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Autore: Melian    05/07/2007    4 recensioni
Dopo tremila anni una nuova Ombra si è ridestata e questa volta non basterà un duello a fermarla.
Ma anche nelle Tenebre c'è una Fiamma che brilla ed essa è destinata a rischiarare la notte.
Forze segrete infiammano le ombre, duelli contro il tempo per salvare chi si ama, ma sopratutto ricordi che emergono dalle nebbie del passato...
[Storia in revisione]
Genere: Avventura, Azione, Comico, Erotico, Fantasy, Introspettivo, Mistero, Romantico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri personaggi, Dark/Yami Yuugi, Nuovo personaggio, Seto Kaiba, Yuugi Mouto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 20

ULTIMATE YAMI NO GAME [1] (2° parte)

 

-A me! – esclamò il Faraone, pescando dal deck. – Gioco CARTA DI SANTITA’!

Una soffusa luce dorata brillò timidamente sul capo dei duellanti, segno che l’effetto della magia era attivato: tutti e tre i giocatori potevano pescare fino ad avere sei carte in mano.

-Perfetto!- esclamò trionfante il Faraone –Gioco DIAN KETO IL CURATORE, in modo da ottenere 1000 Life Points! – esordì, mentre sul segnapunti del proprio duel disk, nonché su quello di Kaiba, vedeva segnare la cifra 2800. - Attivo ACCADEMIA MAGIA e, scartando due carte dalla mia mano al Cimitero, posso chiamare in gioco la GIOVANE MAGA NERA (ATK 2000), la quale guadagna 500 punti in più grazie proprio all’Accademia!

In un turbinio rosa e azzurro, la bionda Maga apparve in campo: era sospesa a qualche centimetro da terra e teneva la bacchetta magica sollevata.

-In più, attivo TIFONE SPAZIALE MISTICO, in modo da eliminare Incubo Notturno dal campo. – aggiunse il Faraone neutralizzando la carta magia continua. – Prossima mossa! – avvertì poi – Attivo LIBRO DELLA PROFEZIA*: grazie ad esso, la mia Maga può travolgere sulla difesa.

Ghavalhon mutò appena espressione nell’apprendere una simile notizia: il suo Incendiario diveniva ora un facile bersaglio.

Il Faraone ordinò immediatamente il suo attacco: – Giovane Maga Nera distruggi l’Incendiario!

La Maga colpì l’avversario con la sua magia e lo disintegrò. I Life Points di Ghavalhon vennero intaccati e scesero a 3200.

Il turno, però, passava nuovamente a Ghavalhon, il quale era profondamente irritato dall’azione avversaria.

-Adesso basta. – disse con voce quasi atona. – Basta con inutili carte e Life Points. Volete un Gioco delle Ombre vero e proprio? – propose. – Allora, Faraone, vuoi giocare con me? E tu, Kaiba?

E il Demone prese a ridere sommessamente. I suoi occhi si fecero oscuri, le sue sembianze mutarono: Ghavalhon si fece Vampiro.

Sparirono le carte in gioco, sparirono i dueling disk, restarono solo i mostri e l’Ultima Prigione dell’Essenza: il duello era divenuto un Gioco diverso, un Gioco dove non esistevano più le regole del Duel Monsters, dove ci si scontrava in campo aperto usando qualsiasi potere a propria disposizione.

Restavano Ghavalhon col suo Vampire Lord, Seto con Vorse il Predatore e Yami Yuugi con la Giovane Maga Nera e i loro deck, divenuti inutilizzabili senza dueling disk.

L’ultimo scontro ora prendeva una nuova svolta.

 

Yuugi e Melisa alzarono progressivamente lo sguardo e si ritrovarono la Tessitrice a pochi centimetri di distanza dalle loro teste.

Il ragno si era sollevato sulle zampe posteriori e aveva aperto le fauci dentellate, il suo verso simile ad un orrendo risucchio riecheggiò nelle orecchie dei due ragazzi.

-Stavolta non so se ce la scamperemo… - disse piano Yuugi –L’unica cosa positiva è che siamo insieme.

Melissa allungò la mano e strinse quella di Yuugi nella sua, gli sorrise per un secondo – Sei uno dei migliori amici che abbia mai avuto. - gli confidò – E sono onorata di aver combattuto con te!

-Qualsiasi cosa accada, spero che il Faraone e Seto vincano il duello e si liberino di Ghavalhon. – soggiunse Yuugi.

Melissa stava per aggiungere ancora qualcosa, quando un bagliore rosso vivo attirò la sua attenzione.  – Cos’è? – domandò, colta alla sprovvista.

Un’improvvisa fiammata, proveniente dal basso, li sorprese. Un turbine di fuoco schizzò verso l’alto, restando sospeso al di sopra della ragnatela. Piume rosse, sfumate di giallo e arancio, volteggiarono in aria, ricadendo come pioggia verso terra, illuminando fiocamente il buio incalzante.

La Tessitrice si bloccò, i suoi occhi saettarono in alto, verso la figura infuocata che si era arrestata sopra la sua testa, e lanciò la sua rete, con l’intenzione di catturarla. Ma la ragnatela, al contatto con il calore che la figura emanava, si spezzò e bruciò.

-Ma quello è… -Yuugi non terminò la frase.

Mentre l’aria sembrava essere divenuta incandescente, la figura spiegò le due possenti ali infuocate che poco prima aveva tenuto avvolte attorno al suo corpo, come uno scudo: era Icaro, tornato più forte di prima grazie alle Ali della Fenice che gli spuntavano maestose dalla schiena.

-Icaro! – esclamò Melissa felice – Sapevo che ce l’avrebbe fatta! Vola, Icaro, vola! – lo incoraggiò.

-Batterà quel ragno! – disse Yuugi – Grazie alla carta magia equipaggiamento i suoi punti d’attacco sono saliti di 800 unità!

Ed era vero: l’attacco di Icaro adesso toccava i 2300 punti, più che sufficienti per eliminare definitivamente la Tessitrice.

Icaro batté le ali, prese quota, salì così in alto da risultare un punto nell’oscurità; quindi si fermò e, rapidamente, scese in picchiata, accumulando una velocità impressionante, e si abbatté sulla Tessitrice senza esitazioni, sbalzamdola lontano da Yuugi, Mokuba e Melissa. Con un’agile virata, Icaro riprese quota e rinnovò il suo attacco: piume di fuoco vivo cadevano come pioggia, lacerando la pelle spessa e bitorzoluta del ragno, ferendogli gli occhi, e aprendo squarci nella ragnatela sulla quale se ne stava appollaiato.

La Tessitrice sembrò perdere il controllo, come impazzita dimenò le zampe affilate in ogni direzione consentitale con l’intenzione di colpire il suo nemico, ma poiché ferita agli occhi, ella non faceva altro che fendere l’aria.

Icaro, allora, si decise a condurre l’attacco definitivo. Spalancò le ali in tutta la loro incredibile larghezza e le batté con tutta la sua forza; un soffio infuocato si sprigionò dalle piume e attraversò l’aria, investendo la Tessitrice, bruciando la ragnatale sulla quale essa era appollaiata.

I fili della rete presero a bruciare, si spezzarono con un rumore sordo e improvviso, proprio come si spezza una corda troppo tesa, e non costituirono più alcun sostegno per coloro che vi erano sopra.

La Tessitrice, per via della mole troppo grande del suo orrendo corpo, fu la prima a precipitare verso il basso, mentre le fiamme la divoravano.

Yuugi e Melissa furono colti alla sprovvista dall’accaduto e, quando non sentirono che aria sotto i piedi, seppero di essere ancora una volta in bilico. Gli occhi dei due ragazzi mirarono un abisso oscuro e illusoriamente privo di fondo, in quanto esso, dall’altezza da cui era osservato, si confondeva col buio circostante. Si scambiarono uno sguardo di pura paura e non furono capaci di dire nulla, mentre si sentivano precipitare verso il basso.

