Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: Tourn_Around    18/12/2012    2 recensioni
“Allora è destinato ad essere solo questo, solo un amore estivo?” chiesi, ma la consapevolezza si faceva già largo dentro di me, lasciandomi una scia di desolazione nel petto. La vidi annuire, mentre fissava un punto vuoto davanti a sé.
“Non vorrei pensarla in questo modo, ma è meglio così” disse e un’altra lacrima le rigò la guancia, ma stavolta non avevo più il diritto di asciugarla. Fece per andarsene, ma arrivata all’ ingresso improvvisamente si voltò, guardandomi negli occhi “Ti amo Harry. Ti amerò sempre." disse rivolgendomi un sorriso amaro, per poi chiudere la porta dietro di sé.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic  

Osservo le goccioline di pioggia picchiettare sul vetro della mia finestra, affacciata su Downing Street. Con il dito traccio dei disegni immaginari sul vetro, appannato dalla condensa del mio respiro e mi ritornano in mente quelle giornate…
Per la prima volta dopo tanto tempo, mi concedo di pensare a quante cose sono cambiate e all’ infinito numero di gocce di tristezza che da allora hanno inzuppato la mia vita; perché non posso far a meno di tormentarmi al pensiero che lei è stata mia, per tutta l’estate.
Nella mia mente si fa largo un’immagine che somiglia ad un sogno piuttosto che ad un ricordo, e rivedo la sabbia bianca della spiaggia di Malibù…
 
Il sole mi scottava la schiena così proposi di andare a fare un bagno, ma i ragazzi non vollero saperne: se ne stavano lì, spalmati sugli asciugamani a non fare niente. Sbuffando alzai gli occhi al cielo e mi avviai verso la riva.
Lasciai che la spuma bianca di un’ onda mi sfiorasse le dita dei piedi e osservai le leggere increspature sulla superficie dell’acqua brillare al sole come le sfaccettature di un diamante, sperando di rivederla.
Per tutta la mattina non avevo fatto altro che cercarla tra le persone che passeggiavano sulla sabbia, ma ormai avevo quasi perso le speranze. All’ improvviso notai una figura che dal fondo della spiaggia si avvicinava accennando un saluto e, in quel momento, sentii le labbra distendersi in un sorriso a trentadue denti.
Mentre avanzava i suoi contorni diventavano sempre più definiti: una cascata di capelli biondi lunghi fino alle spalle, a contornare un viso perfetto; indossava un costume a fascia turchese, esattamente intonato al colore dei suoi occhi, azzurri, come il cielo in una mattinata senza nuvole: erano tre giorni che non facevo altro che pensare a lei. Non appena mi fu davanti mi sorrise e di rimando lo feci anch’ io, osservando i suoi lineamenti delicati. Dio quant’ era bella. Si portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio “Tu sei Harry vero?” disse sorridendo; “Si, tu Megan, giusto?” chiesi senza alcuna necessità: da quando l’avevo incontrata non avevo più dimenticato il suo nome.
 
Il rumore di un tuono mi riportò alla realtà. Rabbrividii vedendo le strade completamente deserte ricoperte da un fiume d’acqua. Tutto è maledettamente annebbiato da ricordi che portano soltanto freddo nell’ anima.
 
Quella sera non riuscii a dormire; ripensavo alla giornata trascorsa e non potei far a meno di prendere il cellulare e scorrere tutti i nomi della rubrica, fino a trovare il suo.
Io e Meg quella mattina avevamo preso una granita al bar e finito per chiacchierare tutto il pomeriggio del più e del meno, finché un Louis estremamente rompiscatole disse che dovevamo andare a prendere sua sorella all’ aeroporto, in arrivo per trascorrere con noi il resto delle vacanze. Perfetto., pensai ironicamente. Così, controvoglia, salutai Meg con un bacio sulla guancia; quando però avevo quasi raggiunto gli altri che raccoglievano gli asciugamani, mi rincorse e, sorridendo per nascondere il leggero imbarazzo, chiese di scambiarci i numeri. Quella stessa sera mi buttai sul letto, rimasi a fissare il soffitto buio della mia camera e sbuffai. Basta non resistevo più.
“Oggi sono stato benissimo, grazie Meg. Buonanotte :)”
 
