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Autore: GhostFace    19/12/2012    1 recensioni
Riflessioni interiori, ma anche azione, istinto ed avventure, senza mai farci mancare qualche risata... Questa è una storia che coinvolgerà tutti i personaggi principali di Dragon Ball, da Goku a Jiaozi! Cercando di mantenermi fedele alle vicende narrate nel manga, vi propongo una serie di avventure da me ideate, con protagonisti Goku ma soprattutto i suoi amici. I fatti narrati si svolgono in alcuni momenti di vuoto di cui Toriyama ci ha detto poco e nulla, a cominciare da quell'anno di attesa trascorso successivamente alla sconfitta di Freezer su Namecc (ignorando o rielaborando alcuni passaggi only anime). Come dice qualcuno in questi casi, Hope You Like It! Buona Lettura!
PS: la storia è stata scritta prima dell'inizio della nuova serie DB Super, quindi alcuni dettagli non combaciano con le novità introdotte negli ultimi anni. Abbiate pazienza e godetevi la storia così com'è, potrebbe piacervi ugualmente. :)
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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PREMESSA:

La gran parte dei fatti narrati in questo capitolo vi suonerà sicuramente "già vista": in effetti, è tratta (per non dire scopiazzata :-D ) dal manga. Vi invito tuttavia a leggere il capitolo, visto che ho inserito qualche cosina mia originale e soprattutto la storia prenderà una svolta diversa. Capirete tutto a tempo debito. :-) Grazie a coloro che hanno letto la mia storia fino ad ora, e buona lettura!

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La mattinata era iniziata come tante altre. Purtroppo, le giornate anomale – nel bene e nel male – spesso iniziano così: è il trucco usato dal Destino per camuffare le gioie e le tragedie sotto gli abiti ingannevolmente rassicuranti della routine.
Dunque, come tutte le mattine, anche quel giorno Gohan si svegliò e si lavò; indossò una maglietta bianca e una salopette scura e si sedette alla sua scrivania. Studiò di buona lena per qualche ora: forse molti ragazzini non la pensavano come lui, ma la meccanica non era poi male, specialmente se la si studiava applicata ai corpi celesti che aveva potuto contemplare durante la trasferta su Namecc di un anno prima. Ed ecco che ancora una volta un po' di nostalgia lo coglieva; la sua testolina si poggiava malinconicamente sulle braccia, incrociate sopra il quaderno, e il pensiero lo riportava ancora una volta a lui: “Chissà dov'è ora il mio papà... Perché non vuole tornare sulla Terra?” Fu proprio in quel momento che un terribile sentore lo sorprese e lo fece sussultare, mentre era con la schiena chinata sulla scrivania. In quell'esatto momento squillò il telefono nella sua stanza, e Gohan si precipitò a rispondere.
«Pronto? Ah, Crilin!» Dall'altra parte del telefono, e in tutt'altra parte del pianeta, il basso combattente pelato, direttamente dalla Kame House, domandò allarmato: «Gohan, hai percepito anche tu quell'aura potentissima??»
«Sì!» rispose il piccolo, anche lui preoccupato. «Non mi è sembrata un'aura benevola...»
«Assolutamente no... e si sta avvicinando sempre di più...»
«Allora anche tu hai qualche sospetto... Quest'aura non sarà quella di Freezer?!» chiese il mezzo Saiyan manifestando per la prima volta quella che doveva essere l'origine della loro comune preoccupazione. Quel cattivo presagio però li sorprendeva: per quanto ne sapevano, l'alieno doveva essere defunto da circa un anno, no? Meglio andare a controllare: i due si diedero appuntamento concordando di dirigersi nell'area verso cui sembrava indirizzato il tremendo pericolo diretto verso il loro pianeta. Percependo le reciproche aure, si sarebbero trovati a metà strada.
Un’avvisaglia di quel genere non poteva non destare le reazioni degli altri super combattenti, dispersi ai quattro angoli del pianeta. Un'aura simile non si sente spesso, anzi... sarebbe meglio non sentirla mai. Chi aveva avuto una qualche familiarità con essa, ne conservava un ricordo indelebile nella memoria. Lo sapeva bene Piccolo, che in quel momento si trovava a meditare in un'area boscosa che Madre Natura aveva arredato con qualche alto sperone roccioso.  «Non è possibile...» commentò con un rabbioso ringhio.
