Capitolo 4
Snow
*
Quindi, riassumendo, Wes è
quasi morto di infarto, Jeff e la sua stirpe sono stati maledetti, Thad è comodo, David ha curato il bernoccolo di Blaine con
un po’ di ghiaccio preso dalle cucine, dove Nick e Trent
hanno arrostito per sbaglio il canarino di Kurt e ora il pennuto deceduto giace
nel piatto del sopracitato Blaine, su una tomba di cipolline, insalata e
patate?
Certo che gli Warblers c’hanno veramente un karma del
cazzo.
*
Quello che è successo dopo la morte del canarino Pavarotti
– nella vita reale, nel presente, nell’aldilà
– Sebastian l’ha sentito raccontare da Nick solo dopo essere diventato il
solista ufficiale (e il Supremo Reggente
dell’Universo).
Gli Warblers narrano questa storia come se fosse una
leggenda metropolitana e di solito si riferiscono a lui come Santo Pavarotti, pace all’anima sua; si
vocifera che Jeff sia addirittura in possesso di una sua reliquia. Una piuma?
La sua gabbietta? Della merda?
Pare che sia proprio grazie alla sfortunata morte di Pavarotti
che Blaine si sia finalmente sfilato le fette di mortadella dagli occhi e abbia
capito di sbavare dietro a Kurt come se non ci fosse un domani.
Un uccello morto ha fatto sì che Kurt e Blaine finissero
per cantare insieme un duetto deprimente. Un uccello morto ha fatto sì che
Blaine si dichiarasse.
È questo che racconteranno ai loro figli, un giorno? Ma
non è macabro, per la miseria?
Comunque nell’aldiquà Kurt sembra aver preso la
dipartita del canarino piuttosto bene. Cioè, ora è chiuso in camera e sta
piangendo tutte le sue lacrime, ma non ha cacciato Blaine quando l’ha visto
scivolare al suo fianco per terra, vicino alla tazza del cesso, quindi forse la
situazione non è irrecuperabile.
Se Kurt non ha respinto l’uomo che al momento con tutta
probabilità sta digerendo metà di quel piccione color evidenziatore, ci sono
buone speranze che si riprenda.
Sebastian aveva pensato di lasciar loro un po’ di
privacy, dall’alto della sua magnanimità, e seguire Thad
e gli altri Warblers per un’uscita notturna in mezzo alla neve, ma poi si è
detto ‘col cazzo’ e li ha pedinati nel cubicolo
sentendosi tanto Mirtilla Malcontenta.
Il pensiero di una qualsiasi somiglianza, sinceramente,
lo deprime.
Blaine ora è accucciato al fianco di Kurt e gli sta
accarezzando lentamente la schiena, con gli occhi dorati enormi e lucidi e
l’espressione addolorata.
“Hai mangiato il suo canarino” dice Sebastian senza
avere la forza di dare una particolare inflessione alla propria voce. Anzi,
tanto per darsi un po’ di enfasi spalanca le braccia. “Non lo so, tu ti rendi
conto di questo, vero?”
Kurt tira su rumorosamente con il naso. Ha gli occhi più
azzurri quando piange.
“Dai, Kurt, non fare così. Non – non ce la faccio a
vederti piangere. E poi la probabilità che Pavarotti sia vivo è altissima” gli
sussurra Blaine continuando a passare il palmo della mano su e giù, su e giù.
“Certo, affidarlo a Nick per una giornata non è stata la migliore delle tue
idee, però Pavarotti è un canarino intelligente, non andrebbe mai a infilarsi
in un forno. Probabilmente è in giro a svolazzare da qualche parte, vedrai che
lo ritroveremo”.
“Oh, Anderson, allora ce l’hai un po’ di coordinazione
cervello-bocca, sono colpito” commenta acidamente Sebastian. La sua tasca vibra
con insistenza e lui estrae il cellulare dalla tasca con aria annoiata.
Oh, saggio IGhost, cos’hai da dire in merito al povero defunto?
“E
vivo!”
Ah.
Ehm,
Okey?
Kurt prende un respiro profondo e si lascia sfuggire un
altro singhiozzo, guadagnandosi tutta la momentanea antipatia di Sebastian.
“Sono un idiota” borbotta il controtenore asciugandosi
gli occhi azzurri e mettendosi in ginocchio sulle mattonelle tiepide del bagno.
“Già, lo sei” lo rimprovera Sebastian. “Perché diavolo
ancora non ne hai approfittato per farti coccolare da Blaine? Devo fare tutto
io, per la miseria”.
