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Autore: Samarskite    21/12/2012    6 recensioni
'Cause you got the spell on me
I don't know what to believe
Kissed you once
Now I can't leave
'Cause everything you do is magic
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Every little thing
she does is magic





1º Decisione (sua)


'Cause you got the spell on me
I don't know what to believe
Kissed you once
Now I can't leave
'Cause everything you do is magic


Stavolta sono io che arrivo in ritardo, perchè mi si era inceppato il motorino. Lo so che lei me lo rinfaccerà per il resto dei miei giorni, ma me lo merito, in fondo, dato che io di solito la sfotto per le sue entrate in ritardo, perennemente giustificate da firme fasulle. Lei è già lì, seduta al nostro tavolino preferito, che si sfoglia un libro con una pipa di cioccolato in bocca e una tazza di caffè fumante in mano. Quando sente un corpo freddo che si avvicina al suo tavolo, non so come ma capisce subito che sono io. Lo percepisco, da come si mette più comoda sulla sedia ed assume un atteggiamento più casuale, non so come dire. Appena arrivo di fronte a lei, pieno di neve anche nelle mutande, alza semplicemente gli occhi dal libro. Poi, con molta lentezza, appoggia la tazza e con la mano ora libera si toglie la pipa di bocca. La appoggia su un piattino, posa il libro in grembo e chiude gli occhi. "Non. Dire. Niente.", mi anticipa con l'aria di chi ha raggiunto la pace mistica. "Questo. È il giorno. Più bello. Della mia vita."
Scoppio a ridere. "Per un mio misero ritardo, sei felice con poco!"
Lei riapre gli occhi con la sua perenne aria divertita, buffa e dolce al tempo stesso. Sorride e le si formano fossette agli angoli delle guance. Sta zitta per un paio di minuti, durante i quali io appoggio la giacca allo schienale della sedia ed ordino un thè, per poi sedermi io stesso.
"Scommetto", le dico quando Mary la cameriera mi porge la tazza di thè, "scommetto che mi stai descrivendo mentalmente."
Lei si riscuote. "Cosa! Si. No? No. Ok, si.", ammette infine ridendo e nascondendo il viso dietro il libro che stava leggendo. Ora vedo solo il suo ciuffo ed i suoi occhi a mezzaluna, piegati così dal sorriso.
"Mattie, io mi farei curare.", sintetizzo drastico senza pensarlo davvero.
"Oh, non rompere, Tommy. Se ti consola, ti stavo descrivendo in luce quasi divina.", mi contraddice lei.
Rido, rischiando di strozzarmi ed ustionarmi col thè. Mattie è completamente fuori di testa, non saprei come descriverla rendendo bene l'idea. Però ci provo lo stesso. Bisogna immaginare la persona più pazza che si conosce, pazza nel senso di capace di sospirare in classe nel silenzio totale e dire: "Ah, che vita di merda, oh.". Poi la più dolce. La più buffa. La più svagata. La più sagace. La più ottimista. Mixarle insieme ed ecco, grossomodo, verrà fuori una sosia scialba di Mattie. Dico scialba perchè Mattie ha una luce dentro, che non si può spiegare, o imitare. Mattie ha la luce dei bambini, quelli che col massimo candore guardano un persona di mezza età decretandola vecchia. I bambini non riescono a concepire il mondo senza la vita, non riescono nemmeno a concepirne la fine, e così sembra incapace di concepirla Mattie.
Lei, la vita, la vive come un libro. È capace di stare minuti interi ad osservarti in silenzio, mentre mentalmente fa la descrizione di come sei e di come ti vede. Se la descrizione le piace particolarmente, prende un quablock che si porta sempre dietro e se la segna, perchè la sa a memoria.
Una volta mi ha descritto in un modo che le è piaciuto talmente tanto che me ne ha regalato una copia; la tengo nel portafoglio.