Melissa riprovò la spiacevole sensazione di vuoto allo stomaco che aveva avvertito quando aveva incontrato Ghavalhon per la prima volta, sulla sommità del palazzo di vetro della Kaiba Corporation, e avrebbe voluto che fosse solo un incubo. E invece lei stava cadendo sul serio ed era terrorizzata.

-NO! – urlò Yuugi, rifiutando la resa anche in quel momento critico.

Appesantito dal corpo di Mokuba ancora privo di sensi, il ragazzo sarebbe precipitato molto più velocemente della sua amica, se non fosse stato per la prontezza dei suoi riflessi e per la sua volontà ferrea.  Allungò, infatti, il braccio destro e afferrò nel pugno uno dei fili svolazzanti della ragnatela e lo tenne con tutte le sue forze.

Anche quando il laccio viscoso gli bruciò il palmo della mano per strofinio, Yuugi non mollò la presa.

Aveva sulle sue spalle, nel vero senso del termine, la vita di un’altra persona, nonché quella di Melissa, e Yuugi sentiva il dovere di proteggere entrambe quelle vite, poiché erano suoi amici, le persone a lui più care.

Strinse i denti nonostante la pelle della sua mano continuasse a sfregare contro il filo della ragnatela e gli facesse male, e, con un ultimo sforzo, allungò l’altro braccio per afferrare Melissa. La agguantò insperatamente e la tenne con la forza rimastagli: Yuugi non credeva di possederne così tanta, ma, evidentemente, a muoverlo era la forza del suo spirito che era, di certo, superiore a quella fisica.

Melissa lo fissò con gli occhi colmi di incredula gratitudine, si aggrappò alla mano del suo amico, mentre il suo respiro era irregolare e il cuore le batteva furiosamente. Chissà come ritrovò un pizzico della sua lucidità.

-Icaro! – chiamò.

L’Eroe del Labirinto udì il richiamo e immediatamente accorse, afferrò i tre ragazzi e moderò la velocità del suo volo, dirigendosi verso terra adagio. Quando i piedi di Icaro toccarono terra, Yuugi e Melissa tirarono contemporaneamente un sospiro di sollievo e sentirono il nodo che bloccava le loro gole sciogliersi.

-Sono esausto… - disse Yuugi con un filo di voce, sedendo per terra, accanto a Melissa, spalla contro spalla.

La ragazza annuì piano – Anche io. - ammise mentre posava una mano tra i capelli di Mokuba.

Il bambino si mosse lievemente, aggrottando le sopracciglia: si stava riprendendo, finalmente.

I suoi occhi blu si spalancarono su volti amici e Mokuba si sollevò leggermente per meglio capire dove si trovava. - Cosa è successo? – domandò – Dove siamo? – si guardò attorno – Dov’è Seto?

Yuugi gli pose una mano sulla spalla – Per adesso siamo al sicuro. - gli rispose – Tuo fratello e il Faraone stanno duellando. - aggiunse con una nota più grave.

Solo allora, infatti, la sua attenzione fu riportata sul duello che si stava svolgendo. Yuugi si chiese cosa stesse effettivamente accadendo dietro la cortina tetra che si era sollevata e celava alla vista il Faraone, Seto e Ghavalhon.

 

§ Dalla Luce nasce il Buio. (Yu-gi-oh The Movie – La Piramide di Luce) §

 

- Niente più stupide regole. – disse il Primordiano e sorrise – Adesso vi mostrerò qualcosa che non avete mai visto.

Yami Yuugi e Seto Kaiba si scambiarono un’occhiata interrogatoria, poi volsero il capo verso il loro nemico.

Cosa aveva in mente quel Demone?

-Penso che vi siate chiesti a cosa serva, in realtà, la Prigione dell’Essenza. – continuò Ghavalhon.

- Che cosa intendi dire? – domandò il Faraone.

-Intendo dire che non serve semplicemente per catturare le energie dei duellanti.

-Piantala con questi giri di parole! – esclamò Seto – Arriva al dunque: sono stanco di sentirti blaterare!

Il Vampiro sogghignò e disse: – L’energia contenuta nell’Ultima Prigione dell’Essenza servirà a risvegliare il vostro incubo peggiore.

L’Ultima Prigione si illuminò ancor di più, l’essenza vitale che conteneva prese a girare vorticosamente, raggi abbaglianti fuoriuscirono dal cristallo e investirono i mostri schierati in battaglia assorbendo la loro forza vitale: un sacrificio necessario per chiamare in gioco una Creatura d’Ombra.
Yami Yuugi e Kaiba dovettero distogliere lo sguardo dal campo di battaglia tanta era la luce; quando riaprirono gli occhi si accorsero che Ghavalhon ghignava soddisfatto, mentre l’Ultima Prigione pulsava come fosse stata il cuore di un essere invisibile.

- La porta dell’Oscurità è stata aperta! – esclamò Ghavalhon.

Yami Yuugi avvertì un brivido d’orrore lungo la schiena: quella frase gli riportò alla mente i Giochi delle Ombre che aveva proposto per tanto tempo agli avversari dell’ignaro Yuugi, quando nessuno dei due sapeva dell’esistenza dell’altro, quando il Puzzle era stato appena ricostruito.Era la sua frase, quella che usava quando puniva chi aveva barato al suo Gioco. E ora Ghavalhon la usava contro di lui, che era perfettamente cosciente che dal Buio sarebbe venuto fuori qualcosa di orrendo. Volse il capo verso Seto e lesse sul suo viso l’espressione che lui stesso doveva avere: anche Seto sapeva cosa significava quella frase e, per un momento solo, la sua sicurezza vacillò.

E la Porta dell’Oscurità si spalancò.

Uno squarcio si aprì nella dimensione tenebrosa in cui Ghavalhon li aveva intrappolati per il duello.

Da quella fessura, un fumo denso si riversò sul terreno dello scontro. Sotto gli occhi malvagi di Ghavalhon, le Tenebre presero ad unirsi, a formare la figura gigantesca di una Creatura antica. Il Buio prese consistenza inesorabilmente e nemmeno la luce della Prigione dell’Essenza sembrava poterlo diradare. E dopo che quella Creatura venne liberata, molte altre fuoriuscirono sottoforma di vento scuro, sparpagliandosi e dirigendosi lontano, in direzione di Domino City.

-Prendi l’energia vitale che ti offro e torna in vita! – esclamò Ghavalhon, l’unico che non sembrava nemmeno un po’ intimorito da quell’oscura presenza.

La Creatura si mosse e pareva un enorme Golem mosso dalla volontà di un maligno alchimista. Quello che sembrava un braccio dai contorni indefiniti si allungò vero l’Ultima Prigione dell’Essenza, che pulsava, pulsava. Quando la Creatura toccò il cristallo della Prigione, quest’ultima scomparve in uno sprazzo dorato, lasciando Kaiba e il Faraone spiazzati.

-Scomparsa… - sussurrò incredulo Yami Yuugi.

-Scomparsa, dici? – gli fece eco il Primordiano – Se fossi in te, guarderei meglio il mio Guardiano della Tenebra.

Con un senso di vertigine indefinito, il Faraone guardò attentamente la Creatura e si accorse che, all’altezza del cuore, c’era una gemma iridescente che batteva ritmicamente.

-Il segreto dell’Ultima Prigione dell’Essenza è questo: è il cuore del mio Guardiano della Tenebra, e l’energia che essa contiene da vita e forza al mio mostro.

- Come si fa a battere quel coso? – chiese Kaiba. – Hai un piano, non è così?

Yami Yuugi scosse la testa – Non so cosa fare, Seto. – ammise. – Ma non possiamo arrenderci o questo sarà l’ultimo Gioco delle Ombre, per noi.

-Lo sapevo: sei inutile. – sbuffò Kaiba contrariato - Un mostro si combatte con un mostro, no? – osservò – Se evoco un mostro potrò attaccare quell’ammasso di fumo.

Il Faraone annuì – Hai ragione. – disse ritrovando la calma. – Avrei dovuto pensarci prima.

-Io ho sempre ragione. – replicò Kaiba lapidario – E ora togliti di mezzo, Yuugi! Ti farò vedere di cos’è capace un vero Campione. – esclamò Seto ed estrasse una carta dal deck sperando ardentemente che fosse il suo mostro più forte. “Non tradirmi.” Pensò. Un ghigno soddisfatto gli spuntò sul viso e Seto mostrò la carta al suo avversario. – Ghavalhon, adesso ti farò vedere la vera potenza: tu e il tuo giocattolino non potrete resistere. Evoco il Drago Bianco Occhi Blu!

Pura luce bianca si irradiò dalla carta che Kaiba teneva in mano e il Drago Bianco comparve in tutta la sua maestosità alle spalle del suo custode.

Kaiba rise, sicuro di sé, convinto che, ora che il suo Drago era sceso in campo, la vittoria non sarebbe tardata ad arrivare. - E ora all’attacco! – esclamò.

-Seto aspetta! – interloquì Yami Yuugi.

- Luce Bianca! – ordinò tuttavia Seto.

Il Drago spiegò le ali e si alzò in volo; spalancò le fauci e concentrò la sua energia in una sfera e scagliò il suo attacco, devastante su qualsiasi altro mostro, ma che non ebbe alcun effetto sul Guardiano della Tenebra: la sfera d’energia, infatti, colpì il bersaglio, ma venne assorbita nel corpo d’ombra della Creatura senza procurargli danni.

-Impossibile. – Kaiba fissò la scena incredulo e con sguardo colmo di rabbia.

Ghavalhon sembrò divertito. – Allora Kaiba, non dicevi di voler mostrare di cos’è capace un vero Campione?

Kaiba scattò: come osava Ghavalhon prendersi gioco di lui?

-Seto! – lo chiamò il Faraone – Vuoi darmi retta?

-Cosa c’è?! – sbottò Kaiba.

-Dobbiamo combattere insieme, ricordi? – replicò il Faraone. – Niente più attacchi solitari, o finiremo per farci uccidere!

-Combattere insieme?! Ti ho accontentato e ora mi ritrovo con un bestione del genere davanti: non se ne parla! Tu e il gioco di squadra potete andare a farvi un giro! – rispose Seto con tono tagliente.

-Che quadretto patetico. – commentò Ghavalhon – Non fate altro che beccarvi come due galletti. – fece una pausa e sorrise ironico – Perché non la facciamo subito finita? Arrendetevi e lasciate che vi elimini in fretta: mi farete risparmiare molto tempo prezioso.

-Vorrei tanto farti ingoiare una ad una tutte le penose sentenze che sputi. – gli disse Seto.

Il Faraone decise di  non perdersi in chiacchiere ed evocare il suo mostro di punta: – Scendi in campo Mago Nero!

Il Black Magician apparve in un vortice viola, teneva la guardia alta e aspettava l’ordine d’attacco.

“Mahado, di nuovo tu!” pensò Ghavalhon. – Che noia! – aggiunse poi ad alta voce – Ma non avete altri mostri? Siete monotoni.

-Ghavalhon, fino ad ora hai creduto di poterti prendere gioco di noi, hai creduto di poterci dividere, hai pensato di poterci eliminare tutti… - cominciò Yami Yuugi – ma la verità è che hai fatto tutto questo perché sai fin troppo bene che non puoi batterci se giochiamo assieme. – una pausa ben studiata per poi aggiungere - Il vero potere è nell’Unione. Tu vedrai cosa significa l’Unione di Luce e Oscurità, proverai il suo devastante potere sulla tua stessa pelle: ti passerà la voglia di ridere e striscerai nella polvere, te lo giuro.

-Tutto il discorso era per dire che….? – domandò Seto accanto a lui, con una punta di sospetto malcelato.

Il Faraone lo fissò negli occhi e rispose: – L’Unione di Luce e Oscurità: l’unione del Drago Bianco Occhi Blu e del Mago Nero.

Kaiba lo fissò per un momento negli occhi, poi scoppiò a ridere. – Come? Il mio Occhi Blu col tuo Mago da quattro soldi? – rispose – Puoi scordartelo!

-Ma, Seto, ragiona! – replicò il Faraone – E’ l’unico modo per battere quel mostro.

Kaiba aveva l’espressione seccata e per nulla convinta – Io gioco da solo. – sentenziò – E’ sempre stato così e non cambierà solo perché me lo chiedi tu, Yuugi.

-Sei veramente impossibile, Seto. Ci farai ammazzare, continuando così. Te ne rendi conto, vero? – chiese Yami Yuugi al limite della sopportazione – Per colpa del tuo dannato orgoglio e della tua maledetta testardaggine, Ghavalhon ci distruggerà, distruggerà tutto quello che si troverà davanti. Non pensi a Mokuba? Non pensi a tuo fratello?

Seto strinse il pugno a quel nome – Certo che penso a Mokuba. – rispose – Ma lui non c’entra in questa faccenda.

Il Faraone stava per replicare, ma una sfera d’energia oscura saettò verso di lui, che si accorse appena in tempo del pericolo. Si voltò, e un brivido lo attraversò mentre vedeva la sfera avvicinarsi a velocità folle e sentiva la risata penetrante del Primordiano rimbombargli nelle orecchie.

-Mago Nero! – chiamò – Scudo della magia nera!

Una barriera venne creata per proteggere i duellanti, ma essa era troppo fragile e l’onda oscura la ridusse in frantumi, investì Yami Yuugi e Seto Kaiba e li sbalzò all’indietro, creando un cratere enorme.

Nel riaprire gli occhi, Seto e il Faraone videro il cielo: un gorgo oscuro agitato da nuvole nere e informi, il cielo fittizio di una dimensione d’ombra. E, in quel momento, entrambi desiderarono rivedere il cielo vero, desiderarono avvertire il vento d’inverno sulla pelle. Ma, più forte di qualsiasi altra volontà, entrambi desiderarono vivere.

Kaiba non poteva abbandonarsi alla sconfitta e alla morte: molte persone contavano su di lui, primo tra tutti Mokuba. Fu proprio il pensiero di suo fratello che gli diede la forza di risollevarsi, nonostante la ferita al braccio tornasse a dolergli forte.

Nemmeno il Faraone poteva accettare di perdere a quel modo: lui aveva fatto una promessa ai suoi amici e, soprattutto, a Yuugi. Aveva una missione da portare a termine, ovvero quella di ritrovare il proprio passato, nonché quella di affiancare il suo Alter Ego fin quando sarebbe stato necessario.

Nel fondo dell’anima dei due duellanti, qualcosa si smosse, una forza indicibile si sollevò e diede loro un nuovo slancio.

Yami Yuugi si rialzò, un rivolo di sangue dalla fronte gli colò fin sul mento, ma nei suoi occhi brillava la determinazione. - Mago Nero, attacco della magia nera! – ordinò immediatamente.

L’Incantatore ubbidì, lanciando il suo sortilegio. Ma anche quell’attaccò fallì miseramente.

E Ghavalhon rideva, sicuro della vittoria. -La mia Creatura è invincibile. – ripeteva  - Nel suo petto batte un cuore d’energia infinita e le tenebre di questo luogo gli conferiscono ogni sorta di vantaggio. Voi morirete. – concluse lugubremente.

-Questo è da vedere, insulso pallone gonfiato! – esclamò Seto con rabbia – Occhi Blu, attacca!

Attacchi si succedevano ad attacchi, invano. Ogni volta, infatti, il Guardiano della Tenebra assorbiva l’energia dei colpi che gli venivano lanciati, annullandone l’effetto. Tutto sembrava inutile: la battaglia sembrava volgere decisamente a favore del nemico.

Mostri e duellanti apparvero stanchi; sia Yami Yuugi che Seto ansavano vistosamente, come se la loro energia venisse sottratta a mano a mano.

-E’ come se la Prigione dell’Essenza continuasse ad avere effetto. – biascicò il Faraone. – I nostri attacchi non servono a niente. – il suo volto assunse un’espressione afflitta e disse: – Seto, dobbiamo collaborare.

Kaiba si fece ancor più scuro in viso. – Io non permetterò mai che il mio Drago Bianco si fonda col tuo Mago. – rispose con ostinazione.

