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Autore: Someoneatemyname    19/12/2012    6 recensioni
Ci eravamo incontrati per caso, ma nulla della nostra storia sembrava casuale.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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13 Marzo 2012
“Tutto questo non può essere vero..dimmi che questa non è una cartolina di richiamo!” sventolai a mezz’aria la cartolina rosa che poteva significare soltanto una cosa: richiamato al corpo di battaglia americano..ma no, non ci volevo credere, lui era una riserva e doveva essere un caso molto grave se era stato richiamato..”Di che parli Judi?” staccò la playstation dirigendosi verso di me prendendomi dalle mani l’oggetto cartaceo, i suoi occhi si sbarrarono e le mani gli cominciarono a tremare, aveva paura, Niall Horan aveva paura di tornare e combattere una guerra che sapeva a priori non avrebbe mai vinto, aveva paura di lasciarmi lì a Londra e magari non potermi mai più vedere, aveva semplicemente paura. “Niall non puoi tornare laggiù, non puoi santo Dio!” cominciai a gridare fregandomene della possibilità che il bambino si potesse svegliare, sì, il bambino, il nostro bambino..come avrei fatto a spiegare che sua padre non sarebbe più tornato? A due anni non lo poteva capire..”Cazzo calmati Judi! Calmati ok? Andrà tutto bene, andrà tutto bene..” mi prese il viso fra le mani guardandomi negli occhi scandendo le parole, ma non gli credevo, non gli avrei creduto fino a quando non lo avrei visto tornare da me con il suo solito sorriso, non gli credevo perché sapevo che per aver chiamato le riserve ci sarebbe stato davvero l’allarme rosso, c’era qualche problema grosso, e lui ce l’aveva fatta una volta, se ce l’avesse fatta una seconda avevamo davvero una stella che ci proteggeva, mi strinse al suo petto lasciandomi baci fra i capelli, io lo amavo, era l’unico uomo che avessi mai amato in tutta la mia vita e perderlo mi avrebbe portata al suicidio..”Torna Niall, torna da noi..” ripetevo fra i singhiozzi, le lacrime mi bagnavano il viso, per qualcuno, potevo essere pazza, reagire così forse era esagerato, ma non per me, sapevo come funzionava l’esercito, ci avevo lavorato, ci avevo perso mia madre e mio padre e non volevo perderci anche lui, perché lui mi aveva dato un buon motivo per andare avanti..”Ce la farò amore mio, come ho sempre fatto, andrà tutto bene, e quando tornerò andremo a farci una bella vacanza ok?” passò le sue mani lungo le mie braccia cercando di infondermi forza..”Voglio solo che torni Niall, e il resto verrà dopo..” lo strinsi ancora di più a me come se potessi evitare che lui uscisse da quella porta fra esattamente ventiquattro ore, ma è l’esercito e quando chiama tu rispondi, è questa la regola..mi alzò il viso con due dita e fece scontrare le mie labbra con le sue, calde e morbide, un bacio passionale come quelli che si danno sotto la pioggia, o nel momento in cui il prete vi dichiara marito e moglie, ma il nostro forse sarebbe stato un addio, eppure in quel momento non ci importava, non ci importava di nulla, eravamo io e lui, tutto il resto non esisteva, mi aveva sempre fatto quell’effetto Niall, mi aveva sempre creato scompiglio in testa quando pensavo a lui, era la classica storia d’amore la nostra, ci eravamo conosciuti sul campo di battaglia, io ero il sergente di un battaglione di novellini, pur essendo anche io tanto giovane, avevo soltanto vent’anni, con Niall l’amore è scattato davanti alla classica tazza di caffè dopo un attentato terroristico alla nostra base, eppure noi eravamo calmi e dovendoci confrontare sul da farsi con i nostri battaglioni una tazza di caffè ci sembrava la cosa migliore per rilassarci, è nato tutto da lì e quando io sono rimasta incinta mi sono congedata mentre lui è entrato nelle riserve passive dell’esercito, non pensavo che lo avrebbero mai richiamato, erano passati quasi tre anni e ormai ce ne eravamo quasi dimenticati ed avevamo aperto un negozio di musica nel centro di Londra, la musica, la nostra passione in comune, l’unica, direi, dato che pur essendo una tifosa di calcio, tifavo per il Manchester United mentre lui per il Liverpool, e litigavamo pure spesso per questo motivo, ma in fondo ci amavamo, eravamo ancora due bambini e