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Autore: RurRK    21/12/2012    2 recensioni
A volte è normale non credere nell'amore. Soprattutto se ti ha fatto male. Ma un'amore può essere tanto forte da fartelo dimenticare? Kristen, ragazza di 17 anni con un sacco di problemi alle spalle e con una marea di problemi nella mente. Robert, ragazzo di 22 anni con un segreto enorme che gli pesa sulle spalle. Si incontreranno .. riusciranno a "guarirsi" a vicenda??
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Wake Up Angel

POV ROBERT

“Io continuo a sostenere che sei un cretino ..”
La voce fastidiosa di mia sorella mi entrò prepotentemente nelle orecchie. Sbuffai infastidito, continuando a tenere lo sguardo fisso sul soffitto della mia camera. Diciamo .. della mia ex camera, da quando quei terremoti delle mie sorelle erano venute a farmi visita, invadendomi casa.
“Ma lasciami in pace Liz, sul serio. Mi hai rotto il cazzo .. voglio dormire ..”
Il mio sguardo saettò all’orologio appeso dalla parte opposta della mia camera. Le 2 di notte ..
Ohmmerda
. Posso dire una cosa? No Neury, mi bastano già due rompicazzo. Se vuole parlarmi il cricetino va bene .. ma te .. NO. Va bene va bene scusa. Madonna santa che permaloso .. comunque .. hanno ragione.
Ruggii piano sentendo la mano di Liz intrufolarsi al di sotto della mia maglia e cercare in un disperato tentativo di persuadermi con il solletico.
Illusa
..
“Eddai Rob. Ti prego .. dimmi qualcosa. Ti supplico .. Cazzo è da oggi pomeriggio che stai di merda, anzi .. da quella sera .. nel locale .. ricordi?? Figa quella ragazzina ha grinta però .. mi piace.”
Storsi la bocca in una smorfia. Figurarsi se non doveva girare il coltello nella piaga. Mugugnai distrattamente, ignorando le ormai conosciute fitte al petto e provai a sdraiarmi supino su quel materasso che prima era il mio letto …
Appunto, prima.
Claudia, non stiamo scherzando. Se non apri quella cazzo di bocca ti vado a sfottere davanti tutta Londra appendendo le tue foto da piccolo … NUDO  e truccato da donna .. E sai che posso farlo Spunk.”
Bene .. è arrivata pure l’altra.
Dio perché??
Ringhiai e mi misi seduto di scatto sul letto. Mi ritrovai a fulminare due paia di occhi azzurri come i miei a pochi centimetri dalla mia faccia. La figura di Victoria .. o come la chiamavo io Victroia .. era in piedi davanti alla porta, con in braccio quel traditore del mio cane. .. pardon del Loro cane, perché da quando erano arrivate, Bear non aveva occhi che per loro.
Brutto stron ..
Liz invece era seduta di fianco a me, con la sua cascata di capelli color oro a solleticarmi la spalla e i suoi grandi occhi a palla fissati su di me. No .. il broncio no .. Mi presi il volto fra le mani stropicciandomi la faccia.
“Eddai signorina Claudia Tommasa Douglerina  Pattinson, ci dica il suo problema. Quella ragazzina mette in dubbio la sua sessualità, già confusa??”
“Tu .. tu stai male, fattelo dire Liz. Conosco uno specialista, un amico di Doc. E’ molto bravo per le malattie mentali.”
La spinsi via da sopra la mia spalla, stringendole la faccia con una mano sola.
“Scemo mi rovini il trucco!!”
Gnegnegne ..
“Douglas, facciamo i seri. Ti diamo 3 secondi per dirci perché quella ragazzina ti ha .. anzi ci ha sclerato dietro dicendo chiaramente che è innamorata di te. Perché l’ha detto, anche se fra le righe. E perché anche tu, nonostante quando l’hai vista arrivare ti sono brillati gli occhi, ma hai fatto finta di nulla. Spiegacelo, perché sappiamo già che sei una testa di cazzo ..”
“Ma siamo le tue sorelline maggiori ricordi?? E noi ti abbiamo sempre aiutato in campo di ragazze ..”
Odiavo.. odiavo con tutto il cuore quando quelle due si trasformavano in modalità “mamma chioccia” con me. Dato che quella volta non avrei detto nulla.
Scossi la testa e di nuovo sospirai affranto. Una mano gelida si posò sulla mia guancia, cercando di farmi alzare lo sguardo. Vichy mi fissava dritta negli occhi, dolcemente, trasmettendomi tutto il bene che mi voleva. Perché sapevo che ero importante per loro. Come loro lo erano per me, mio malgrado.…
I suoi occhi così limpidi, così sinceri .. mi mettevano in difficoltà, come sempre avevano fatto. E di nuovo, come anni fa, mi sciolsi come ghiaccio al sole.
“Ehm, più di un mese fa, