Il sole tramonta, le stelle invadono la notte.
Le ore volano come respiri, i suoni e i colori sono insignificanti come un insetto
morto, inutili come un kunai contro il Demone della Nebbia, o lo Sharingan di
un cadavere.
Zabuza è lontano, perduto oltre ogni cosa, confuso dai ricordi, dalle
speranze, dalle paure e dalle ambizioni.
Stupito e affascinato da un cuore che gli si agita dentro.
Il mondo intorno tiene il fiato e nel silenzio il demone s'ascolta. Quel battito
che gli ha sempre fatto pensare ai tamburi d'un epico combattimento, ora gli
suona come il canto di un bambino innocentemente felice – e lui non è
mai stato così.
Che diavolo gli sta succedendo?
E all'improvviso si accorge di Haku, seduto accanto a lui.
Lo guarda, si sente spaesato. Il ragazzino gli sorride, inclinando un poco la
testa.
Mostra il collo con fiducia, mi basterebbe un secondo ad ammazzarlo, pensa Zabuza.
Torna a guardare la notte, spaventato. Perché il gelo che l'ha afferrato
al pensiero di Haku morto è così insopportabile?
"Zabuza-sama…"
"Hmmmmm?"
"Sapete… nel mio villaggio dicevano che, quando si vede una stella
cadente, se si esprime un desiderio a voce alta, quello si avvererà…"
Il bambino ha un'espressione adorabile, ora: osserva il cielo con un sorriso
appena accennato e gli occhi socchiusi, canta un'innocenza infinita.
Guardarlo fa quasi male, perciò Zabuza si sdraia sull'erba.
Nel buio del cielo, però, riconosce gli occhi di Haku, e lo splendere
degli astri disseminati qua e là richiama il candore di quella pelle…
Fottuta natura, si dice il demone ninja, e dopo un po' si rimette seduto.
Haku è ancora là che scruta il cielo, sta davvero aspettando una
stella cadente?
Zabuza sospira, attirando su di sé lo sguardo del bambino.
"Zabuza-sama…"
L'uomo usa la tecnica della moltiplicazione, e il duplicato sparisce un secondo
dopo, arrivando con un balzo in cima al più alto degli alberi là
intorno.
Haku osserva ancora Zabuza, non ne capisce le intenzioni.
Il volto del demone della nebbia si rilassa in qualcosa che, sotto le bende,
è indiscutibilmente un sorriso. Vede Haku arrossire.
"Non so far cadere le stelle, ma posso andarci vicino "
E una pioggia di shuriken investe la valle di sotto.
"Zabuza-sama…"
Sì, Haku deve riconoscerlo, le piccole armi scintillanti, lanciate dalla
copia di Zabuza, sembrano davvero stelle cadenti. Sorride. Osserva ancora per
un po' lo spettacolo che Zabuza-sama ha voluto regalargli, poi intreccia le
dita in grembo e china la testa a guardarle.
"Il mio desiderio… è di rimanere al vostro fianco, per sempre",
mormora, arrossendo perché sente lo sguardo di Zabuza-sama bruciargli
la pelle, sondargli l'anima.
Il demone della nebbia non può resistere e sorride ancora, poi appoggia
una mano sul capo di Haku, accarezzandolo un poco.
"Sciocco", mormora, attirando il ragazzino contro di sé.
Haku appoggia quasi con timore il viso al suo petto, chiudendo gli occhi, sinceramente
felice che l'altro lo lasci fare.
"A meno che non sia tu stesso a volerlo, non mi libererei mai di te…",
soffia il demone, sfiorando con la bocca bendata i capelli di Haku.
La calda creatura contro di lui è sul punto di piangere.
"Zabuza-sama", dice piano, arrossendo e liberando una lacrima e un
sorriso. "tre anni fa, diceste che non vi sareste mai sbarazzato della
vostra arma…"
Zabuza non risponde, anzi finge con sé stesso di non aver sentito, e
anche di aver dimenticato quel dialogo.
Non vuole pensare, non vuole farsi del male.
Vede un ultimo shuriken squarciare il cielo silenzioso; "Io che ormai sono
suo voglio stare con lui, che è irrimediabilmente mio" è
il suo ultimo pensiero della giornata.
*.*.*.*.*
Note finali. (Gli shuriken sono le stellette ninja) Credevo che la mia prima produzione su Naruto sarebbe
stata una Itachan/Sasukun, e invece è arrivato, stronzissimo, il quarto
volume – che ti butta giù in una maniera assurda.
Non trovo ci sia nulla da aggiungere alle scene del manga, che è traumatico
in maniera perfetta.
D:
Oh, sì, il…
DISCLAIMER:
Haku e Zabusama non mi appartengono ma sono di Masashi Kishimoto, che non ha
saputo fare niente di meglio che ammazzarli (e_e).