 
Anche la mattinata di Vegeta era iniziata in modo alquanto ordinario. Si era svegliato di buon'ora, aveva fatto una colazione tanto calorica quanto veloce, e si era messo all'opera coi suoi allenamenti. Dopo alcune ore di esercizio fisico, gli venne in mente l'invito che Bulma, sorridente, gli aveva rivolto il giorno prima: “Domani, se ci sarà bel tempo, credo che farò una bella grigliata di carne all'aperto... ovviamente sei invitato!” Carne alla griglia, gustosa, calorica e proteica... uno degli alimenti preferiti dei Saiyan: gli brontolò lo stomaco, in special modo perché ricordava che Bulma aveva metodi tutti suoi per rendere le vettovaglie ancora più appetitose e prelibate.
Una doccia veloce lo ripulì dal sudore. Aprì l'armadio: l'odore di detersivo e di pulito proveniva da una camicia chiara con la scritta “Bad Man” sulla schiena, spiritoso acquisto regalatogli dalla madre di Bulma in omaggio all'espressione perennemente imbronciata del Principe. Quella donna prima o poi lo avrebbe fatto esasperare, con la sua stupidità. Decise di indossare quell'indumento abbinandolo a caso con un paio di pantaloni scuri, poi scese nel giardino della Capsule Corporation dove Bulma, Yamcha, Olong e Pual stavano aspettando che i primi spiedini fossero pronti, e qualche gatto di casa gironzolava nei paraggi attirato dal buon odore del cibo. Il Saiyan arrivò proprio in tempo per vedere che i primi spiedini venivano serviti cotti a puntino... tempismo impeccabile, quando si trattava di mangiare! Yamcha iniziava ad addentare il suo spiedino mentre e Olong, che per ovvi motivi preferiva la carne bianca, sorseggiava ancora una bibita in lattina. Il guerriero terrestre e il Saiyan sussultarono improvvisamente, e la loro espressione mutò: Yamcha rimase sconvolto, Vegeta si oscurò d'improvviso per poi sbraitare fuori di sé: «Come diavolo è possibile!? Accidenti a Kakaroth! Non gli ha dato il colpo di grazia su Namecc!»
«Vuoi dire che quest'aura è davvero quella di... Freezer?!?» ribatté Yamcha incredulo. I presenti non ebbero nemmeno il tempo di reagire dalla meraviglia, che videro Vegeta che si innalzava in volo, ignorando del tutto la domanda dell'uomo con la cicatrice. “Devo vederci chiaro, ma credo di essere fottuto...” Aumentò d'improvviso la propria aura e schizzò a tutta velocità nella zona verso cui si stava approssimando la presenza di Freezer.
All'incirca nello stesso momento, Tenshinhan e Jiaozi si stavano incamminando lungo un sentiero delle loro montagne; quel giorno, l'aria era alquanto fresca e i due si erano coperti con soprabiti pesanti. Non tardarono nemmeno un attimo a percepire quella grande aura minacciosa, anche se non indovinarono subito che potesse appartenere a quell'alieno così terrificante di cui tanto avevano sentito parlare un anno prima. «Però...» obiettò Tenshinhan «... non è sola... ce n'è anche un'altra incredibilmente potente...»
«M-ma...» balbettò Jiaozi. «...T-Ten., forse potremmo seguire questa traccia... sono sicuro che anche gli altri arriveranno!»
