I can change for you.

Prologo.
 

La battaglia era finita. Tutto era ritornato alla normalità.
Queste frasi si susseguivano nella mente dei tre ragazzi, protagonisti della battaglia contro gli Horcrux. Un sorriso si disegnò sul loro volto pieno di lividi e ferite che ormai, però, non facevano più male: la gioia per la vittoria aveva fatto si che tutti i dolori, almeno quelli fisici, passassero in secondo piano.
Dopo le cure da parte di Madama Chips tutti poterono tornare a casa loro, con le loro famiglie o purtroppo con quello che ne restava.
Harry venne invitato da Ron a vivere con loro ormai, visto che a Privet Drive non c’era più nessuno ad aspettarlo e a mettere piede a Grimmauld Place non se ne parlava proprio. Quel posto era pieno di brutti ricordi ed era meglio lasciarlo all’Ordine della Fenice come quartier generale.
Quindi Harry prese la sua roba, il suo baule, la sua scopa, la sua nuova e fiammante bacchetta, per dirigersi alla Tana e non c’era altro edificio che lui avesse considerato di più come casa sua. Quel posto per lui era magico…nel vero senso della parola.
In quel preciso istante Hermione Granger aveva restituito la memoria ai suoi genitori e piangeva abbracciata alla madre, mentre il signor Granger le accarezzava il capo ascoltando la terribile storia della figlia che in tutto quel tempo aveva combattuto una battaglia contro il mago oscuro più potente di tutti i tempi.
Verso la metà di agosto ai tre ragazzi arrivò una lettera da Hogwarts che li informava di dover riprendere gli studi per finire l’ultimo anno a scuola.
Hermione scrisse subito a Ron e a Harry di vedersi a Diagon Halley per prendere i libri e le pergamene nuove visto che le vecchie erano più rovinate che mai.
Si videro verso la fine di Agosto e fu come la prima volta: tutti e tre ancora insieme per affrontare ancora tante avventure, tutti e tre a scuola insieme, quest’anno senza preoccupazioni e senza pesi sulle spalle.
Era una sensazione fantastica. Sembrava essere ritornati al primo anno.
Ma non erano solo loro ad aver ricevuto la lettera dalla scuola.
Anche un altro ragazzo dai capelli così biondi che sembravano quasi bianchi e gli occhi di ghiaccio aveva fra le mani quella lettera e la guardava pietrificato e un po’ spaventato, anche se non lo avrebbe mai ammesso.
Cosa avrebbero pensato di lui a scuola? Lui che aveva il padre che era stato mangiamorte, uno dei più fedeli a dirla tutta. E lui che aveva quasi ucciso Silente, il preside più amato di tutti gli altri!?
Di sicuro gli altri l’avrebbero disprezzato e magari anche odiato per tutto quello che aveva fatto. In fondo era stato lui a far entrare i mangiamorte nella scuola attraverso l’armadio svanitore nella Stanza delle Necessità.
E poi ci sarebbero stati loro. San Potter e Lenticchia i due vincitori, i due eroi che avevano salvato la scuola da Voldemort, i ragazzi forse più amati di tutta Hogwarts. Non poteva sopportarlo. Ma sarebbe stato da codardi non presentarsi.
E poi c’era lei, la Mezzosangue. Non nutriva rancore nei suoi confronti, anzi se lui non fosse stato così testardo e orgoglioso di appartenere a una delle migliori stirpi di Purosangue, nel quarto anno l’avrebbe anche invitata a ballare al Ballo del Ceppo, ma lui era Draco Malfoy e non poteva abbassarsi a quei livelli.
Menomale che a scuola lo aspettava il suo migliore amico, Blaise Zabini. Lui era forte, simpatico, caparbio e pieno di sé, ma un ottimo dispensatore di consigli e un amico davvero caro. Non c’erano dimostrazioni di affetto tra di loro, insomma erano due freddi e indipendenti Serpeverdi, ma sapevano di poter contare sempre l’uno sull’altro.
*Oooh, ma perché sto pensando alla Mezzosangue?!* si chiese Draco frustrato, che non riusciva a togliersi i suoi occhi dalla mente, soprattutto quando a Malfoy Manor era prigioniera e l’aveva guardato con quegli occhi pieni di spavento e supplica.
Decise di andare a preparare il baule per il ritorno a scuola per vedere se quel pensiero così strano, ma così maledettamente piacevole gli sarebbe passato.
Infatti dopo un po’ il pensiero degli occhi dolci di Hermione Granger svanì completamente dalla sua mente.