giorno,ma a Louis piaceva,e a me andava bene così.Verso la metà del film,la mano di Louis si andò ad intrecciare alla mia,come gli mancasse quel contatto.Osservai come stavano bene insieme,e alzai lo sguardo,incontrando gli occhi glaciali di lui.
Passò un dito lungo tutto il mio braccio scoperto -mi ero tirata su le maniche,avevo un po' caldo- provocandomi una miriade di brividi,poi fece passare lo stesso dito in varie parti del collo,e fu lì che non ci vidi più niente.Mi sedetti su di lui,circondandogli il bacino con le gambe.Tracciai il contorno delle sue labbra con l'indice,lentamente,puntando i miei occhi nei suoi.Ribaltò la situazione e mi ritrovai con la schiena sul materasso e Louis sopra di me.Cominciò a baciarmi dolcemente,intrufolando la sua lingua nella mia bocca.
Io e Louis non ci eravamo mai spinti oltre i baci,nonostante stessimo insieme da sette mesi festeggiati la settimana prima.Entrambi non volevamo correre troppo,tante volte ci eravamo trovati a scherzare sull'argomento e a farci qualche battutina sopra.
Non ci ritenevamo ancora pronti,così diceva Louis.Insomma,lui aveva 21 anni,ed è ovvio che un ragazzo della sua età voglia farlo,forse nascondeva questo suo desiderio per far contenta me e per darmi tempo.L'unica cosa è che avevo paura che,un giorno o l'altro,si stancasse di me e mi lasciasse.
«Louis» lo chiamai «vuoi davvero stare con me?»
«Certo piccina» rispose,marchiando leggermente il mio collo «perchè me lo chiedi?»
«Beh..» mi morsi un labbro.
«Erika,non è che perchè non l'abbiamo ancora fatto,io ti lascerò per questo,te l'ho già detto.Aspetterò fin quando non sarai sicura,è un passo importante» mi rassicurò.
Da questo si capisce che Louis non era più vergine da un po',lo fece con una ragazza della sua classe e poi si lasciarono dopo tre giorni,strana la vita.Ogni volta che me lo diceva -ed erano tante,perchè quell'insicurezza ricorreva molte volte nella mia testa- mi sentivo più sicura,più tranquilla.
«Sei davvero il ragazzo perfetto» posai le mie labbra sulle sue.
L'unico problema?
Io ero pronta,lo sapevo,solo che non riuscivo ad esprimermi a parole.Era sì un passo importante,come diceva lui,solo che l'occasione giusta non c'era mai - la sfiga.Il telefono fisso di camera sua prese a squillare,facendo risuonare nella stanza un'odiosa suoneria somigliante a quella dei telefoni in vecchio stile.
«Il telefono» sussurrai,prendendo fiato.
«Richiameranno» mi morse il labbro inferiore.
«Potrebbe essere importante» ipotizzai.
Mi lasciò un ultimo bacio a fior di labbra e si alzò facendo leva sui gomiti,rispondendo al cordless.Riattaccò subito dopo.
«Andiamo giù,Bart ha detto che c'è qualcuno per me» mi informò,tendendomi la mano.
Strinsi la mia alla sua e scendemmo al piano inferiore,dove gli occhi di Louis si illuminarono e il un sorriso enorme spuntò sul suo volto.
«Harry!» urlò,correndo nella sua direzione.
Si abbracciarono forte,Louis lo stringeva a sè come se non lo vedesse da un'eternità.Questo ragazzo era più alto di Louis,aveva dei capelli castani e sorprendentemente ricci,due occhi verdi e un fisico niente male,il quale si poteva capire dalla leggera maglietta bianca che portava.
«Quando sei arrivato?» gli domandò il mio ragazzo.
«Tre ore e mezzo fa,poi ho preso un taxi e mi sono fatto portare qua» lo informò.
«Dio quanto mi sei mancato,Hazza» gli scompigliò i capelli.
Avevo sentito parlare di 'Hazza',Louis mi aveva detto che era un soprannome che aveva dato al suo migliore amico in seconda superiore,mentre lui veniva chiamato 'Boo-Bear' per qualche strano motivo.
«Erika,vieni» mi fece cenno di avvicinarmi «Harry,questa è Erika,la mia ragazza,Erika questo è Harry,il mio migliore amico»
«Piacere Harry,Louis mi ha parlato di te» gli strinsi la mano,sorridendogli.
«Piacere mio,Louis non la smetteva di parlare di te quando ci sentivamo» mi avvertì,mettendo in mostra delle tenere fossette che ho avuto l'occasione di notare solo ora.
«Harry» lo rimproverò Louis.
«Che c'è?E' vero» rispose.
«Com'è andata in America?» gli chiese «devi sapere Erika,che Harry è andato a studiare a New York otto mesi fa,poco prima che ci fidanzassimo io e te» mi avvicinò a sè,stringendomi per un fianco.
«Bene,New York è davvero caotica,ma ti giuro che è stata una bella esperienza,soprattutto perchè le ragazze lì sono così belle» spiegò,concludendo con un sorrisetto.
«Ma quindi ora,dato che sei tornato,potrai finalmente venire a stare qua?» domandò speranzoso Louis.
«Se tu mi ci vuoi,sì» ammise.
«Ma certo che sì,che domande!» gli rispose ovvio «la prima camera degli ospiti è vuota,ed è perfetta per te.Poi magari con calma trasferiamo tutte le tue cose da me,abbiamo tutte le vacanze!»
«Grazie Lou,sei un amico» il riccio gli tirò una pacca sulla spalla «Gemma abita in capo al mondo e mia madre,beh,diciamo che è ancora arrabbiata»
«Tranquillo,io sono qui apposta per te,non devi preoccuparti di niente.La mia famiglia sarà contenta di averti in giro per casa» Louis gli rivolse un sorriso.
Questo Harry mi stava simpatico,nonostante lo conoscessi da pochi minuti,e poi il fatto che rendeva felice Louis andava come punto a suo favore.
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Tellie