 
Tenshinhan aveva visto giusto: le grandi aure erano due, non una sola; del resto, per chi avesse capacità percettive di quel tipo, non doveva essere difficile captarne l'entità. Freezer, in compagnia dell'altro personaggio, si trovava a bordo di una astronave di grandi dimensioni, del classico modello usato dal tiranno per le missioni, quando decideva di parteciparvi in prima persona. Freezer stava in piedi, appostato ai margini di un grande oblò, che gli offriva la visione luminosa del pianeta Terra: la nave sfrecciava a velocità sostenuta ed era ormai vicina al suo obiettivo. Lambito dalla luce riflessa dal pianeta azzurro, Freezer sfoggiava un aspetto notevolmente diverso da quello con cui era stato visto l'ultima volta su Namecc: delle sue sembianze originali, quel quarto stadio che avrebbe fatto tremare i mondi con un solo sguardo, restavano solo alcune porzioni del viso e del corpo dalla cintola in su. Alcuni consistenti pezzi della sua parte superiore erano stati ricostruiti con inserti e sostituzioni metallici e plastici di diversi colori, irregolarmente disposti; la ricostruzione era stata pressoché integrale dal bacino in giù, coda compresa. Non era certo un capolavoro di chirurgia estetica, ma probabilmente il rifacimento era tale da ripristinare la piena funzionalità combattiva dell'organismo. L'alieno si rivolse all'imponente figura che gli stava vicino: un alieno dalle sembianze a lui simili, ma di dimensioni molto maggiori; in particolare riproponeva l'aspetto del secondo stadio di Freezer, alto, dalla muscolatura possente e con le corna ripiegate verso l'alto. Aveva un colorito violaceo laddove il figlio aveva una carnagione chiara; le sue placche ossee, anziché violacee, erano blu scure; indossava una battle suit sulle cui spalline era fissato un ampio mantello scuro. «Guarda, papà...» disse Freezer. «Quella è la Terra. Sembra che siamo arrivati prima del Super Saiyan che mi ha ridotto in questo stato...»
«Com'è piccola...» commentò con un sorrisetto sarcastico l'enorme alieno, che altri non era se non Re Cold, il padre di Freezer: era lui il vero padrone della galassia, la massima autorità che regnava sui pianeti, non contrastato nemmeno dai due figli, Freezer e Cooler, i quali solo a lui portavano rispetto e riverenza. «Basterà un solo colpo per distruggerla» aggiunse il Re in tono inquietante.
«No, papà, non sono d'accordo: così non mi dà alcuna soddisfazione. Voglio mostrargli la mia potenza superiore alla precedente...» Poi, parlando fra sé ad alta voce, Freezer aggiunse: «Grazie al mio radar, so che anche tu ti stai dirigendo verso la Terra. Capirai subito chi è il numero uno dello spazio...» Freezer, infatti, nel lavoro di ricostruzione artificiale a cui era stato sottoposto, era stato dotato di un congegno rilevatore di energie spirituali: una sorta di scouter incorporato nella regione ricostruita del suo cranio.
 
Gohan schizzò via da casa in preda ad un'agitazione che cresceva momento dopo momento; uno stato d'animo nato dalla piena consapevolezza del pericolo imminente. “In che guaio ci siamo cacciati?! Papà... siamo nella peggiore delle situazioni!” pensò fra sé. Sfrecciava nel cielo avvolto dall'aura di energia intensificata dalla sua fretta nervosa. Ad un certo punto del suo impetuoso volo, il ragazzino avvertì la presenza dell'amico Crilin, il che quasi lo rincuorò. Il pelato lo salutò; sorrideva nervosamente.
«Crilin, ti sei accorto dell'altra aura? È un'aura molto simile a quella di Freezer!»
«Aha... certamente... come posso non accorgermi di un'aura così grande e terribile...?»
«Ma cosa sta succedendo?»
«Vorrei saperlo anch'io! Non riesco a capirci niente!»
Nel frattempo, Vegeta, seguito a ruota da Yamcha, si era fermato nel punto dove, a suo giudizio, l'astronave sarebbe atterrata, ricordando le modalità d'attracco delle grandi astronavi regali. Si trattava di una regione semidesertica, con rilievi rocciosi che si innalzavano ad altezza non eccessiva; qua e là facevano capolino poche sterpaglie, cespugli e piante grasse.
Yamcha si rese conto che un velivolo di piccole dimensioni stava per raggiungerli; sussultò per il nervosismo, ma si rese conto che non c'era ancora nulla per cui allertarsi. «Bulma?! È impossibile!» Invece dal piccolo elicottero monoposto vide scendere proprio la sua fidanzata, alla quale si era aggregato anche Pual, probabilmente preoccupato per la sorte del suo migliore amico. Il gattino volante era rimasto traumatizzato dal dolore nel momento in cui aveva visto il trapasso di Yamcha da uno schermo televisivo, all'epoca dello scontro coi saibaimen, quindi voleva essergli vicino in quel frangente che si preannunciava critico. Olong, invece, sembrava avesse preferito restare a casa, mantenendosi distante dall'allarme rosso. «Cosa siete venuti a fare qui?!» domandò contrariato il giovane uomo.
