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Autore: BlackKay97    19/12/2012    8 recensioni
C’è un solo semidio che ha deciso di rinascere tre volte: Luke Castellan.
A quattordici anni Luke Reasonson, sua seconda vita, scopre di essere un semidio e si imbarca, suo malgrado, in una missione che lo condurrà ad oscure verità su sé stesso e sul suo destino. Potrebbe essere la maledizione vivente che porterà alla fine del mondo.
Contemporaneamente il divino Hermes rischia l’esilio al Tartaro nel tentativo di salvarlo dall’ira dei fratelli e del padre che ritengono Luke debba morire: è troppo potente per essere un semidio. Eppure il dio dei ladri pare aver notato qualcosa che agli altri sarebbe sfuggito.
Scritta da: Kay
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ermes, Gli Dèi, Luke Castellan, Quasi tutti, Travis & Connor Stoll
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le catene tintinnavano, percosse con violenza.
Dalla cella giungevano versi orribili, inquietanti miscellanee di urla animali e mostruosi.
La parete tremava, spinta dalla potenza della creatura rinchiusa tra quelle robuste quattro mura, che oscillavano colpite dal corpo dell’essere.
Una figura umana osservava la creatura imprigionata. Scosse il capo:- Non uscirai di qui a meno che non lo voglia io. -
Gli occhi dell’essere brillarono d’oro:- Lasciami andare!!! - ringhiò con voce incrinata dalla furia e mescolata allo stridere di un rapace.
- No. - rispose secca la figura umana con voce altera. La creatura prese aria ed urlò con tutta la forza che aveva in corpo. Il suono che uscì dalla sua bocca fu un incrocio tra il ruggito del leone, lo stridere dei rapaci, l’urlo delle scimmie urlatrici ed il barrire di un elefante con aggiunti altri versi mostruosi.
I capelli della figura umana si scostarono percossi da niente più che una lieve brezza.
Il prigioniero guardò il suo carceriere con aria sconcertata e l’altro si mise a ridere:- Conosco bene i poteri della tua voce. Credi forse sia così stupido da lasciarti libero?! - lo schernì. La creatura, in tutta risposta, gli ringhiò contro come un cane famelico. Il carceriere storse il labbro in una smorfia soddisfatta:- Quella specie di museruola che ti ho messo, serve proprio ad impedire tu possa usare la voce per ferire. - spiegò con un moto d’orgoglio:- Inoltre le catene che ti imprigionano per braccia e collo t’impediranno di liberartene. - sorrise sempre più soddisfatto di sé, guardando l’odio che trapelava dalle espressioni dell’altro:- Ma cosa più importante... - continuò con gli occhi che brillavano da tanto godimento nel vedere la furia del prigioniero:- ... non puoi neppure utilizzare le tue preziose gambe, dato che sono ancorate al suolo pure esse. -
La creatura urlò di incontenibile rabbia. Urlò e si dimenò con una forza sovraumana. Il sudore gli incrostò i capelli, ma non si arrese. Sputò sangue, ma continuò a dimenarsi, anche quando la voce gli divenne roca e le labbra gli si ricoprirono di un liquido denso e vischioso. Il suo sangue.
Infine cadde. Crollò a terra con il respiro veloce ed il petto che s’alzava e s’abbassava visibilmente.
- Non puoi fare nulla per liberarti. - sorrise la figura di fattezze umane che era rimasta a divertirsi mirando l’invano tentativo di liberarsi del prigioniero:- Ti conviene rassegnarti all’idea. - sospirò con una falsissima smorfia dispiaciuta. Alzò il capo e sorrise, quindi si avviò per il corridoio delle “prigioni divine”, al piano segreto sotto l’Empire State Building, verso i piani superori.
La creatura strinse i denti e s’accigliò mentre il respiro gli si faceva via via più rumoroso a causa della rabbia che montava. Tese i propri muscoli e scattò in piedi avventandosi contro le sbarre della cella. Le manette, prevedibilmente, gli impedirono di raggiungerle.
Gli occhi lampeggiarono d’oro, l’essere alzò il capo verso il soffitto e con un odio incontenibile urlò:- ZEUS!!! - mentre di sottofondo emetteva un ringhiare degno di un cane infernale di otto metri, minimo. Schizzi di sangue partirono dalle sue viscere salendo alla bocca, dove venivano sputati fuori. Il pavimento intorno alla cella e quello del vano stesso si incrostarono del vischioso liquido dorato e, ormai esangue, la creatura si accasciò a terra stremata, privata delle forze e di ogni speranza di liberarsi.
Pian piano le palpebre gli si abbassarono ed andarono a coprire gli occhi color dell’oro, mentre un piccolo rivolo di sangue continuava a fluire fuori dalla bocca dell’essere ad ogni spasmo dello stomaco ferito a causa dello sforzo muscolare.

