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Autore: Ari_92    21/12/2012    7 recensioni
Una piccola long Natalizia in occasione della Warblers week :)
Si tratta di una AU ambientata nella seconda stagione, dove però c’è già Sebastian. Le coppie principali sono Thadastian, Niff e Klaine. Grazie in anticipo a chi leggerà, e buon Natale *-*
Day#1: Il calore del camino [White Christmas]
Day#2: Cioccolata in tazza [Are you okay?]
Day#3: Pattinare sul ghiaccio [Revelations]
Day#4: Neve [Best. Fight. Ever.]
Day#5: Baci sotto al vischio [Love is in the air]
Day#6: Ricordi di Natale [Extraordinary Merry Christmas]
Day#7: Prepararsi alla notte di Natale [Raise your hand]
Day#8: Mezzanotte [Stars' light]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt, Nick/Jeff, Sebastian/Thad
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: Best. Fight. Ever.
Rating: Verde (come tutta la storia)
Ship: Niff; ma anche Thadastian e Klaine
Prompt: Giovedì 20; Neve
Lunghezza: 2300 parole
Note: Alla fine :)
 
 
 
 
 

Best. Fight. Ever.

 
 
 
“Ma questo non è giusto!” Protestò Trent, incrociando le braccia al petto.
Neanche a dirlo nessuno dei Warblers lo considerò minimamente: Wes era troppo intento a cercare un appoggio stabile per il supporto del suo amato martelletto nella distesa innevata che li circondava per dargli retta, David faceva il possibile per contenere la sua agitazione in merito e buona parte degli altri si rotolava allegramente nella neve, eccezion fatta per Kurt, Sebastian e Blaine: i primi due perché troppo schifati dalla cosa, mentre l’altro tentava semplicemente di darsi il vago contegno che si addiceva al ruolo di cui si era recentemente auto-investito.
 
“Non capisco perché deve sempre decidere tutto Blaine.” Wes allargò le braccia con ovvietà.
“Perché Blaine è la leggenda della Dalton!”
“...E a distanza di un anno non si è ancora capito perché.” Borbottò, ben attento a farsi sentire solo dalle matricole: di tutto aveva bisogno tranne di scatenarsi contro l’ira del Concilio: non era mai un bello spettacolo quando succedeva.
Trent stava appunto decidendo se non fosse il caso di fomentare una piccola faida interna al fine di tentare un colpo di stato ai danni del regime Anderson, quando Wes per poco non lo travolse, talmente in ansia per l’assenza del tavolo del Concilio da sembrare completamente fuori di sé. Beh, era completamente fuori di sé.
 
“Wes, stai bene?”
“Aiutami.” Rispose semplicemente, con il tono di voce che avrebbe una povera ragazza trovatasi accidentalmente sul bordo del cornicione dell’ottantesimo piano di un palazzo da demolire.
Prima che Trent potesse inquietarsi della cosa, Wes aveva già sbattuto due volte il martelletto sulla parte superiore del suo paraorecchie, facendolo imprecare.
 
“Ma sei scemo?!”
“Un attimo di attenzione, ragazzi! Dovete mettervi tutti in fila in modo che Blaine e Sebastian possano fare le squadre della nostra tradizionalissima battaglia a palle di neve!”
“...E io continuo a dire che mi sfugge il modo in cui sono stati scelti i capi squadra.” Sebastian, qualche metro più in là, gli rivolse un’occhiata ovvia.
“Blaine è una leggenda della Dalton, e io sono andato a letto con la maggior parte di voi. Non fa una piega.”
Spiegò, guadagnandosi un’occhiata in tralice da Thad ed una esasperata da Kurt: come avrebbe fatto a farli finire insieme con presupposti del genere?
 
In tutto ciò, Blaine provava mentalmente le più svariate combinazioni di formule di invito matrimoniali tra cui avrebbe dovuto scegliere quando lui e Kurt sarebbero convolati a nozze.
 
“La vera domanda è un’altra: siamo sul serio venuti fino a Columbus per tirarci addosso dell’acqua sporca?” Wes sbatté il suo martelletto in testa a Trent.
“Non è colpa di nessuno se a Westerville non nevica... e ora basta perdere tempo! Sebastian, Blaine: fate le squadre.”
I warblers si alzarono di malavoglia dalla poltiglia melmosa in cui stavano allegramente sguazzando, disponendosi poi in una fila ordinata.
A Sebastian non servì usufruire di molto del suo prodigioso intuito per capire che Blaine saltellava come un idiota da un piede all’altro perché già intento a pregustare la soddisfazione di scegliere Hummel tra i componenti della sua squadra.
 
