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Autore: Sage_    05/07/2007    1 recensioni
Prima dei campionati nazionali, Sendoh e Rukawa si incontrano per un'ultima sfida.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Akira Sendoh, Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Tutti i personaggi appartengono al maestro Takehiko Inoue.                          
Il titolo è un omaggio alla splendida canzone "Blue", tratta dalla colonna sonora di Cowboy Bebop, di cui inserirò alcune strofe, alla fine dei capitoli.
Ringrazio tutte le persone che hanno letto e commentato, il vostro sostegno è preziosissimo!



Blue
di Sage

Parte 6: Don’t wake me
 

POV: Rukawa
 
 
Oggi mi sembra ci sia qualcosa di diverso nell’aria.
Innanzi tutto, quando sono arrivato a scuola, nessuna stupida gallina mi ha osannato gridando il mio nome e qualche motto insulso. Mi è sembrato, invece, che stessero tutte a piagnucolare per qualche futile motivo.
Non che mi dispiaccia, anzi.
Mentre dormivo sul banco, come sempre, immaginando di trovarmi ancora su quel prato tra le braccia di un bel ragazzo dai capelli dritti, il professore non ha cercato di svegliarmi, né mi ha insultato.
Neanche questo è male.
Però quando mi sono recato sulla terrazza durante la pausa pranzo, un fastidioso vociare mi ha seguito per tutto il tempo.
Così mi sono messo le cuffie e ho acceso il walkman a tutto volume.
Mangiucchio distrattamente e poi mi sdraio ad occhi chiusi, beandomi del contatto del sole sul viso.
Ormai è arrivata l’estate e il caldo è quasi insopportabile.
Ma io lo sopporto.
Sogno una testa scura che si appoggia al mio petto, mani che mi accarezzano il viso e i capelli.
Un tepore delizioso a pochi centimetri dalla mia faccia, due occhi profondi che mi sfiorano.
Schiudo le labbra.
“Baciami”.
Si, nei miei sogni riesco a dirtelo.
Baciami.
Due labbra morbide sfiorano le mie, un contatto appena accennato.
 “ Baciami……”
“…Akira…”
Tu non lo sai ancora, ma io ti avevo già incontrato prima della partita d’allenamento.
Mi stavo dirigendo al solito campetto per allenarmi, ma lo trovai occupato da un gruppo di bambini rumorosi.
Tu eri lì, con loro, e gli stavi insegnando a tirare a canestro.
Tenevi uno di quei marmocchi sulle gambe e gli facevi vedere come posizionare le mani sulla palla.
La mia attenzione fu attratta, oltre che da quei capelli assurdi, dalla luce che brillava nei tuoi occhi.
I miei non riescono a brillare così.
Riuscivo a capire chiaramente che amavi davvero ciò che gli stavi insegnando, ti divertiva.
Per me il gioco non è mai stato divertimento.
Non è perché io abbia sofferto particolarmente, ma piuttosto perché sono fatto così.
Sono diverso.
Come se, nella mia anima, sia rimasta aperta una fessura, che con il tempo è diventata enorme.
Come se, quello spazio vuoto, fosse riuscito ad inghiottirmi completamente.
Non posso cambiare, né lo vorrei.
Non sono disposto a farlo nemmeno per te.
Ma a volte mi chiedo che cosa provi mentre stai giocando.
È qualcosa che assomiglia ad una vittoria?
Forse, se riuscissi ad arrivare dove mi sono prefissato, riuscirei a comprendere i tuoi sentimenti.
Riuscirei…
I miei sogni vengono interrotti da alcune presenze ostili.
Probabilmente mi stanno dicendo qualcosa, ma ovviamente non ho nessuna intenzione di sapere di che si tratta.
Saranno insulti o sfide.
Non ne posso più.
Quelle mani deliziose sono sparite, al loro posto ci sono artigli che mi afferrano, strattonandomi i vestiti.