facevamo mille cazzate pur avendo un piccolo a cui badare, ma a noi stava bene così, vivevamo la nostra vita alla giornata, e quella fottuta cartolina mi aveva reso tutto più complicato..andammo a letto e passammo quella che si può definire una notte di fuoco, se non fosse per il fatto che lui doveva partire, mi svegliai giusto in tempo per accompagnarlo alla porta in vestaglia, me lo ero quasi scordato in divisa, stava davvero bene..la targhetta con scritto Horan stava in bella mostra sul suo petto e il berretto ben calcato sulla fronte..”Fai attenzione sergente, non vorrei diventare vedova” dissi ironicamente cercando di trattenere le lacrime ed essere quanto più allegra si possa essere in questi casi, “Lo farò, stai tranquilla, non morirò per qualche bomba..e tu non stare in pena, tornerò presto, molto prima di quanto immagini” “Cerca di tornare vivo almeno..” mi prese di nuovo il viso fra le mani, “Ehi, guardami, questa guerra finirà esattamente come tutte le altre, ed io tornerò per stare con te, abbi pazienza Judi” “Parli come se stessi andando a fare una passeggiata” “No sto andando in Iraq, e tornerò a Londra” “Ti voglio credere” “Devi credermi Judi, ti ricordi? Siamo io e te, per sempre! Voglio tener fede alla mia promessa>” annuii semplicemente alzandomi in punta di piedi e baciandolo di nuovo..”Ti amo soldato” gli dissi donandogli un ultimo sorriso, lui mi fece l’occhiolino chiudendo la porta mentre usciva..improvvisamente quella casa sembrò vuota, priva di senso, e anche io ero così..però dovevo tirare avanti, per me, per lui, per nostro figlio..lo avrei fatto e lo avrei visto tornare..prima o poi.


24 Gennaio 2013
“Auguri amore mio, come stai?” la sua voce risuonava metallica tramite il telefono, distava milioni e milioni di chilometri da me e poteva permettersi di chiamarmi poche volte, era ancora in guerra, era stato ferito ma si era ripreso, oggi è il mio compleanno, ma non che mi importasse qualcosa..”Sto così Niall, sto come ieri, come l’altro ieri è come tre mesi fa..sto così da quando te ne sei andato..” lo sentii sospirare e restare qualche attimo in silenzio, “E Mattew come sta?”  “Dorme da Louis ed Eleonor per qualche giorno, l’hanno espressamente chiesto per giocare con Becca e Summer..e poi oggi vengono a cena perché mi vogliono costringere a mangiare qualcosa almeno per il mio compleanno..”  “Sono i nostri migliori amici, tesoro lo fanno per te! Da quanto non mangi?”  odiavo il suo tono da paparino protettore, quando in fin dei conti non poteva fare proprio niente..”Da qualche giorno..non ricordo bene quanto, ma sto bene Niall, tu non ti devi preoccupare per me e devi spaccare il culo a tutti così puoi tornare qui..sai la tua assenza si sente, Mattew mi chiede spesso dove sei, ed io gli indico il mappamondo..comincia a capire qualcosa, che Londra è molto distante dall’Iraq, ma di certo non capirà il pericolo che corri, l’altro giorno all’asilo la maestra mi ha convocato dicendomi che lui guarda sempre la finestra e quando lei gli chiede perché, lui le risponde che deve vedere quando tu tornerai, non si vuole perdere quella scena..”  “Mi manca tanto..e anche qui la tua assenza si sente, sai mi mancano le nostre tazze di caffè e la mia gelosia per gli altri del tuo battaglione..” risi, mi ricordavo ancora quando si faceva le paranoie, scrutava tutti i soldati e quelli che potevano piacermi li metteva su una lista..ma non capiva che amavo soltanto lui.. “Potrei essere anche io gelosa delle soldatesse che ci sono lì..”  “I tempi sono cambiati Judi, ormai sono tutte fidanzate o sposate!”  “E questo ti dispiace?” “No, anche la mia donna mi aspetta a casa”  “E continuerà ad aspettarti..” “Lo so, amore, ora devo andare, il dovere chiama! Ci sentiamo presto, prima che posso, ti amo non lo scordare..” chiuse senza darmi il tempo di rispondere, buttai il telefono in un angolo e mi lasciai sprofondare sul divano..qualche minuto dopo il campanello suonò, andai ad aprire trovando Louis con Mattew in braccio ed Eleonor teneva le bambine per mano..”Auguri carota! Pronta per darti alla pazza gioia?!”  “Louis..che intendi?”  mi feci da parte facendoli entrare..i bambini andarono subito in stanza a giocare e noi tre sistemammo le pizze nei piatti..”Mi sono permessa di dare qualche invito extra!”  