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Autore: NonSonoSoloParole    21/12/2012    2 recensioni
Ecco a voi il secondo capitolo (Sembra una presentazione molto sofisticata) della mia storia. Il primo capitolo (per chi lo volesse leggere) si intitola “Io avrò cura di te” ed è la tormentata storia di Eva, Mia e Lucy che si incontrano e si scontrano con i 1D.
Se avrete la pazienza di leggere tutte e due le storie capirete l’amore che ho messo nello scrivere la storia di questa ragazza, che potrebbe essere una di noi, che si trova a combattere il suo cuore e la sua mente.
Enjoy :D
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi rigiro nel letto e apro gli occhi, per un momento mi sento spaesata.
Dove mi trovo?? Mi giro nuovamente e lo trovo lì che se la dorme come un angioletto un sorriso involontario mi si dipinge sulle labbra. Ora ricordo.
Erano passati sei mesi da compleanno di Mia e da quella data tutto si era svolto con molta velocità. Liam passava tutti i suoi momenti liberi facendo il pendolare da Londra a Crawley, la città dove mi ero trasferita con i miei genitori da oramai tre anni e nel giro di due settimane aveva perso la sua bella cera sostituita da un coloraccio giallognolo e delle belle occhiaie nere tanto che un giorno mi disse
“Eva io non penso di farcela più…” aveva abbassato gli occhi sentendosi colpevole. In quel momento mi prese il gelo, mi ero già immaginata il resto della conversazione, lui che mi diceva che non ce la faceva a stare con me e Mia ed io che piangevo. lui che se andava e io che rimanevo con il cuore spezzato, avevo aspettato con pazienza che finisse la frase e quando lo fece mi venne quasi da ridere “Ti amo tantissimo ma non posso continuare a fare avanti e indietro da Londra … è un po che mi chiedo se … si come si può dire … beh ti andrebbe di trasferirti da me??” aveva alzato gli occhi facendo lo sguardo da cucciolo e io, trattenendo le risate gli saltai addosso
“Pensavo volessi lasciarmi” gli confesso subito
“Questo mai!” aveva detto stringendomi più forte “Ma non mi hai risposto, verrai con me??” continuava a guardarmi con gli occhi nocciola profondi e speranzosi e li per li non ce l’avevo fatta a dirgli subito di no
“Vedremo, devo sistemare Mia, dirlo ai miei genitori, trovare un appartamento, un lavoro, la macchina dirlo a Lucy…” stavo accampando scuse e lui se ne accorse
“Ho capito, prenditi il tuo tempo … io continuerò a fare il pendolare fino a che non ti sarai decisa…” lo aveva detto con aria da cucciolo bastonato
“Lo sai che se fosse per me verrei subito ma … devo pensare a Mia e a tutto quello che comporta un trasloco …” gli dissi abbassando gli occhi
“Non mettere di mezzo Mia, capisco che puoi essere preoccupata, ma non per lei. Le voglio un mare di bene venendo a Londra avrebbe solo amore in più, trasferendoci potrebbe vedere Lucy tutti i giorni e lo sai che i bambini fanno amicizia in pochissimo tempo… più aspetti peggio è e per il lavoro non c’è problema potrai stare a casa a occuparti di tutto, ti manterrò io!!” aveva gli occhi convinti come gli avevo visto solo poche volte e quello mi face convincere
“Questo mai!!” gli dissi con sguardo scuro “Non permetterò mai che tu Liam Payne mi mantenga. Verrò e mi troverò un lavoro!” lo avevo preso un po in giro ma lui accolse la notizia con un sorriso.
I suoi occhi si erano illuminati, si avvicinò a me e mi sollevò da terra facendomi fare un mezzo giro
“Finalmente saremo una famiglia!” aveva aggiunto elettrizzato
Finalmente tu sarai la mia famiglia avevo pensato
 
Questo era successo più o meno quattro mesi fa e da quel momento non avevo rimpianto neanche una volta la mia decisione.
Avevo trovato lavoro e scrivevo per un giornale il TimeOut, Mia si era inserita all’asilo perfettamente e, a parte le prime settimane si trovava benissimo anche a casa di “Tato Liam” come lei lo chiamava e adesso mi trovavo qui in questo letto dalle pallide coperte azzurre che fissavo la persona che mi aveva resa più felice sulla faccia della terra.
“Mi stai fissando” dice ad un certo punto il ragazzo accanto a me “Ancora” apre gli occhi e si tira su a sedere, ha lo sguardo impastato dal sonno e non riesce a tenere bene gli occhi aperti “Possibile che dopo tutto questo tempo tu non abbia smesso con le cattive abitudini?” mi dice per scherzare un po
“Non ti fisso, ti contemplo …” decido di metterlo al corrente di quello a cui stavo pensando “Mi è venuto in mente quando mi hai chiesto di trasferirci da te”
“E’ stata una tra le decisioni migliori che tu abbia mai preso … voglio dire guardami, guarda come sono sexy come facevi a svegliarti ogni mattina senza vedere questo pezzo di gnocco??” Liam si fa scorrere una mano lungo il corpo mezzo coperto. Io lo osservo e mi metto a ridere.
Ha i capelli tutti scompigliati, le labbra gonfie e porta un pigiama di cotone scuro con una faccia sconvolta che dice “I need coffee”
“Sexissimo” gli dico, mi avvicino e gli stampo un bacio veloce sulle labbra, ci mettiamo comodi sotto le coperte ma solo per un secondo, poi io mi tiro il lenzuolo sopra la testa e subito lui mi segue.
Ci accampiano sotto le coperte come fanno i bambini nelle notti di pioggia e mi sembra di essere sotto la volta di un cielo senza stelle.
“Mi ami vero?” gli chiedo senza tanti preamboli
“Più di qualunque cosa” mi risponde guardandomi fisso negli occhi
“Dimmelo di nuovo” ho bisogno di sentirmi dire che mi ama, anche se lo so, ma sono convinta che
più volte lo sento, meno lui avrà la tentazione di lasciarmi
“Ti amo. Ti amo. Ti amo”
Ti credo Liam è per questo che ti amo anche io. Mi avvicino alle sue labbra e lo bacio con intensità, ma il nostro bacio viene interrotto dalla sveglia che ci ricorda che il mondo ha bisogno di noi e che dobbiamo alzarci.
Lui sbuffa leggermente e io cerco di convincerlo
“Dai splendore, la giornata è lunga prima cominciamo prima la finiamo”
“Ma io voglio stare a letto con te” sporge il labbro inferiore come i bambini
“Anche io ma oggi devo scrivere un importantissimo articolo su una mostra alla quale nessuno è interessato e tu devi registrare quella famosa canzone della quale non vuoi dirmi niente…” da due mesi oramai mi aveva messo la curiosità su un certo testo che dovevo sentire assolutamente ma
non mi aveva mai confessato nulla di più e da quel momento ero morta di curiosità.
I suoi occhi si emozionano subito, lo avevo colpito nel segno. Esce dalla nostra capanna fatta di coperte e dice
“Andiamo su, su,su non c’è un minuto da perdere! Il mattino ha l’oro in bocca!!” marcia verso il bagno mi lancia un ultimo sguardo ed entra dentro la porta, dopo un secondo ne riesce e mi dice
“Sei bellissima questa mattina” sparisce prima di sentire la risposta
“Ti amo” gli dico flebilmente
Quella frase, lui non poteva saperlo ma era la solita frase che Harry mi aveva detto anni prima, la mattina dopo la nostra prima volta. Da quando mi ero ritrasferita a Londra mi trovavo a pensare a lui molto più frequentemente, non con amore ne con odio, semplicemente ci pensavo. Chissà
dov’era… lancio un occhiata svogliata alla sveglia. Le 8.37 e un urlo involontario mi esce dalla gola
“Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhh oddio!” mi alzo dal letto e mi sfilo immediatamente i pantaloni del pigiama, Liam esce dal bagno preoccupato con lo spazzolino da denti in mano
“Che succede??”
“Sono in ritardassimo, devo essere in ufficio alle 9, devo portare Mia all’asilo, ho avvertito che la portavo prima perché avevo un impegno importante oggi, non ho tempo di fare niente, neanche colazione!!” durante questa frase mi ero gia vestita, indossavo le prime cose che avevo preso sotto mano e ora saltellavo da una parte all’altra della stanza cercando mi mettermi le scarpe.
“Ehi stai calma, porterò io Mia all’asilo, la sveglierò con calma, faremo colazione e tu non dovrai preoccupartene ok?
“Mi salvi la vita, sei un angelo” lo bacio sulla bocca e mi rimane un po di dentifricio sulle labbra, mi pulisco e vado nella stanza di Mia
“Ciao amore, la mamma deve andare, ci vediamo stasera” le bacio la fronte e lei si rigira su se stessa abbracciando Garfield, le accarezzo i riccioli e me ne vado apro la porta ed in un secondo sono nel caos di Londra.
  
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