«Siamo venuti a vedere Freezer! Io non l'ho mai visto nemmeno quando ero su Namecc...» rispose prontamente Bulma con un sorriso di sfida, come se volesse far presagire guai a chi osasse contraddirla.
«Cosa?! Ma non vi rendete conto di quanto sia pericoloso??»
«Lo sappiamo benissimo. Può distruggere la Terra in un attimo. Dunque, ovunque siamo, non cambierebbe nulla... E prima che succeda qualcosa, qualsiasi cosa, voglio sapere che tipo è...» Davanti a quella testarda manifestazione di curiosità femminile Yamcha, pur scontento, si rassegnò; del resto gli argomenti della ragazza erano ragionati.
Vegeta presentì l'arrivo di altre due forze insolitamente potenti: apparvero infatti dal cielo Tenshinhan e Jiaozi. Il treocchi, depositando per terra il bagaglio che portava sulla schiena e spogliandosi del giaccone adatto al  clima di montagna, fissava il Saiyan con cipiglio accigliato. «Vegeta... sei ancora sulla Terra?»
Il Saiyan sogghignò. «Perché, hai qualcosa da contestarmi?»
«Certo! Devo sfogare la mia collera su di te! Mi hai già ucciso una volta... e non posso capire Yamcha che vive sotto il tuo stesso tetto.»
Chiamato in causa, Yamcha cercò di fare da paciere. «Ehi, un attimo! Non è questo il momento di discutere!»
Tenshinhan si rivolse all'amico. «Pare che la questione sia ardua. È davvero Freezer..?»
«Uhm...» mormorò Yamcha. «Sembra di sì...»
Vegeta, chiaramente nervoso come loro, li rimproverò. «Trattenete le vostre forze combattive, invece di chiacchierare, idioti! Non sapete che hanno gli scouter?!» Lanciando un'occhiata ad un'alta roccia situata frontalmente, soggiunse: «Prendete a modello quel namecciano... è proprio bravo...»
«Namecciano?» «Ma è Piccolo!» Il guerriero dalla pelle verde, il cui mantello sventolava maestoso al vento, si era posizionato in un punto elevato che gli permetteva di esaminare la geografia del posto. Fu in quel momento che Gohan e Crilin arrivarono, e si rallegrarono almeno un po' nel ritrovare il gruppetto degli amici; erano stati tutti inevitabilmente calamitati in quel posto da quelle due aure così appariscenti. Vedendo arrivare solo loro due, Yamcha dedusse che Goku non era ancora rientrato a casa, e la cosa non gli piacque per niente.
L'agitazione crebbe di colpo quando Piccolo urlò: «Sono arrivati!» L'astronave aveva penetrato l'atmosfera terrestre e si dirigeva verso il suolo di quell'area. I guerrieri videro l'enorme mezzo alieno portarsi al di là della loro visuale, poco oltre l'orizzonte, a qualche centinaio di metri dal punto in cui si erano riuniti. L'atterraggio e la maggiore vicinanza del nemico confermavano tutte le loro percezioni e congetture: Freezer era lì, fra loro, ancora vivo... e, come se la tragedia non fosse già abbastanza disperante, doveva esserci un altro oltre al tiranno extraterrestre, la cui forza si poneva su livelli di grandezza simili. Vegeta indovinò che tutti i presenti stessero pensando quella stessa cosa. “È proprio come temevo... ci dev'essere uno degli altri due... probabilmente Cold. I rapporti tra i due fratelli non sono dei migliori. È difficile che intraprendano un viaggio insieme.” Non rivelò i suoi pensieri a nessuno. Del resto, che aiuto potevano dargli? Tutti troppo deboli... Si limitò a ordinare seccamente: «Non volate! Dobbiamo avvicinarci a piedi, in modo che i loro scouter non percepiscano le nostre forze!»
