Pensieri su di
Lui
Ogni
notte vengo svegliata dalla mia angoscia, dalla paura stessa di vivere.
Tutto
mi si concentra nello sterno.
Ovviamente
in psicologia si chiamano stati ansiosi, ma io preferisco spogliarli dalle
diagnosi scientifiche ben precise, che spesso fanno tutto tranne che farti
stare meglio.
E se in una fitta
finisse la mia esistenza? Che qualcuno venga da me! Che qualcuno venga ad
abbracciarmi e confortarmi. Ora! A chi
sto implorando maledizione?!
Lo
so chi sto invocando e non potrà mai essere con me.
Giro
e rigiro nel letto percependo il calore delle spesse coperte e trapunte
sovrapposte pesantemente l'una sopra l'altra. Chiudo gli occhi stringendoli
forte, affondo le mie sottili dita nel cuscino sentendone la felpata
consistenza.
Ti prego, ti prego
vieni da me. Ho bisogno della tua presenza ora più che mai, altrimenti sento
che non mi sveglierò questa mattina.
Nella
confusione mentale affiorano le voci delle persone e personaggi che hanno
abitato i miei semi-sogni minuti prima, una trasmutazione onirica tra sogno e
incubo, e nonostante io mi sia destata, sentita in salvo, ora mi tormentano silenti,
creandomi un denso malessere interiore.
E'
come se dentro mi stessi macchiando di nero.
<< Hai visto! La sua ragazza e si dice possa essere Kira! >>
Quanto
ho profondamente sofferto sentendo quell’accusa venire dritta, dritta dal mio
stesso inconscio. Un’onta che non avrei mai voluto sentir buttare sulla mia
persona.
Avevo
le mani strette in delle gelide manette d'acciaio mentre venivo condotta in non
so quale luogo, ma quello che mi preoccupava non era quella condizione di pre-prigionia, non era la sensazione di una bruciante corrosione
sui miei polsi circondati dal ghiacciato metallo; quello che mi angustiava era
l’immagine di me riflessa nei suo occhi mentre mi avrebbe interrogata; quei
suoi buchi neri mi avrebbero assorbita completamente, stretta, chiusa,
stritolata finché non avrebbero ottenuto quello che volevano sapere, questo a
prescindere dal rapporto che ci legava in quel sogno.
Ora
col senno di poi, se quella visione onirica non fosse stata interrotta dal mio
brusco ma lento risveglio, so che avrei affrontato il suo sguardo irremovibile
e intimidatorio, avrei lottato com'è nella mia natura. Io odio essere vittima di
un'ingiustizia e avrei dimostrato, che non solo ero innocente, ma che sono
sempre stata con Lui.
Con
nessun’altro e in nessun’altro potrei credere come credo in Lui.
Apro
gli occhi, lo spicchio di finestra non completamente chiusa dalle tapparelle,
lascia passare l’evanescente luce dell’alba invernale.
Il
colore che domina la mia stanza è un blu brillante e nebbioso.
Richiudo
le palpebre lenta come se iniziassi a sentirmi sedata.
Voglio pensarti e
basta.
“Mi
chiedo ancora perché ti lasci andare a questi pensieri negativi. Sei brava a
nasconderli a tutti, ma non puoi a te stessa. Dovresti smettere di rimuginare
in questa maniera. Sai che può andare meglio di così.”
Eccoti
sei comparso nei miei pensieri.
Non
sei una figura netta, eppure il tuo corpo richiuso in sé stesso sprofonda tra il mio
cuscino e il letto, le tue mani sono posate leggere sulle tue ossute ginocchia,
la tua maglia candida riflette, come quasi fosse realtà, la luce bluastra che
c’è nella mia camera, i tuoi piedi nudi affondano sulla morbida imbottita
celeste sbiadito.
Accostandomi
per rannicchiarmi vicino a te L, sfioro il ruvido tessuto dei tuoi jeans
chiarissimi.
Che strano riesco a
percepirlo, toccarlo perfino.
“Come
se non sapessi che il tuo cervello può creare anche allucinazioni. Il fatto è
che non so cosa sono quando finisco qui con te.”
Come al solito L vuoi
delle risposte nitide. Almeno adesso che non sai cosa sei e nemmeno io so cosa
tu sia, lasciati andare.
“Perché
devi sempre essere così poco romantico.” Assonnata strofino la mia guancia alla sua
spalla morbida ed insieme salda.
“Perché
lo sai benissimo che potrei non essere qui con te e sai anche benissimo che non
sono avvezzo a questo…” L nervosamente inizia a
torturare il suo pallido e pieno labbro inferiore con il pollice.
“Ti
da fastidio stare qui con me…ora che ho così tanta paura?”
Alzo il mio sguardo per vedere la sua reazione.
Voglio guardarlo.
Abbassa
gli occhi e il volto su di me, pochi centimetri separano i nostri profili.
“No,
assolutamente, non mi dispiace affatto. In parte capisco le tue paure, sono
molto simili a quelle che avevo io, più di quanto tu possa immaginare.
