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Autore: Lachelle Winchester    19/12/2012    4 recensioni
La vita dei Winchester è una caccia a cui non c'è mai fine e la maggior parte delle volte non si riesce a vedere una via di fuga. Per questo ad un certo punto trovare l'amore per un cacciatore significa più di quanto significhi per una persona qualsiasi: saranno capaci di decidere in che direzione deve andare la loro vita?
Revisione completa
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Esiste il lieto fine per un cacciatore?'
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2-La chiave di Lucifero

Nevada, Stati Uniti

Le luci del pub erano poco luminose, l'atmosfera tranquilla e la musica molto rilassante. Lachelle si era quasi addormentata con la testa sul tavolo quando Sam la riportò bruscamente alla realtà con la propria voce.
« E se si trattasse di un Tulpa? » ipotizzò lui sbucando con i lunghi capelli da dietro il pc, continuando un discorso che lei aveva seguito solo per metà.
« Un cooosa? » chiese lei sbadigliando e strofinandosi gli occhi. Le luci blu a neon davano fastidio agli occhi assonnati, che a stento riuscivano a distinguere gruppi di persone sedute intorno ai tavoli; alcune mangiavano, altre si baciavano ed altre litigavano animatamente, ma le voci erano impercettibili nella confusione.
« Un Tulpa. E' una forma di pensiero Tibetana che prende vita grazie ai pensieri delle persone. » cominciò a spiegare Sam.
« Devo aver letto una cosa del genere. » ricordò lei, stirandosi le braccia. « Potrebbe trattarsi di questo, le caratteristiche coincidono. » riprese distrattamente; aveva l'aria assente e cercava ovunque Dean con lo sguardo, ma non sembrava vederne neanche l'ombra.
« Su questo ci siamo, ma avremmo notato un simbolo Tibetano in una chiesa » continuò serio Sam, cercando di ottenere l'attenzione di Lachelle, ma dopo diversi tentativi si rese conto che era inutile.
« Certo, ma dove si è cacciato Dean? » Lachelle lo guardò pensierosa. Cercava di mascherare la preoccupazione ma non le riusciva tanto bene.
« Sarà da qualche parte con la ragazza bionda di prima, suppongo. » azzardò voltandosi per cercare il volto del fratello.
« Quella mezza bionda, mezza castana? » sbottò. « Che tipo, era necessario disturbare Dean? » fece di tutto per mantenere un tono distaccato e per far passare inosservato il fatto che stesse torturando un tovagliolo, ma nelle sue parole si coglieva quel po' di gelosia che aveva sempre cercato di nascondere.
« Non credo che a Dean abbia dato molto fastidio. Ad ogni modo sarebbe andato lui a disturbare lei. » le fece notare Sam mentre spegneva il pc.
La guardava e sorrideva; erano anni che la immaginava con suo fratello e l'idea per la verità gli piaceva e anche molto, sapeva che Lachelle era perdutamente innamorata di lui, qualche volta ne avevano anche parlato, ma avrebbe voluto evitare di farla soffrire. Non sapeva se Dean ricambiava, soprattutto se avesse mai potuto accettare questa cosa, poi i due si azzuffavano un minuto prima e quello successivo erano amici per la pelle. Non aveva mai visto due persone più testarde e chiuse di loro, ma l'idea di loro due insieme continuava a piacergli.
« Perché mi fissi? » chiese lei costringendosi a smettere di pensare a Dean.
Il Winchester minore rispose scrollando le spalle, in modo evasivo con un « No, niente. ».
Dopo circa dieci minuti arrivarono Dean e la ragazza bionda, probabilmente ubriachi. Era alta e formosa, elegante e molto carina ma Lachelle non faceva altro che guardarla accigliata e trovarle dei difetti.
« Io e Allison andiamo, ci vediamo alla Prima di domani sera. » fece loro un occhiolino ed uscì barcollando dal locale, accompagnato dalla ragazza bionda.
« E' ubriaco o sta impersonando un regista? » tirò ad indovinare Sam quando furono usciti.