«Tanto lo so che sono in ritardo, non ho l'orologio ma lo so. Infatti entro nella libreria e lo vedo là, seduto ai tavolini. Le gambe, costrette in jeans azzurro chiaro, sono accavallate alla maniera larga tipica dei maschi, che io non ho mai saputo tenere per più di qualche secondo, perchè la gamba mi scivola giù. Indossa un maglione a righe grigie, bianche e nere, tanto per cambiare, e sta osservando un libro preso da uno scaffale, forse. La bocca è impegnata a rosicchiare il tappo della penna, ed ogni tanto si interrompe per farla andare su e giù, facendo perno al centro con pollice ed indice. È appoggiato allo schienale, (una postura che, a vederlo, la De Chapel gli farebbe una tirata infinita sulla colonna vertebrale) e l'aria assorta. C'è una tazza di thè appoggiata sul tavolino. Appena mi sente entrare la bocca gli si allarga in un sorriso. Alza gli occhi, che si illuminano, ed io sono sicura che, se volesse, chiudendoli potrebbe vedere il mare. »

Lei è come se rendesse magico tutto quello che fa.
Spesso capita che Mattie si abbandoni a strane fantasie. Non sconce, ma fantasie tipiche dei sogni, assurde, per poi commentarle ad alta voce senza che nessuno sappia ciò che ha immaginato. Basta lanciare il sasso e nascondere la mano, come decido di fare adesso. "Non ho mai scoperto cosa mettano in queste ciambelle.", dico sorridendo.
Mattie assume un'aria vaga, sognante, per circa un minuto. Poi torna presente a sè stessa quando le schiocco le dita davanti e borbotta: "Non fidarti mai, mai, mai degli scoiattoli."
Il mio sorriso si fa più ampio, e poi si trasforma in risata; lei si rende conto che l'ho fatto apposta. "Ma dai, che bastardo!"
Scoppio a ridere nuovamente e addento un muffin facendo uno sguardo esageratamente languido.
Lei sorride divertita, poi la sua attenzione è attratta dai bordi del tavolo a cui siamo seduti. Ho già capito che anche questo pomeriggio in libreria sarà di chiacchiere e non di studio.
"Secondo me quando hanno ampliato la Old Book hanno usato per il bar i tavolini della vecchia zona infanzia, allungandogli le gambe.", decreta intanto Mattie passando l'indice sul bordo del tavolo. "Mmmh, questo secondo me era il tavolo a cui mi sedevo per leggere Winnie The Pooh. Fammi vedere.", aggiunge poi alzandosi dalla sedia e sporgendosi sopra tutto il tavolo per osservare il bordo dal mio lato.
La cosa mi provoca non poco nervosismo perchè, anche se il suo sguardo è rivolto verso il basso, il suo viso è a pochi millimetri dal mio e la maglietta che indossa non è propriamente una dolcevita. Mentre indaga i bordi con lo sguardo, Mattie mi informa che Eric Teason di quinta f le ha dato della bocchinara e le ha chiesto per cortesia di chiedermi se lei i pompini li fa bene, perchè vorrebbe provarli anche lui. In pratica, ha azzardato l'ipotesi che nei pomeriggi che trascorriamo insieme, io e lei, ci sia una componente sessuale.
"E tu cosa gli hai risposto?", le domando, chiedendomi mentalmente nel frattempo perchè in due anni che vengo alla Old Book non abbia mai notato quanto sia bello il soffitto.
"Che vada a stuprare ciambelle."
Scoppio a ridere, per un attimo mi dimentico che sto guardando il soffitto per non concentrarmi sul suo viso o sulla sua scollatura e la guardo negli occhi. Lei, però, non li solleva su di me ed esclama ridendo: "Ecco qui! Guarda. Vedi questi segni, queste specie di tacche? Sono i segni dei miei denti."
Passo un dito nel punto in cui mi sembra che stia guardando, ma lei scuote la testa. "Più a destra", mi dice, e così prende il mio polso e sposta delicatamente la mano nel punto che intende lei. Io rabbrividisco, e Mattie se ne accorge: "Ehi, Lou, tutto bene? Oggi sei strano..."
È colpa tua. Tu non sai l'effetto che mi fai.
"No, no... Tutto a posto.", dico invece. Poi aggiungo, tanto per sviare la conversazione: "Mordevi i tavoli come se fossero cioccolato?"
Mattie diventa rossa e, avendola ancora a mezzo millimetro di distanza, sento le sue guance emanare calore. "Sì, mi facevano sentire i denti più affilati.", ammette.
Rido. "Ecco, allora. Sei così matta per colpa di tutta questa vernice tossica che hai ingoiato da piccola!" Ride anche lei, per poi tornare a sedersi e lasciare cadere il silenzio.
Conosco Mattie da cinque anni, e non ci è mai successo di cadere in un silenzio imbarazzato. Mai. Io e lei, così completi l'uno con l'altro, abbiamo sempre avuto molto da dirci. Quando Doncaster ha deciso di investire i propri soldi per mettere a posto la propria libreria/biblioteca, io e Mattie avevamo tredici anni e ancora non ci conoscevamo. Ma, a lavori ultimati, eravamo già amici e, una volta più grandi ed autonomi, abbiamo eletto la Old Book con la sua caffetteria incorporata come nostro luogo di ritrovo pomeridiano.
Cinque anni che la conosco, e non sono mai stato così strano. Non mi sono mai sentito così, tranne forse quando un anno fa l'ho baciata sotto il vischio alla festa di Capodanno. E se dico baciata, intendo proprio baciata. Però vabbè, eravamo un po' su di giri e un po' brilli.
D'un tratto Mattie scatta verso la borsa per prendere il proprio quablock e si mette a scrivere furiosamente, interrompendosi solo di tanto in tanto per mordicchiare il tappo.
"Descrizione interessante?", le chiedo, orgoglioso di essere la fonte di tale frenetica ispirazione.
Annuisce distratta, sta rileggendo.
Poi sorride e guarda l'orologio. "È meglio che vada, si sta facendo buio e mia madre potrebbe tirarmi addosso qualche palla di neve mentre sono nella doccia se non spalo il vialetto."
Rimette tutta la propria cancelleria nell'astuccio, tenendo fuori solo lo scotch ed il quablock, da' i soldi a Mary e si alza i piedi. Poi si china sul quablock e strappa l'ultima pagina scritta, vi attacca un pezzo di scotch e se lo nascomde dietro la schiena come se fosse cosa che non mi riguarda. E invece, poi, si china a darmi un bacio sulla guancia e prima di uscire mi attacca fulmineamente il foglietto in fronte col pezzettino di scotch.
"Ciao, Tommy." .
Poi sorride felice, quasi soddisfatta, come una maga a cui è riuscito l'incantesimo, e corre fuori dal locale.

2º Decisione (mia)

Though i've tried before to tell her
Of the feelings i have for her in my heart
Every time that i come near her
I just lose my nerves as i've done from the start
Ev'ry little thing she does is magic
Ev'rything she do just turns me on
Even though my life before was tragic
Now i know that my love for her goes on


«Non so a cosa stia pensando Louis. Non riesco a capirlo. Vedo che ha le sopracciglie corrugate, perso nei suoi pensieri almeno quanto me, ma non riesco a capire se quello che scorre tra di noi questo pomeriggio lo rattristi o lo rallegri.
Io, che ovviamente le cazzate le faccio senza pensare, poco fa mi sono sporta mettendo in mostra le mie tette piatte, mettendolo tra parentesi in evidente imbarazzo, ed gli ho appena confessato che da piccola rosicchiavo i tavoli. L'apologia del romanticismo, proprio.»


Qui, interrompo un attimo la lettura del foglietto che mi ha dato Mattie, mi guardo intorno nella libreria per assicurarmi che non ci sia nessuno in grado di registrare in qualche modo (visivamente, intendo) quella che sarà la mia reazione. Poi, accertato questo, strabuzzo gli occhi e tiro una lunga boccata d'aria, mentre la parola "romanticismo" mi rimbomba in testa. Torno a leggere.

«Louis era così ubriaco quella sera di Capodanno, secondo me nemmeno ricorda cosa è successo, nemmeno ricorda che mi ha baciata. Beh; io me lo ricordo. Mi ricordo che, anche se ho diciassette anni e non tante esperienze sentimentali alle spalle, quello è stato il bacio migliore della mia vita, e da allora per sempre ogni volta che Tommy parla mi viene da guardare le sue labbra e chiedermi se sono ancora morbide come le ricordo. Una notte ho sognato che mi passava una Vigorsol durante l'ora d'inglese, ed il suo indice e pollice che la reggevano me la porgevano direttamente in bocca, sfiorando le mie labbra e la mia lingua. Sto impazzendo a fare finta di niente. Quindi penso a queste cose. E scrivo questa descrizione, Louis, perchè mi è venuta particolarmente bene e anche perchè, per colpa della vernice tossica che ho sgranocchiato sul tavolo della Old Book quando ero piccola, se mi tengo ancora tutto dentro potrei fare una pazzia.

