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Autore: GinevraCorvino    20/12/2012    8 recensioni
Ispirata alla canzone Lithium degli Evanescence, per il contest TEN SINGERS, ONE SONG, THREE WEEKS , vincitrice del primio speciale LACRIMA. Tratta della disperazione di Sirius nella casa di Grimmauld Place, costretto anche se libero dalla prigione di Azkaban a vivere lo stesso come un recluso.
Partecipa al Contest: "Edite ed inedite: emozioni e pacchetti!" di Mitsuki91
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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La tua storia è molto intensa. Lo sai che mi piace come scrivi, il modo intenso con cui entri nei sentimenti del personaggio. Premio lacrima perchè... è una storia molto triste e ho adorato l'ultima frase "Lui senza James".
Giudice Draco the best

 

Sirius ha imparato a bere come anestetico al dolore dell'abbandono, e l'alcol non l'ha più dimenticato, perché Sirius non ha più scordato l'abbraccio di fuoco a stringergli le viscere. Pensa di poter credere che il dolore si possa cullare sino a farlo addormentare. Non è così, non è mai così.
 
Versa quel liquido d'ambra, amaro come fiele a bruciare ogni sentimento che incontri sul suo cammino verso lo stomaco sino ai più reconditi nascondigli del cuore. Da quando è tornato a Grimmauld Place, Sirius non ha più smesso di bere. Lo fa per sputare in faccia alla esasperata disperazione, poi per vomitarlo; ancora, ha continuato per la rabbia, per la delusione. Credeva che come un tempo con Lily e James sarebbe stato in prima fila, sprezzante di tutto se non della Causa. Invece si è trovato in disparte e il whisky lo aiuta a disinfettare ogni sentire di sé.
L'alcol per Sirius è divenuto il suo amante più fedele; anche quando lo ripudia, questo aspetta paziente con un sogghigno perché sa che lui tornerà. Sempre.
Perché è vero che il tempo cura tutte le ferite, ma alcune non si cicatrizzano mai, infatti più o meno inconsciamente continuiamo masochisticamente a stuzzicarle con qualsiasi cosa si abbia a portata di mano. Ci piace vedere quella slabbratura oscena, il sangue ancora ad imbrattarci la carne, come se fosse un testimone che ciò che si sente esiste, è vero, e la lasciamo imputridire perché resti infetta di quel dolore inconsolabile, imperdonabile, indimenticabile, semplicemente perché si sappia che un tempo si era vivi, e da vivi si è vissuto.
 
Dodici anni ad Azkaban, tormentato da quei demoni incappucciati, avevano reso solo più folle la sofferenza della sua perdita. Ed ora, accovacciato tra le ali plumbee del bell'ippogrifo dagli occhi d'ambra, quella prigionia non era cessata. Ancora era incatenato a quella disperazione, a quel non esistere.
 
Tenendo per il collo la bottiglia dal vetro marrone, come se fosse l'ultima cosa che esista al mondo, Sirius butta giù un'altra sorsata di whisky, ma il dolore non annega, anzi, si nutre famelico di quel liquido ardente, che invece di bruciargli i ricordi, li trasforma in fiamme mormoranti nel suo cervello devastato.
 
- Sirius, dove sei? Perché non sei qui con noi? -
Sfocate, come in un sogno appannato dal risveglio, vede le sagome dei suoi amici : James, Lily e gli altri...
 
Perché non è lì con loro, ovunque sia lì? Perché è sopravvissuto!
La colpa di chi si salva! Anche se chi sopravvive in realtà non sarà mai salvo *(1).
Sirius lo sa bene, non c'è né pietà, né perdono per chi non muore. Il rimorso è un'Erinna che non dà scampo.
Ancora, come allora, di nuovo la guerra, e lui è segregato in casa sua, non può fare niente, non può vendicare i morti, non gli è possibile liberarsi dal dolore. Lui è inutile straccio abbandonato in un angolo, come una bacchetta rotta, inservibile.
 
Scende l'alcol lungo la gola, gli crea dei brividi d'ebbrezza nauseante, che però non seda le voci di chi è ineluttabilmente irraggiungibile, mai più.
Il sangue è caldo e la ferita dell'anima sempre più purulenta. Il cuore batte accelerato dall'ubriachezza contro le costole mentre, di sotto sente Piton vantarsi dei pericoli che sta correndo.
 
L'alcol, il suo amante, con spudorata compiacenza lo avviluppa di nuovo e lo tiene stretto, così stretto, l'allontana da ogni altro abbraccio raccontandogli le sue favole belle; le sue favole di solitudine e falsa superiorità: che lui può bastarsi da solo. 
L'alcol ha assunto le funzioni a cui Dio ha mancato, compresa quella di ucciderlo*, e lui adesso ha quel volto dell'alcol, quel volto di chi con l'alcol ha amoreggiato tutta la notte, quel volto provato dal desiderio di essere ancora con loro, con i suoi morti. Perché almeno con l'alcol riesce a sentire che non è ancora disperso nel niente, l'alcol gli lascia sempre un pò di vita per continuare a morire...
 
James e Lily potranno mai perdonarlo?
Non vuole essere solo, non vuole dimenticare come erano quei giorni di complicità e pericolo, insieme.
Insieme...
 
Dove dimenticarsi di sé e ricordare loro.
Ma beve per rabbia, per quell'impotenza che gli impedisce di essere presente o semplicemente fisico ai fatti. Meglio distruggersi che essere distrutto dall'inutilità di quell'inceneritore di giorni che lo lasciano in disparte.
 
 
Sirius beve, mai di nascosto, no: sputata in faccia a chiunque pensi dovebba esserne testimone il suo disprezzo per tutto, sopratutto a Silente, che lo mutila alla prudenza.
Beve per Peter Minus, che era stato l'atomica per la sua terra bruciata, anche se i componenti dell'Ordine, e sopratutto Harry sapevano la verità, lui è il morto vivente tra i vecchi amici morti davvero sottoterra.
Più di ogni altra cosa non ha più quei suoi compagni. A trentasei anni Sirius è solo un'ombra, un'impronta del passato: inutile, decadente, inservibile. Ha continuato a esistere in un bicchiere di alcol per due anni. Nulla più.
Sirius, tutta la sua mostruosa passione, era fatta di annullamento e di difesa, per essersi salvato, se così si poteva dire.
 
Sirius annaffia con l'alcol i suoi ricordi di gloria, ma questi non appassiscono, restano dritti e bellissimi come superbi tulipani. Restano...restano. Come il dolore.
L'alcol come il Litio.
 
La bottiglia vuota scivola dalle sue mani, rotola sorda sul pavimento. Sirius la guarda annebbiato. È come lui, un recipiente svuotato, solo un involucro sterile. Lui senza James.
 
NOTE: Il titolo della Fic è il titolo di una canzone degli Evanescence
*(1) Frase di Baricco da " Oceano Mare"
*(2) Frase di Marguerite Duras da " L'Amante"

  
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