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Autore: annies    21/12/2012    4 recensioni
Quel mi manchi le fece più male del previsto, bisogna ammetterlo. Si strinse nelle spalle e spostò lo sguardo sulla macchinetta del caffè da loro non molto distante: il tempo scorreva, e il suo cercapersone squillava all'impazzata, ma quel mi manchi le era arrivato dritto al petto. Colpo basso.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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so we could start it all over again


Era
in ritardo. Anzi no, era tremendamente in ritardo, e sentire il rumore delle sue Louboutin contro il marmo la faceva soltanto innervosire maggiormente. Aveva ancora la bocca sporca di caffé con la panna, bevuto in un solo sorso al Café sotto casa - non poteva rinunciarvi - e sembrava una ragazzina truccata male. Entrò di corsa nell'enorme palazzo che le stava davanti; fare la giornalista era sempre stato il suo sogno sin da bambina, forse perché anche la madre lo era. Fatto sta comunque, che non aveva scelto giornalismo per niente all'Università, lei voleva davvero diventare qualcosa, solo che ancora non era il suo momento. Rischiò quasi di ammazzarsi una o due volte, dato che ancora non aveva imparato bene a camminare sui tacchi - specialmente se davvero alti come in questo caso - e quella gonna a vita alta le stava decisamente troppo stretta e non le facilitava di certo la camminata. Il suo capo se la sarebbe mangiata viva, l'avrebbe data in pasto al coccodrillo di Peter Pan, o, nel peggiore dei casi, l'avrebe semplicemente licenziata come minacciava di fare da un po' di tempo a questa parte. Ma Ginger non poteva permettersi di venire licenziata. Per trovare un posto da apprendista in quel giornale aveva smosso mezzo mondo, si era impegnata come poche volte nella vita e adesso non poteva permettersi di rischiare. Solo che la sveglia con il canto degli usignoli, il lunedì mattina non funzionava mai, abitare da sola non era poi una grande conquista, ma sua madre non aveva voluto muoversi da Holmes Chapel.
«Gin, monsieur Bernard ti sta aspettando da più di mezz'ora!» esclamò con il suo delizioso accento francese Clementine, che stava sempre alla reception. Clementine era sempre precisa, praticamente tutto l'opposto di Gin, che si era già conquistata l'odio di molti impiegati di Mood Paris.
«Ho trovato traffico» mentì la bruna, lasciando la sua borsa nella cabina armadio e togliendosi il cappotto Burberry, regalo di Pierre, il suo ultimo fidanzato. Certo, che per essere totalmente squattrinata si mostrava bene, anche perché insomma, lavorava in una rivista di moda non poteva vestirsi come una stracciona.
«C'è un'intervista a un ragazzo, non ho capito chi sia ma credo che Bernard voglia farti fare pratica» rivelò Clementine alla collega che correva da un alto all'altro della stanza senza sapere realmente cosa fare. «Gin, sono nel suo ufficio» l'inglese si fermò davanti alla ragazza, la guardò per un secondo e dopo un lieve cenno di assenso corse per andare a prendere l'ascensore.
Era davvero strano che monsieur Bernard volesse farle fare pratica, insomma, si odiavano, l'aveva presa a lavoro soltanto perché era l'ex fidanzato di sua madre, e l'aveva costretta a fare da apprendista, cosa che Ginger odiava profondamente.
Il cuore le batteva furiosamente, temeva che da un minuto all'altro avrebbe potuto scoppiarle dal petto; le sue labbra erano rosse non per il rossetto, ma perché le stava torturando con i denti da più di un quarto d'ora. Si guardava ripetutamente sullo schermo dell'iPhone, per controllare se avesse i capelli a posto, anche se quello era l'ultimo dei suoi problemi al momento. Chissà chi era il ragazzo che si sarebbe beccato un articolo su Mood, uno dei giornali di moda di tutta la Francia! E pensare che avrebbe scritto lei l'articolo, avrebbe intervistato lei l'ospite. Le gambe le erano diventate già molli.
