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Autore: Ale_kiss_    19/12/2012    1 recensioni
-Che vuole da me …?- domandai tremante. Fece un passo avanti e si rivolse a tutti nonostante solo io la capissi.
-Lo tiene lui. È suo prigioniero da quasi sempre. Ha portato il suo corpo nella propria dimora dopo aver bruciato il vostro palazzo. Vuole parlarti Erika, si tratta proprio di questo!-
Genere: Drammatico, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Erika? Erika? Tesoro?-
- Sta riaprendo gli occhi …-
- Pobre niña … me siento …-



Riaprii lentamente gli occhi tremante. Quattro volti mi stavano osservando, tre conosciuti e uno no. La ragazza aveva la pelle scura, gli occhi verdi ed i capelli mori lisci con un fiore dietro l’orecchio destro. Era vestita di uno sgargiante rosso ed era tra Soren e Selene.
- Erika, amore, tutto bene?- Soren mi accarezzò il viso. Io ero un po’ disorientata e molto assetata e la sua mano mi parve scottare al contatto con la mia pelle.
- Sangue … sangue …- ansimai. Tutti guardarono la ragazza che mi porse una bottiglia. Iniziai a bere avidamente, come se non avessi mai bevuto in tutta la mia vita.
- Come stai?- domandò Selene. Le diedi la bottiglia vuota ed annuii. Michael e Soren mi diedero una mano a mettermi seduta. Io non smettevo di guardare la ragazza spagnola negli occhi. Lei guardava me, i nostri sguardi erano pieni di domande ma i suoi erano anche pieni di dolore, le leggevo una scaglia di sofferenza in quel verde smeraldo pieno di gioia e voglia di vivere. Selene mi scostò i capelli da un orecchio e si avvicinò con le labbra.
- Lei è Iris, Erika- a quelle parole tutte le mie sicurezze caddero: Iris era spagnola … non greca … tutto non aveva più un senso e dovevo ricominciare ogni mio ragionamento da zero … ed io che speravo di essere finalmente arrivata alla fine! Sospirai profondamente, non volevo perdere altro tempo, ero stata inerme sin troppo. Ora che mi era stato iniettato l’antidoto era il momento di rimettersi in cammino.
- Hai l’indizio?- sbottai tendendole una mano per farmelo dare. Lei mi guardò un po’ impaurita. Poi annuì ed infilò la mano in una pochette che aveva affianco. Ne estrasse un foglietto sporco di terra e me lo diede. Lo afferrai con violenza e subito lo aprii.


Un'enorme statua bronzea situata nell'omonima isola.