disse euforicamente la mia amica, mi voltai a guardarla non cogliendo il significato di quella frase, poco dopo il campanello suonò di nuovo e quando andai ad aprire mi trovai di fronte tre persone che non mi sarei mai sognata di rivedere, Harry, Liam e Zayn, tre ex soldati congedati per infortunio che facevano parte della mia squadra, tra i quindici ragazzi che avevo, loro erano i migliori e quelli con cui ero riuscita ad ottenere un rapporto che superava il lavoro, erano cambiati in questi anni, ma i loro sorrisi smaglianti erano sempre gli stessi.."O Cristo.." riuscii a mormorare prima che mi venissero addosso soffocandomi in un abbraccio che definirei caloroso..”Sergente, è bello rivederla”  “Zayn non sono più sergente dallo stesso tempo in cui tu non sei più soldato..puoi chiamarmi Judi”  il moro sorrise facendo sorridere anche me, mi riabbracciarono e per la prima volta dopo quasi un anno mi sentii felice anche senza Niall..”Si ma lo voglio anche io un abbraccio!” Louis si unì al gruppo stringendomi forte e poi finalmente mangiammo..


16 Marzo 2013
Primavera alle porte, quell’aria frizzantina che si comincia a diffondere e i primi fiori che sbocciano, tutti frequentano il parco e sembrano allegri, un po’ anche io, in fondo so che Niall sta bene e in un certo senso cerco di dimenticare il fatto che lui potrebbe morire da un momento all’altro..riesco a far addormentare il bambino e mi metto sul divano accendendo la televisione..”Attentato terroristico in Iraq, quattro morti e sette feriti” o cazzo. O porco cazzo. O santissima Maddalena. Attentato? Iraq? Morti e feriti? Comincio a non sentirmi bene..per niente! Stavo male più per il fatto che non potevo sapere se tra quelle undici persone c’era anche lui, dovevo aspettare sue notizie, dovevo stare calma..ma non ce la facevo, aspettavo che quel fottuto campanello suonasse e mi si presentasse davanti lui, magari con qualche livido, ma almeno sempre a casa..ma niente..i giorni passavano, era passata una settimana e di lui nessuna traccia, mi sentivo persa, mi sentivo impotente davanti a quel grande dilemma chiamato destino..non potevo fare nulla, non potevo partire e cercarlo e non potevo sapere se lui era vivo morto o ferito..il campanello, il campanello cominciò a suonare incessantemente..mi avvicinai cautamente alla porta, quasi stessi vedendo un fantasma, aprii senza neanche riflettere e guardare dalla finestra chi fosse..un uomo vestito di nero ma con la divisa da soldato mi si parò davanti con lo sguardo fisso sul mio, senza mostrare nessun tipo di emozioni..guardai dietro di lui: una range rover nera sostava sul mio vialetto, non mi ispirava nulla di buono..”Sergente Judi Castle?”  non mi sentivo chiamare così da tanto tempo, troppo..mi mancava certo, l’esercito era sempre stato il mio sogno e se fossi potuta tornare indietro avrei fatto sempre il soldato, “S-sì sono io..tenente..”  gli guardai l’etichetta sul petto “Marley, tenente Marley, posso esserle d’aiuto in qualche modo?” respira.inspira.respira.inspira, ce la posso fare, devo sembrare tranquilla e non una squilibrata mentale..”Signora io..”  e si levò il berretto..alla grande, sapevo cosa voleva dire e su due piedi, lì, sarei svenuta appena lo avesse detto..”Oh no..”  dissi cominciando a piangere copiosamente..”Signora stia calma..è la moglie di Niall James Horan, esatto?”  “Fidanzata, per ora”  e penso per sempre..Beh il fatto è sergente, che lui..è disperso..”  uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci..respira..cosa?! “D-disperso?”  feci eco mentre la mia gola si stava facendo secca e il corpo stava avvampando, disperso non voleva dire morto, ma neanche vivo, c’erano soldati che restavano dispersi per tutta la vita..”Noi stiamo facendo di tutto per ritrovarlo, ma la situazione è critica, gli attentati non cessano e cercarlo nelle zone più addentrate sarebbe una follia, confidiamo nel senso dell’orientamento del sergente, e della sua forza di volontà, noi da parte nostra ce la metteremo tutta”  “Grazie mille..potreste tenermi informata?”  “Certamente signora, buona giornata”  in effetti tanto buona non era..chiusi la porta accasciandomi a terra, questa era davvero la fine e niente, mi avrebbe tenuta attaccata a questo pianeta insulso..niente.