Naturalmente – nella sua felice idiozia – non poteva assolutamente immaginare che qualcuno – Sebastian, ad esempio – avrebbe potuto mettergli i bastoni tra le ruote dicendo-
“Kurt.”
“...Cosa?!”
 
Blaine era stato così prevedibile nel suo sgomento che Sebastian finì per non essere nemmeno tanto divertito dalla cosa. Kurt sbuffò e raggiunse chi l’aveva appena chiamato, con un’aria talmente alterata da sembrare in procinto di prenderlo a pugni.
“Si può defezionare dalla propria squadra?” Chiese subito, mentre Blaine lanciava uno sguardo speranzoso a Wes, il quale però scosse la testa.
“Sebastian è a capo della squadra e ha fatto la sua scelta.”
“Allora io scelgo David!” Ribatté prontamente, fissandolo con gli occhi ridotti a fessure come se gli avesse fatto il peggiore dei torti. E, in effetti, separarlo dal suo futuro ragazzo era il peggiore dei torti.
Wes alzò le spalle, e Blaine si crucciò un po’ per il mancato successo della sua forma di vendetta.
 
“Noi scegliamo Thad!” Esclamò subito Kurt, vagamente consapevole che dopo quella Sebastian gli avrebbe fatto mangiare tutta la neve nei dintorni.
 
 

***

 
 
“Sei proprio sicuro che non si siano accorti della nostra assenza?”
Chiese sottovoce Nick – per quella che era più o meno la ventesima volta nell’ultimo quarto d’ora – spiando con cautela da dietro il tronco di un albero la battaglia che si stava svolgendo qualche decina di metri più in là.
Jeff roteò gli occhi, senza smettere di livellare la neve con i suoi preziosi guanti impermeabili – sì, stavolta aveva ricordato di indossarli.
 
“Se non ci hanno fatto caso mentre facevano le squadre non vedo perché dovrebbero realizzarlo adesso, mentre...” Jeff si sporse appena oltre la spalla di Nick “mentre Flint sta venendo massacrato da una raffica di pallate.”
Un attimo dopo era già tornato a ciò che stava facendo, al che Nick sospirò, abbandonando a sua volta la postazione di vedetta per unirsi al suo amico.
 
“Ricordami perché mi sono lasciato convincere a nascondermi qui con te, ti prego.”
Jeff gli sorrise, spostandogli un ciuffetto di capelli da davanti agli occhi.
“Perché l’ultima volta che ho giocato a palle di neve ho rischiato di perdere un occhio, e tu non volevi lasciarmi a fare il mio pupazzo di neve da solo.”
 
Nick rimase un attimo impietrito.
 
Non tanto da quanto Jeff aveva appena detto, ma piuttosto da come quel piccolo gesto affettuoso l’avesse lasciato letteralmente a corto d’aria. Un attimo dopo, tuttavia, decise che non era affatto il momento di pensarci.
 
“Pupazzo di neve? È questo che stiamo facendo?” Jeff inarcò le sopracciglia.
“Pensavi che avessi messo due enormi cumuli di neve rotondi uno sopra all’altro per sport?”
“Ehm... Jeff? Temo che abbiamo un problema.” Dalla sua faccia, Nick poteva intuire che si stava preparando al peggio.
“...Perché tutte le volte che dici abbiamo va sempre a finire che- ”
 
“La carota nella tua borsa. L’ho mangiata.”
 
Ne seguì un lungo attimo di silenzio, in cui Nick si preparò psicologicamente alla reazione di Jeff, il quale tuttavia si limitava a guardarlo con un’espressione impenetrabile.
“Fammi capire. Tu hai aperto la mia borsa, ci hai trovato una carota e hai pensato bene di mangiarla?”
“Stavo controllando se per caso avevi portato un termos con della cioccolata, sai, in onore di quella che ti ho rovesciato addosso l’altro giorno- ”
 
E Nick si sarebbe aspettato le più svariate reazioni da parte di Jeff; la più probabile delle quali figurava se stesso piantato sotto due metri di neve. O in alternativa mutilato... magari tagliato in due da una spada samurai.
In ogni caso, in nessuno dei suoi personalissimi scenari catastrofici Jeff stava ridendo.
 
“...Uhm, Je- ”
“Solo tu. Solo tu nell’universo puoi essere tanto cretino.”
Nick attese qualche istante, piuttosto persuaso che da un momento all’altro – una volta placato quell’attacco di ilarità – il suo amico l’avrebbe seriamente preso a ceffoni. Il fatto che questo non stesse accadendo lo confondeva parecchio.
“...Non hai intenzione di picchiarmi?”
 
Jeff lo guardò come se avesse detto qualcosa di molto stupido.
Il che quantomeno strano, considerando che fino a pochi mesi prima quello era il modo in cui finivano più o meno tutti i loro discorsi. O presunti tali. La cosa peggiore era che si trovava di fronte ad un fenomeno ancora più anomalo di quello.
Jeff stava... balbettando? Arrossendo? Entrambe le cose?
 
“Nick... C’è qualcosa che ti dovrei- ”
“Oh mio Dio!”
“Cosa?”
“Shh! Vieni qui.” Bisbigliò Nick, afferrandolo per un braccio e trascinandolo fino alla sua personale postazione di vedetta, ai piedi dell’albero dietro al quale fino a pochi minuti prima erano intenti a plasmare un omino di neve destinato a rimanere senza naso.
 
“Nick- Cosa diavolo...”
“Ascolta.”
Jeff smise di opporre resistenza, per il semplice fatto che quando il suo amico si metteva in testa una cosa c’erano due soluzioni: assecondarlo o prendere il proprio jet privato e sparire per qualche giorno in Cambogia.
E lui non era Sebastian Smythe: non aveva ancora il suo deposito personale di jet privati. Jeff sospirò.
 
“Cosa dovrei ascoltare...?”
Okay. In effetti si sentivano delle voci. Due voci, in particolare. Ancora più in particolare, quelle di Thad e Sebastian. Jeff non era ben sicuro se essere grato ai due Warblers che inconsapevolmente avevano interrotto il discorso che aveva intenzione di fare o odiarli dal più profondo del suo cuore. Nel dubbio, evitò direttamente di domandarselo.
 
“Kurt si sarà sbagliato...” Stava nel frattempo farneticando Thad, qualche metro più in là dall’albero dietro cui erano nascosti Jeff e Nick. Sebastian lo guardò con aria divertita.
 
“Certo. Hummel viene a dirmi che ti piaccio per noia. Plausibile.”
“...O forse ti stai inventando tutta questa storia di sana pianta perché in realtà sono io che piaccio a te.” Ribatté Thad, con una nuova punta di sicurezza nella voce. Come se questo avrebbe potuto anche solo lontanamente intimidire Sebastian Smythe.
“Pensi di essere bravo a ribaltare la situazione, non è vero? È così complicato ammettere che vuoi venire a letto con me? Non saresti il primo e di certo non sarai l’ultimo.” Constatò facendogli l’occhiolino.
 
Thad non riusciva a reggere quel suo atteggiamento – in realtà avrebbe fatto molto prima ad elencare le cose che sopportava di lui, o quantomeno tollerava.
In ogni caso no, Sebastian era completamente fuori dal punto della questione. Infatti, Thad voleva... Beh, non era ancora ben sicuro di quello che voleva, ma comunque si sarebbe trattato di qualcosa che Sebastian non sarebbe mai e poi mai stato in grado di dargli.
Non importava quanto si ostinasse a cercare di fare di lui la persona che voleva. Perché in fondo era già la persona che volev- No. Assolutamente no.
 
“Senti... Possiamo solo lasciar perdere?”
“Non lascerò perdere finché non ammetterai la verità.” Lo canzonò con quel suo solito sorrisetto, talmente stupido, deficiente e irritante che Thad decise semplicemente di dirglielo, e che andassero a quel paese Kurt, Blaine, lo Scandals, le cioccolate calde e i caminetti.
“Vuoi la verità?”
“Sono tutto orecchie.”
 
E poi, da dietro al vecchio albero innevato a pochi metri da loro, provenne un grido strozzato che attirò l’attenzione di entrambi.
 
“...Cosa diavolo-?” Okay. Addio epico momento di coraggio.
 
“Ma Jeff! Avevi detto che non mi avresti preso a pugni- ”
“Questo era prima proponessi di ovviare al problema della carota mancante facendo un pupazzo di Voldemort!”
 
 

***

 
 
Era la battaglia più estenuante che Blaine Anderson avesse mai combattuto.
 
Tutti i suoi compagni di squadra erano stati abbattuti dal nemico, e lui era rimasto solo, unico superstite di un’aspra guerra senza risparmio di colpi.
Wes era stato l’ultimo ad abbandonarlo – sì, alla fine l’aveva accolto tra le sue fila nonostante l’incommensurabile torto che gli aveva fatto ad inizio pomeriggio – ed ora poteva contare solo sulle sue forze.
Blaine si rigirò la palla di neve che aveva in mano tra le dita, nervoso.
Okay, terrorizzato.
 
Si chiese se da qualche parte nella distesa innevata che aveva davanti ci fosse ancora un qualche suo alleato pronto a dargli man forte, o in alternativa anche un nemico... qualcuno, insomma, perché stare lì in mezzo da solo si stava rilevando inquietante.
 
E poi Blaine vide un cespuglio innevato.
Un cespuglio innevato in mezzo al niente, e nemmeno un secondo più tardi aveva già deciso che sarebbe stata la sua personale trincea. O, più volgarmente, nascondiglio. In ogni caso, Blaine non sarebbe uscito di lì fino alla fine della battaglia.
 
Il ragazzo raggiunse il cespuglio in due passi e in un attimo era seduto sulla neve.
O, più precisamente, era seduto su qualcuno.
 
Aah!”
Ah!” Blaine saltò in aria, sinceramente terrorizzato. Cosa che durò all’incirca mezzo secondo.
“Kurt!”
“Blaine, ehi.” Rispose, con un sorriso ancora un po’ incerto, lisciandosi i pantaloni della divisa. Blaine notò che era seduto su qualcosa di molto simile alla borsa di Sebastian, ma decise di non indagare.
 
“Ci sono moti superstiti della tua squadra in giro? Sono ore che non vedo nessuno della mia.” Chiese distrattamente, mentre il moro si metteva di nuovo accanto a lui – questa volta con un certo grado di panico in meno.
“In realtà credo di essere rimasto solo io.” Kurt emise un verso stizzito, scrutando attraverso gli alberi.
 
“Tutto bene, Kurt?”
“Ho spedito Thad e Sebastian a parlare il privato, e non sono ancora torn- Blaine!”
 
Esclamò con una piccola risata, nel momento in cui il suo amico gli si buttò addosso, rimpicciolendosi contro di lui.
“Blaine? Che... Che fai- ”
“Ho paura. Non volevo dirlo per non sfigurare davanti al Concilio, ma le battaglie a palle di neve mi mettono angoscia.” Piagnucolò, e non era esattamente una bugia... l’avrebbe definito più come modo creativo per saltare addosso a Kurt. E comunque lui aveva sul serio dei problemi con quelle battaglie.
 
Kurt gli passò una mano sulla schiena con fare confortante, e Blaine a quel punto avrebbe volentieri fatto le fusa.
“Beh, si da il caso che conosca un modo rapido e indolore per farti stare meglio.”
 
Bisbigliò Kurt, ovviamente inconsapevole di stare rischiando di far morire di infarto il ragazzo che attualmente era accovacciato contro di lui.
Blaine deglutì rumorosamente, allontanandosi appena da Kurt.
...A sua volta ignaro della mano del suo amico, scesa fino al livello del manto nevoso sotto di loro.
 
“...Ah sì?” Chiese con voce traballante, che nella sua testa avrebbe dovuto essere incredibilmente seducente. Kurt annuì, abbozzando un piccolo sorriso.
Blaine si stava giusto chiedendo qual’era l’ultima cosa che aveva mangiato, e di conseguenza se non fosse il caso di dire a Kurt di rimanere fermo lì, mentre lui andava un momento a lavarsi i denti e poi tornava per il loro epico primo bacio-
 
Blaine ricevette una manata di neve in testa.
 
“...”
“Ho vinto.”
 
 

***

 
 
 
 
 
Eccoci qua *-*
Okay, direi che con questo capitolo il livello di demenza ha raggiunto i massimi storici <3
Mi dispiace di aver pubblicato solo ora, ma ieri pomeriggio ero a Bologna a ritirare la copia di SBL che avevo ordinato (btw, Colfer è un genio u.u) e l’ho finito di scrivere l’altra sera... Peccato che poi EFP non andava e non ho potuto pubblicare -.-“
Spero che questo prompt vi sia piaciuto :’) Io ho amato cimentarmi in questa follia, nonché piazzare tutte le diverse troll face evincibili dalle varie situazioni :’)
Grazie mille a tutti quelli che leggono e per ogni singola recensione: non avete idea di quanto vi ami <3!!
Un bacione, e a stasera (spero) con il prompt di oggi :)!
_Ari
 
Come sempre, per qualunque cosa, questo è il link della mia pagina facebook :) http://www.facebook.com/pages/Ari_92-EFP/409314062440527?ref=hl
  
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