Avevo una gatta, Ercolina, non era di razza, la avevo trovata che era piccola,era a chiazze di vari colori, e aveva gl'occhi verdi. Dio quanto lo amata, è a lei che devo tutto. Ero andata ad abitare a Londra da pochi mesi, volevo fare la scrittrice, cercavo fortuna, ma per il momento mi ero messa a lavorare per un piccolo giornale di moda. Ogni giorno passavo in un viale pieno di villette a schiera, cenera una in particolare, era più grande delle altre, gialla, con il giardino ben curato e pieno di siepi tagliate in modo da sembrare strumenti musicali, per il mio parere era veramente stupenda. Un giorno, uscendo per andare a buttare la spazzatura, lasciai la porta sul retro appannata, di poco, ma quel tanto che bastava per far scappare Ercolina. Ero disperata, la cercai dappertutto, tappezzai i dintorni di volantini, ma dopo due settimane di ricerche decisi di smettere e riprendere la vita come se niente fosse, anche se in ogni caso mi dispiaceva. Qualche giorno dopo arrivo una chiamata, un uomo mi disse che aveva il mio gatto e che voleva restituirlo, mi disse che l'indirizzo era viale della Senna numero 69. Il giorno dopo, al ritorno dal lavoro mi ci fermai, era la villetta che tanto mi piaceva. Suonai e dalla porta uscì un ragazzo di più o meno la mia età, alto e magro, slanciato, con i capelli ricci mori, e anche se c'erano dei metri di distanza tra noi due, riuscì a vedere i suoi immensi occhi verdi che luccicavano, con un non so che di speciale. Quella fù la prima cosa di cui mi innamorai, poi tutto il resto, ma per primi sono stati i suoi occhi. Sono passati esattamente 56 anni, e eccomi quì, affianco a un uomo anziano, sulla settantina, capelli bianchi e ricci, fisico corroso dal tempo, con la faccia piena di rughe, ma con gli stessi identici occhi di cui quel giorno mi innamorai, io e il mio Harold... quanto ringrazio quel gatto per quello che mi ha regalato!