Arrivata al quinto piano - era un grattacielo molto alto, per essere a Parigi - fece un respiro profondo, e quando sentì il tipico scampanellio che faceva l'ascensore quando si arrivava al piano desiderato, si catapultò fuori e nella furia di arrivare in fretta da Bernard si scontrò con qualcuno e tutti i suoi fogli, tutte le sue penne e il registratore finirono inesorabilmente per terra insieme al caffè dello sconosciuto.
«Non puoi stare un po' più attenta quando cammini?» urlò acido lui.
Ginger ancora lo vedeva solo dalle spalle, ma le sembrava di averle già viste. Quella schiena perfetta le pareva familiare, insieme a quei ricci scombinati e a quella posizione strana che assumeva coi piedi.
Non aveva ancora cancellato completamente i ricordi ad Holmes Chapel anche se era partita per Parigi proprio per dimenticare, per dimenticarlo.
«Ginger?!» quando si voltò si riconobbero subito. Come scordare quel paio d'occhi verdi cristallini, come scordare quelle labbra carnose e rosee? Quanto ci aveva sofferto, Gin, per quelle labbra!
«Cosa ci fai qui, Harry? La star internazionale deve essere intervistata?» domandò acida Ginger, con il suo perfetto accento inglese. Dio, non parlava in inglese da un po' di tempo, anche se il francese lo conosceva a stento e anche con un accento orribile, e adesso parlare nella sua lingua madre le ricordava così tanto casa da farle venire una fitta al petto. Aveva abbandonato tutto.
«Non pensavo di trovarti qui» il riccio si chinò per cominciare a raccogliere le cose, seppur ormai i documenti fossero totalmente andati a causa del caffè che gli era finito sopra. Gin credette di poter impazzire quando il suo profumo le arrivò alle narici; da quanto tempo era che non lo abbracciava? Era passato troppo tempo, ormai lui e i suoi amici che non conosceva avevano raggiunto la massima fama e lei era sparita dalla sua vita - pensava - per sempre.
«Ci lavoro qui» increspò le labbra e assunse la tipica espressione da francese snob, anche se lei non era né francese né snob, ed Harry lo sapeva fin troppo bene, la conosceva dalla nascita.
«Mi manchi» sospirò lui, raccogliendo le ultime cose e poggiandole su un tavolino lì vicino: si vedeva lontano un miglio che non stava mentendo, aveva quasi le lacrime agli occhi e parlava piano, scandendo ogni parola. Ginger questo non lo capiva, non voleva capirlo, pensava che Harry l'avesse soltanto usata e l'avesse mollata perché non gliene fregava più niente di lei, ora che era famoso.
Quel mi manchi le fece più male del previsto, bisogna ammetterlo. Si strinse nelle spalle e spostò lo sguardo sulla macchinetta del caffè da loro non molto distante: il tempo scorreva, e il suo cercapersone squillava all'impazzata, ma quel mi manchi le era arrivato dritto al petto. Colpo basso.

«Cavolo, Harry! Sei una fogna! Hai mangiato due pizze e adesso vuoi anche i miei avanzi?» domandò Ginger indispettita, cercando di finire la sua pizza per dispetto, anche se era piena come un uovo e stava per vomitare. Non era mai stata una ragazza che mangiava molto, era più una da insalate e frutti, non per mantenere la linea ma perché da brava vegetariana non mangiava carne e schifava il cibo spazzatura. La pizza però, la mangiava volentieri.
«Se tu sei strana non è colpa mia!» esclamò il riccio, tastandosi la pancetta non troppo evidente nascosta dal suo maglione rosso. Non c'era niente di meglio di una buona pizza durante le vacanze di Natale, anzi, non c'era niente di meglio di una pizza in qualsiasi momento «Dai, ti prego, Gin! Ho fame!» si lagnò lui.
A volte Ginger pensava di essere fidanzata con un bambino di cinque anni, ma poi guardava Harry e sorrideva: lui era sempre stato così, quello era il suo carattere, non poteva farci niente. Lei lo conosceva dalla nascita dato che Anne e sua madre erano migliori amiche, e s'era innamorata di lui sin dal primo istante in cui aveva sentito il suo piccolo cuoricino da bambina battere alla sua vista.