Con calma spengo il walkman e mi sollevo in piedi, spazzolandomi la divisa scolastica.
Li guardo con freddezza.
Sono solo due teppistelli arroganti, li ho già pestati, una volta o due, ma mi sembra che la lezione non gli sia bastata.
-    Ehi! Ecco il grande Kaede Rukawa che si risveglia!
Non rispondo, mi limito solo a trapassarli con sguardo omicida.
-    Sospettavamo che voi, giocatori di basket, non foste altro che un mucchio di pervertiti!
Quelle parole smuovono qualcosa dentro di me.
Controllati, Kaede, non dargli soddisfazione!
-    Allora, campione, come sta il tuo amichetto del Ryonan?
Mi sento ribollire.
Qualcuno deve avermi visto con Sendoh e ha sparso la voce in giro.
Hanno tratto le loro conclusioni.
Per quello che mi riguarda, non me ne potrebbe fregare di meno di quello che pensano di me.
Ma non devono insultare lui.
Lui non c’entra niente con tutto questo, con quello che vorrei.
Lui è diverso da me.
Lui non sa nascondere quello che sente.
Continuano ad insultarmi, solo parole vuote che rimbombano per un attimo, prima di svanire.
Il mio viso è di ghiaccio.
-    Siete solo melma.
La mia voce non è gelida come vorrei.
Mi sembrano sorpresi o addirittura impauriti.
Non è quello che volevate ottenere?
Farmi arrabbiare?
Tiro un pugno in pieno viso a quello più vicino.
C’è del sangue, devo avergli rotto il naso.
Lui si piega, gemendo, ma io gli sono già addosso.
Sono una furia.
Sfogo la mia frustrazione su quella vittima inerte.
Il secondo mi arriva da dietro.
Mi colpisce alla testa, ma non è abbastanza per fermarmi.
I suoi colpi sono precisi, non è uno che scherza.
Ma io non sento nemmeno il dolore.
Continuo a colpire, negli occhi l’immagine di quel viso dolcissimo.
Più sono sporco, più lo desidero.
Voglio che sia parte di me.
Lo insudicerei ma sarebbe mio.
Il mio avversario è allo stremo, ma non lo lascio andare, anzi, infierisco senza tregua.
Finché una mano, spuntata da chissà dove, non blocca il mio braccio.
-    Penso che possa bastare, Rukawa.
È Mitsui, quella specie di teppista riscattato.
Dietro di lui spunta Miyagi.
-    Certo che gli hai dato proprio una bella lezione, eh?
-    Forza, scappiamo prima che arrivi qualcuno!
Scendiamo di corsa le scale, mentre i due senpai sghignazzano sullo stato in cui ho ridotto quei bastardi.
Ad un tratto Mitsui mi fa la fatidica domanda.
-    A proposito, Rukawa, sei a conoscenza delle voci che circolano sul tuo conto?
Sollevo le spalle senza rispondere.
-    Stamattina sul giornale è uscito un articolo che fa intendere che tu vada a letto con Sendoh.
Alle parole di Miyagi il mio cuore comincia a rimbalzarmi nel petto.
Fare l’amore con lui.
Ho cercato di non pensarci, ma…
-    Fesserie. - ribatto fingendo di non scompormi.
 Mitsui non si arrende.
-    L’articolo era corredato da una foto di voi due che…
Lo interrompo.
Se non smette di fare insinuazioni lo strozzo!
-    Sendoh è solo un mio rivale.
-    Ah, si?
-    Sono solo stupidaggini. Non ho tempo da perdere, io.
Non so perché, ma i due si scambiano un’occhiata delusa.
Se speravano che gli aprissi il mio cuore si sbagliano di grosso.
Non ho bisogno della loro commiserazione.
Prima che possano aggiungere altro, arriviamo finalmente alla palestra.
Forse il mio cuore esita per un attimo, ma la mia mano spalanca con decisione la porta.
All’interno della palestra cala un improvviso silenzio.
