Uscendo dal negozio per iniziare ad avviarsi verso casa si accorse che stava nevicando, e il suo primo pensiero corse al pacchetto stretto fra le sue piccole braccia. Un pacchetto piccino, quasi proporzionato alla sua persona, ma a dire la verità non era per lui; colei alla quale era destinato, però, amava lui, e la sua piccolezza. Quindi non c'era bisogno che le cose fossero necessariamente grandi per essere felici. Questo pensiero lo sfiorò, insieme ad un candido fiocco bianco, e a metà tra il sorridere teneramente e lo sbuffare Tyrion entrò nella macchina.

Adorava l'odore della sua macchina, adorava il modo in cui la sua vita sembrava finalmente star cominciando ad andare, non odiava sé stesso, e adorava lei. Vedere l'espressione sul bel visino di Tysha ogni volta che le faceva un regalo, di qualsiasi natura e dimensione -una risatina roca quando la sua mente andò a diversi tipi di sorprese-,  era ciò che desiderava di più in quel momento.

Non c'era molto traffico per essere Natale, ma ogni secondo d'attesa fu a dir poco lacerante, ogni curva, ogni istante in cui desiderava baciarla ma lei non era lì sul sedile del passeggero come il giorno in cui si erano sposati e l'aveva portata a fare un giro alle giostre.

Sapeva che nessuno l'avrebbe definita una festa di nozze speciale o romantica. Nondimeno Tysha aveva riso, l'aveva baciato, l'aveva amato come aveva promesso e come lui sperava lo amasse sempre. Perché Tysha era una persona semplice. E cosa dicessero gli altri non aveva importanza: Tysha era bellissima perché era semplice, e Tyrion non avrebbe desiderato nessun'altra, nemmeno una Cersei. A dirla tutta, specialmente una Cersei.

Parcheggiò in fretta e si precipitò nel modesto appartamento di campagna che aveva comprato per entrambi. Tywin Lannister, proprietario di un'impresa bancaria di portata mondiale, non avrebbe mai permesso a suo figlio di sposare una ragazza come Tysha o di vivere in una casetta coperta dai rampicanti. Tuttavia a sua moglie piacevano sia lui che i rampicanti e, pur avendo dovuto lavorare di nascosto per mesi prima di racimolare la somma necessaria ad esaudire i desideri di entrambi, Tyrion non aveva permesso a nessuno di portargli via quella realtà a cui tuttora stentava a credere.

Quando entrò in casa, lei lo stava aspettando, calda nel suo pigiamone di lana rosa. Gli corse incontro, senza prestare la minima attenzione a nulla che non fosse lui, buttandogli le proprie braccia intorno alle spalle per poi baciarlo con passione, premendo le loro labbra come se fossero ancora davanti all'altare in quel giorno di poco -troppo poco- tempo prima.

Eppure non rimase altro che acqua sul pavimento. Quando il corpo di Tysha si sciolse e tra le braccia del nano non rimase altro che il tessuto color carne. Poi Tyrion si svegliò.

Era nella casa in cui viveva da sempre, ma non avrebbe mai voluto, o potuto, chiamare sua. E soprattutto, la moglie che aveva amato non era accanto a lui, né lo sarebbe più stata. "Sei proprio come la neve, amore." Mormorò, girandosi verso il lato destro del letto troppo spazioso, come a cercare i segni della presenza di lei. "Pura, meravigliosa, effimera. Invero grigia, sporca e falsa."


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Brevissima one-shot che ho scritto di getto perché ascolto le canzoni di Natale sbagliate. Speravo in qualcosa di più felice ma qualsiasi fic inizi finisce col diventare angst. Però, un dettaglio importante in tutto questo c'è, positivo o negativo che sia: Tysha rendeva Tyrion un uomo migliore. Spero di essere riuscita a comunicarlo.
Il mondo ha comunque bisogno di più Tyrion/Tysha.