Avete presente la sensazione di star volando? Oh, andiamo! Avrete pur sognato almeno una volta, no?! Ricordatevela! Un ricordo stupendo: il vento che vi sfiora, la libertà. Ebbene: cancellatevi dalla testa tutte queste spudorate menzogne!
Volare è qualcosa di terrificante. Messo in chiaro questo punto, torniamo alla mia vita:
Travis aveva lasciato la signora O’Leary libera di andare a caccia e si era (purtroppo!) messo in testa di insegnarmi a volare.
Per prima cosa mi spiegò come richiamare le mie ali: la teoria era più complicata della pratica. In fondo bastava che ci pensassi e che desiderassi comparissero ed un lieve formicolio alle caviglie mi avvertiva che le avevo spiegate. Fidatevi: era una cosa semplice e facilmente controllabile.
Me le fece muovere come diceva lui così da testare il mio controllo e lo classificò come “Ottimo”. Ah, ah! Non aspettò un secondo a sminuirmi dicendo che c’erano valori più alti nella sua scala di valutazione. Che antipatico che sapeva essere alle volte! Ma era pur sempre il mio fratellastro e dovevo accettarlo così com’era, in fondo aveva anche svariati pregi.
Poi arrivò il difficile: volare.
Saltavo, mi sollevavo in volo, sbattevo le ali e riuscivo pure a rimanere in aria! ... Quindi la magia finiva: le mie scarsissime alucce non mi sostenevano più ed io ricascavo a terra.
Quando ero fortunato c’era Travis ad afferrarmi, ma non vi nascondo che un paio di volte feci la fine della frittella. Andiamo: conoscete tutti la storia e non c’è bisogno che ve la racconti! Sarebbe divagante oltre che umiliante.
Caparbio com’ero e come sono, non mollai, ma riprovai allo sfinimento. Beh, a fine addestramento (non saprei come altro chiamarla quella tortura!) qualche miglioramento c’era, ma più di una ventina di secondi, in aria, non rimanevo.
La signora O’Leary aveva assistito all’ultima ora di prove, così mi avvicinai a lei:- Che dici? Vado bene? - sorrisi credendo mi avrebbe risposto scodinzolando un po’, invece lei piegò un orecchio di lato, mise su un espressione triste e fece un verso simile ad un lamento.
- Grazie tante per l’incoraggiamento! - sbuffai.
- Non arrabbiarti con lei. - intervenì il mio fratellastro:- Ha ragione, sei veramente pessimo. -
- Cos’è? Vi siete coalizzati contro di me? -. Lui alzò un sopracciglio ed io continuai:- Guarda che cambio professore, eh! - lo minacciai senza nascondere una nota sarcastica. Travis scosse leggermente la testa:- Sei scarso. Non reggi già alle prime difficoltà. - fece spallucce. Gli sorrisi:- Ok, hai vinto. Riproviamo! - e così mi ributtai a capofitto nella pratica e quando dico “a capofitto” intendo “in picchiata”! Un paio di volte sbattei pure la testa, sebbene per le altezze da cui provavo non fosse una cosa poi tanto pericolosa, specie con la testa dura che mi ritrovavo.
Calò la sera: ero distrutto. Travis mi osservò a lungo prima di chiedermi:- Vuoi che ripartiamo? -
- No, ti prego. - mugugnai sdraiandomi con la schiena appoggiata al comodo pelo che ricopriva la signora O’Leary. - Stanco? - mi chiese. - A pezzi. - commentai io chiudendo già gli occhi. - Come vuoi... - sospirò Travis rannicchiandosi a sua volta accanto al cane infernale che, a quel contatto, uggiolò e scosse leggermente la coda. “Traditrice!” pensai tra me e me ricordando la risposta che mi aveva dato quel pomeriggio.

Angolo di Kay & Connor Stoll

Kay: Scusatemi! Non sono stata molto presente!
Connor: Non scusatela, picchiatela e basta!
Kay: Cattivo!
Connor: Sono un seguace di Crono! Muahahah!
Io: E da quando?
Connor: da quando mi ha fatto "Passa al lato oscuro, io sono tuo padre!"
Io: ma tuo padre non è Crono.
Connor: Si, ma Crono è un attore fenomenale!
Io: Ah! A_A Mi scusi allora!
Connor: Per questa volta la scuserò!
Io&Connor: *si cacciano a ridere*
Io: Ok, fantastico! Se stiamo scrivendo queste idiozie che, di solito, non metteremmo è perchè sono senza voce e non ho voglia di aprire un documento di Word per scrivere lì i miei pensieri. U.U
Connor: Pigra lei, cara la mia sorellina! ^^
Io: Caro lui, che me lo scrive su EFP! *sarcastica*
Connor: Eddai! Quante storie! Rifaccio?
Io: Rifai!
Connor: Ok, allora... Povera lei, senza voce... EVVAI!!!
Io: Questa mi piace di più.
Connor: Ok, taglia l'altra allora.
Io: non ho voglia di cancellare...
Connor: Dear...
Io: Si, lo so. XD Ma torniamo a questo capitolo! Conny, commenti?
Connor: NON SONO CONNY!!! E comunque si: quel tipo in catene mi fa paura... :S
Io: A me farebbe quasi pena non fosse un nemico di Zeus. non che Zeus sia simpaticissimo ma... questo è palesemente un Titano! Occhi dorati, poteri sovraumani... no?
Connor: io ci scommetto! Quello sfigatello di Luke se lo ritroverà dietro a mordergli i polpacci, oui?
Io: Mah! AwA
Connor: E va bene, diteci voi che ne pensate, chi sarà questo tizio strano??? O.O
Io: Che dite? Vi mette i brividi? Sarà disposto ad aiutare Luke o no? Ricordate che se lo metto non è perchè finisca nel dimenticatorio! ;)
Connor: Al prossimo aggiornamento, sperando nella salute della mia sorellina, un abbraccio a tutti!
Io: Ciao raga! XD ... no, rifaccio: Alla prossima, un abbraccio a tutti! Meglio?
Connor: Si, meglio. :)

                               Kay & Connor Stoll
   
 
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