15 Maggio 2013
chiuso” affissi il cartello con la scritta alla porta del negozio, non me la sentivo proprio di tenerlo aperto, avevo bisogno di un po’ di tempo, ancora nessuna notizia, ancora disperso in battaglia..mi ero rassegnata, ma come può una vita finire a ventidue anni? Nel fiore degli anni? Che senso ha l’esercito? Servire la patria, il proprio paese..e rimetterci la vita..ormai per me quella che era stata la mia “casa” un tempo era diventato luogo di odio e rancore..i miei genitori, entrambi soldati, mi avevano istruito con una mentalità diversa da quella dell’esercito, ma io quando li persi tutti e due all’età di tredici anni promisi a me stessa di arruolarmi per loro e per portare a termine quello che loro non erano riusciti a fare, ma dopo aver “trovato” Niall, per me la famiglia veniva prima di tutto, anche di quella che una volta era la mia unica priorità: l’esercito. Lasciai Mattew da Louis e tornai a casa, dovevo stare anche senza mio figlio, perché tutto di lui mi ricordava suo padre, e non potevo permettere atti estremi verso mio figlio, perché in quel momento ecco cosa avrei fatto: qualcosa di pazzo, estremo, urlare e rompere ogni piatto..quella sarebbe stata una buona idea ma dovevo essere razionale, dovevo calmarmi, arrivai a casa e optai comunque per il pianto liberatorio che in un certo senso fa stare meglio..dire quanto tempo di preciso le mie lacrime mi bagnarono il viso è impossibile, forse giorni, interrompendosi soltanto quando dormivo, mi sentivo distrutta, “Promessa un cazzo! Non hai mantenuto niente Niall! Non hai mantenuto niente!”  gridai come se ci fosse qualcuno a sentirmi, sentii la serratura della porta d’ingresso scattare, una mandata, due mandate..io l’avevo chiusa a chiave e nessuno ha le chiavi di casa se non..impossibile! Mi fiondai giù per le scale perdendo le scarpe strada facendo, mi asciugai in fretta le lacrime ma quando scesi la porta era ancora chiusa a chiave e nessuno era entrato..perfetto, ora mi immaginavo pure le cose! Mi voltai di nuovo per salire ma due mani si posarono sopra i miei occhi, sussultai non capendo chi fosse, un’altra allucinazione sicuramente..”Chi sei?”  la luce mi colpì di nuovo gli occhi, segno che le mani non c’erano più, mi voltai e per un attimo pensai davvero che fosse una visione, lo scrutai dalla testa ai piedi, esattamente con la stessa divisa con cui lo salutai un anno fa, ma più sgualcita e piena di terra e polvere, lo stesso sorriso (se non più bello) e qualche graffio sparso fra le braccia, lui era lì, Niall era tornato a casa! “Allora? Faccio questo effetto dopo tutto questo tempo?”  ma ancora non risposi, “Posso, che ne so, abbracciarti?”  annuii con la testa facendomi stringere al suo petto, non riuscivo ancora a capacitarmi e soprattutto non riuscivo ancora a parlare, era così strano rivederlo dopo un anno, e rivederlo dopo aver creduto che fosse morto. “Tu..mi hai fatto preoccupare così tanto! Pensavo fossi morto!”  “Un accoglienza tipo: amore mi sei mancato? E’ chiedere troppo?” almeno il senso dell’umorismo era ancora intatto..”Certo che mi sei mancato! E anche tanto!”  mi prese il viso fra le mani e mi baciò, finalmente quel contatto tanto atteso, tutte quelle notti a fantasticare su di lui, avremo di certo recuperato il tempo perso..era sano e salvo, era ancora vivo e del resto non ci importava, eravamo di nuovo io e lui dopo tutto quel tempo senza vederci, eravamo ancora gli stessi ragazzi che si erano promessi di rivedersi l’anno prima, eravamo ancora innamorati follemente e sempre lo saremo stati. Eravamo e resteremo sempre due soldati che hanno vinto la loro lotta sulla distanza e che hanno creduto l’uno nell’altro. Perché tra soldati si fa questo, la fiducia reciproca. Ma ormai quel capitolo era una storia finita, e ne comincerà un’altra in cui tutte le preoccupazioni di un anno non ci saranno più, e mentre io ero immersa nei miei pensieri, Niall mi aveva già portata a letto, io lo lasciavo comandare..”Ti ricordi Judi? Io e te..”  “Per sempre” completai io, e mai come in quel momento fui colpita dalla verità di quelle parole.


28 Ottobre 2013
“Ancora non ci credo!”  dissi non smettendo un attimo di muovere la mano e vedere l’anello brillare..ero diventata la signora Horan, finalmente, una cerimonia soltanto con i nostri amici, al comune, in fondo ce ne fregava di festeggiare, volevamo soltanto essere uniti anche legalmente..”Se continui a guardarlo finirà per consumarsi!”  “Tu guarda la strada che io mi godo l’anello!”  ci stavamo trasferendo, in campagna, nelle periferie di Londra, in una casa che avesse più spazio..Mattew cresceva e fra poco non sarebbe più stato solo..la piccola Claire stava per fare il suo ingresso in famiglia..a volte ti dicono che il vero amore non esiste, che tutto prima o poi finisce, magari in parte è vero, tutto finisce, anche la vita, ma l’amore resta anche dopo, l’amore non cessa di esistere, questo è il mio caso, una storia che resta complicata e che diciamocelo, ha avuto la sua buona quantità di fortuna ma che ha sempre resistito grazie all’amore..siamo ancora giovani io e lui, ma quello che provo è qualcosa di indescrivibile, non come le farfalle nello stomaco, non come il rossore improvviso che ti prende mentre sei vicino a lui..ma senti che per te esiste solo lui, che il mondo potrebbe crollare ma tanto a tenerti in vita è lui, a donarti l’ossigeno è lui, diventa il tuo centro e il tuo tutto..Niall è il mio tutto e io sono il suo tutto..ci amiamo e non ci sono altre parole per descriverlo..”Ti amo Niall, te l’ho mai detto?”  “Sì ma mi piace quando lo ripeti..” rispose prendendomi la mano ma tenendo sempre costante lo sguardo sulla strada..”Oh e anche io ti amo Judi, ti amo di un amore che non puoi immaginare”  “Allora penso sia simile al mio”  lo guardai e mi persi nelle sue iridi azzurre ancora una volta. Ci eravamo incontrati per caso, ma nulla della nostra storia sembrava casuale.

Now, I'm talking!
Le mie carotine preferite! Macciao c: sono tornata! Questa storiella bella bella che personalmente a me piace da matti e sono fiera di me stessa, la dedico ad una persona specialissima per me, che anche se conoscendomi da poco ha fatto tanto per me! Lei è *rullo di tamburi* Martina! Tadaaaaa! Io sono di fretta, come al solito :3 ma vi consiglio di andare a leggere le sue storie! Lei si chiama YesIam_ e ragazzi, fa storie da paura! Io vi lascio, se volete immaginare la protagonista, immaginatela come Naya Rivera!
Un bacione
#ChupaChups  




  
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