Anime & Manga > Ranma
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Autore: xingchan    20/12/2012    5 recensioni
Ranma e Akane sono convolati a nozze da appena un anno, entrambi ventenni. Lui è diventato il Capo palestra occupando il posto di Soun.
La storia comincia proprio con la prima sfida ufficiale di Ranma come detentore del dojo Saotome-Tendo.
Ispirata da una piccola parte della mia Lifetime Remake poiché qualcuno ci sperava su questa mia decisione, come ran_ko! XD
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Lifetime'
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Akane si svegliò nel cuore della notte, trovando Ranma che faceva i bagagli.

Dormendo se n'era quasi dimenticata. Quella mattina sarebbe dovuto partire con i suoi allievi per le montagne e non sarebbe tornato prima di tre settimane.

Era consapevole che era essenziale per la formazione dei ragazzi del dojo ma Akane non sopportava la sua lontananza così prolungata.

-Ranma...- disse malinconica. Lui si voltò verso di lei.

-Torna a dormire, è ancora presto...- ordinò mentre ritornava a deporre i suoi vestiti dentro lo zaino. Contro il suo consiglio, la moglie si alzò per aiutarlo. Si sedette a terra e prese i pantaloni piegandoli.

Egli sorrise. -Non ce n'è bisogno. Ho finito...-. Si vestì, prese lo zaino gettandoselo dietro le spalle e si avviò all'uscita.

Akane lo seguì. Di norma il tragitto cominciava da casa Saotome-Tendo per proseguire verso le abitazioni dei giovani che Ranma andava a prendere per poi avviarsi verso l'esterno di Tokyo. All'uscita del giardino, appena prima di oltrepassare il muretto della loro casa, Ranma e Akane si fermarono.

-Beh, fa buon viaggio. E sta attento, a te e agli altri.- cominciò lei ansiosa.

A Ranma piaceva tantissimo quella preoccupazione che leggeva sul suo viso ogni volta che partiva.

-Ti preoccupi per me?!- chiese maliziosamente. Senza aspettare una risposta, la prese per i fianchi e la avvolse in un abbraccio. Lei se lo strinse al proprio corpo, sentendo il suo respiro solleticarle il viso e il collo.

All'improvviso il giovane la invitò ad alzare la testa, fissandole lo sguardo che, si rese conto, era sul punto di piangere. Le baciò la fronte.

Non era la prima volta che intraprendeva questi viaggi di gruppo. Quella era la terza volta, per la precisione. Però ogni volta Akane faceva quell'espressione da cane bastonato e quasi gli veniva da ridere. Ma se fosse stato per lui, sarebbe tornato dentro con lei dicendole di essere una piagnucolona. Anche se questo lo faceva sentire amato.

Per un momento fu tentato di rimanere ma se lo avesse fatto Akane lo avrebbe spedito via a calci. E se non lo faceva lei, ci pensava suo padre.

Sciolsero l'abbraccio. -Devo andare...-.

Si incamminò verso l'alba e scomparve nell'orizzonte.

***

-Ranma è già andato via?-. Nabiki aveva notato il malumore della sorella. -Dai, tanto con tutto quello che abbiamo ancora da fare le giornate passeranno veloci!-.

Si riferiva ai preparativi del matrimonio di Tofu e Kasumi. Fra abiti, ricevimento, fiori e confetti quelle settimane sarebbero praticamente volate. O almeno, era quello che sperava.

Appena ebbero finito di fare colazione, la mezzana trascinò via Akane verso i negozi. Continuarono a camminare per ore, riuscendo a decidere alcune cose indispensabili per Kasumi e il dottore, mentre la futura sposa era in giro sempre per delle commissioni con la madre del consorte. Non sarebbe tornata prima di cena. Sapendo che la loro sorella era fuori e che quindi non sarebbe arrivata per cucinare, Nabiki propose di andare a mangiare fuori. -Perchè non andiamo al Nekohanten?- chiese.

Akane sussultò, assumendo un'espressione indecifrabile.

Non poteva andare in quel luogo. Lì non ci sarebbe stato posto per la donna che Ranma amava tanto. Scostò il suo sguardo da quello dell'altra, e puntualizzò che non ci sarebbe andata nemmeno se fosse l'unico ristorante a Nerima. Shan Pu e Obaba l'avrebbero cacciata in modo del tutto aggressivo, perciò non aveva voglia nemmeno di provarci, ma Nabiki insisteva proprio perchè la cinesina dai capelli lavanda si rendesse conto di aver perso contro una maestra di arti marziali.

-Qui non c'entra la lotta!- disse sospirando.

La sua interlocutrice sbattè le palpebre, quasi non riconoscendola, e la incitò ancora, stavolta con più grinta: -Non puoi camminare a testa bassa soltanto perchè qualcuno ti detesta per quello che sei e quello che hai! Non ti riconosco più, Akane!-.

Lei sentì che la sorella aveva ragione, ma era ancora invasa da una paura che non seppe definire. Non tanto per la loro reazione, ma per quello che ne comportava, per le conseguenze. E se Ranma lo avesse scoperto?

Prima che potesse decidere, Nabiki le prese la mano quasi spingendola dentro il locale che fortunatamente era vuoto.

-Cosa vuoi?-. Una voce stridula e velata di rabbia fece capolino fra l'aria calda e vagamente speziata del ristorante. Quella di Shan Pu, la quale non si era ancora arresa a tutti gli eventi che caratterizzarono Ranma e Akane un anno prima.

E probabilmente, stava ancora cercando una maniera per dividerli, come aveva sempre fatto. -Non siete le benvenute qui, e lo sapete...-.

Nabiki cominciò a parlare, osservata con un volto a dir poco sconvolto della sorella più piccola. -Un ristorante è un luogo pubblico, mi sembra...- sostenne, portandosi le mani sui fianchi.

Per un istante Akane ammirò il sangue freddo che riusciva a mantenere quella lastra di ghiaccio che aveva come sorella. Erano a dir poco diversissime. Akane era sempre stata impulsiva, al contrario dell'altra, fredda e completamente impassibile alle provocazioni che le venivano rivolte.

-Non pel la lagazza violenta e la sua solella impicciona!-.

A quel punto la calma di Akane non potè più esser trattenuta. Strinse le mani a pugno e intervenne in quella conversazione. -A quanto pare non getti la spugna nemmeno davanti all'evidenza! Sei proprio di coccio, Shan Pu! Fattelo dire da Ranma, allora!- ribattè con furia, contenuta, al momento.

La cinese stava per prepararsi al combattimento incombente, quando arrivò Mousse, attratto da tutto quel fracasso.

-Hai convinto il mio amole a mentile!-.

-No, è stato lui a scegliere. Nessuno lo ha costretto! Nemmeno io!-.

Obaba arrivò dietro il giovane cinese con gli occhiali e tuonò di farla finita, tutte quante. Quello era un locale, non un campo di battaglia! Nabiki portò via la ragazza, ormai esasperata da tutta quella insistenza e Mousse si prestò per condurre Shan Pu nel retro.

Non ne poteva più della sua situazione, ma soprattutto di quella della giovane amazzone, che non cedeva a quello che lei chiamava amore, per di più concluso e, da parte del ragazzo con il codino, mai iniziato.

Le due sorelle si diressero verso il negozio di Ukyo che, sapevano, era ben disposta a riceverle.

 

 

 

 

   
 
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