Lachelle alzò le spalle mentre con espressione vuota guardava Dean andare via. Trascorsero ancora un po' di tempo al pub, poi tornarono nella stanza del motel dove alloggiavano e dov'erano sparsi vestiti ovunque, sulle sedie e sui letti, partendo dal corridoio fino alla porta accanto alla loro.
« Dobbiamo capire ancora cos'è che alimenta la storia. Magari qualche volantino. » ipotizzò lei entrando e appoggiando il pc sul tavolino poco distante dal divano, scuro come le pareti e il pavimento, che creavano un'atmosfera poco invitante, ma erano abituati a dormire in squallide camere come quella.
« Ci sono volantini nelle chiese? » domandò Sam, mentre nascondeva gli abiti femminili che trovò sul pavimento; non erano della cacciatrice quindi non potevano che essere della ragazza che Dean aveva rimorchiato quella sera, e decise di nasconderli per non far stare in pena Lachelle. « Non lo so, forse qualche cartellone o magari nella scuola accanto. » suggerì lui.
« Non ne ho idea. » ammise lei, alzando le spalle mentre buttava su un lato del letto alla sua destra la giacca che aveva appena tolto.
« Ma abbiamo sentito la maggior parte delle persone dire che la leggenda parla di questo mostro nella chiesa, dobbiamo cercare lì. » programmò Sam per il giorno successivo. La luce di quella stanza, ancora più bassa di quella del locale, conciliava facilmente il sonno.
« Si ma nella chiesa gli spiriti malvagi non possono entrare. E' terra consacrata quindi infesta il luogo più vicino ad essa, la scuola. » concluse lei, che non aveva più voglia di parlare del caso; voleva solo dormire, tuffarsi nel mare morbido di lenzuola e fare un lungo sogno dove non esistevano ragazze bionde ed eleganti.
« Ma se non sappiamo come fa a cambiare, come lo rendiamo vulnerabile? » chiese lui sdraiandosi sul suo letto. « Lachelle?Ci sei? » cercò di richiamare la sua attenzione ma lei continuava a sistemare il letto e gli zaini e a rispondere distrattamente per non pensare a Dean.
« Cosa? Si, scusa. È solo che mi danno fastidio le urla di quella Allison, sembra una gallina » rispose frettolosamente, sedendosi accanto a lui.
In realtà le davano fastidio tutte le ragazze che Dean portava a letto e dalla stanza accanto non si sentiva nessun suono; era solo gelosa e Sam lo sapeva benissimo, era il suo migliore amico e la conosceva fin troppo bene.
« Non c'entra niente il fatto che lì con lei ci sia Dean? » le chiese, allungando le braccia per spingersi in avanti e mettersi a sedere.
Lachelle non era molto alta ma seduta accanto a lui diventava piccolissima.
« No no, che c'entra Dean? Io vado a dormire, ci pensiamo domani al Mutaforma. » rispose evasiva prima di alzarsi.
« E' un Tulpa. » la corresse Sam.
La guardò mentre si alzava dal letto, la afferrò per un braccio e la costrinse a sedersi di nuovo per stringerla in un forte abbraccio. Lei si lasciò consolare da quel calore rassicurante fino a che non si addormentò accanto a lui.

Il giorno dopo furono svegliati da un irruzione di Castiel nella loro stanza, inondata da un profumo di cornetti caldi e dalla luce del sole, che le donava un aspetto più accogliente.
« Ciao ragazzi. » si annunciò l'angelo, che li osservava dall'alto con i suoi occhi azzurri. « Mi dispiace svegliarvi così ma è una cosa di vitale importanza. » proseguì senza aspettare che i Winchester si svegliassero del tutto. Le loro palpebre faticarono ad alzarsi e non erano ancora pronti a lasciare il letto caldo e comodo che ormai aveva preso la loro forma. Lachelle si era addormentata accanto a Sam mentre Dean si era addormentato sull'altro letto, una volta tornato in camera di primo mattino.
« C'è una cosa che vorrei prendeste per me. E' nascosta ad angeli e demoni. » iniziò a spiegare, facendo grandi passi per la stanza.« Non possiamo vederla se non sappiamo esattamente dove si trova. » continuò frettoloso come al solito.