- Ecco, perfetto, Erika, qual è questa?- domandò Michael. Iniziai a pensare più intensamente che potevo ma la testa doleva ancora e non riuscivo a riflettere. Li guardai a testa bassa, stanca della mia nullità.
- Io … non ricordo …-
- COSA?- gridarono tutti all’unisono. Era assolutamente terribile non riuscire a ricordare dopo tutta la fatica che avevamo fatto per arrivare sin lì. Mi disperai e mi strinsi a Soren per non piangere.
- Baciami!- gli ordinai. Lui obbedì ma nemmeno quello mi fece sentire meglio. Michael si infilò una mano tra i capelli ed iniziò a massaggiarsi la testa, mentre Selene si lucidava la tuta di latex che io odiavo tanto per il fatto che Kraven non aveva occhi che per lei quando la indossava, cioè sempre.
- Ed ora, come pensiamo di fare?- sbottò l’ibrido. Già, non ne avevo la più pallida idea! Ci alzammo tutti dal terreno e ci strofinammo via la sabbia dalle vesti. Stava per sorgere il sole, avremmo dovuto trovare un rifugio al più presto, altrimenti sarebbe stata la fine non solo della nostra missione. Ci guardammo attorno e notammo una grotta a circa trecento metri distante, non ci avremmo messo molto. Iris era seduta dietro di noi, che stringeva le ginocchia al petto con il mento appoggiato su di esse. Mi voltai verso di lei e mi ci accucciai vicino.
- Tutto … bene …?- le domandai guardandola negli occhi. Mi faceva tenerezza e prima l’avevo trattata sin troppo male, non era colpa sua se ci trovavamo in quella situazione! Lei seguiva solo gli ordini del suo padrone, non poteva fare niente. Scosse il capo e notai che le luccicavano gli occhi.
- No, non va per niente bene! Me mejor amiga è stata uccisa dal nuestro padrone!- mi disse tutto d’un fiato. Provai ad aprir bocca per consolarla ma lei fu più rapida e riuscì a parlare prima di me.
- Porque ella … ha aiutato … il tuo ragazzo- Selene, Michael e Soren si girarono di scatto. Corsero al mio fianco e mi fecero alzare mentre le mie mani tremavano. Avevano avuto quella reazione perché ormai mi conoscevano, e sapevano che se non mi avessero alzata subito a tenuta tra loro, sarei potuta esplodere.
- Parla Iris! Dicci immediatamente quello che sai!- le gridò Selene mettendomi una mano fresca sulla fronte. A quel contatto feci un lieve sorriso di piacere.
- Sì! Io voglio che voi mi vendichiate! Voglio che vendichiate Xeni! Marcus vuole solo arrivare ad Erika, questo indizio riguarda il colosso di Rodi! Vuole farvi arrivare a Rodi, in Grecia, per poi farvi fare il giro di tutte le altre meraviglie e dirvi solo alla fine la sua vera postazione! Ma è proprio lì che vi dirigereste ora! Lui si trova a Sparta!- spalancai gli occhi. Lo sapevo, l’avevo sempre saputo! Le mie teorie erano tutte completamente giuste, e ora ci mandava una spagnola solo per farci sbagliare strada, se fossimo già arrivati alla conclusione finale. Quella ragazza era stata un tesoro pieno d’oro! Mi gettai su di lei e l’abbracciai forte con le lacrime che scorrevano. Ancora poco e presto sarei arrivata a Kraven, vivo o morto, ma almeno gli avrei detto addio.
- Grazie! Grazie grazie grazie Iris!- le dissi.
- Ora io devo scappare, o Marcus ucciderà anche me, è stata una liberazione e un piacere affidare a voi ciò che so, spero vendicherete Xeni. Ecco, tenete- ci supplicò, eravamo la sua ultima speranza. Poi ci diede un sottile fagotto. Io lo scartai a ci trovai quattro biglietti aerei per la Grecia, per Sparta.
- Lo faremo- disse Selene dopo averli osservati. Annuì e corse via. Quando fu abbastanza lontana, ci girammo ed iniziammo a correre verso la grotta. Ma all’improvviso Selene lanciò un grido. E dal suo petto, dritto dal cuore, uscì una pallottola e un lungo fiotto di sangue. Ci girammo di scatto e vedemmo le guardie di Amelia, unite a una decina del nostro clan di Budapest.
- NOOO!- gridammo tutti. Selene cadde a terra e Michael, senza trattenersi, si trasformò. Cominciarono a sparargli contro, ma lui più rapido evitò ogni pallottola e conficcò la mano artigliata nel cuore a più nemici gli era possibile. Guardai Selene: per la prima volta la vidi inanime, con gli occhi azzurri divorati dalla morte e lei in respiri ansimanti. Quello era un avvertimento: se moriva lei, noi, non avevamo speranze.
- ERIKA! PENSA A SELENE!- mi gridò Soren. Io le ero già accanto e le stavo aprendo la tuta per provare a fasciarle la ferita, ma non sarebbe bastato. A Budapest c’erano dei rimedi speciali per certe evenienze come quello, speravo solo che riuscisse a resistere.
- Soren!- lo chiamai. Lui si girò per un attimo ed io, impugnata la pistola che avevo in tasca, feci per lanciargliela. Ma la guardai ancora per qualche attimo, poi, ne baciai la parte centrale e la gettai a Soren. Lui la prese al volo e si diresse verso gli aggressori. C’era ancora una speranza: loro erano tanti ma noi avevamo l’esperienza che nessun altro poteva avere.
- Selene, Selene, respira lentamente oppure ti sforzerai troppo. So che puoi farlo, tu puoi fare tutto- la incitai ed iniziai a cercare nel marsupio delle fasce.
- I ruoli si invertono Erika …- mi sussurrò mentre mi guardava negli occhi. Aveva un lieve sorriso beffardo sul volto.  Come faceva ad essere così tranquilla anche in quel momento? Presi le fasce.
- Non continuo questa missione senza di te! Devi vivere!- le dissi avvolgendole le bende attorno al busto.
- No Erika, io ho fatto sempre tutto da sola, ora devi iniziare a farlo anche tu!- scossi violentemente il capo.
- Io non sono te …-
- E devi essere fiera di questo! Oh Erika! Dici sempre che sono gli altri a sottovalutarti ed invece sei solo tu quella che si sottovaluta! Non ti pare di aver dimostrato quanto vali in questa missione? Anche solo aver avuto la determinazione di decidere di salvare Kraven dopo decenni che era stato dato per morto …-
- È da pazzi- la interruppi io.
- No Erika, è da Agente di Morte- e nei suoi occhi vidi che non lo diceva solo per consolarmi, sapevo che era ciò che pensava eppure stentavo a crederci. Io … agente di morte? Mai mi sarei immaginata in quei panni … eppure … lei aveva ragione, ero io che mi sottovalutavo. Dovevo crederle, dovevo farlo per lei!
- E fidati se ti dico che sarebbe un onore per il nostro gruppo a Budapest, se tu ti unissi a noi – l’abbracciai forte.
- Voglio però che tu sia al nostro fianco, al mio- le sussurrai commossa. Poi mi rialzai. Corsi verso Soren che si stava nascondendo dietro una roccia aspettando un buon momento per sparare.
- Soren- gli sussurrai chiamandolo. Lui girò a testa verso di me e si tolse una sigaretta dalla bocca, questo voleva dire che erano in vantaggio rispetto al nemico. Mi venne da sorridere. Mi porse la sigaretta e la misi in bocca.
- Dovete portare Selene a Budapest, nel mio armadietto ci dovrebbero essere dei sidri di sangue capaci di guarirla- feci uscire una boccata di fumo.
- E tu, Erika?-
- Io vado da sola fino a Sparta- a quelle parole Soren sparò un colpo verso il terreno senza rendersene conto.
- Sei pazza?- mi gridò a bassa voce. Già, allora non ero l’unica a sottovalutarmi.
- No! Prendo l’aereo e parto per la Grecia. Iris ha detto che Marcus vuole me, e mi avrà. Ma voi dovete portare Selene a casa, non è utile in quello stato! E Michael non la lascerà mai da sola. Trovate una soluzione per i biglietti ma dovete assolutamente tornare a casa!- Soren sospirò profondamente. Sapevo che la mia idea era l’unica ammissibile.
- E tu?-
- Io … io vado a riprendermi Kraven-








   
 
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