Le scrissi. Si lo so, banale, ma non mi veniva in mente nient’altro; la risposta non tardò ad arrivare e quando sentii il cellulare vibrare sul comodino mi salì un groppo in gola.
“Si, anche io, moltissimo :) Grazie. Buonanotte Harry xx”
 
Continuammo a vederci, uscire, ed ogni volta che parlava, sorrideva, o mi guardava solamente, tutti i pensieri tristi scomparivano in un soffio, ogni cosa diventava felice e più tempo passava, più sapevo che avrebbe lasciato un impronta profonda dentro di me.
 
Una mattina d’ agosto eravamo sulla spiaggia a passeggiare e chiacchierare, come facevamo sempre. “Cosa pensi che succederà finita l’estate?” mi chiese d’un tratto. Rimasi spiazzato da quella domanda, in realtà ci avevo pensato molte volte ma, forse, non avevo mai voluto darmi una vera risposta.
 “Non ti capisco, Meg” dissi aggrottando le sopracciglia. Infondo per lei noi eravamo solo… Amici, no? Mi guardò per un attimo con i suoi occhi azzurri , facendomi perdere in un mondo che non sapevo esistesse, almeno fino a quando non l’avevo incontrata; mi faceva paura, davvero.
“Tutte le persone che si conoscono durante l’estate prima o poi spariscono, insomma si promette sempre di non perdersi di vista, di sentirsi, ma poi in realtà ci si dimentica sempre” mi disse, arrossendo leggermente mentre abbassava lo sguardo. Non so cosa mi passò per la testa in quel momento, ma risposi d’istinto “Io non potrei mai dimenticarmi di te Meg”.
Solo dopo qualche secondo realizzai quello che avevo detto e, nervoso, mi passai una mano tra i ricci. Meg mi guardò con un’ espressione stupita, mentre gli angoli delle sue labbra si piegavano in un sorriso.
Non capii mai se le parole che mi uscirono di bocca poco dopo furono colpa dei suoi occhi azzurri o soltanto della voglia di confessare i miei sentimenti, ma presi fiato.
 “ …Non potrei dimenticarti nemmeno se lo volessi, non riesco a toglierti dalla mia mente. Quando mi guardi con quegli occhi color cielo potrei morire al solo pensiero di non vederti più; ogni volta che parli o sorridi, non voglio nient’altro, perché mi sento completo. Ormai è diventato così evidente e vero che non ho più possibilità di nasconderlo: ti amo, Meg”.
 
Finalmente mi sentii leggero, libero dal peso di quelle parole che forse mi ero portato dentro per troppo tempo. Ad interrompere i miei pensieri fu la sua voce “Non posso crederci Harry” disse sorridendo come una bambina. “Cos..?” non riuscii a parlare perché in quel momento ero stranamente distratto dalla così poca distanza tra le nostre labbra; “Non avrei mai pensato di poterlo dire, ma anche io ti amo” soffiò sulla mia bocca.
-Anche io ti amo …- per quanto possa sembrare strano, il mio cervello non riuscì a cogliere appieno il significato di quelle parole, continuava a cercarvene un senso che potesse essergli sfuggito; non potevo crederci. Ma mentre la mia testa ancora ragionava su nemmeno io so cosa, il mio corpo aveva già reagito.
 