Blaine appoggia una mano sul braccio di Kurt, come se
tema che questi possa scivolare via dalla sua presa da un momento all’altro.
“Kurt. Kurt, mi dispiace un sacco, vedrai che-“
“Oh, lascia stare Pavarotti” lo interrompe Kurt
piegandosi su un ginocchio e girandosi verso Blaine.
Sebastian alza lo sguardo, stupito. “Oh?”
“Certo che è ancora vivo, dai” dice Kurt, anche se con
un velo di insicurezza, asciugandosi le guance con la mano libera. “Mi sento
uno stupido perché te ne stai qui a consolarmi per una cosa così sciocca e ti
ritrovi questo bernoccolo in testa e potresti avere una concussione, sul serio,
e io mi preoccupo per un canarino?”
Sebastian scivola a sedere di fianco a loro, godendosi
il piacevole spettacolo delle guance in fiamme di Blaine.
Devono piacere tanto anche a Kurt, quelle guanciotte, perché
alza lentamente la mano e le sue dita scorrono leggere dallo zigomo fino alla
tempia di Blaine.
Sebastian potrebbe anche
arrischiarsi a considerarlo un gesto tenero, se non fosse per il bernoccolo
delle dimensioni di una zucca che spunta sotto le dita sottili di Kurt e che
rende il tutto infinitamente ridicolo.
Kurt si allontana troppo presto perché Blaine possa
realizzare che forse sarebbe un momento propizio per baciarlo – che poi è sempre il momento propizio, ma Blaine è
tardo, che ci volete fare – e si alza in piedi, attraversando il bacino di
Sebastian (Ehi!) e spolverandosi i
pantaloni.
“Dai, vediamoci un film, così non ci pensiamo, per
stasera” propone Kurt con gli occhi ancora gonfi di pianto. Sebastian ha
l’atroce sospetto che la probabile morte accidentale del piccione non sia
l’unico motivo per cui Hummel ha liberato le cascate
del Niagara. Indagherà come meglio può. Oh, dovrebbero assumerlo alla CIA!
“Invitalo a rimanere per la notte, dai!” lo incita
Sebastian sperando, almeno per questa dannatissima volta, di essere sentito.
“Andiamo, dì qualcosa di pornografico tipo ‘e poi il letto è largo’, fai un’allusione, qualcosa. Coraggio, Hummel, non è
difficile”.
Ma naturalmente Kurt tace.
Blaine, ancora seduto a terra, guarda verso l’alto,
dritto attraverso Sebastian, alla mano che Kurt gli sta porgendo per alzarsi, e
fa quella cosa che fa sempre con gli
occhi che farebbe sciogliere chiunque.
Insomma, è una sorta di broncio con degli enormi occhi
verde-dorati che ti fissano fino a che tu non ti arrendi al loro potere.
“Mouline Rouge dal portatile?”
propone afferrando la mano di Kurt e lasciandosi tirare in piedi.
“Oh mio Dio, ti prego, no!” grugnisce Sebastian, sapendo
già che è una battaglia persa in partenza.
Kurt squittisce e si fionda a prendere il dvd. “Oh mio
Dio, ti prego, sì! Però devi lasciarmi cantare Come What
May!”
“A me non ci pensa nessuno?” esclama Sebastian, cercando
di afferrare una penna da lanciare a quel traditore di Anderson senza successo.
Dove diavolo è Thad quando serve? “Dai, Hummel, non possiamo vedere Moulin
Rouge, quella ci mette cinquanta minuti a
tirare le cuoia!”
Blaine sembra deliziato all’idea di sentire Kurt
cantare.
“Affare fatto. Io ci guadagno e basta” sussurra
all’orecchio di Kurt, abbastanza forte perché anche Sebastian riesca
miracolosamente a sentirlo. “Adoro sentirti cantare quella canzone”.
Sebastian gli lancia uno sguardo truce. “Già, Anderson,
a proposito, dì un po’, quando gli dirai che il Kings Island Christmas Spectacular non lo
fanno più dal 2005 e che quel duetto era solo una scusa per passare più tempo
con lui?”
Kurt e Blaine si gettano sul letto – ma perché non
scopate e la facciamo finita? – di fronte al portatile e Sebastian decide di
infilarsi in mezzo a loro in modo da poterli tenere d’occhio più da vicino.
Viene trapassato da entrambi nell’immediato, visto che
non appena inizia il film Blaine sospira e avvolge Kurt in un abbraccio,
stringendolo a sé e spiaccicando Sebastian in mezzo. Per fortuna che è più alto
di entrambi!