-E allora Ghavalhon vincerà. – rispose Yami Yuugi – Io però mi batterò fino a non reggermi più in piedi. Lo farò per Yuugi, per Jonouchi, per Honda, per Anzu, per Melissa e anche per Mokuba. – e diceva così perché voleva smuovere i sentimenti di Kaiba. “Io lo so che non hai un cuore di pietra come quello che gli altri ti affibbiano.” Pensava il Faraone “Io lo so che è solo per il tuo orgoglio che non vuoi l’Unione di Luce e Ombra. Io lo capisco, Seto.” Gli diceva tutto questo con lo sguardo, sapendo che Seto  intendeva perfettamente. “Ma vorrei che tu comprenda che, certe volte, l’orgoglio va messo da parte, se vuoi proteggere chi ami.”

-Guardiano della Tenebra distruggili!– esclamò Ghavalhon.
Il Guardiano della Tenebra avanzò di un passo e sollevò il lungo braccio informe e con un movimento veloce colpì il Drago Bianco e lo precipitò al suolo, come se avesse schiacciato una semplice mosca. Era spaventoso.

Kaiba cadde in ginocchio, il respiro gli si mozzò e, per un secondo, credette di vederci doppio; sentì l’osso del braccio sinistro spezzarsi e lanciò un grido di dolore: la sconfitta bussava alla sua porta, e non solo…

-Kaiba, Kaiba… - fece Ghavalhon – la tua arroganza ti costa la pelle. – e rise.

Il Guardiano afferrò nel pugno anche il Mago Nero e lo strinse con tutta la sua forza, stritolandolo. Un dolore lancinante attraversò il corpo del Faraone: era lo stesso dolore che provava il Mago Nero. Yami Yuugi sputò sangue e sentì le vertebre scricchiolare sinistramente.

-E’ ora di mettere fine ai giochi! – era la voce di Ghavalhon, sadicamente divertito dallo spettacolo che gli veniva offerto.

 

Jonouchi teneva gli occhi socchiusi, fissava il soffitto mentre era ancora sdraiato sul divano: si sentiva ancora stanchissimo. Ebbe appena la forza di voltare il capo per guardare Anzu, Rebecca e Honda adagiati sul divano accanto a quello in cui si trovava lui, e vide che erano sprofondati in un sonno oscuro.
Si poteva dire che lui era stato fortunato., almeno era ancora sveglio e cosciente. Pensò che quel sonno doveva essere simile alla morte, perché i suoi amici non si muovevano: nessuna smorfia sui loro visi, nessuna parola sussurrata inconsapevolmente, niente.

Chissà com’era la morte, si sorprese a domandarsi. Ma che pensieri faceva? Jonouchi cercò di togliersi quelle idee strane e macabre dalla mente e si sforzò di tirarsi su.

Niente: non aveva per niente forza. Si limitò a sbuffare, come fosse annoiato, e tentò di sbirciare fuori dalla finestra. Vide il cielo scuro, privo di stelle e non percepì nessun rumore, nemmeno se si metteva attentamente in ascolto. Sembrava che l’intera città fosse caduta nello stesso sonno che imprigionava i suoi amici.

Cosa stavano facendo il Faraone e Melissa? Erano arrivati da Ghavalhon? Avevano trovato Yuugi?

Jonouchi si accorse di essere inquieto e preoccupato per i suoi amici lontani, in pericolo. Avrebbe voluto alzarsi, uscire da quella casa e dare man forte al Faraone, avere un ruolo importante in quell’avventura. Poi gli vennero in mente i Vampiri che non avevano altra intenzione che uccidere e pensò che fosse meglio essere al sicuro nella casa di Yuugi. I Vampiri non potevano entrare se non invitati, no? Anche se Domino fosse stata infestata dai Demoni, lui e i suoi compagni dormienti potevano dirsi salvi. Jonouchi pensò di essere fortunato due volte e si rilassò, chiuse gli occhi e cercò di riposare tranquillamente e recuperare le energie. Dopo, quando si sarebbe sentito pronto, anche lui sarebbe andato a combattere… o almeno così fantasticava.

Gli sembrò di stare scivolando in un mondo rarefatto, dove tutto gli sembrava etereo: stava per addormentarsi.

Un rumore come di porta che cigola lo fece sobbalzare: qualcuno aveva aperto la porta, o era il vento?
Si ricordò che la porta era stata abbattuta da quel Demone maledetto che lo aveva battuto a duello, e che chiunque sarebbe potuto entrare.

Jonouchi raccolse tutte le energie residue e si mise a sedere a forza,  e si tese in ascolto, col cuore che aveva preso ad accelerare: qualcuno erano entrato in casa e si muoveva con passo pesante e sicuro, come se sapesse perfettamente dove stesse andando.

-Sento odore di topolini in trappola…

Jonouchi sgranò gli occhi, sentì un brivido lungo la schiena.

-Dove siete?

Ancora quella voce maligna, un poco gutturale, con strani accenti sibilanti allo stesso tempo.

Jonouchi restò in silenzio, tentò di dominare le pulsioni del suo cuore, come se potessero essere udite distintamente dalla cosa che si avvicinava. E la stessa cosa fiutò rumorosamente l’aria.

Ancora passi pesanti, sembrava che la cosa si trascinasse su pesanti piedi, o erano zampe? Sì, era il rumore di quattro zampe sul pavimento. E quelle zampe stavano portando verso il salotto qualcosa di spaventoso.

 

-Yuugi, ho paura… - sussurrò Melissa mentre guardava con gli occhi sbarrati quello che accadeva al Faraone e a Seto.

Yuugi la guardò fiducioso – Andrà tutto bene. – disse cercando di calmarla – Sono certo che troveranno il modo di sconfiggere quel mostro. Dobbiamo avere fiducia in loro, non credi?

Melissa allora annuì, ma non disse nulla.

-E poi, se restiamo tutti e tre assieme, mi dici come fai ad avere paura? – interloquì Mokuba prontamente, stringendola per un braccio.

-Hai ragione, Mokie. – rispose infine Melissa e sorrise fiduciosa.

 

-Kaiba, sei ancora convinto di poter vincere da solo? – domandò Yami Yuugi – Oppure ti decidi a voler collaborare? – si asciugò un rivolo di sangue lungo il mento e si alzò con fatica.

Seto si tenne il braccio sinistro e anche lui si rimise in postura eretta. – Dannazione, Yuugi! – esclamò – Io non permetterò mai che il mio Drago si fonda col tuo Mago, vuoi capirlo?!

-Tu sei folle, Kaiba! – urlò il Faraone irato e disperato assieme – Per te conta molto più il tuo orgoglio che la tua stessa vita? – lo guardò negli occhi – Seto, te lo chiedo da duellante. - il suo tono era deciso, privo di incertezze, colorato forse da una lieve impazienza.

Seto sostenne gli occhi viola di Yami Yuugi senza batter ciglio. Sentiva il suo cuore accelerare, perché era conscio di stare per prendere una decisione che avrebbe cambiato molte cose. Kaiba pensava al fatto di aver sempre giocato da solo, di non aver mai concesso seconde possibilità ai suoi avversari, di aver sempre vinto contando sulle proprie capacità. Adesso, invece, si ritrovava a dover far fronte comune col suo più grande rivale, a dover decidere l’unione del suo Drago Bianco Occhi Blu e del Mago Nero, due mostri antagonisti da sempre.

Eppure, mentre Kaiba e il Faraone si scrutavano, mentre l’uno doveva prendere una decisione e l’altro era in febbrile attesa, entrambi sapevano come sarebbe andata, perché nel profondo i due si somigliavano. Erano grandi rivali e, proprio per questo, estremamente simili: Yami Yuugi sapeva che Kaiba avrebbe fatto la scelta esatta. D'altro canto Seto sapeva come il Faraone sentisse che lui era in procinto di cedere... e forse era questo che rendeva Kaiba più dubbioso e fin troppo orgoglioso.

-Sarà l’ultimo favore del giorno che ti chiedo. – aggiunse il Faraone ironicamente.