«Come farai quando sarai famoso e la pancia ti uscirà dai pantaloni? Le ragazzine non penderanno dalle tue labbra!» rise lei, guardando l'espressione furiosa del suo ragazzo.
Avrebbe partecipato ai casting di un programma che Gin considerava fin troppo idiota: la fama che dava X Factor non era permanente, gli scorsi vincitori erano state delle meteore: il tempo di un cd e poi erano scomparsi dalla scena inglese, e Ginger non voleva che Harry arrivasse sulla cresta dell'onda per poi finire di nuovo a fare il panettiere ad Holmes Chapel, rinchiudendo persempre le sue speranze nel cassetto.
«Non ho bisogno di nessuna ragazzina, Gin, tanto ho te che mi prenderesti anche se fossi un obeso di seicento chili, vero?» rise lui, prendendo la mano della sua ragazza che lo guardava allegra. Non gli aveva mai nascosto che era contraria a quei provini - sapeva che l'avrebbero preso, era davvero talentuoso - ed era per questo che Harry cambiava quasi sempre argomento.
«Non voglio che tu te ne vada» Gin diventò improvvisamente serissima, l'espressione divertita che aveva fino ad un secondo prima era letteralmente sparita. Era lunatica, c'è da dire, era lunatica e ogni piccola parola poteva contribuire a cambiarle radicalmente l'umore, ma era fatta così, Harry lo sapeva che sarebbe bastato un bacio poi, per risolvere tutto, l'amava anche per questo.
«Pensa a come staremo dopo che io sarò uscito di lì, Gin, potremmo andare a vivere insieme quando saremo entrambi maggiorenni» disse lui, prendendole le mani e baciandole la fronte; ormai la pizza era un ricordo lontano, c'erano solo loro due, vicini, e i battiti dei loro cuori inquieti.
Ginger lo sapeva, sapeva benissimo come sarebbe andata a finire la loro storia.

«Lo sapevo che sarebbe finita così, Harry» disse lei, cercando di trattenere una lacrima che sarebbe uscita da un momento all'altro. Mannaggia, quel ragazzo le faceva sempre uno strano effetto a vederlo. Ovviamente ormai era su tutte le copertine dei giornali scandalistici e non, sempre con una ragazza diversa o sempre in discoteche strane ad ubriacarsi, e vederlo in quel momento, in quella circostanza, le procurava una forte fitta allo stomaco. L'amore che aveva provato per lui non era mai scomparso, sapeva da sempre che Harry Styles era e sarebbe rimasto l'unico amore della sua vita, ma bisognava andare oltre. Sapeva che con la fama sarebbe cambiato, e infatti così era stato.
«Lo vuoi capire o no, che non sono cambiato? Sono sempre lo stesso di sempre!» si giustificò Harry, alzandosi anche la maglietta per mostrarle che non era cambiato neanche sotto quel fattore, ma ormai la sua pancetta graziosa aveva lasciato spazio ad un paio di addominali scolpiti che manco un modello di Abercrombie. Gin si rattristò un secondo pensando a quando entrambi avevano sedici anni e tanta voglia di scoprire il mondo, pensò anche all'Harry di allora, il secchione che nessuna ragazza notava. Era soltanto di Ginger Hale. Quella che aveva il nome e il cognome che ricordavano tanto un liquore, quella che tutti snobbavano. Erano Gin ed Harry e a loro bastava così, ma dopo la sua partecipazione a quel maledetto programma niente era stato più uguale.
«Io ti amo, Harry, sei tu che ami più la tua fama che me» si asciugò in fretta la lacrima che le stava scivolando dolcemente sulla guancia e prense un respiro profondo: doveva calmarsi.
«Come fai a dire questo?» ringhiò Harry, prendendola da un braccio e guardandola negli occhi.
Doveva capire che l'amava ancora, che la sua vita era incompleta senza di lei, che nessuna Megan Fox del mondo poteva colmare il vuoto che Ginger aveva lasciato nella sua vita.