Kurt segue con attenzione il film, anche se le sue
guance arrossate sono la prova schiacciante, secondo Sebastian, che non è
affatto indifferente al corpo di Blaine attaccato al suo. Quando Blaine solleva
una mano per passarla tra i capelli soffici di Kurt, giocherellando con i
ciuffi mentre segue le immagini colorate sullo schermo, a Sebastian casca la
mascella.
Kurt non sta urlando, non sta strepitando e non sta
picchiando Blaine, nonostante Blaine gli stia scompigliando allegramente i capelli.
“Che diavolo, Hummel, sei
disgustosamente cotto a puntino!” commenta Sebastian mentre lo scrittore idiota
del film sbava sulla scollatura di Nicole Kidman.
Kurt sembra piuttosto a suo agio di fronte alla totale
mancanza di rispetto di spazio personale di Blaine. Sebastian potrebbe
scommettere una mano sul fatto che questi due deficienti probabilmente si
ritengono migliori amici.
…E riecco l’IGhost. Sebastian sta
cominciando ad odiare il bzzzz
della sua tasca.
“Hai
ragione”
Ma
no, davvero?
*
Alla fine, Nicole Kidman muore. Insomma, era pure ora,
visto che passa gli ultimi cinquanta minuti del film a tossicchiare sangue e a
dire ‘oh, muoio!’. E poi si rialza e canta a pieni polmoni, e quell’altro
cretino gli tira una serie di banconote perché evidentemente ad inizio film
dev’essergli sfuggito che lei era una prostituta, ehm, tipo una vera.
Comunque. Alla fine muore e Sebastian esulta perché a)
il film è finito, sia resa lode al Signore e b) Kurt è addormentato addosso a
Blaine.
E per addosso intende davvero addosso: quei due sono tutto un intreccio di gambe e
braccia e la faccia di Hummel è incastrata
nell’incavo del collo di Blaine, che non ha mosso un muscolo da quando Kurt ha
chiuso gli occhi.
Forse neanche respira. Magari è morto d’infarto.
Kurt sorride lievemente nel sonno e strofina
inconsapevolmente il naso all’insù per tutta la lunghezza del collo di Blaine,
che si lascia sfuggire il più lieve dei sospiri strozzati.
“Oh, mio Dio, Anderson, ora sì che sei nella merda”
sghignazza adocchiandogli il cavallo dei pantaloni. Chissà quante volte Blaine
si è immaginato situazioni del genere. È
esilarante. “Spero davvero che
Kurt se ne accorga”.
Ma Blaine è cocciuto come un mulo, perciò prende un
altro paio di respiri profondi e strizza gli occhi, in un evidente tentativo di
calmarsi e – uhm, abbattere il problema.
Probabilmente sta pensando al cadaverino del Piccione
che giace nel suo stomaco.
“Ma scusa” commenta Sebastian nel tentativo di far
ragionare Blaine (Il fatto che Blaine non possa sentirlo è un dettaglio).
“Sveglialo, premigli la mano sul tuo uccello e risolvi il problema con lui, no?”
No, eh? E va bene.
Sette minuti e quarantacinque secondi dopo Blaine sembra
aver smesso di sudare freddo – cosa che non sarebbe successa se fosse stato in grado di sentire le
lamentele di Sebastian – e fa per alzarsi lentamente per non svegliare Kurt.
Il controtenore, però, ha il sonno talmente pesante che
non lo sveglierebbe nemmeno lo scoppio della terza guerra mondiale, perciò
Blaine riesce a scivolare via dall’intreccio quasi con facilità. Si piega su di
Kurt e gli accarezza i capelli, stampandogli un bacio in fronte decisamente più
lungo del necessario.
Sebastian sbuffa esasperato davanti all’espressione
depressa di Blaine. “Sei patetico, Blaine. Ti muore dietro, si può sapere che
cazzo stai aspettando?”
La sua salvezza – Thad – entra
in quel momento nella stanza e che bellezza,
che fortuna, che gioia!, becca Blaine intento a baciare Kurt in fronte.
“Dai, Harwood, almeno tu, usa
il cervellino”.
“Blaine, di nuovo?”
domanda Thad con aria fin troppo comprensiva quando
Blaine non salta su spaventato dal suo arrivo.
Oh,
questa mi è nuova. Quindi non è la prima volta che succede, eh?
Anderson si esibisce un’altra volta nella sua faccia da
mi-taglio-le-vene.
“Si addormenta sempre alla fine di Moulin
Rouge, anche se detesta ammetterlo” dice solo, e ma che tecnica meravigliosa per sviare il discorso, complimenti.
Thad
però non è affatto stupido e va subito al sodo.