-Tu di favori me ne devi davvero tanti, Yuugi. – ribattè immediatamente Seto con lo stesso tono sarcastico.

Quella conversazione era durata non più di cinque minuti, e furono cinque minuti di estrema tensione nervosa, in cui la presenza oscura di Ghavalhon e del suo Guardiano era sempre costante: erano loro due il punto su cui confluivano i pensieri dei duellanti, impegnati nell’ultima battaglia.

-Parlate di Draghi e Maghi e non vi rendete conto che è inutile? – tuonò Ghavalhon, come a mostrare la realtà delle cose – Siete soli: i vostri mostri sono stati annientati, non vedete?

-Ciò che è unito alle nostre anime non scompare del tutto. – rispose il Faraone – C’è un legame indissolubile che congiunge me e il Mago Nero e, finché esisterà questo legame, il Mago tornerà ogni volta che lo chiamerò. Ma tu queste cose non puoi capirle, Demone!

-Tzè! Dovrei dare retta a farneticazioni su cose come il ‘cuore delle carte’ e il legame coi propri mostri? Non farmi ridere! – replicò il Primordiano – Intanto, sei già morto, Faraone. – soggiunse – E quando dico morto, intendo morto per l’eternità: darò il tuo spirito in pasto ad Ammit, non appena ti avrò messo in ginocchio!

-Non contarci, Ghavalhon! – esclamò di rimando Yami Yuugi e si erse in tutta la sua altezza, fronteggiando il Primo Vampiro senza ombra di paura. La sua fronte fu illuminata da una luce improvvisa e sulla pelle presero a formarsi le linee arcuate dell’Occhio di Ra. – Mago Nero! – chiamò.

Lunghi istanti trascorsero, sembrò che non accadesse nulla. Ghavalhon stava per mettersi a ridere, Kaiba si era voltato verso il Faraone e lo stava già fulminando con lo sguardo, ma Yami Yuugi restava immobile, l’Occhio di Ra baluginava vivido sulla sua fronte: lui credeva fermamente che l’Incantatore sarebbe apparso.

E, in risposta alla sua ferma convinzione, nella penombra si stagliò la figura elegante e forte del Black Magician.
‘Sono qui per servirti, mio Re’ sentì il Faraone nella sua mente e capii che erano le parole del suo Mago.

-Ma cosa… ? – Ghavalhon era incredulo.

Kaiba sorrise, ormai convinto. – Stavo per mandarti al diavolo. - cominciò a dire – Ma adesso riconosco che ci aveva visto giusto… almeno per una volta. E ora tocca a me! – si portò una mano al petto e strinse nel pugno la carta che portava al collo, quella in cui c’era la fotografia di Mokuba e ebbe fiducia totale nel suo Drago. – Blue Eyes White Dragon compari!

Sprazzi di bianco e azzurro interruppero la monotonia del cielo nero e il Drago Bianco apparve, emanazione luminosa e spirituale del suo custode.

-E adesso la somma Unione di Luce e Oscurità! – esclamò Yami Yuugi e l’Occhio di Ra brillò più forte, un raggio di luce percorse l’intera figura del Faraone, come un’aura e che investì i due mostri appena comparsi.

Le sagome del Mago e del Drago divennero eteree, quindi si sovrapposero, fondendosi armoniosamente, in un turbinio di luci multicolore. I colori si unirono, si scontrarono, divennero prima nero assoluto e poi bianco splendente, infine si trasformarono in sprazzi argentei e dorati, e ancora non si riusciva a distinguere la terza creatura nata dall’incontro delle due che l’avevano preceduta.

-Guardiano della Tenebra, attacca quell’essere, qualsiasi cosa sia! – esclamò Ghavalhon, pensando che fosse meglio passare all’offensiva prima che la fusione avesse termine.

Per la prima volta dall’inizio dell’Ultimate Yami no Game, il Primordiano ebbe un brutto presentimento, e dovette fare appello al suo sangue freddo per evitare di cadere nel panico.

Il Guardiano stese il braccio e tentò di afferrare la creatura ancora avvolta dalla luce, ma la dovette allontanare di scatto la mano: la luce era troppo intensa e l’ombra di cui lui era fatto non poteva resistere troppo a lungo. Un gemito roco venne emesso dalla bocca del Guardiano, la cui mano sembrava perdere consistenza, mentre veniva perforata da raggi dorati.

-Ma che diamine significa?! – esclamò Ghavalhon nell’assistere all’evento inatteso.

In risposta alla sua domanda, il fascio luminoso prese a diminuire d’intensità, in modo che il profilo del nuovo essere divenisse più netto e, quindi, più visibile.

Nel cielo nero, maestosa e dotata di una potenza enorme, la creatura di luce e Ombra apparve: era un guerriero che ricordava nel volto il Mago Nero, e che indossava un’armatura bianca dai riflessi blu, che ricordava per forma, soprattutto quella dell’elmo, oltre che per colore,  il Blue Eyes White Dragon. Il guerriero impugnava una lunga spada dal filo nero e dalla schiena gli spuntavano due ali maestose.

L’apparizione del guerriero fu seguito da lunghi istanti di silenzio. Tutti gli occhi erano puntati su di lui.

- Non credevo che dalla fusione del mio Drago col Mago potesse nascere un mostro del genere. – commentò ad un certo punto Kaiba.  

-Questo è il Messaggero Divino di Ra. – disse allora il Faraone, come se avesse già calcolato tutto. In realtà, la sua era una sensazione, legata a un ricordo nebuloso, ma Yami Yuugi sapeva di aver ragione. – L’unione di Luce e Ombra ci porterà alla vittoria, Seto! – aggiunse – Sei pronto?

Kaiba sorrise, divertito all’idea di poter sferrare un attacco micidiale. – Puoi scommetterci. – rispose per poi fissare il Primordiano  - Ma mi chiedo se il nostro amico lo è…

- Ghavalhon, è finita. Il Messaggero Divino è troppo potente: arrenditi!

-Ah! Questa è bella, Faraone! – fece il Vampiro - Il vostro soldatino con le piume non mi fa paura! Credete forse che io fugga? Volete attaccarmi ancora? Bene, accomodatevi: finirà come prima, perché il Guardiano della Tenebra è invincibile.

-Beh, hai deciso di rovinarti con le tue stesse mani, non ci resta che accontentarti. – rispose Yami Yuugi e voltò il capo verso Kaiba, per decidere il tempo esatto in cui proclamare l’attacco.

Uno sguardo d’intesa: quello era il momento!

-Facciamo un gioco? – chiese Yami Yuugi fissando il Vampiro, con voluta presunzione. Quella frase non l’aveva più pronunciata da quando Yuugi gli aveva insegnato l’amicizia e il rispetto per gli altri.

Ma Ghavalhon non poté replicare, perché udì subito dopo un’altra frase, ben più preoccupante:

-Messaggero Divino di Ra attacca!

La voce del Faraone e quella di Seto si sovrapposero, divenendo una sola e, a quell’ordine, il guerriero divino sollevò la spada e spiegò le ali, spiccando un balzo verso il Guardiano della Tenebra, con l’intenzione di raggiungere il suo cuore pulsante, l’Ultima Prigione dell’Essenza.

-Guardiano, Fiamma Oscura, adesso! – ordinò Ghavalhon in tutta risposta.

L’Essere d’Ombra e Fuoco congiunse le mani e concentrò l’energia di cui disponeva nel palmo e la liberò, creando un globo di fuoco dalle lingue nere, e lo scagliò contro il Messaggero Divino.

Ma il guerriero virò, più veloce del vento, e la palla infuocata passò oltre, perdendosi in lontananza.

Il Messaggero di Ra visualizzò il bersaglio e si preparò a colpire: impugnò con ambedue le mani l’elsa della spada e si fermò di scatto all’altezza del petto del suo nemico e gli fu facile trovare la sorgente del suo potere, poiché essa brillava e pulsava ritmicamente. La punta della spada dal filo nero venne indirizzata proprio in quel punto, e la lama affondò nella sostanza oscura di cui il Guardiano era composto come se fosse stata burro, e giunse a toccare l’alieno cristallo della Prigione dell’Essenza e lo infranse, liberando l’energia vitale che vi era intrappolata. L’energia fuoriuscì come sangue, a grandi fiotti, e si riversò fuori dal corpo del Guardiano, svuotandolo.

