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Autore: betacchi    20/12/2012    2 recensioni
{ Original }
— contesto: burlesque.
"Attendendo, sogniamo. E lui, nell'attesa di quel momento, aveva sognato lei. Aveva sognato i suoi capelli ricadere sulle sue spalle spoglie d'ogni copertura, aveva sognato il suo corpo a stretto contatto con il proprio; aveva sognato quella notte con occhi attenti ad ogni movimento."
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopotutto, non è vero che l'attesa del piacere, é essa stessa piacere?
it's a life; it's a style; it's a need.



A Sem (e sua madre);
Buon Natale!~





Le luci s'abbassano con lentezza quasi fastidiosa sull'unica figura che -padrona di quel piccolo spazio buio- sedeva con eleganza al centro di quello che sembra (che doveva essere, almeno) un palco.
Soffusa oscurità, silenziosa attesa. Scivola lentamente sulla poltroncina vellutata il copro sinuoso e coperto con scarsi risultati -ma non era proprio quella l'idea di partenza?- da un abito poco adatto a quell'elemento di incomparabile bellezza. Eppure, esso si muoveva con lei, con le sue gambe dall'innaturale bellezza, con le note che le sue labbra esageratamente eccitanti pronunciavano con ritmo regolare, senza mostrarsi mai affaticate. Lo sguardo, schiavo, da quei tacchi dal candido colore, sale, divora, desidera: nutrito da quella visione, non è soddisfatto, mai; su, ancora più su, ancora. La sua linfa vitale, ciò che lo rende così svegli ed attento, così curioso d'apprender altro, si muove ancora con passi che sembravano attrarlo ancor maggiormente verso di loro. Ciò che è musica risuona distante all'orecchio, proteso unicamente verso la sua voce: dolce, leggiadra, soave; se la si ascolta attentamente, essa è come il migliore tra i cocktail: senza consenso, si rende padrona della mente dell'uomo, la occupa come sua dimora; graffia la gola, riscalda l'animo, occupa i pensieri.
Senza spostare gli occhi dall'essere perfetto, egli avvicina il cristallino tumbler alle secche labbra, lasciando che venissero bagnate dall'invisibile eppur forte liquido il quale -come libero spirito- s'affrettava ad inumidire ciò ch'era stato reso arido dalla tensione delle membra. Con veloci movimenti delle ruvide mani, le ultime gocce che s'eran fermate, ribelli, presso la rosea bocca vengono allontanate ed un ultimo, veloce, deciso, quasi provocante passaggio della sua lingua sulla stessa ripulendo ogni imperfezione, ogni elemento di troppo.
La musica continua, la musa ispira nuove melodie e nuove note escono spontanee dalla sua incredibile voce. Ma nulla dura per sempre; la bellezza è destinata a morire, con un ultimo, veloce, deciso, quasi provocante passaggio della lingua sua quelle labbra così dannatamente provocanti. L'ultima nota, alta e solitaria, viene pronunciata con maggior intensità, quasi non desiderasse lei stessa porre fine a quello spettacolo di pura arte. Gli occhi verdognoli socchiusi sembravano sottolineare lo sforzo eccessivo, il diaframma in contrazione era solo uno degli ultimi dettagli che potevano incuriosire ed affascinare le ebbre iridi di chi osserva estasiato quella visione pronta alla sua fine.
Le luci ch'aveva accompagnato ogni singolo movimento d'ella si spengono, improvvise, come la sua voce. Un tuffo, un rumore di un qualcosa che va a rompersi per sempre: no, non in quella che è la realtà del momento, non in quella sala, non seduto su quella fredda sedia e non con quel tavolino povero e triste di fronte; il suo cuore era finito con quella melodia, s'era rotto, come vetro s'infrange con il troppo rumore. Il rumore del silenzio, di questo era perita quella così astratta parte del suo essere. Tutto ciò ch'è stato vivo, pochi istanti prima, muore all'istante, diventa triste, povero, non degno d'essere osservato: gli occhi marroni -color cioccolato, solevano dire (per quanto di dolce ci fosse ben poco in essi)- tornano spenti, annoiati. Sospirano le labbra, si socchiudono le iridi: le mani, veloci eppur lente, stanche -quasi non volessero affatto muoversi- avvicinano la lunga e bianca sigaretta (droga e morte dell'animo umano, altro che amore!) alle labbra che prima aride s'erano sentite, per aver bramato troppo l'umidità che quelle più carnose d'ella potevano regalare senza alcuno sforzo eccessivo. Ed ignorando completamente il segnale poco lontano -quell'enorme "Vietato fumare" scritto in un rosso che poco riusciva a perdonare- ecco che la fina sigaretta s'accende, arde di passione e desiderio e produce fumo, che veloce viene inspirato e fatto fuoriuscire dalle narici. Il nervosismo ch'aveva addolorato le larghe e possenti spalle, come acqua, scivola lontano, lasciando la mente sola a fantasticare. E chiusi, gli occhi rivivono ogni istante, ogni nota, ogni movimento; soli, la mente s'abbandona a quel desiderio d'amare e d'essere amati da ella, la donna, la ballerina, la cantate, la musa, l'artista.