« E se non puoi dirci dov'è, come la troviamo? » gli chiese Dean, aggrottando lievemente le sopracciglia mentre si sistemava i capelli.
« Vi dirò io dove si trova. Ci vediamo tra 10 minuti. » rispose prima di sparire in un battito di ciglia, come al solito.
« Non per essere scettici, ci mancherebbe altro col nostro lavoro, ma certe cose proprio non le capisco. » disse l'uomo alto tirando a pugni con la cacciatrice scherzosamente.« Se sa dov'è, perché non la vede? » concluse, facendo gli altri partecipi della sua perplessità ed alzandosi per prendere uno dei cornetti dalla busta che Dean aveva portato tornando in camera loro quella mattina.
Il Winchester maggiore avvertì come una stretta allo stomaco nel vedere il fratello giocare con Lachelle, ma lasciò correre questa sensazione dicendosi che non era nulla. Vederli insieme gli faceva uno strano effetto ma si costrinse a pensare che non significa niente, che non fosse, perché non ne aveva alcun motivo. Soprattutto perché Lachelle non stava con Sam.
« Però poteva almeno svegliarci più tardi, sono le 5 del mattino. Io non ci vedo neanche a quest'ora. » si lamentò la Winchester, che ora era appoggiata alla spalliera del letto e mangiava il suo cornetto.
« Gli voglio bene ma certe volte lo ucciderei. » riprese Dean, lasciandosi di nuovo cadere con la schiena sul letto morbido ed accogliente.

E come in tutte le faccende che riguardano Castiel, anche questa non filò proprio liscia. Li condusse in una specie di montagna, simile ad un vulcano e conoscendolo non si sarebbero sorpresi che lo fosse stato per davvero, ma preferirono non saperlo; speravano solo che almeno l'angelo si ricordasse che gli esseri umani di solito non "vanno in gita" al centro di un vulcano.
« Avverto la sua presenza. Si trova qui, vedete niente? » chiese Castiel guardandosi intorno.
Era un posto strano, circolare e luminoso, impossibile da identificare; era come una specie di tomba a tholos micenea, con pietre scure che ricoprivano il vasto strato di montagna, a sua volta ricoperto da una ricca vegetazione. Era come un misto di diverse realtà naturali che insieme creavano un paesaggio spettacolare e misterioso.
« Vedo un cuscino, ma credo di essermelo immaginato. » ironizzò Dean tra uno sbuffo e uno sbadiglio.
Lachelle rise ma distolse subito lo sguardo da lui.
« E' una chiave. È stata nascosta qui in tempi remoti. La composizione chimica dell'aria di questo luogo fa in modo tale che assuma il colore degli occhi di chi la guarda per primo. La forma è quella di uno scettro. » continuò a raccontare Castiel, cercando di dare quante più informazioni possibili; ci teneva davvero ad avere quella chiave, almeno avrebbe dimostrato di valere qualcosa, avrebbe potuto rimediare a tutti i suoi sbagli.
« Forse si è spostata? » ipotizzò ancora Dean, stanco dopo quaranta minuti di ricerca senza risultato.
« E' impossibile che si muova. » lo rimproverò l'angelo, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
« Ma certo! Che cretino, mi sono fatto prendere dalla fantasia, avevo dimenticato che questa è la vita reale. » fece lui.
Con un movimento veloce del capo diede uno sguardo a Lachelle per poi rendersi conto che era di nuovo riuscita a farla ridere; non sapeva perché lo faceva ma amava il suo sorriso, gli rendeva il cuore più leggero, lo faceva stare bene.
« L'ho vista. » urlò improvvisamente la cacciatrice.
Avanti a lei c'era una chiave dalle dimensioni molto grandi e di un verde intenso, come quello degli occhi di Dean; era sicura che fosse stato il primo a vederla perché quel verde era proprio quello dei suoi occhi. L'istinto le suggeriva di prendere quella chiave per sé, per poter guardare per ore il colore smeraldo degli occhi di Dean senza doverlo fissare e farsi scoprire, ma si costrinse a prenderla e ad avvicinarsi all'angelo per porgergliela. Non fece in tempo a consegnarla, però, che furono subito tutti e quattro circondati da quello che sembrava un esercito di demoni contro uno di angeli.
« Non di nuovo, non vogliamo assistere ad un'altra guerra tra supereroi con le loro armi magic....Hei! » sbraitò Dean.
Abbassò la testa per schivare un masso di pietra lanciato da un demone contro un angelo.
« Prendete la chiave e andiamocene. » ordinò Castiel, ma un altro angelo attirò la sua attenzione.
« Levati di mezzo, stupido angelo. » gli gridò uno di questi con arroganza.
Era grassoccio e aveva il viso contratto in una smorfia di pura malvagità.
« Bene, potete rimandare a dopo le conversazioni di famiglia?Consegnateci la chiave. » ordinò uno dei demoni sempre col tono arrogante, ma lui non sembrava malvagio, il che era anche più inquietante visto che lui era un demone e quello che sembrava malvagio era un angelo.
I demoni erano troppi per quattro di loro, per non contare il fatto che avevano anche gli angeli da combattere. "Che paradosso. E che schifo, anche gli angeli ci si mettono." pensò Lachelle, che neanche nei momenti più difficili sapeva mantenere la concentrazione. Lanciò la chiave a Dean in silenzio e gli chiese di far finta di darla a Sam per poi scappare, lui non capì bene le sue intenzioni ma si fidava di lei e così fece. Mentre Lachelle e Sam cercavano di sopravvivere ad un lungo dibattito tra i due eserciti, Castiel portò Dean e la chiave al sicuro, nella loro stanza del motel, poi tornò a prendere anche loro due.

« Non capisco perché perdono tempo a parlare invece di fare i fatti. La cosa è positiva per noi, ma si può essere così stupidi? » chiese lei mentre sistemava in fretta le loro cose; l'angelo li aveva riportati tutti nella loro stanza, in Nevada. Senza preoccuparsi di curare le ferite rimediate nel duello, sistemarono i loro zaini e si prepararono a mettersi in viaggio, come aveva detto loro Cass.
« Aspetta, devi dirci qualcosa. Non fare come sempre che sparisci e torni dopo secoli. » lo supplicò Lachelle in tono deciso sulla soglia della porta; era stufa di quella situazione, di viaggiare sempre con un'incognita, verso una meta indefinita ed era stufa anche di non avere un rapporto di dialogo con l'angelo.
« Non ho tempo e voi dovete andare. » rispose lui ma la determinazione della donna lo costrinse a continuare. « E' una chiave che serve a riaprire la gabbia di Lucifero, dal momento in cui i 4 anelli sono andati distrutti. Ma ora correte. » li esortò.
« E perché abbiamo trovato una cosa del genere? » chiese sconvolto Sam mentre nascondeva la chiave nello zaino ai piedi del letto.
« Tutto il paradiso è in confusione per cercarla. » spiegò lui frettoloso.
« Da quando ti sei messo a fare il bravo soldatino, Cass? » lo rimproverò Dean, guardandolo accigliato e deluso, mentre cercava le chiavi dell'Impala.
« Non sto facendo il bravo soldatino, Dean. Ve l'ho detto dovete andare. » l'angelo sembrava ansioso di andare via, ma poi continuò a spiegare, percorrendo a grandi passi la stanza. « Voglio solo rimediare a tutti gli errori che ho fatto. » confessò sperando che potessero capirlo, ma non se lo aspettava davvero.
« Trovando la chiave che scatenerà di nuovo l'Apocalisse?Bel modo di rimediare! » lo rimbeccò Dean.
« In Paradiso si dice che Dio sia tornato e i superiori dicono che la vuole, vuole questa chiave e io... »si interruppe di colpo quando si rese conto di essersi sbilanciato più del dovuto. « Ora andate. » li incoraggiò prima di scomparire.
Non avevano tempo e dovevano andare via, in fuga da qualcosa o qualcuno per proteggere una cosa che avrebbe di nuovo portato l'Apocalisse o chissà che cosa sulla Terra. I sigilli enochiani li avrebbero protetti per un po' di giorni, così sistemarono la faccenda del Tulpa e partirono senza una meta, aspettando una nuova apparizione di Castiel:ormai ci avevano fatto l'abitudine. 
   
 
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