Dura solo un attimo, prima che la voce gracchiante di quell’idiota di Sakuragi m’investa.
-    AH AH AH! VOLPACCIA, COME MAI DA QUESTE PARTI? NON TI DOVEVI SPOSARE?
Il capitano interviene prontamente.
SBONK!
-    SMETTILA SUBITO DI PARLARE A VANVERA, IMBECILLE! FILA AD ALLENARTI, PIUTTOSTO!
La voce di Mitsui si unisce subito ai rimproveri.
-    Già! In questi giorni, giochi più schifosamente del solito, caro il mio genio!
-    AAARRRRGGGGHHHHHH! MALEDETTO SDENTATO! TI RIDUCO IN POLTIGLIA! COME OSI CRITICARE IL TENSAI?
SBONK!
-    BASTA CON QUESTE SCENEGGIATE O TI PRENDO A CALCI!
-    MALEDETTO GORILLA, MI VENDICHERO’! TUTTA COLPA DI QUELLA VOLPACCIA!
Senza dire nulla vado negli spogliatoi per cambiarmi.
Mi sto ancora allacciando le scarpe quando entra il capitano Akagi.
-    Rukawa…dovrei parlarti.
-    Mm.
-    So che non è affar mio quello che succede tra te e Sendoh, ma voglio farti sapere che puoi contare sul mio aiuto.
-    ……..
-    Siamo tutti sotto stress per i campionati nazionali e questa storia ci ha un po’ scombussolato. Ma vedrai che ci adatteremo presto a…
Non lo lascio finire.
Mi alzo e lo guardo dritto negli occhi.
Gli rispondo solo perché è il mio capitano.
-    Tra me e Sendoh non c’è nulla. Ci siamo visti solo per una sfida.
-    Come?
-    Sono solo un mucchio di bugie.
Mi sembra che sia sconcertato, ma io esco prima che replichi.
Molto bene, tutti gli occhi sono puntati su di me.
Persino l’allenatore Anzai mi sta fissando.
Ad un tratto la porta si apre con violenza.
È Taoka.
Credo che se potesse ci fulminerebbe tutti l’istante.
Mi squadra con disprezzo, prima di volgersi verso Anzai.
-    MALEDETTA PORCHETTA! DOVE AVETE NASCOSTO SENDOH?
-    Oh oh oh.
-    SONO RIUSCITO A SVENTARE IL VOSTRO PIANO APPENA IN TEMPO! NON RIUSCIRAI A PORTARMI VIA IL MIO MIGLIOR GIOCATORE!
-    Oh oh oh.
-    PER TE E’ LA FINE, ANZAI! TI SMASCHERERO’ DAVANTI A TUTTI!
-    Oh oh oh.
-    ………………………MA IO TI DISINTEGRO!!!!!!!!!!!!!!!
Interviene il capitano.
-    La prego, si calmi. Sendoh non è qui e Rukawa mi ha appena assicurato che è stato solo un equivoco!
-    E IO DOVREI FIDARMI DELLE VOSTRE ASSICURAZIONI? E’ CHIARO CHE SIETE TUTTI D’ACCORDO NEL COPRIRE I FETIDI PROGETTI DI QUESTO CICCIONE!
-    Noi non faremmo mai niente del genere!
Ovviamente Sakuragi si affretta ad intervenire.
-    PORTATE VIA QUELLA VOLPACCIA! E’ LUI CHE HA COMBINATO QUESTO CASINO!
SBONK!!
-    TACI, BAMBOCCIO! – lo fulmina Akagi.
-    Oh oh oh.
Per la seconda volta la porta viene spalancata, e una figura gigantesca fa il suo ingresso.
-    RE DELLE SCIM…
SBONK!
-    Uozumi! – esclama il capitano andandogli incontro.
-    Akagi!
-    Oh, Uozumi…sei proprio tu?
-    Si, Akagi…ora che sono tornato non me n’andrò mai più!
Poi, mentre sbalorditi stiamo fissando quella scena, altre due figure fanno il loro ingresso nella palestra.
Una delle due è Fukuda, che provoca grida di rabbia da parte di Sakuragi.
-    GGRRRRRR! FUKUVERME! SEI QUI PER SFIDARE IL GENIO, VERO?
È fortunato che Akagi si sia misteriosamente immobilizzato di fronte a Uozumi, o gli sarebbe già arrivata una sberla.
Ma basta l’entrata dell’altra persona per far ammutolire tutti.
-    Sendoh…
Il cuore mi salta in gola.
È venuto.
È qui!
Che sia venuto…per me?
 
 
 
 
Feels so free…
Gotta know free…Please…
Don’t wake me from the dream
It’s really everything it seemed...


  
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