Un leggero chiacchiericcio accompagna gli appassionati baci; leggero, lontano: quasi non volesse disturbare oltre, fugge distante, abbandonandolo al silenzio rotto esclusivamente dal quello che era il rumore dei loro baci.
Quelle gambe che prima, sinuose, si muovevano con carattere sul nero palcoscenico ora s'avvinghiavano alla sua vita; quella voce, soave, ora era occupata unicamente a gemere e chiedere di lui; quelle labbra, tanto eccitanti prima, ora desideravano unicamente il contatto con le sue. La sua attesa veniva ora ripagata. Un'attesa lunga e dolorosa, un'attesa dove l'unico piacere risiedeva nell'osservare. Quant'era dolce il ricordo di quei minuti, quanto irresistibile la sua vellutata voce che -nella sua mente- sussurrava parole d'amore unicamente per lui. L'attesa era forse più dolce di quello stesso momento, dove ogni singolo muscolo di lei lo desiderava?
Attendendo, sogniamo. E lui, nell'attesa di quel momento, aveva sognato lei. Aveva sognato i suoi capelli ricadere sulle sue spalle spoglie d'ogni copertura, aveva sognato il suo corpo a stretto contatto con il proprio; aveva sognato quella notte con occhi attenti ad ogni movimento. Attendendo, sogniamo. E lui, che viveva nel presente quel suo sogno, ne rimaneva dannatamente insoddisfatto.
Perché un sogno è sempre più soave d'un bacio spezzato da volgari gemiti di lussuria.





Note dell'autrice:
Buonasera a tutti!~
Se avete letto tutto, vi meritate un grande applauso. Perché leggere una fanfic del genere vuol dire davvero essere incuriositi dallo stile dell'autore più che dalla storia in sé -alla fine, una trama vera e propria manca, come mancano i nomi dei protagonisti, la loro storia e tutto il resto. Cosa speravo di fare, dunque, con questa fanfic? Un bel nulla; è il mio primo vero tentativo d'originale, quindi è leggermente nonsense. Mi sono semplicemente limitata a descrivere una situazione dal punto di vista maschile, cercando di capire come la frase che da' il titolo alla storia possa essere veritiera.
La fine mi fa un po' schifo; lo dico chiaramente, perché è la pura verità. Non volevo terminasse così, ma ho trovato non poche difficoltà a far diventare questa fanfic a rating rosso. E dunque è uscito fuori questo coso.
Parlando ora a Sem... hello darling. Alla fine, è giunta questa originale. Come ti sembra? Necessito un tuo parere -ed anche quello di tua madre, lol. Nella lettera capirai perché questa cosa è dedicata anche a lei.
Detto questo, mi dileguo e vi auguro un buon natale. A presto!

betacchi.

   
 
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