Yamcha, che nel gruppo era forse quello dal carattere più ordinario e meno “eroico”, fu colto da un momento di panico. «Aspettate..! N-non mi aspettavo che Freezer avesse un'aura così incredibilmente potente...» Adesso tutti erano in grado di avvertirne con nettezza la forza fuori scala. «E non è nemmeno al massimo della sua forza» precisò Gohan con tono scoraggiato. Anche Tenshinhan fu vittima della costernazione: «Quindi... avete combattuto contro un essere così mostruoso...?» Yamcha continuò, desideroso di non gettarsi a capofitto nella mischia: «N-no... non è possibile... Ragioniamo! Ci avviciniamo, ok... e poi cosa facciamo? Quello è un mostro incredibile e, per giunta, ce ne sono due! Cosa credete che possiamo fare contro quei mostri?!?» Intervenne Piccolo, pacato ma non senza un'ombra di rammarico: «E allora che vuoi fare? Rimanere qui a rimpiangere la tua malasorte? Ognuno faccia come gli pare... tutti sanno che non possiamo fare niente per contrastare il nemico...» La situazione era chiara: il membro più forte del gruppo era disperso chissà dove, e tutti gli altri – di gran lunga inferiori - non erano nemmeno un gruppo affiatato, in grado di fronteggiare una crisi così immane. Le vicissitudini negli anni li avevano riuniti attorno a Goku, ma senza di lui erano una ciurma naufragante in un mare di disperazione e sconforto. Vegeta si preoccupò di mettere una ciliegina su quella torta deprimente: «Sapete cosa vi dico? È la fine della Terra...»
 
Mentre i buoni non riuscivano a mettersi d'accordo sul da farsi, gli invasori stavano già dando un'occhiata al panorama circostante al punto d'atterraggio. «La Terra... niente male...» commentò compiaciuto Freezer, anche se la regione da loro scelta non era certo il meglio che il pianeta avesse da offrire. Re Cold lo informò: «Mancano ancora tre ore all'arrivo del Super Saiyan... cosa vuoi fare, Freezer? Vuoi aspettarlo?»
«Naturalmente, papà... Nel frattempo, sterminerò tutti i terrestri, per fare un dispetto a quel maledetto! Sembra che ci sia molta gente, ma tre ore mi basteranno!» affermò Freezer, scoppiando a ridere. La sua risata voleva essere trionfante, ma sapeva di isteria; erano ancora vivi in lui il rancore e la memoria dello scontro su Namecc.
«I terrestri non mi interessano, ma il Super Saiyan dovrà essere ucciso con qualsiasi mezzo» ribatté il possente monarca che, con l'orgoglio delle proprie origini, aggiunse: «La nostra famiglia dovrà essere per sempre la più potente dello spazio.»
«Non hai nulla di cui preoccuparti, papà. Se combattiamo insieme, possiamo sconfiggerlo... anzi, ora che sono diventato più forte, penso di poterci riuscire anche da solo!» Poi, voltandosi verso i soldati sull'attenti che, alle loro spalle, attendevano istruzioni, comandò: «Sparpagliatevi ed eliminate i terrestri!»
«Signor sì, signore!»
«Non dovete risparmiare nessuno! Conoscete bene la procedura!»
«Fermi tutti!» urlò una voce sicura che a Freezer suonò malauguratamente familiare. Si girò di scatto e i suoi occhi videro, dritto in piedi davanti a lui, l'essere che più odiava nell'universo: Son Goku, il Super Saiyan della leggenda. «Salve, Freezer. Credo di essere abbastanza puntuale, stavolta...»
                                                                             
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L'ANGOLO DELL'AUTORE
Un finale diverso da quello solito che conoscevamo, no? Credo abbiate capito dove voglio andare a parare... ma ne avrete la certezza con il prossimo capitolo. :-)
Forse non vi torneranno i vestiti di Vegeta (camicia chiara Bad Man + pantaloni scuri): personalmente ho sempre trovato orribile la combinazione camicia rosa + pantaloni gialli che si vede nel cartone quindi, approfittando del fatto che il manga è in bianco e nero, li ho reimmaginati di un colore diverso (nel manga si vede che i pantaloni sono proprio scuri).
  
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