-No! – urlò Ghavalhon –NO!

Il suo mostro lentamente si bloccava, tornava allo stato vegetativo in cui era stato trovato, immerso in un sonno profondo da cui non si sarebbe più svegliato.

- Maledetti, maledetti! – gridava il Primordiano accecato dalla rabbia e dal dolore che il suo mostro gli trasmetteva

-Finiamo il lavoro. – disse Seto e il Faraone annuì ed entrambi ordinarono l’attacco decisivo: – Messaggero Divino di Ra, Fendente Celestiale!

Il guerriero allora fece un balzo indietro, fluttuando nell’aria, per squadrare la carcassa inerme del suo avversario, quindi sollevò la spada verso il cielo e la lama venne attraversata da una scarica energetica micidiale. Il Messaggero balzò e colpì, dividendo il corpo del Guardiano in due parti, che caddero sul terreno e si dissolse come fumo. Il Guardiano della Tenebra, la creatura d’Oscurità e Fuoco della profezia, era stato sconfitto.

Ghavalhon teneva gli occhi sbarrati, non poteva credere di aver perso, di essere senza difese. - Che i gironi più immondi dell’Inferno vi prendano! – urlò con tutto l’odio che provava e decise di provare il tutto per tutto: avrebbe attaccato direttamente i suoi avversari, prima il Faraone e poi Seto. Si materializzò dinanzi al Faraone e gli puntò una sfera energetica al cuore – Porta i miei saluti a Seth di Ombos!

Ma il Faraone non si scompose, anzi, fissò il Primordiano negli occhi e sorrise – Fossi in te, mi guarderei le spalle.

Ghavalhon vide una lama dai bordi neri accostarsi al suo collo e sorrise sprezzante – Dovrei complimentarmi con voi per avermi messo con le spalle al muro? – chiese arrogantemente.

-Dovresti commiserarti. – intervenne Kaiba – Hai perso e ora vorresti fare lo sbruffone: sei patetico! Sforzati di chiedere pietà, anche se sappi che non ne avrai.

-Io non chiedo né voglio la pietà di nessuno. Io non mi inginocchio davanti a nessuno. – rispose Ghavalhon – Io sono il Primo e voi non potete uccidermi. – rise e si smaterializzò, ricomparendo a qualche metro di distanza, eseguì il contro-incantesimo per far sparire la dimensione oscura creata per il Gioco delle Ombre e ne uscì.

 

Quando la calotta buia sparì, il cielo, quello vero, fu nuovamente visibile. Il vento freddo d’inverno colpì improvvisamente la pelle di Seto, del Faraone, di Ghavalhon, di Melissa, di Yuugi e Mokuba.

L’energia che era stata contenuta nella Prigione dell’Essenza si sollevò, dipingendo la volta celeste di numerosi punti brillanti, rischiarando la notte.

Sulle colline stagnava ancora un silenzio profondo e irreale, mentre Domino appariva come una città fantasma in lontananza, sprofondata nel sonno, alla mercé dei Vampiri e di altre spaventose creature senza nome.

Né Yuugi, né Melissa e Mokuba sapevano cosa fosse successo, erano solo felici di essere nuovamente all’aria aperta e si chiedevano quale esito avesse avuto lo scontro.

-Hanno vinto i nostri, vero? – chiese Mokuba speranzoso, rivolto a Yuugi.

Yuugi non rispose subito, chiuse gli occhi e sentì il suo cuore battere, si concentrò e avvertì altri battiti sommarsi ai suoi: era il cuore del Faraone, e ciò significava che il suo migliore amico era vivo. -Sì, hanno vinto. Ne sono certo. – rispose infine.

-Ti credo. – fece Melissa – Ma dove saranno? Cosa sarà successo?

-Forse quella è una risposta! – rispose Mokuba e indicò una figura alata nel cielo.

-Ma che mostro è? – domandò allora Melissa, sorpresa.

-Quello che ha battuto Ghavalhon. – rispose allora Yuugi, certo delle sue parole. – E quelli sono il Faraone e Seto! – aggiunse e indicò i due duellanti a poca distanza, mentre uscivano dal velo d’ombra.


-Ghavalhon, sei finito! – esclamò il Faraone – Messaggero di Ra, bloccalo!

Il Messaggero raggiunse il Demone e lo affrontò con la sua spada, infliggendogli una ferita alla gamba, per impedirgli di muoversi.

-Non mi avrete! – disse Ghavalhon – E poi, ho vinto comunque! – e rise, quasi folle – La città è mia, ogni singolo essere umano morirà, sbranato da esseri infernali o uccisi dai miei Vampiri. Io tornerò sempre e comunque e voi non potrete fare nulla per impedirlo!

 

-Faraone! – chiamò Yuugi e balzò all’in piedi, correndo verso il suo amico.

-Yuugi! – il Faraone sorrise, felice di rivederlo – Amico mio, di nuovo insieme!

Il ragazzino annuì – Concluderemo questa battaglia uniti.

-Fratellone! – Mokuba saltò in braccio a Seto, stringendolo con tutte le sue forze – Volevo rivederti da chissà quanto: mi sei mancato.

Kaiba lo tenne a sé, avvolgendolo con il braccio sano, e affondando il viso nei capelli corvini del fratellino. – Anche tu mi sei mancato, Mokie. – ammise con evidente gioia.

-Dov’è Melissa? – chiese Yami Yuugi dopo poco.

-Sono qui. – rispose allora la ragazza, raggiungendo i suoi amici. – E sono contenta di vedervi. – sorrise – Ehm, adesso mi spiegate chi è quel guerriero? – aggiunse incuriosita.

-Te lo spiego più tardi. – replicò il Faraone – Adesso dobbiamo chiudere i conti. – si rivolse a Ghavalhon – Richiama i tuoi Vampiri e i tuoi mostri e ti risparmieremo!

-Scordatelo. Io non scendo a patti. – rispose il Primo.

 

‘La Chiave!’

Una voce risuonò nella mente di Melissa, mettendola in allerta.

‘Invoca la Chiave: tu sei la sua Guardiano e da te deve tornare.’

Melissa si guardò attorno smarrita. Ad un primo impatto non riusciva a capire chi le parlasse, poi comprese.

‘Nefertiti!’ disse nella sua testa ‘Non ho ancora capito come fare a trovare questa Chiave, non so nemmeno cosa sia!’ protestò.

‘Devi invocarla adesso, perché è l’unico modo di liberarci di Ghavalhon. La invocheremo insieme.’ Propose Nefertiti.

Melissa si sentì incerta, poi però decise di provare. ‘Mi fido di te. Dimmi cosa devo fare.’

‘Ripetere un incantesimo.’ Spiegò la Regina egizia, come fosse cosa ovvia.

‘Giusto! Come ho fatto a non pensarci prima? E’ così evidente!’ replicò Melissa sarcasticamente.

-Hai ragione quando dicevi che era impossibile eliminarti, Ghavalhon. – disse ad alta voce Melissa – Ma a noi basta tenerti il più lontano possibile dalla Terra, un posto dove non potrai far niente di male.

Il Vampiro si voltò a guardarla – Il vecchio giochetto della pietra d’ametista ormai non funziona con me. –rispose – Mi hai imprigionato una volta, non succederà di nuovo.

Fece per muoversi, ma il Messaggero di Ra gli puntò contro la propria spada.

-Ti sono state date tante di quelle possibilità di riscattarti che se n’è perso il conto. – ribatté Melissa – Sei troppo orgoglioso o troppo stupido per accettarle? Ma ormai non importa: adesso subirai tutte le conseguenze della tua crudeltà. Preparati, perché di spedirò in un posto peggiore di una gemma!

-Di che diamine sta parlando? – sbottò Seto fissandola.