Mattie»


Rimango per qualche tempo, secondi o minuti, ma di certo non ore, ad osservare le parole tracciate sulla carta da Mattie.
In molti mi hanno chiesto, per pura cattiveria ed invidia, cosa ci trovi io in lei di così repellente da non aver mai avuto l'impulso di farci sesso. Per dirla con le parole di Eric Teason, "Mattie Frances è così figa che sinceramente bigerei un allenamento per darle una ripassatina negli spogliatoi", che detto in termini umani significa che rinuncerebbe alla cosa a cui tiene di più al mondo per scopare con lei.
Io, più finemente, rinuncerei a qualsiasi impegno per stare con lei; ma questo lo sapevo già. Quello che non sapevo già e di cui mi rendo conto adesso è che... Beh, se dovessi rinunciare all'allenamento per stare nella sua cucina a baciarla lo salterei ancora più volentieri che se lo dovessi fare per studiare con lei.
Non me ne ero mai reso conto perchè Mattie è comparsa nel periodo della mia vita in cui i miei si stavano separando, ed è stata il punto di partenza per riemergere dai complessi che stavo iniziando a farmi. Lei è stata il mio punto fermo, e nemmeno per un attimo ho mai messo in discussione che potesse essere qualcosa di più di un punto fermo.
Ed ora, invece, capisco per un attimo che posso avere di più.
Mi rimbombano in testa le sue parole, ed è come se le avesse dette la sua voce, come se mi avesse guardato dritto negli occhi, e avessi visto le sue labbra pronunciarle. Poi, d'un tratto mi alzo di scatto e, lasciando il conto sul tavolo, mi precipito fuori dalla Old Book.
Salto sulla vespa, che non ne vuole sapere di partire.
"Oh, vaffanculo Martin!", borbotto alla vespa. Mattie ama
pensare che il mio motorino di chiami Martin, e mi ha attaccato l'abitudine a chiamarlo così.
Sentendo il suo nome, quasi come una parolina magica, la vespa parte e vado verso casa. Ho bisogno di andare a letto presto. Mattie dice che se vai a letto presto il tuo cervello, se hai un problema, ha più tempo per elaborare soluzioni e stratagemmi.
Proviamo.

3º Decisione (mia, ma in fondo di entrambi)

B-b-b-baby c'mon over
I don't care if people find out
They say that we're no good togheter
And this never gonna work out
But baby you got me movin' too fast
'Cause i know you wanna be back
And girl, when you're lookin' like that
I can't hold back


La mattina dopo mi pare tutto chiaro nella mia testa. Mi sembra incredibile che io abbia avuto anche bisogno di pensarci su. È chiaro e limpido ciò che devo fare per dimostrarle che ho intenzioni serie. Non voglio che pensi che la accetto perchè mi accontento, non voglio che pensi che la accetto perchè lei è bella e famosa ed io... beh, sono io, il buffone della classe, ma nemmeno poi tanto popolare. Riflettendoci, una come Mattie non sarebbe mai potuta finire con un macho, ma questi sono altri discorsi più filosofici.
Cammino con prudenza nei corridoi della scuola, cercandola, ma non la trovo. In compenso incrocio per tre volte la mia prof di latino, la De Chapel.
"Ah, ah, ah, in cerca di qualcuno, eh?", mi dice la terza volta.
Impiccati.
"Sì, prof, cerco Frances, l'ha vista?", dico invece.
La De Chapel si crogiola nella sua sapienza e nella suspance che essa mi trasmette, sensazione rara per una prof di latino. "Era vicina al cortile interno, credo. Mi pare di averla vista con Teason, ma non ne sono sicura.", mi comunica poi, quasi compiaciuta del triangolo amoroso che questa sua informazione ha contribuito a formare.
Muori di una morte lenta e dolorosa, stronza.
"Oh. Grazie.", commento mettendomi a correre verso il cortile interno.
Nei cinque metri che mi separano dalla verità mi faccio una miriade di pare mentali.
Chissà, magari Mattie è una dea del sesso che sogna un menage a trois. Nah.
Magari vuole vedere me ed Eric fare a botte...? Nah.
Magari...

Esco nel cortiletto.
Magari la De Chapel è un'arpia ed Eric Teason non è con Mattie Frances. Oh, si.
Mattie sta beatamente ripassando fisica dall'altra parte del cortiletto in tutta solitudine, benchè nel cortiletto stesso ci siano circa cinquanta persone, di cui quarantanove sicuramente la conoscono.
Le vado incontro.
Essendo dotata di un istinto primordiale, alza gli occhi, mi vede camminare e mi sorride entusiasta, come se ieri non mi avesse confessato ciò che invece mi ha confessato. Scaraventa il libro di fisica per terra senza alcun riguardo e si alza, mentre attraversa il cortiletto saltellando per venirmi incontro.
Adesso, Louis. Ora o mai più.
Lei mi sorride e mi porge la mano destra per battermi il cinque. "Ehilà, bello come il sol...", inizia a salutarmi come sempre.
Ma io le prendo la mano e, invece di batterle il cinque, la afferro e la tiro verso di me.
Le "e" di "sole" le muore sulle labbra, semplicemente perchè sono troppo impegnate ad appoggiarsi sulle mie.
Sento solo confusamente i fischi ed i commenti delle cinquanta e passa persone nel cortile: in questo momento sono stregato da Mattie e dalla sua lingua, dalle sue mani che giocherellano con i miei capelli e dalla sua bocca che non smette di sorridere nemmeno quando bacia.
Quando ci stacchiamo, Mattie mi guarda negli occhi. "Davanti a tutti.", constata, ma non sembra davvero sorpresa.
"Davanti a tutti. Ami farmi muovere troppo velocemente per potermi star dietro, eh?", le dico ridendo.
"Da morire, Tommy. È da dietro che posso ammirare il tuo sedere, del resto.", dice dolcemente sporgendosi per darmi un bacio sulla punta del naso.
In quel momento sento Eric che fischia: "Ehi! Che ne dite di una cosa a tre?"
Ecco, ti pareva, il coglione.
"Ci sto.", mi spiazza Mattie. Ma poi aggiunge: "Tu, il vibratore ed una ciambella. Alle otto in camera tua. Non mancare.", dice lanciandogli uno sguardo rovente e passandosi la lingua sulle labbra.
"Uh, non farlo che poi agiti anche a me.", le dico sorridendo mentre tutti nel cortile ridono, Eric diventa rosso e noi ci avviamo verso il libro di fisica di Mattie abbandonato per terra.
"Cosa stavi studiando, bellezza?", le chiedo.
Ma lei non mi risponde, perchè mi sta guardando con aria persa. Sto zitto e la lascio fare.
Dopo poco si risveglia e mi fa segno che mi spiegherà dopo, poi aggiunge: "Studiavo l'equilibrio dei fluidi. Se Archimede fosse andato a farsi un bagno, invece che star qui a rompere le eliche..."
Rido, ha imitato la De Chapel alla perfezione.
"È facile, dai. S = d • V • g"
"Se vabbè, ecco il sapientone. Com'è...? Un corpo immerso nell'acqua...". Stringe gli occhi.
"...generalmente...?", la aiuto.
"Si bagna.", si arrende lei mandando a girare il libro con un gestaccio e scaravoltandolo nello zaino. "Entriamo, Lou, se non ci fanno il mazzo."
"Lo sai che era una battuta triste e vecchia come il mondo, vero?"
"La prima cosa che mi è venuta in mente. Zitto.", ride lei.



Epilogo.

I resolved to call her up
A thousand times a day
And asking her if she'll marry me
In some old fashioned way


Durante la lezione di sei giorni dopo Mattie mi passa un fogliettino.
«Non mi hai ancora fatto le domande che volevi farmi sei giorni fa.»
Sorrido e le rispondo.
«1. Cosa pensavi guardandomi?
2. Stiamo insieme?»

Lei sbuffa ridendo guardando il foglietto.
«1. Pensavo che probabilmente sei il ragazzo a strisce migliore che mi potesse capitare.
2. Come sei vecchio stile.»
«Ho bisogno di potermene vantare.»
, replico sul foglietto riferendomi al secondo punto.
«Onorata. Certo che stiamo insieme, tonto.»
«Che bello vedere quanto tieni a me. <3»

"TOMLINSON. FRANCES. Cosa state scrivendo? Fatemi vedere.", tuona la De Chapel. Mattie è fulminea: afferra il bigliettino e se lo ficca in bocca. Ingoia senza batter ciglio. La De Chapel è attonita.
"Lo sa, prof, che la cellulosa non è digeribile dal nostro stomaco? Peccato, è così buona.", le chiede Mattie sorridendo innocente.
"Vuoi una nota, Frances?", replica la De Chapel.
"Volentieri. Con un cuoricino accanto, però, sa, per specificare che stavo coinvolgendo il mio boyfriend in attività illecite.", dice Mattie imitando una ragazza molto popolare di seconda così bene che anche alla De Chapel scappa da ridere.
La De Chapel fa un gesto alla classe, come a dire "cosa la do' a fare la nota ad una così?", poi torna a spiegare Tacito.
Mattie mi lancia un'occhiata divertita. Mi sento orgoglioso di averla al mio fianco.
Visto? È riuscita a non farsi dare una nota dalla De Chapel, il cui soprannome è Azzeccarapportidisciplinari, lei li da' come caramelle.
Ma Mattie è speciale.
È magica.
  
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