«Miss Hale, sono esattamente due ore e mezza che l'aspetto!» monsieur Bernard entrò improvvisamente nel campo visivo di Ginger, che sussultò e si mise le mani tra i capelli. Aveva completamente dimenticato l'intervista!
«Mi scusi Signore, è che ho avuto un imprevisto e...» non riuscì neanche a completare la frase che Bernard ed Harry si abbracciarono come se si fossero già visti parecchie volte «vi conoscete?» domandò sconcertata, indicando prima il suo capo e poi il suo ex ragazzo. Era una situazione assurda.
«Certo, Hale, è con lui che devi fare l'intervista» rispose il direttore generale di Mood.
Okay, ora cominciava veramente a non capire più nulla: Bernard aveva invitato Harry Styles, star del momento insieme ai suoi quattro amici, e aveva deciso di far svolgere l'intervista proprio a lei. Wow.
«Signore, ma...» cercò di dire Ginger, mordendosi le guance. Aveva sempre questi strani tic quando era nervosa, ed Harry li riconosceva ancora, dato che rideva sotto i baffi.
«Niente ma, Hale. Ora tu vai di là e intervisti il monsieur Styles» stabilì Bernard che, detto questo, girò i tacchi e se ne andò, facendo finalmente interrompere quell'antipatico squillo del cercapersone.
Ginger cominciò a fare strada ad Harry fino allo studio 5, dove la sua scrivania giaceva sotto un caos di roba improponibile. Non sapeva cosa fare, cosa cavolo gli avrebbe chiesto? Sapeva già tutto della sua vita, sapeva anche il colore del suo spazzolino e adesso doveva intervistarlo? Ridicolo.
«Buongiorno, signor Styles, mi chiamo Ginger Hale, è andato bene il volo?» domande di prassi. Sul registratore la lucetta rossa non smetteva di lampeggiare, simbolo che avevano appena iniziato l'intervista e che tutto quello che avrebbero detto, sarebbe stato scritto: doveva stare attenta.
«Il volo è andato benissimo, Gin, posa quell'aggeggio» le intimò Harry, posandole una mano sul ginocchio coperto soltanto dai collant coprenti. Aveva sempre avuto le gambe magre come dei chiodi.
«La settimana scorsa è uscito il vostro nuovo singolo, Little Things, com'è stato collaborare con Ed Sheeran? Suppongo sia una persona interessante» Ginger continuava imperterrita a fare delle domande che le venivano sul momento, sebbene volesse soltanto strozzarlo e fargli passare tutto quello che aveva passato lei.
«Smettila» disse all'improvviso Harry, prendendole il mento e baciandola, con trasporto.
Ginger chiuse gli occhi di botto, assaporando le sue labbra una volta per tutte; quante volte l'aveva desiderato in quei due anni di riavere le sue labbra proprio come una volta? Troppe, e adesso era lì a Parigi di fronte a lei, a baciarla proprio come se fosse la prima volta di tanti anni prima.


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Ragazze vi prego non prendetemi per pazza, solo che ho voglia di scrivere e sono appena iniziate le vacanze, periodo in cui non ho voglia di fare altro. So bene che questa oneshot non verrà recensita da nessuno perch magari non è bella come tante altre oneshot su Harry, ma credetemi ci ho messo tutto il mio impegno e tutta la mia mattinata. Sono innamorata di Harry, amo tutti i ragazzi, ma con Harry c'è qualcosa di speciale che non riesco neanche a spiegare, quindi mi riesce difficile scrivere di lui, non chiedetemi perché. Comunque, Ginger è Elizabeth Gillies, a mio parere perfetta per questo ruolo.
p.s MOLTO IMPORTANTE: il meraviglioso BANNER a inizio oneshot l'ha fatto una persona che io stimo molto e che probabilmente non entrerà mai questa pagina. Quella persona è egg__s (@breakfastataghs) che ringrazio moltissimo.
Spero vi possa piacere, vi mando un bacio enorme :)
Ari


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