-Lasciala fare! – rispose prontamente il Faraone – Vediamo che succede…

-Già, lasciatela fare. – interloquì Ghavalhon – Voglio vedere fin dove vuole arrivare con la sua tiritera! Voglio anche ricordarti che non hai nessun potere magico, mia cara. Era Nefertiti ad essere una strega, non tu.

Melissa aggrottò lievemente le sopracciglia – Mmhh, invece io direi che con il giusto aiuto magico qualcosa riesco a farla. – si voltò verso Yami Yuugi e osservò l’Occhio di Ra che ancora gli brillava in fronte – Faraone, dammi la mano: il tuo potere farà realizzare l’incantesimo.

Yami Yuugi la fissò incerto solo per un secolo, poi le strinse la mano nella sua, facendo appello alle energie rimastegli. – Fammi vedere quest’incantesimo, va!

Melissa sorrise al tono ironico, poi chiuse gli occhi e si concentrò, chiedendo in silenzio a Nefertiti di guidarla, perché non sapeva bene cosa fare.

‘Insieme, Melissa. Insieme pronunceremo l’incantesimo. E adesso uniamo le forze, i nostri spiriti devono essere una sola cosa!’ le disse Nefertiti in maniera decisa.

 

L'Antico Potere

nascosto dal tempo

attraversi il cielo come puro vento

con questo sangue noi lo invochiamo

con questo sangue noi lo chiamiamo! [2]

 

Dopo che furono pronunciate quelle parole, ci fu silenzio. Non accadde nulla.

-Ehm, Mel ma non avevi detto che avrebbe funzionato? – chiese Yuugi.

Melissa sospirò – L’idea era quella…

Ghavalhon scoppiò a ridere – E’ questo il grande potere che volevi usare contro di me? Patetico!

-Io direi che invece ha funzionato! – esclamò Mokuba e indicò il cielo – Guardate!

Sollevando il capo, tutti videro che una scia brillante, come la coda di una cometa, attraversava il buio, accompagnata dal luccicare delle particelle di energia vitale, che ancora danzavano nell’aria come lucciole d’estate. La scia diveniva sempre più veloce, più brillante, s’aprì come un fiore notturno, e si trasformò in un globo di cristallo, l’antico Gioiello di Iside, che planò dolcemente tra le mani di Melissa, che era meravigliata forse anche più dei suoi compagni.

‘Questa è la Chiave.’ Le disse Nefertiti ‘E ora devi usarla per spalancare le Porte della Notte!’

-Quello è… - Ghavalhon non terminò la frase, fissò con gli occhi sbarrati il globo cristallino.

- Il Gioiello di Iside. – rispose quindi Melissa – A quanto pare è anche il tuo peggiore incubo. – fece ironica.

-Tu non userai quello stupido oggetto! – replicò Ghavalhon  e spiccò un balzo, per liberarsi dal tallonamento del Messaggero Divino e lo colpì con una sfera d’energia, ferendolo ad un braccio. Ingaggiò, allora, un duello corpo a corpo col guerriero, e sembrava che Ghavalhon avesse trovato nuove energie.

-Adesso ti sistemo io! – esclamò Melissa e voleva usare il Gioiello della dea contro il Demone, ma sembrava che il globo non funzionasse. “Ma che gli prende?” si chiese risentita per aver fallito.

‘La Chiave deve essere attivata, Melissa!’ le disse allora Nefertiti ‘Il potere del Messaggero Divino di Ra potrà farla funzionare. Il Messaggero si sacrificherà per Iside, basta solo chiederglielo!’

-Ragazzi, non vi arrabbiate se vi chiedo un favore, vero? – chiese quindi la ragazza rivolta a Seto e al Faraone.

-Di che si tratta? – domandò Kaiba.

-So di sicuro che questo globo potrà funzionare assorbendo il potere del vostro mostro. – disse Melissa. – Posso, vero?

-Scherzi?! Il Messaggero è l’unico che può tenere a bada quel Demone e tu vuoi sacrificarlo? – ribatté Seto.

-Ma questa è la Chiave ed è l’unica che può consentirci di esiliare Ghavalhon! – protestò Melissa.

-Seto, dobbiamo fidarci e giocarci il tutto per tutto. Ormai siamo in ballo… - intervenne Yami Yuugi – Usa pure il nostro guerriero, se serve.

-Grazie, ragazzi. – disse Melissa  - Messaggero Divino di Ra, ti chiedo di cedere il tuo potere al Gioiello di Iside!

Il guerriero sferrò un attaccò con la propria spada, sbilanciando Ghavalhon e facendolo cadere, lo investì con la propria luce, immobilizzando il Vampiro, che restò abbagliato e non potè muoversi. Quindi il guerriero si volse verso Melissa, spiccò il volo e la raggiunse. Dinanzi al Gioiello della dea il Messaggero si inchinò, avvertendo il potere di Iside scorrervi dentro.

‘Sono onorato di poter offrire la mia forza per la Regina degli dèi.’

La voce che sentirono tutti nelle loro menti era quella del Messaggero di Ra, il quale si era portato la spada al cuore e aveva chinato il capo, e diveniva sempre più evanescente, sacrificandosi e trasferendo la propria energia al Gioiello, in modo da attivarlo.

Tu hai il potere, Iside!

Tu conosci la magia!

 Questo amuleto proteggerà quest'anima grandiosa.

Allontanerà coloro che vorranno farle del male. [3]

 

La Chiave assorbì il guerriero di luce e ombra e si illuminò tutt’ad un tratto: il suo potere era stato risvegliato.

‘L’incantesimo per aprire la Porta, presto!’ suggerì Nefertiti. ‘Ma ricorda! Per schiudere i Cancelli è necessaria un’offerta…’

‘Ancora?!’ pensò Melissa ‘Queste cose cominciano ad essere troppo costose per i miei gusti!’

 ‘Tutto questo è cominciato col sangue, e dovrà finire col sangue.’ Spiegò cupa Nefertiti. Fece una pausa e poi riprese: ‘In questa battaglia tutti hanno riportato gravi ferite, ognuno di voi ha versato sangue: è quello, che devi offrire agli dei in modo che essi aprino le Porte del Vuoto Atemporale. Pronunciamo insieme l’invocazione!’

Melissa si disse pronta e tenne la mano di Yami Yuugi. – Prestami un po’ del tuo potere. – gli disse un po’ ironica. Quindi cominciò a recitare la formula ad alta voce:

 

Sangue del Sovrano per spalancare le Porte,

Sangue del Nemico strappato con la forza,

Sangue del Sacerdote come Suggello,

Sangue della Custode per chiudere, infine, la Via.

 

Un goccia del sangue che aveva macchiato le labbra del Faraone si sollevò, perfettamente tonda, nell’aria; stessa cosa accadde a Seto e a Ghavalhon. L’ultima goccia rossa che si librò in aria fu quella di Melissa, proveniente da una ferita avuta nello scontro della Tessitrice.

Le quattro gocce si mossero e iniziarono a roteare, unendosi e componendosi in stille più piccole. Il Gioiello di Iside lasciò la mano di Melissa e, splendendo, si stagliò nel cielo, spandendo raggi luminosi tutt’attorno, colpendo Ghavalhon e imprigionandolo in un incantesimo che lui ben conosceva.

-No! – esclamò il Vampiro –Non di nuovo, maledizione!

Ma stavolta i lacci della stregoneria lo tenevano bloccato in attesa che le Porte della Notte si aprissero, per precipitarlo in un luogo dal quale non sarebbe più potuto tornare, e Ghavalhon questo lo sapeva benissimo.

Uno stralcio di cielo sembrò deformarsi, incresparsi come la superficie di un lago in cui è stato appena gettato un sassolino. Cerchi concentrici si propagarono nella volta celeste, allargandosi sempre più, creando un portale rotondo tra la Terra e un mondo iperuranico che si spalancò, sprigionando un forte vento, un vento eterno che spazzava lande ignote e senza tempo.

-Mi dispiace, Ghavalhon, ma lo spettacolo è finito. – disse Melissa e sembrava realmente dispiaciuta, ma quella era l’influenza di Nefertiti, poiché la Regina ricordava ancora quanto fosse stata importante l’amicizia che l’aveva legata a Ghavalhon in passato.