Presi il suo volto tra le mani e l’attrassi a me, sentendo finalmente il sapore delle sue labbra. Erano come le avevo sempre immaginate, morbide e delicate. Si muovevano insieme alle mie, come se fossero state fatte solo per unirsi. Le accarezzai una guancia con la mano, mentre avvolgevo l’altra attorno ai suoi fianchi, avvicinandola ancora di più a me. Sentii un brivido percorrermi la schiena al pensiero che in quel momento era mia. Intrecciò una mano tra i miei ricci e schiuse le labbra per approfondire il bacio. Tutto il mio mondo ruotava intorno a lei, esisteva solo lei, ero completamente sommerso dal suo profumo di vaniglia; quando alla fine ci allontanammo la sua risata cristallina riecheggiò in tutta la spiaggia, fondendosi con il rumore delle onde che s’infrangevano sulla riva.
 “Ce ne hai messo di tempo" disse divertita.
Rimasi per un attimo a guardarla, perplesso.
“Anche tu provavi qualcosa per me e non me l'hai mai detto?!” dissi incredulo.
“Molto perspicace Harry, davvero” mi rispose ridendo.
Esasperato alzai gli occhi al cielo, ma non potei far a meno di sorridere al pensiero di quanto fossi stato stupido; volevo ribattere ma improvvisamente Meg mi abbracciò, facendoci cadere sulla sabbia bagnata.
Poggiai le mani a terra per non pesarle addosso e mi persi ancora nell’ infinita dolcezza dei suoi occhi, chiedendomi come ciò fosse possibile. Quando un’onda ci travolse, la sentii rabbrividire e non potei far a meno di baciarla. Chiuse gli occhi ed avvolse le braccia intorno alle mie spalle, abbandonandosi completamente a me.
 
Le lacrime cominciano a scendere prepotenti dai miei occhi, frantumandosi sul pavimento come tanti pezzi di vetro. Fuori dalla finestra la pioggia cade ancora fitta, rendendo tutto ancora più surreale. L’unica cosa a riempire il silenzio che c’è intorno a me sono delle parole, quelle maledette parole che ancora mi bruciano dentro.
 
Ero in piedi davanti al divano rosso della sala, intento a cercare il telecomando della televisione, quando la voce di Megan mi interruppe; “Harry devo parlarti” disse. Mi voltai, sorpreso di trovarla lì, e vidi dipinta sul suo viso un’espressione strana, quasi triste. “Certo amore, dimmi” ripetei, improvvisamente ansioso.
“Ormai è un po’ che ci penso, oggi è il 28 Agosto e tra due giorni io ritorno a New York”. Continuava a torturarsi le mani, senza mai guardarmi in faccia. “Tu tra una settimana tornerai a Londra e starai via probabilmente tutto l’inverno. Che futuro c’è per noi due, Harry?” e finalmente alzò lo sguardo, piantando i suoi occhi  nei miei.
Improvvisamente fui travolto dalla verità di quelle parole. Si, ci avevo pensato, ma, cercando di convincere me stesso che c’era ancora tempo, ero sempre riuscito a rimandare; ma adesso? La vidi portarsi una ciocca di capelli dietro l’orecchio, nervosa.
“Meg, la verità è che non lo so, l’unica cosa di cui sono sicuro è che non voglio lasciarti andare” dissi tendendo una mano verso la sua guancia, per asciugare una lacrima che le era sfuggita. “Ehi..” sussurrai cercando di tranquillizzarla.
“Non voglio illudermi sperando che tra noi rimarrà così per sempre; siamo realisti, non potrebbe mai funzionare”
“Tu fai parte della mia vita” dissi con voce rotta.
La vidi chiudere gli occhi lentamente e proseguire, come se non potesse sopportare il peso di quello che le avevo appena detto; “E' stata l'estate più bella della mia vita Harry, ma sapevamo che, prima o poi, sarebbe finita” disse allontanandosi da me.
La mia testa cercava le parole giuste da dire, ma forse, stavolta, semplicemente non c’erano.
“Allora è destinato ad essere solo questo, solo un amore estivo?” chiesi, ma la consapevolezza si faceva già largo dentro di me, lasciandomi una scia di desolazione nel petto. La vidi annuire, mentre fissava un punto vuoto davanti a sé.
“Non vorrei pensarla in questo modo, ma è meglio così” disse e un’altra lacrima le rigò la guancia, ma stavolta non avevo più il diritto di asciugarla. Fece per andarsene, ma arrivata all’ ingresso improvvisamente si voltò, guardandomi negli occhi “Ti amo Harry. Ti amerò sempre." disse rivolgendomi un sorriso amaro, per poi chiudere la porta dietro di sé.
Rimasi a fissare il muro per qualche istante, prima di riuscire a capire cosa fare.
Non può finire così, pensai mentre giravo con forza la maniglia della porta, correndo disperatamente fuori;
“Meg!” gridai, precipitandomi verso di lei, aggrappato ad un ultimo brandello di speranza.
Quando la raggiunsi le mie braccia circondarono i suoi fianchi, impedendole di girarsi; poggiai il mento sulla sua spalla, sfiorandole leggermente il collo con le labbra. In quel momento mi sentii un maledetto egoista perché, in fondo, chi ero io per criticare le sue scelte?
Si voltò, cercando di dire qualcosa, ma poggiai la fronte contro la sua “So che prenderemo strade diverse, che niente potrà farti cambiare idea, niente potrà farti rimanere con me, ma se davvero deve finire, voglio che almeno stanotte tu sia soltanto mia” dissi d’un fiato, maledicendomi da solo per l’enorme sbaglio che stavo commettendo; sapevo di non avere il diritto di chiederglielo, ma avevo dannatamente bisogno di lei.
Mi avvicinai ancora di più, finché le nostre labbra si incontrarono; era un bacio salato, un bacio che sapeva di lacrime. In risposta sentii le sue braccia strette intorno alle spalle e non esitai a prenderla in braccio, stringendola a me.
Tornammo in casa e le nostre labbra non si staccarono nemmeno per un secondo, si muovevano insieme e tutto intorno a noi perdeva senso; il bacio salato di poco prima era diventato delicato e dolce, come solo i suoi potevano essere.
Ci sdraiammo sul divano e i nostri occhi non si lasciarono mai. Il suo cuore batteva forte almeno quanto il mio, avevo paura di pesarle così mi spostai di lato; la vidi sorridere e capii che aveva sentito in che modo strano batteva il mio cuore in quel momento. Il solo pensiero che qualcun altro potesse sfiorarla mi faceva venir voglia di prendere a pugni il mondo intero. La desideravo da morire, così la portai sotto di me. "Voglio essere tua", disse tra un bacio e l'altro. Bastarono quelle parole a farmi perdere definitivamente il controllo.
Quella notte ci amammo davvero, eravamo una cosa sola.
"Meg io..."
"Ssh, ti amo" sospirò mentre inarcava la schiena verso di me e con la mano teneva i miei capelli alla base del collo; intrecciai le braccia dietro la sua vita e la strinsi a me. Anche se quella sera ogni parola, ogni gesto, erano stati dipinti con il colore di un addio, in quel momento ero il ragazzo più felice del mondo.
 
