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Autore: Zaynspuppy    19/12/2012    3 recensioni
Nel caso di Julie la sfumatura di colore nel nero piú completo c'è e si chiama Louis Tomlinson.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi scuso per gli errori grammaticali,recensite, anche commenti negativi.Ciaoooooo :D Buio.Luce.Lacrime.Urla.Ancora buio. Si svegliò urlando e sudando,come ogni singola notte da ormai tre anni. I ricordi le riaffiorarono in mente,vividi come immagini.Era come se le vorticassero tutt'intorno,avvolgendola. Si alzò, non fece neanche dieci passi che cadde a terra,rannicchiata contro il muro,con le ginocchia strette al petto,tremando.Ricordó le risate degli altri quando passava,ricordò come veniva insultata,ricordò ogni singola cosa,ricordó le parole taglienti "Stupida,vattene,questa scuola non è per te". Avevano iniziato a picchiarla il primo anno di superiori,aveva solo quattordici anni, mancava un mesetto e ne avrebbe compiuti diciasette.Aveva subito e continuava a farlo.In silenzio.Julie era vittima di bullismo da tre anni e autolesionista da due.E in quel momento,nonostante la paura,il dolore,nonostante tutto era decisa a non prendere quella fottuta lametta.Ma.C'era sempre un ma,ogni volta che si decideva quel maledetto ma rovinava ogni fottutissima cosa.E così alle cinque del mattino,Julie con la testa bassa,i capelli spenti che pe ricadevano sulle spalle,le mani deboli e tremanti appoggiate sul lavandino,alzò di poco la testa per guardarsi allo specchio, ma non si riconobbe.Riflessa nello specchio c'era una ragazza pallida da far paura,con delle occhiaie molto scure,con uno sguardo indecifabrile,si sporse di poco e aprì lentamente il cassetto del mobile lì affianco,e infondo trovó la sua indispensabile lametta,la sua migliore amica,l'unica amica che le rimaneva.Alzò di nuovo lo sguardò e capì che si stava facendo solo del male.Posó la lametta,si svestì e preparò la vasca da bagno.Si immerse lavando lei e i suoi capelli,rimanendoci per un ora buona.Si alzò,si asciugò e si vestì,il suo sguardo cadde un altra volta sullo specchio ma adesso c'era riflessa una ragazza con un colorito più sano.Si diresse in cucina,si sedette a tavola con un piatto di frittelle davanti,constringendosi a mangiare senza pensare, senza pensare a quelle parole che le avevano aggiunto un altro problema : "Ti stupisci se ti picchiano e se nessuno ti vuole?" le parole di quell'oca le rimbombarono in testa "Ahahah non dovresti sai,con tutto quel grasso che ti ritrovi cosa ti aspettavi!!" e poi se ne era andata,lasciando la ragazza dai capelli color del pane immobile.E Julie stava ricordando quelle parole più potenti di un veleno,mentre si imponeva di non vomitare.Ma non ce la fece,si sporse sul lavello della cucina e vomitò quel poco che aveva mangiato.Un altro ricordo le invase la mente : Era seduta sulle panchine del cortile della scuola quando il solito guppetto che la picchiava si avvicinó a lei "Fai schifo" "Sfigata" "Sei un cesso" lei a questi commenti non dava peso ma poi l'ultimo le fece raggelare il sangue nelle vene,sentendosi umiliata il triplo "Ahahah che c'è non rispondi?Il gatto ti ha mangiato la lingua?O sei tu che hai mangiato il gatto,con la pancia che ti ritrovi" quando quel ragazzo disse quelle parole erano scoppiati tutti a ridere poi erano arrivati i calci,pugni,schiaffi poi le lacrime,il dolore e poi provare ribrezzo per se stessi.Farsi schifo da soli. I ricordi la uccidevano e si diresse di nuovo verso il bagno,stavolta prese la lametta senza indugi e si lasciò cadere a terra,con la schiena contro il muro.Aveva appoggiato la superfice liscia e tagliente sul suo polso e stava per spingere quando si fermò.Lei DOVEVA rimanere forte.Ma per quale motivo? Non poteva rimanere forte.Non ne aveva motivo,così spinse la lama nella carne su e giú,spinse in profonditá,quasi a voler lacerare la carne,ma nulla poteva competere con il dolore di un animo lacerato.Il sangue schizzava da tutte le parti,Julie ormai abituata,prese uno strofinaccio e mettendono sulla ferita appenna fatta.La ragazza guardò il nuovo taglio vicino agli altri e si sentì mancare,le forze le venivano meno.Corse.Corse via.Da tutto e da tutti.Uscì di casa con la ferita che sanguinava,correndo,gli occhi offuscati dalle lacrime e dal dolore,ma sopratutto dall'odio,dall'odio che provava per se stessa,quell'odio senza fine.Julie non capiva perchè lo faceva datp che dopo si ofiava ancora di piú ma non riusciva a farne a meno.Mentre correva vide alcuni ragazzi della sua scuola,tra cui anche alcuni che la picchiavano. "Merda" fu la prima cosa che pensò,si nascose dietro ad un muretto aspettando che passasero.Quando se non vide piú nessuno,scoppiò a piangere stremata.Si sentì una mano sulla spalla.Si giró di scatto.Con gli occhi chiusi sussurró "Non pichiarmi,ti prego" e poi aveva aperto gli occhi,sorpresa di trovarsi davanti agli occhi Louis,un ragazzo che faceva alcuni corsi della scuola con lei. "Non ne ho intenzione" le aveva detto prendendola per mano come una bambina,accompagnandola a casa grazie alle indicazioni della ragazza."Non dirgli dove abito,perfavore" aveva detto Julie tra le lacrime,e inaspettatente Louis l'abbracció "Non preoccuparti,fidati di me,io non voglio farti del male" e lei gli aveva creduto lasciandolo entrare in casa e raccontandogli tutto.E aveva fatto bene,perchè è stato grazie a Louis che Julie aveva superato tutto,Julie amava Louis,Louis amava Julie.Allora è vero che quando tutto è nero,c'è quella sfumatura di colore che per Julie era blu cielo.Nel suo caso quella sfumatura si chiamava Louis Tomlinson.
  
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