-Non puoi farlo! – rispose Ghavalhon, come se quelle parole fossero un’eco di quelle pronunciate tre millenni prima.

-Non ci hai lasciato altra scelta! – rispose Melissa – Hai ucciso molti innocenti, non hai avuto pietà per nessuno, ci hai trascinato in questo incubo e hai fatto del male a Mokuba e Yuugi. – gli ricordò – E dovremmo perdonarti, essere tutti amici e vivere felici e contenti? Non è così che funziona!

-Tremila anni fa non hai compreso e nemmeno adesso lo fai… - replicò Ghavalhon – La vendetta è stata la mia unica ragione d’esistere. Mi hai tradito e condannato all’oblio quando il mio unico desidero era quello di starti accanto. – sorrise sardonico, disgustato da quel ricordo – Il mio amore per te – e fece una smorfia nauseata – si è trasformato in odio. Un odio immenso che mi ha reso potente e ha fatto di me il Signore dei Vampiri. Non mi pento delle mie scelte, né delle mie azioni. Mi sono nutrito del rancore e del risentimento che hanno provato per me. La sofferenza che ho inflitto è stata la misura della mia potenza. Non capite? Sono le urla di disperazione e di dolore delle mie vittime che mi hanno reso invincibile.

-Allora non c’è più alcuna speranza per te, Akh-her [4]. – Melissa abbassò il capo, pareva stanca e sofferente, come se quell’azione le costasse troppo.

Quando la ragazza tornò a guardare il Demone, Ghavalhon ebbe la certezza che l’anima di Melissa e l’anima di Nefertiti fossero in perfetta sincronia, che il passato e il futuro si fossero uniti in una sintesi incredibile solo per lui. In quel momento il Primordiano seppe che lui era il centro dei pensieri di quella ragazza e ne provò una strana gioia, così come aveva provato un brivido dolce nel sentirsi chiamare “fratello maggiore” in egiziano: l’ultima stilla d’umanità che viveva in lui, nascosta nel profondo della sua mente maligna, desiderava chiedere perdono agli dèi, desiderava il riscatto e la salvezza.

 

Cenere alla Cenere

Spirito allo Spirito

Prendi la sua anima

Esilia questo Demone!

 

L’incantesimo d’esilio venne pronunciato. Melissa fissava Ghavalhon negli occhi e si teneva saldamente al Faraone, in modo che la magia avesse effetto.

Le parole si persero nel vento che spirava dalle Porte della Notte, furono portate lontano, e risuonarono nell’eternità immutabile del Vuoto.

La luce del Gioiello di Iside si fece più intensa e Ghavalhon restò imprigionato dai suoi raggi, mentre il vento si abbatteva su di lui con più forza, per risucchiarlo attraverso i Neri Cancelli.

Il Vampiro si rese conto di non avere scampo, lottò fino alla fine, fino a quando si rese conto di aver irrimediabilmente perso.

-Avete vinto! – urlò mentre cercava ancora di resistere alle violente folate – E sia: me ne andrò nel Vuoto, ma non sarò solo! – ghignò malvagiamente – Mi porterò un ricordino… - e stese la mano afferrando Yuugi per un braccio e rise, mentre si abbandonava al vento e si sollevava, risucchiato verso il Vuoto.

Yuugi non ebbe nemmeno il tempo di capire cosa stesse accadendo: si vide sollevato di peso, trascinato via dai suoi amici, imprigionato tra le braccia di Ghavalhon che rideva, come impazzito.  - Lasciami, mostro! – gridò e cercò di divincolarsi, senza riuscirci. Il vento del mondo oltre il cielo lo stordì, e il ragazzo chiuse gli occhi, ma non rinunciò a tentare di liberarsi.

-Yuugi! – lo chiamò Yami Yuugi.

-Me lo porto via, Faraone! – disse Ghavalhon, che intendeva compiere la sua vendetta, almeno in parte. – Lui è mio. E in più, i miei Vampiri continueranno a vivere, un giorno ci sarà chi sarà disposto a vendicarmi. Hai perso lo stesso!

-No! – urlò Yami Yuugi e saltò, lasciandosi rapire dal vento, per raggiungere il suo migliore amico. ‘Noi siamo una cosa sola, e io non ti lascerò solo, mai.’ Pensò, rivolgendosi a Yuugi.

Il ragazzino sentì quella voce nella propria mente e, inizialmente, gli sembrò l’urlo acuto di un falco che si getta sul nemico, poi la sua mente si schiarì e lui capì: ‘Mou nitori no boku, sei tu!’.

-Dammi la mano, Yuugi! – stavolta la voce del Faraone era alta e chiara.

Yuugi aprì gli occhi e vide il suo migliore amico fluttuare nel vento, che si proteggeva il viso con la mancina, mentre l’altro mano era tesa verso di lui. Allora il ragazzino fece un’ulteriore sforzo e liberò il braccio destro dalla stretta del Primordiano e cercò di raggiungere la mano amica.

Ghavalhon osservò la scena e sogghignò. – Magnifico, nel Vuoto ci verrai anche tu, Faraone, visto che non vuoi lasciare il tuo amichetto!

-Noi non saremo catturati dal Vuoto. – replicò Yami Yuugi – Il nostro destino è diverso dal tuo. Noi non ci rivedremo mai più, presto sarai solo un ricordo. Yuugi, la mano!

E Yuugi si slanciò con tutta la sua forza, con tutta la sua fiducia, e afferrò la mano del suo Alter Ego e sfuggì dalla presa del Primo Vampiro.

-Dannato moccioso! – imprecò Ghavalhon e preparò una sfera d’energia da lanciare in direzione di Yuugi, ma non ebbe il tempo di scagliare il colpo, perché attraverso senza preavviso le Porte della Notte, entrando nel regno del Vuoto Senza Tempo.

Ghavalhon venne inghiottito dal buio e i Cancelli si richiusero al suo passaggio, lasciando fuori anche la più piccola particella di luce. L’ultima cosa che si udì fu un grido d’angoscia, di rabbia e d’odio da parte del Primordiano, e poi il silenzio si impossessò nuovamente di ogni cosa.

 


 

NOTE

 

Rieccomi dopo un’assenza durata molti mesi. Colpa della poca ispirazione, colpa del poco tempo, colpa della scuola che quest’anno prevedeva gli esami di maturità, colpa di tante cose, non ho aggiornato per tantissimo tempo.

Chissà se i miei vecchi lettori si saranno annoiati di attendere o saranno ancora lì pronti a leggere e, magari, lasciare un commento!

Volevo solo fare una precisazione per quanto riguarda i nomi. Avrete sicuramente notato che sono quelli del manga/anime originale, tale scelta è dovuta al fatto che è in programma una revisione totale della storia con l’inserimento, tra le altre cose, dei nomi originali dei personaggi.
Insomma, spero che questo capitolo vi piaccia e di non essermi dimenticata come si scrive! XD
Non mi resta che darvi appuntamento al prossimo capitolo.
Bye bye!

Melian

 

- Tutte le carte contrassegnate con l’asterisco sono di pura invenzione, non scervellatevi nel tentativo di cercarle all’interno del gioco di Duel Monsters! Gli errori eventualmente presenti nel duello, come al solito, non sono voluti intenzionalmente e, spero, non siano ritenuti tanto gravi! Naturalmente, chiunque se ne intenda di duelli e noti degli errori e/o delle inesattezze può farmelo tranquillamente notare: provvederò subito a correggere!

- Le frasi inserite tra i simboli §…§ sono delle citazioni, di cui è riportato l’autore e il “luogo” da cui è tratta, onde evitare violazioni di copyright.

 

[1] “Ultimate Yami no Game” significa “ultimo Gioco delle Ombre”.

[2] Incantesimo ripreso dal telefilm “Charmed”, in Italia “Streghe”.

[3] Formula 156 del Libro dei Morti. (Come già ricordato nel capitolo 18)

[4] Akh-ker egiziano antico per “Fratello maggiore”. (Come già ricordato nel capitolo 18)

   
 
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