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Autore: Ranessa    12/07/2004    9 recensioni
Severus Piton e la scoperta del suo tradimento. I pensieri di un uomo che sa cosa lo aspetta.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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[ Black-eyed ]


Non sono mai stato fedele
E non sono mai stato uno di cui fidarsi
Schizofrenico al limite
E assicurato di causare un casino
Non sono mai stato leale
A eccezione della mia personale zona di piacere
Avrò sempre gli occhi neri
Prodotto di una casa distrutta
Non sono mai stato fedele
E non sono mai stato uno di cui fidarsi
Bipolare al limite
Sempre a romperti i coglioni
Non sono mai stato riconoscente
Per questo ho passato i miei giorni da solo
Avrò sempre gli occhi neri
Prodotto di una casa distrutta.

“Black-eyed” (Con gli occhi neri), Placebo


L'ha detta.
Ha detto quella parola che mi perseguita da anni.
Ho sognato a lungo questo momento, negli incubi che, ladri malvagi, ogni notte mi strappano dall'unico regno in cui posso, potrei, sentirmi in pace con me stesso, ovvero l'unico in cui non ho coscienza di me, di ciò che sono e di ciò che sono stato. L’ho sognato a lungo ed ora è arrivato. È probabile che io l’abbia anche desiderato, inconsciamente forse, ma ora mi ritrovo ad avere paura. E cosa posso fare se non fissare i miei occhi neri in quelli purpurei di lui? Perché tanto so già che questa volta non ci sarà scampo. Mi ha scoperto.
Traditore.
Sento accanto a me i miei fratelli che si irrigidiscono, increduli. Ormai non ascolto neanche più le parole che l’Oscuro torna a rivolgere ai suoi servi. Quelli fedeli. Sono perso nei miei pensieri, nel tentativo di dissimulare il terrore che stringe il mio corpo in una morsa soffocante.
E mi chiedo dove io abbia sbagliato.
Cosa ho fatto?
Dove sta l’errore?
Una parola?
O un gesto forse?
Una pergamena lasciata in giro incautamente?
Troppe domande e poche risposte?
Dove sta l’errore?
La mia mente lavora febbrilmente, cercando di capire, rimandare il momento fatale in cui non potrò più fingere che tutto questo non sia reale. E mi viene da pensare a Black.
Anche in questo momento non posso fare a meno di odiarlo almeno quanto odio me stesso. E non riesco a non invidiarlo, perché è morto da eroe…Mpf, pensavo che ammetterlo sarebbe stato più difficile. Ma per me sarà diverso. Io non morirò come lui, tra le lacrime delle persone che lo amavano, perchè non ne ho.
È ridicolo pensare che l’Oscuro mi ucciderà subito. Lascerò questo mondo fra strazianti dolori, lentamente, vittima delle torture che io stesso ho inflitto, numerose volte, a uomini innocenti. Ma io non lo sono. Non sono innocente. Il sangue macchia irrimediabilmente le mie mani e non sarà il mio sacrificio a ripulirlo, come non sono stati gli anni che ho dedicato a Silente e alla sua crociata contro il Male. Ma non lo rimpiango. L’ho sempre saputo, fin dall’inizio. Quando ho tradito sapevo che non mi sarei riscattato e d’altronde non l’ho certo fatto per questo. No. L’ho fatto per me. Solo per me. Per dimostrare a me stesso che potevo ancora compiere delle scelte e per questo, forse, ero ancora un essere umano.
Solo per me.
Egoista anche nel momento del giudizio, vero?
E ora mi ritrovo qui e non c’è niente che io possa fare. Non avevo mai interpretato la parte della vittima, se non nella mia mente, ma non oso, non sono così ipocrita da paragonarmi alle centinaia di anime che hanno lasciato la vita fra queste mura maledette. Io non sono come loro, perché so cosa mi aspetta, anche se non sono sicuro che essere stato da entrambe le parti sia in realtà quel gran vantaggio. Ho conosciuto le due facce della stessa medaglia e mi sorprendo, perché un pensiero insospettabile affiora, quasi timido, alle porte della mia mente: qual’ è quella migliore? Ancora non lo so. Sto per morire, ho trascorso tutta la mia vita a servizio di qualcuno o di qualcosa più grandi di me, i miei occhi neri hanno visto cose a cui non avrei mai pensato di poter sopravvivere e ancora non so quale sia stata la parte migliore della mia esistenza. Qual è la parte migliore: l’eterno conflitto tra Bene e Male. No, non quella migliore. La “meno peggio”. Spia o Mangiamorte? Quante vite ho salvato con le mie preziose informazioni e quante ne ho spezzate, convinto di averne il diritto, di essere io uno degli eletti angeli vendicatori chiamati a ripulire il mondo dagli “immeritevoli”?
Troppo poche.
Troppe.
Ma mi sbagliavo poco fa. Non è vero che non c’è niente che io possa, debba, fare. Devo preservare la sicurezza dell’Ordine. Perché ormai è diventata questa la mia vita, da quasi sedici anni. Sfruttare ciò che ho visto con i miei occhi neri per evitare che tutto si ripeta un’altra volta.
E forse è per questo, anche per questo, che ho passato i miei giorni da solo.
Ma avrò sempre gli occhi neri.
Ed essi porteranno il ricordo di ciò che hanno visto, di ciò che io ho fatto.
E mi odio.
E avrò sempre gli occhi neri.
Testimoni del mostro che sono stato, e che continuo ad essere, nella mia mente.
E mi odio.
Per questo non posso davvero fare niente.
Merito la morte, e non mi soffermo sul pensiero che avrei potuto salvare ancora altre vite, perché questo non ha mai alleviato le mie sofferenze. Il peso della mia coscienza ha continuato a gravare sulle mie spalle dal giorno del mio tradimento e da ancor prima, sempre invariato.
E mi odio.
Ma avrò sempre gli occhi neri.
E non mi curo delle mani che ora, ben lungi dalla gentilezza, mi trascinano verso i sotterranei, quelli che io conosco così bene. Ora comincia la mia prigionia. Probabilmente non avrà mai fine, ma non mi importa più di niente ormai. Tanto meno della sorte di uno dei tanti Mangiamorte giustamente puniti per i loro crimini. Anche se so che non è per questo che mi portano verso la mia nuova dimora.
La mia cella.
Perlomeno è nei sotterranei.
Sottile, funesta, inadeguata ironia.
E mi dispiace.
Ma io avrò sempre gli occhi neri.
Anche dopo essere stato punito.
Anche dopo che le porte dell'Inferno si saranno spalancate sotto i miei piedi.
Soprattutto allora, avrò sempre gli occhi neri.

   
 
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