Giovedì 20 Dicembre: Neve / Bufera di neve.
“Davvero?”
Quando si era trasferito alla Dalton, Hunter pensava che lì avrebbe avuto una vita molto più tranquilla e una media più elevata: si era ricreduto dopo il primo compito a sorpresa e la successiva insufficienza che ne era derivata.
Quando aveva scoperto che avrebbe dovuto dividere la stanza con un altro ragazzo, aveva sbraitato contro il preside per avere una camera singola, senza successo, perché “sicuramente il mio compagno di stanza sarò uno sfigato epico” : si era ricreduto quando, la seconda settimana di convivenza, Trent aveva portato in camera il nuovo videogioco di Jeff e gli aveva chiesto di giocare con lui.
Quando gli avevano offerto il posto di capitano degli Warblers, aveva accettato con gioia perché sapeva quanto fossero in cerca di un leader che li portasse alla vittoria e la loro reputazione come glee club più preciso e composto dell’Ohio lo aveva convinto.
Hunter Clarington si sta ricredendo sui Warblers proprio in questo momento.
“Non ho ben capito, che diavolo volete fare voi?” tutta la sala si zittisce e si gira verso Nick, che arrossisce di botto e cerca di nascondersi dietro il suo ragazzo biondo. Ma Hunter non desiste, è il capo e deve imporsi, no?
“Duvall, penso sia stata una tua idea. Di grazia, mi spieghi cos’hai in mente?” forza un falso sorriso e fissa l’altro negli occhi, come ad obbligarlo a dire la verità.
“Ecco, dato che ha nevicato per tutta la notte e fuori è tutto completamente bianco, noi vorremmo, ehm, saltareleprovepergiocareapalledinevequestopomeriggio.” L’ultima frase gli esce tutta d’un fiato, sia per la paura che Hunter dica di no, sia perché punisca lui, essendo il padre dell’idea stessa.
Il capitano strizza gli occhi e storce il naso, cercando di carpire il maggior numero di parole del discorso di Nick. Poi, rendendosi conto che non può arrivare ad una soluzione soltanto con delle vocali messe in fila, chiede nuovamente “Ripeti, Duvall. E scandisci per amor del cielo!”
Ma stavolta è Smythe a rispondere per lui. “Vogliono passare il pomeriggio fuori a giocare, piuttosto che stare chiusi qui dentro delle ore con te che urli dietro a qualunque cosa si muova troppo o troppo poco.” Sebastian si porta le dita alla tempia, perché questo tempo gli provoca un mal di testa tremendo e l’unica cosa che odia più delle emicrania è andare in bianco. Hunter nel frattempo sbarra gli occhi, passa dall’essere pallido come un lenzuolo a rosso di rabbia, poi prende un bel respiro e si calma.
“Davvero, ragazzi? Abbiamo appena vinto le provinciali, e adesso avete intenzione di sedervi sugli allori?” sembra deluso, ma in realtà è solo quel tipo di ragazzo che pretende. Pretende il meglio da tutti e vuole eccellere in qualunque cosa.
“Hunt, non ti sembra di esagerare un po’? In fondo tra due settimane le lezioni scolastiche finiranno e avremo ben quattro giorni per provare intere ore!” Trent gli sorride timidamente e cerca di convincerlo. Clarington lo guarda attentamente, ci pensa un po’ su e poi gli sorride di rimando.
“Forse potremmo uscire per un paio d’ore…”
Beh, non credo ci siamo molto da dire. Questa segue la sagra del nonsense, effettivamente.
Spero vi piaccia, a
Tatiana. (: