Test Page Then return to the page you came from by clicking the icon on the toolbar.
|
...Due minuti al
Buster Call...
Il grande
vascello militare era in piena balia di una tempesta spaventosa, titani di acqua
salata spazzavano il ponte ripulendolo di oggetti e marinai. Corpi e cannoni,
spade e corde cozzavano
tra di loro senza ritegno...
Gli tremavano le
gambe, non riusciva a reggersi in piedi, ma non per la paura...il ponte
ormai
non aveva nè un sopra nè un sotto...mare e cielo erano una cosa sola,
acqua ed aria si mescolavano nei suoi polmoni pieni di fitta salsedine.
Di
nuovo un gigantesco cavallone e la nave si piegò verso tribordo. Schiuma bianca
scivolava tra le assi e vide i suoi compagni rotolare verso l'inevitabile abisso
nero e blu.
Fulmini e saette squarciavano il buio...nonostante l'Acqua laguna
fosse ormai alla fine della sua tornata, era comunque spaventosa...
Un secco
colpo di vento e la nave cambiò direzione.
Alzò lo sguardo verso l'alto
mentre stringeva con tutte le sue forte il parapetto della nave nel tentativo di
non farsi trascinare via. La vela! la vela non era spiegata!
Un'ora sola al
Buster Call...non ce l'avrebbero mai fatta a quella velocità.
Rischioso, ma
sensato...
Non pensò neppure...non doveva pensare lui! Non era il suo compito
insomma! Non era mica un generale, un capitano, o una leggenda! No. Lui era un
semplice marinaio che per caso o meno,
si era trovato di servizio su una
delle navi militari più potenti al Mondo. Una delle navi che ospitavano i
terrori della marina più famosi del Grande Blu.
Al resto avrebbero pensato
loro. Lui doveva solo portare questa nave fino a Enies Lobby. Punto.
Così
ancor prima di accorgersi della pazzia che stava per commettere, risalì il ponte
della nave aggrappandosi al parapetto fino a raggiungere l'altezza dell'albero
maestro.
...Un'ora al Buster Call...
Rivolse il volto bagnato di sudore
freddo e acqua di mare verso l'imponente palo reggendosi con le spalle al legno
della nave. I suoi occhi erano atterriti...vuoti e spaventati...ma che poteva
fare se non provarci? Prese un forte respiro, ma ciò che inspirò fu più sale e
acqua che ossigeno.
Lasciò andare la presa e approfittando della pendenza
della nave si lasciò trascinare dalla forza di gravità tentando di mantenere
l'equilibrio. Ruzzolò lungo il ponte schiantandosi forte contro l'albero maestro
che involontariamente fermò la sua corsa. Doloroso ma efficace.
faticosamente
si tirò in piedi aggrappandosi al legno del palo. Afferrò le corde che
discendevano da esso sottraendole alla furia del vento...o ora o mai
più...
"Che fa quel pazzo? si arrampica sull'albero!" una voce sconvolta
e stupita superò il rumore delle onde che si infrangevano.
Cinque uomini
nerboruti presidiavano il timore facendo sforzi sovrumani per mantenere la
rotta.
Mentre in tre tentavano di virare gli altri due si limitavano a tenere
la rotta stabile, e fu uno dei due marinai ad urlare ai compagni.
"Ma sei
scemo? Hai talmente tanta stizza da avere le visioni?" Gli rispose bruscamente
il suo vicino troppo impegnato a far scricchiolare i suoi muscoli d'acciaio per
dar retta ai deliri del compagno.
"N-o! Ha ragione!! Quel pazzo sta per fare
il salto!" urlò una seconda voce.
Una piccola chiazza scura, appena visibile
veniva sballottata come una foglia al vento.
Appeso per un braccio alla trave
della vela il marinaio strinse i denti all'invero simile. Non ce la faceva più.
Penzolava nel vuoto a grande altezza, il vento freddo lo scuoteva da capo a
piedi, e goccie di salsedine continuavano a perseguitarlo.
Fletté gli
addominali e portò anche l'altro braccio al suo sostegno. Poteva farcela! Doveva
farcela!
"Attenzione da A babordo!"
La voce del marinaio gli giunse appena
alle orecchie, ovatta e lontana, ma abbastanza convincente da fargli alzare lo
sguardo... ciò che vide lo lasciò pietrificato.
Un'enorme ombra scura
sovrastava il suo corpo e tutto l'albero maestro, anzi...tutto il
vascello.
Un cavallone alto quanto i palazzi della capitale si increspava
furioso...un attimo di respiro...in cui tutto si raggelò. Pareva che ci fossero
solo loro due. Lui e quella spaventosa massa d'acqua scura.
Lui...l'unico
abbastanza in alto da poterla guardare negli occhi...
In un istante il vento
cessò, il fragore delle onde tacque, il freddo si fece meno intenso...
Il
respiro prima del balzo nel vuoto.
E poi avvenne.
...Mezzora al Buster
Call...
Nonostante la nave fosse appena uscita dall'Acqua Laguna al suo
termine non portava quasi i segni della rovina. Aveva filato diritta alla
velocità di parecchi nodi in poco tempo, e la flotta che la circondava quasi
faticava a tenergli il passo.
"Fortuna che la vela si è sganciata al momento
giusto! Davvero un caso fortuito!" commenteranno i marinai al porto per diversi
mesi, quando racconteranno agli amici l'evento del Buster Call.
La quiete
prima e dopo la tempesta...
"Enies Lobby a dritta!" Urlò una
vedetta.
...Un quarto d'ora al Buster Call...
Tutti i marinai di servizio
presenti sul ponte corsero a prua per vedere la famosa Enies Lobby...il flagello
dei fuori legge.
Il vento forte ma tranquillo soffiava forte a poppa, e
quando si aprì una delle cabine capitali un mazzetto di foglio volò nell'aria
senza che nessuno se ne curasse...
Un foglio ingiallito danzò nel vento per
qualche istante prima di posarsi sul'acqua che in breve imbevve la carta
distruggendola...
Un avviso di cattura...
Una taglia sproporzionalmente
alta...
Una foto nera...
Un volto sorridente e un cappello...
Cappello
di paglia.
Edifici distrutti, piani disintegrati, agenti creduti
imbattibili ora stesi al suolo deboli e sanguinanti...
la porta della
giustizia era aperta...spalancata...e il ponte che la collegava con il resto
dell'isola affollato di gente.
Soldati e Marine sparavano senza sosta e senza
risultato.
Una figura con un lungo mantello rosso troneggiava sulla
torre.
Nei piani sottostanti si aggiravano i suoi compagni...vittoriosi, ma
non ancora vincitori.
Per un attimo la terra parve quasi tremare...anche se
nemmeno un ciottolo si mosse.
Tensione...silenzio...Quasi un presagio.
I
pirati si guardarono tra di loro...che cos'era?
Nico Robin sul ponte, debole,
provata ed ormai senza più lacrime per piangere...sgranò gli occhi in un impeto
di terrore...il suo cuore accellerò i battiti, nella sua testa si susseguirono
immagini...immagini di un passato pesante e insopportabile...
"No!"
La
vibrazione inesistente scese lungo il ponte, attraverso il portone e giunse
nell'ingresso di cui ormai non restavano che macerie.
Lucci si alzò da terra
sollevando polvere e detriti.
Rufy dal Cappello di paglia mantenne la
posizione di guardia senza staccare gli occhi dal suo avversario...una densa
nuvola di vapore veniva emanata dal suo corpo di gomma.
Un moto di
inquietudine...la vibrazione raggiunse anche lui.
Strinse le labbra mentre
cresceva l'agitazione, cresceva il timore, l'ansia...
...il
terrore...
...Due minuti al Buster Call...