“Perché hai voluto cantare con lui se non dovevi provare
per nessun duetto, Blaine?” domanda quasi con tenerezza. Sebastian rimane
vagamente stupito. Thad ha un lato tenero? Ma al
momento non è la cosa più importante, anche se vorrebbe stringergli la mano e
scoppiare a piangergli addosso dalla gioia.
Harwood 1, Anderson 0.
Blaine si rifiuta di guardare Thad
in faccia, ma così facendo fissa Sebastian quasi negli occhi.
“Non ho resistito, lui era lì e – non posso, Thad, te l’ho detto. Sì, ok, sono stracotto di lui, ma non
significa niente. Non è ancora pronto per – qualsiasi
cosa, non credo che voglia davvero baciare qualcuno, figuriamoci altro. Ogni volta che provo a parlare di
sesso si infila le dita nelle orecchie e inizia a cantare”.
Sebastian si schiaffeggia, cercando disperatamente di
svegliarsi da questo incubo.
“Sono circondato da idioti”
.
*
Thad
finalmente si è addormentato.
Insomma, Sebastian deve ammettere che si sente un po’ un
cattivo Disney, a starsene seduto su questa poltrona ad arricciarsi
malvagiamente i baffi e complottare per sfruttare il povero Harwood,
ignaro di tutto. Certo, non è come se stesse qui ad arricciarsi i baffi e
pensare a come compromettere la sua innocenza. Cosa che non sta facendo. Per
niente. Ha un piano, lui. Il fatto he Harwood sia
così carino (e comodo) al momento è un dettaglio insignificante.
Più che come un appetitoso bottino, Sebastian dovrebbe
vederlo come il guru che intercederà per lui con Kurt e Blaine. Quindi, concentrazione.
Al primo borbottio salta su dalla poltrona con uno
scatto e si lancia verso il letto, atterrandoci con la grazia di un puma. Ma
solo perché è troppo inconsistente per inciampare nelle coperte.
Bene, ora deve riuscire a parlarci senza svegliarlo. Trattiene
il respiro, si avvicina all’orecchio di Harwood e
sussurra: “Thad?”
Un paio di secondi dopo viene salutato con un grugnito. Ah, funziona di nuovo!
“Thad, se puoi sentirmi
rispondi” prova a mormorargli nell’orecchio, attento a non parlare troppo forte
da svegliarlo.
“Mhm, che vuoi?”
Che qualcuno gli dia un pizzicotto, presto! Non può
essere vero, risponde!
“Devi alzarti da questo letto, Thad”
sussurra conciliante Sebastian, con il tono che di solito usa per rimorchiare i
ragazzi difficili e convincere sua madre a pagargli i viaggi a Parigi.
Naturalmente funziona sempre e Thad Harwood non è un’eccezione. “Devi alzarti e andare alla
scrivania”.
Thad
grugnisce senza svegliarsi. “Mpfh, E perché?”
Cazzo. E dai, Thad.
“Perché – perché devi prendere i post-it. Ti ricordi che
devi prendere i post-it?” borbotta Sebastian in preda al panico. Gli occhi di Thad tremolano appena.
No, cazzo, Harwood, non
svegliarti proprio ora.
“I post-it” borbotta Thad
rigirandosi e scostando le coperte per alzarsi.
Oh, santissimo Pavarotti, grazie.
“I post-it, sì. Bravo, Thad, così. Ti
ricordi? Hai detto che dovevi scrivere sui post-it” cerca di convincerlo
Sebastian, alzandosi con lui e seguendolo fino alla scrivania. Gli occhi di Thad tremolano un’altra volta.
“Devo scrivere sui post-it” ripete Thad
aprendo un cassetto e tirando fuori dei foglietti gialli fosforescenti.
Sebastian ha voglia di gridare e baciarlo. Insomma, gli deve la vita.
Sei un genio, Thad Harwood.
L’IGhost
sceglie proprio questo momento per vibrare.
“Ce
l’hai fatta, visto?”
Sebastian scaccia l’irritazione – perché il coso arriva sempre dopo amen? – e ghigna,
appoggiando le mani ad un millimetro dalle spalle di Thad
per sussurrargli all’orecchio.
“Scrivi”.
*
All’alba Sebastian abbandona la sua postazione sulla
poltrona della camera di Thad e Kurt per andare ad
infestare un pochino la camera di Blaine, da bravo fantasma, soprattutto perché
Harwood non si sveglierà prima di altre due ore,
quindi c’è ancora tempo prima che trovi i bigliettini che Sebastian gli ha
fatto scrivere.
Blaine però in camera non c’è.
Sebastian vaga un po’ per la scuola, fino a raggiungere
il porticato e intravedere una figura accucciata sugli scalini e avvolta in un
cappotto blu.
“Ma che stai facendo qui fuori? C’è quasi un metro di
neve” domanda a Blaine arrivandogli alle spalle e sedendosi di fianco a lui.
Il ragazzo è rannicchiato sul gradino e ha le guance
rosse per il freddo. Sebastian scuote la testa e prende a giocherellare con la
propria cravatta della Dalton.
“Da quant’è che sei qui in mezzo alla neve, stupido?”
ripete con un sospiro. “Sì, figuriamoci, sembri in stato di ibernazione, quindi
almeno un’ora”. Blaine non può sentirlo, ma per qualche strano motivo Sebastian
decide di continuare a parlare.
Tanto non è che hanno di meglio da fare che parlare da
solo e non poter ascoltare, no?
“Guarda che se ti congeli le palle non è che smetti di
provare qualcosa per Hummel o smetti di volergli
saltare addosso. Ti congeli le palle e basta”.
Blaine si strofina gli occhi gonfi di sonno e continua a
guardare l’orizzonte innevato.
“Certo che sei veramente un cazzone” lo rimprovera
Sebastian voltandosi verso di lui e lasciando perdere la cravatta. “Sei
masochista? Perché Hummel non vede l’ora che tu gli
salti addosso, ma tu continui a flirtare con lui e a vietarti di fare altro”.
I primi fiocchi di neve iniziano a cadere di nuovo e
Blaine alza a malapena lo sguardo dalle mani che tiene intrecciate in grembo.
“Senti” sbotta Sebastian, iniziando a perdere la
pazienza. “Lui- Kurt ti sbava dietro nonostante il fatto che sei alto come un
cestino dell’immondizia, nonostante le tue sopracciglia siano un esperimento
genetico malriuscito e nonostante il fatto che tu sia anche un po’ tardo. Si
può sapere che cazzo stai aspettando per – ho
capito.”
Sebastian inarca un sopracciglio e gli infila un dito
nel petto. “Codardo. Tu hai paura.
Hai paura di quello che potrebbe succedere? Sei fuori di testa? Oh, per fortuna
che ho architettato Il Piano, quindi, perché se aspetto te siamo tutti finiti!”
Il cellulare di Blaine squilla in quel momento, segnando
l’arrivo di un messaggio. Sebastian sbuffa e sbircia da sopra la sua spalla. Sorpresa
delle sorprese, è di Kurt.
“David
è venuto a cercarti in camera mia. Non sarai di nuovo fuori con tutta questa
neve, spero.”
“Ti becca sempre, eh, Anderson?”
Blaine sospira e il più lieve dei sorrisi gli spunta
sulle labbra. Risponde: “Avevo bisogno
di riflettere e la neve mi calma. Mi dispiace se David ti ha svegliato” e
ripone il cellulare in tasca.
Kurt è seduto di fianco a lui neanche due minuti dopo,
vestito di tutto punto, con due tazze di caffè in mano.
“Per me no, eh?” si lamenta Sebastian con uno sbuffo. Il piano, pensa al piano. Puoi farcela.
“Grazie per ieri sera” mormora Kurt accoccolandosi sulla
sua spalla. Blaine gli cinge le spalle con un braccio.
“Non c’è di che” risponde flebilmente, affondando il
viso nei suoi capelli e respirando piano tra i ciuffi e qualche fiocco di neve.
Kurt rimane in silenzio per qualche altro istante, prima
di rovesciare tutte le carte in tavola e ribaltare completamente la situazione,
lasciando sia Sebastian che Blaine completamente senza parole, domandando: “Perché
non mi hai detto che il Kings Island
Christmas Spectacular è stato cancellato cinque
anni fa?”
L’IGhost,
puntuale come un orologio svizzero nei momenti più sconvolgenti, dice: “Merda”.
*
Note
di Natale di Selene
Eccoci qui. Devo ammettere che questo capitolo è di
passaggio ed è il più serio di tutta la raccolta/long/qualsiasi cosa sia,
quindi non disperate, dal prossimo torniamo al demenziale e scopriremo cosa ha
fatto scrivere Sebastian a Thad, e come ha fatto Kurt
a scoprire dello spettacolo! J
Ora, vi siete fatti due tipi di domande: sull’IGhost e su Thad.
Per il primo posso dirvi…non è quello che sembra.
Scoprirete il segreto dell’IGhost nell’epilogo J
Thad…pure
XD
A domani!