Altrimenti non sarei qui a consolarti o forse ci provo un po’ di gusto nel farlo e poi ora
che per il mondo terreno sono morto, ho tempo per fare qualsiasi cosa. Tutto
tranne che dormire. Non è cambiato poi molto. Non trovi che ci sia del comico
in tutto questo?” Un leggero sorriso sarcastico si fa strada sul viso freddo di
L.
Io
rido sommessamente e continuo a guardarlo rapita per poi richiudermi tra il suo
collo e spalla, ma non voglio addormentarmi proprio adesso che c’è Lui qui con
me.
Rimaniamo
fermi a osservare ognuno nella stessa direzione ma con soggetti diversi, io i
miei libri, la spazzola e lo specchio poggiati sulla scrivania ed L ipnotizzato
dalla luce sempre più chiara del giorno imminente.
“Sai
cosa ho sempre pensato?” Esordisco placida.
Sento
muoversi L e riportare la sua attenzione su di me con voce ovattata, allettante e al contempo incuriosita
“Che cosa?”
“Ho
sempre pensato che tu non dormissi, non solo perché amavi dedicarti al tuo
lavoro e passione, ma perché tu avevi paura. Paura di sognare come ce l’ho io
ora. Avevi il mio stesso timore nel chiudere gli occhi. Sono convintissima, che
tu L, abbia avuto una cicatrice davvero profonda, peggiore della mia. Forse
talmente devastante da non volerti far più affrontare il sonno, perché sapevi
che sarebbe tornato tutto a galla…” poi chiudo gli
occhi e proseguo “ non sai quanto io preghi tutte le notti per vederti. Supplico
perché tu impedisca alla brutte cose di tornare su…”
mi stringo di più a Lui e respiro quello che credo essere il suo profumo
vanigliato “Quindi L, ti capisco e forse odi e odiavi sentirti così. Perciò
appaghiamoci vicendevolmente, tu farai visita a me ed io a te nei miei sogni.”
Non
mi risponde, rimane in apparenza impassibile, mi sembra di sentirlo irrigidirsi
e abbassare lo sguardo. Lo sento vulnerabile, sollevandomi di poco, sento il
mio cuore essere preso dalla tenerezza, quella che solo Lui sa richiamare su di
me e gli bacio delicatamente la guancia.
Adagio
i suoi occhi abbassano e alzano le palpebre, le sue occhiaie sembrano
schiarirsi al riflesso del giorno ora mai prossimo, ma non ancora dominante
nell’atmosfera circostante. Sorride lieve, poi torna neutro, anche se non del tutto; una qualche forma di positività
gli è rimasta addosso.
“Ora
dormi. Per te le ore di sonno sono ancora importanti ed io appena il sole
inonderà la tua stanza sarò già sparito e se non vuoi vedermi svanire di nuovo,
chiudi gli occhi e vedrai che domani ci rivedremo ancora.” Mentre più basso si rivolge a me, mi lascio subito
persuadere dalle sue parole. Sentendomi al sicuro serro i miei occhi e continuo a sentirlo finché il
sonno non mi rapisce, ma prima di lasciarmi trascinare del tutto nell’oblio, mi
rivolgo a Lui flebile “Non è un bugia, vero? Tu mi credi L?”
“No,
non ho motivo di mentire e non torturati inutilmente, lo so che non sei Kira. Ora dormi.” Mi bisbiglia ancora caldo e rassicurante
sulla testa.
Serena
cado giù, certa di essere stata capita e che mi abbia sempre creduta innocente.
Certa che in fondo Lui, allucinazione o fantasma, sia venuto da me perché mi è
affezionato, che tenga a me e mi voglia davvero un po' di bene.
Ciao a tutti miei
lettori, lo so che questa è la mia ennesima One Shot su L e so che vi sarete stufati di leggere sempre la
solita minestra riscaldata ahahahah XD.
Ma sarà l’aria natalizia,
sarà che ho sofferto davvero di attacchi d’ansia e panico, che ho voluto
condividere il mio disagio per far capire che non è semplice vivere, nel senso più completo della
parola, per chi soffre di certi stati ansiosi.
Crederete che sono pazza
lo so, ma L a volte è la mia cura quando nel bel mezzo del sonno vengo presa da
questa pesante sensazione.
So che è stupido scrivere
qui di certe cose, ma se posso essere d’aiuto anche ad altre persone che ne
soffrono o ne hanno sofferto, condividendo i miei pensieri e unendoci un
pizzico di positiva fantasia, romanticismo, per me sarà davvero un grande
piacere e soddisfazione.
Di proposito non ho
lasciato né un nome, né una descrizione della protagonista, perché potrebbe
essere chiunque; posso essere io, tu che stai leggendo o qualunque altra
ragazza.
Vi ringrazio di essere
venuti qui per leggere e spero di non avervi tediato.
Vi abbraccio e vi mando i
più grandi auguri di Buon Natale, passate delle bellissime feste e spero presto
di aggiornare anche la mia Wrong Direction ;).
Baci enormi a tutti dalla
vostra KiaraAma