For every laugh, there should
be a tear ~
#41
Atlantis: The
Lost Empire, 2001
# Secret art
Il buio si venò di vita,
lentamente ma senza preavviso, e Helga Sinclair scoprì che in quella vita era
ancora compresa anche lei.
Ingoiò un
gemito, scosse appena il capo, constatando di avere intatte voce e sensibilità.
La vista tornò quando le palpebre si schiusero e attraverso quei due strappi
nel nero più fitto fluì una luce azzurra, vivida, che le parve quanto di più
abbagliante potesse mai esistere – anche in un mondo come Atlantide.
Atlantide. Bizzarro; credeva
davvero di esserci morta, ad
Atlantide.
Fu quella luce
a portarle tutto il resto: la visione del volto chino sul suo corpo abbattuto,
la coscienza della mano premuta sul suo ventre, il calore. Helga strinse gli occhi. Riconobbe i tratti fieri della
principessa, le labbra piene indurite nella concentrazione, e le venne voglia
di tendere le sue in un sorriso storto. Invece, tutto ciò che riuscì a fare fu
articolare una sola parola.
« Perché? »
Kida
– così la chiamavano gli amici, così l’aveva chiamata anche lei prima di
tradirla – la guardò senza interrompere il flusso di energia pura che le stava
infondendo per curare le sue ferite. Per un attimo, fu la potente saggezza di
quegli occhi a rendere il buio circostante meno greve, meno buio.
« Non desidero
che tu muoia. Voglio che tu viva, per ricordare e andare avanti. »
Helga abbandonò
di nuovo il capo e chiuse gli occhi; ma la luce filtrava ancora, forte, molto
più forte delle sue palpebre stanche.
Ecco perché sei tu l’eroina, avrebbe voluto dirle. E non c’entrava
affatto quella sua fottuta magia.
[ 256 parole ]
Spazio dell’autrice
Vi dirò, anche Atlantis non è
che mi abbia detto un granché. Oh, intendiamoci, graficamente parlando non ha
una pecca. Solo che fin dalla prima volta che l’ho guardato ho avuto l’impressione
che sia stata data molta più importanza all’effetto visivo, appunto, che non a
quello emozionale. Per quanto mi riguarda, non ho ‘sentito’ affatto la storia,
che mi è parsa stereotipata oltre ogni dire e molto più fredda della [per certi
versi analoga] vicenda di Pocahontas.
E forse è anche per questo che stavolta ho deciso di ritrarre un missing moment palesemente inventato, come ho fatto d’altronde
per Cenerentola che è un altro
festival del cliché.
L’ispirazione mi è
venuta tempo addietro da questa fanart: il prompt prescelto nella raccolta mi ha fatto pensare al
potere intrinseco di Kida, e da lì è venuto il resto.
Ah, e potete vederci un po’ di sano femslash, se vi
va. Io personalmente ce ne vedo tanto. *spudoratezza mode on* ♥
Aya ~