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Autore: reigisaseirin    19/12/2012    4 recensioni
One shot scritta per la terza giornata della Warblers Christmas Week.
Prompt: pattinare sul ghiaccio.

Quando Jeff gli aveva chiesto di accompagnarlo per dare un'occhiata ai fratellini aveva detto di si tranquillamente.
In fondo lui amava quella pista, amava il clima sereno e caloroso che vi si respirava, quindi perchè avrebbe dovuto dire di no?
Ma adesso che stava per salirci sopra non era più tanto convinto la pista fosse bella. E aveva trovato circa dieci motivi per dire di no.
Tipo il fatto che non sapeva pattinare, ad esempio.
O che aveva l'equilibrio di un elefante su una fune.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeff Sterling, Nick Duval | Coppie: Nick/Jeff
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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With a little help from a friend.


Nick continuava a guardare quella pista di ghiaccio.
Aveva sempre pensato che fosse bella, piena di gente che sorride felice, di bambini che pattinano, illuminata da luci bianche e colorate. Vedere gli altri felici e sentire le risate dei bambini lo faceva sentire bene, gli faceva sentire quel calore tipico del Natale.
Quindi, quando Jeff gli aveva chiesto di accompagnarlo per dare un'occhiata ai fratellini aveva detto di si tranquillamente.
In fondo lui amava quella pista, amava il clima sereno e caloroso che vi si respirava, quindi perchè avrebbe dovuto dire di no?
Ma adesso che stava per salirci sopra non era più tanto convinto la pista fosse bella. E aveva trovato circa dieci motivi per dire di no.
Tipo il fatto che non sapeva pattinare, ad esempio.
O che aveva l'equilibrio di un elefante su una fune.

Sembrava una sfida tra lui e il ghiaccio che ricopriva quella pista.
Nick continuava a guardarlo, mentre poggiava insicuro un piede su quella superficie gelida, reggendosi alla ringhiera come se ne andasse della sua vita.
Quando poggiò il secondo piede, sentì le caviglie cedergli e prese l'equilibrio, cominciando a muovere i piedi per ritrovarlo.
Probabilmente era ridicolo agli occhi degli altri, sembrava uno di quei personaggi dei cartoni animati messi apposta per far ridere i bambini.
Poteva giurare di aver sentito qualche bambino ridere di lui, e anche un “povero, forse qualcuno dovrebbe aiutarlo”, ma non se ne interessò tanto.
L'importante era non sfracellarsi al suolo, non fare un volo e non uccidere qualcuno nel frattempo con le lame dei pattini.

 

 


Stava per rinunciarci e buttarsi a terra, quando sentì un paio di mani sorreggerlo.
“Possibile che non posso lasciarti un momento solo?” disse Jeff ridendo, aiutando il suo amico ad alzarsi e a tenersi in piedi. “Pensavo di essere venuto qui per prendermi cura dei miei fratellini, non di te.”
Nick sbuffò, fingendosi scocciato, guardando poi Jeff sorridendo, nonostante stesse rischiando la vita su quegli aggeggi infernali.
"Non è colpa mia, ma di questi così che non stanno dritti!" rispose poi, poggiandosi alla ringhiera per prendere un pò di fiato.
"Dai, non puoi essere tanto terribile!" Jeff rise, guardando Nick a sua volta. Era adorabile.
Con le guance arrossate dal freddo e dalla fatica, gli occhi brillanti dalla felicità e un sorriso sincero sul volto era una delle cose più tenere che avesse mai visto.
Nick era la persona più tenera che avesse visto.


"Oh, si invece! In confronto, Finn è un farfalla aggrazziata!"
A quel punto Jeff non potè trattenersi e scoppiò in una fragorosa risata. Per poco non cadeva anche lui per terra, per quanto si stava sbellicando dalle risate, ma l'immagine di Finn e Nick che ballavano sui pattini (anche per la marcata differenza d'altezza) era troppo divertente."Non sei simpatico, dovresti consolarmi, sono un caso disperato" disse Nick, mettendogli il broncio.


"Sei adorabile, Nick"

Jeff si pentì un secondo dopo averlo detto: non voleva che il suo amico capisse che aveva una cotta per lui da... sempre. Era sempre riuscito a ignorare i suoi sentimenti, a tenerli nascosti al moro. Sperando che non avesse fatto molto caso a quello che aveva detto, prese Nick per mano, poggiandogli una mano sul fianco in modo da poterlo reggere, e cominciò a farlo abituare a camminare con 'quegli aggeggi infernali'.

Il moro, colto quasi di sorpresa, fece qualche passo, più concentrato sulla mano di Jeff sul suo fianco che sul fatto che stesse camminando con dei trampoli dotati di lama.

Nonostante gli strati di vestiti, infatti, poteva sentire la mano del biondo fare calore e pressione sul suo fianco, deconcentrandolo da tutto il resto.

Guardò Jeff, con uno sguardo a metà tra lo spaventato e preoccupato, mentre cercava in tutti modi di smettere di pensare al fatto che il suo amico – per il quale aveva una spaventosa, e anche decisamente imbarazzante, cotta da due anni a questa parte – fosse così vicino a lui, sennò avrebbero fatto entrambi un capitombolo.

“Hey, ci sto riuscendo!” esclamò, esultando contento.
Jeff sorrise nel vedere il suo amico così contento, e rimase un po' a guardarlo, sospirando.

Aveva sempre pensato che avesse un sorriso stupendo, e poi amava quelle fossette che gli si formavano sulle guance ogni volta che sorrideva, lo facevano sciogliere come ghiaccio al sole e gli facevano venir voglia di baciar-

Basta.

Il biondo scosse leggermente il capo, come a cacciar via quei pensieri.

Era andato lì per passare un pomeriggio con il suo amico Nick prima di partire per le vacanze di Natale, quindi non poteva rovinarselo facendo il sentimentale.

Nick non lo avrebbe mai amato. Non nel modo in cui lo amava lui, almeno.

“Jeff, ci sei?”

“Si si, stavo solo pensando a quando ho imparato a pattinare... a circa sei anni. Com'è possibile che tu abbia imparato a farlo solo adesso?” disse ridendo, mentre continuava a pattinare col suo amico.

Nick, che teneva lo sguardo basso per vedere dove metteva i piedi, alzò lo sguardo offeso.

“Simpatico! Scusa se non siamo tutti fantastici e talenti nel pattinaggio come te!” Nick si finse offeso, scoppiando poi a ridere anche lui. Non riusciva proprio a fingersi offeso con Jeff, specialmente se cominciava a ridere, poi.

“Non sono io a essere un talento, sei tu ad essere negato! Anche il mio fratellino Ross, che ha imparato l'altro ieri, pattina meglio di te!”
Non poteva averlo detto.

Jeff sapeva, sapeva quanto Nick ci tenesse a quelle cose.

Non poteva averlo paragonato a suo fratello. Ad un bambino di sette anni, per giunta!

Sapeva anche quanto non sapesse resistere alle sfide.

“Ah si? Adesso ti faccio vedere io!” disse, prima di mollare la ringhiera e lanciarsi in pista.

Il biondo, non sapendo se preoccuparsi (visto quanto Nick fosse impacciato sui pattini) o scoppiare a ridere (perchè Nick che si lanciava in pista cercando di mantenere l'equilibrio era esilarante), seguì l'amico che era sparito tra la folla.

 

Nick, incredulo, pattinava (seppur un po' goffamente) trattenendo a stento dei gridolini di gioia.

“Oh santo martelletto di Wes, ci sto riuscendo! Sto pattinando! Ah! Nick uno, pista zero!” esclamò, agitando le braccia esultando.
Essendo troppo impegnato ad esultare non si accorse di Jeff che gli si era parato davanti per fermarlo e gli andò contro, facendo cadere entrambi rovinosamente a terra.

“Nick, santo cielo!”

Nick, rosso in volto dall'imbarazzo, si alzò subito da Jeff e si sedette sulla pista ghiacciata, senza neanche provare a rimettersi in piedi, sapendo che non ci sarebbe riuscito senza nessun appoggio.
Aveva già fatto una figura di merda, non c'era bisogno di farne altre.

“Scusami Jeff, non sapevo come frenare, ero distratto e-”
“Non ti preoccupare, davvero. Capita, specialmente se si è alle prime armi!” disse il biondo, sorridendo. Il moro ricambiò il sorriso, arrossendo leggermente di più.

Possibile che Nick fosse così adorabile?

Jeff si chiese come avesse fatto tutto questo tempo a resistere all'impulso di baciarlo, che, soprattutto mentre sorrideva, era fortissimo.
E anche in quel momento, le labbra piegate all'insù in un sorriso dolcissimo, Jeff non voleva fare altro che baciarlo, baciarlo fino a fargli mancare l'aria.
Si morse un labbro, tentando di reprimere certi pensieri, che non erano assolutamente adatti alla situazione in cui si trovavano.
Erano a meno di un metro di distanza, ed erano per altro circondati da di sacco di gente, grandi e bambini, tra cui i suoi fratellini, quindi non era il caso.

“Jeffie, possiamo tornare a casa?” Rydel, sua sorella, richiamò la sua attenzione, poggiando le mani sulle sue spalle, visibilmente stanca.

Jeff sorrise, alzandosi in piedi e prendendola per mano.

“Certo! Ross dov'è?”
“E' già andato a togliersi i pattini...” poi guardò Nick, ancora seduto, che le sorrise.
“Tu sei il principe azzurro di Jeffie, vero?” disse la bimba, guardando il moro come se avesse visto un unicorno galoppare su un arcobaleno.

I due arrossirono violentemente, guardandosi imbarazzati.

“Un principe?”
“Si, come quelli delle favole, che alla fine si mettono con la principessa!” disse lei, mentre Jeff la aiutava a togliersi i pattini.

“N-no, Rydel, che dici? E' solo un amico!” rispose lui quasi balbettando, al che il moro lo guardò confuso. Da quando Jeff balbettava? Con sua sorella poi...

“Ma lui non è il Nick di cui parli sempre con mamma? E poi ho letto sul tuo diario che-”
A quel punto il biondo le mise una mano sulla bocca, per farla stare zitta.

Ci mancava solo questa. Per mesi e mesi aveva nascosto benissimo la sua cotta per Nick, non poteva permettere che il moro scoprisse tutto per colpa di una sorella dalla bocca larga.

Forse un giorno glielo avrebbe detto lui. Forse.

“Povera, non sa quello che dice! Lasciala stare, ha appena imparato a leggere, quindi chissà cosa può aver letto!” Jeff, per niente convinto che l'amico si bevesse quella scusa, si diede dell'idiota.

Avrebbe meglio a stare zitto, così aveva solo peggiorato la situazione.

Nick, insospettito dallo strano comportamento del biondo, preferì però lasciar perdere e prese le se cose, avviandosi alla macchina.

 

Arrivati a casa Sterling, Jeff fece scendere Ross e Rydel, che corsero subito verso casa, lasciando lui e Nick da soli.

“Beh Nick, ti ringrazio di avermi accompagnato. Da solo non credo che sarei riuscito a gestire quelle due pesti” disse sorridendo, fermo sulla porta di casa.

“Ti pare? Devo essere io a ringraziare te. Finalmente ho imparato a stare in piedi sui pattini!”
Nick rise, portandosi una mano tra i capelli imbarazzato.
Il biondo vide la sorella guardarli dalla finestra e indicargli in alto.
La guardò confuso, mentre le intimava con lo sguardo di andarsene.

Lei, passandosi una mano sul volto esasperata, prese le due bambole con cui stava giocando e le fece baciare, sperando che il fratello capisse cosa intendesse.

No.
Non poteva essere.
Il biondo alzò lo sguardo, e si, sopra le loro teste c'era proprio del vischio.

Vischio.

Significa che avrebbe dovuto baciare Nick.

Doveva baciare Nick.
Oh no.

Non che non lo volesse, sia chiaro, ma aveva paura che baciandolo ora non sarebbe più riuscito a resistere a quelle labbra, rischiando di rovinare la loro amicizia.

 

Nick alzò lo sguardo e vide il vischio.

Sorrise e guardò Jeff, che sembrava molto, molto imbarazzato.

Beh, le tradizioni erano tradizioni, e chi era lui per cambiarle?
Si alzò leggermente in punta di piedi e baciò il biondo, prendendogli il volto fra le mani per non cadere.

 

Jeff non poteva crederci.

Nick lo stava baciando. Ed era la sensazione più bella che avesse mai provato prima.

Le sue labbra erano morbide, nonostante il freddo, e sapevano di buono, di Nick.

Fu un bacio breve, ma fece comunque venire le farfalle allo stomaco da entrambi.

Quando si staccarono, il biondo guardò l'amico negli occhi, mordendosi il labbro.

Bastarono pochi secondi per capire.
Non c'era bisogno di parole inutili.

Jeff e Nick riuscivano a capirsi con uno sguardo, era sempre stato così per loro.

Sembravano fatti l'uno per l'altro.

E forse era così.

Senza dire nulla, il biondo riazzerò le distanze fra loro, poggiando nuovamente le sue labbra su quelle dell'amico.

 

In casa, la piccola Rydel sorrise.

In fondo far mettere alla mamma quel vischio sulla porta non era stata una cattiva idea.

   
 
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