A quei ricordi, impressi nella memoria come un marchio di fuoco, sento la rabbia crescere dentro di me e invadere tutto. Gli occhi pizzicano di odio, odio verso me stesso per essere stato debole, per non aver avuto il coraggio di lottare, combattere per lei.
Dopo tutti quei mesi in cui avevo rifiutato qualsiasi ricordo, ero quasi riuscito a dimenticare quanto Megan fosse realmente importante per me, ma a quanto pare dei semplici frammenti di memoria erano riusciti a cancellare le mie convinzioni.
Mentre ancora la rabbia mi acceca, decido cosa fare. Prendo il telefono, appoggiato sul tavolo della cucina, cercando il suo nome in rubrica. Non appena lo trovo rimango a fissarlo per qualche minuto, prima di premere il tasto verde.
Gli squilli del telefono mi echeggiano nella testa.
La pioggia cade ancora fitta sulle strade di Londra; ma improvvisamente, tra tutte quelle infinite gocce d’acqua, un fiocco di neve si posa leggero sul davanzale della mia finestra e per la prima volta dopo tanto tempo penso che forse, forse c’è ancora speranza.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Autrice
E' la prima ff che pubblico in assoluto quindi non lo so, spero vi piaccia :)
Capisco che forse possa sembrare un po’ banale ma l'avevo immaginata più o meno così, infatti è ispirata alla canzone dei ragazzi, “Summer love”, è veramente stupenda *occhi a cuoricino* dsjgnjdfg
Se vi fa piacere fatemi sapere cosa ne pensate :)
- Mary
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Tourn_Around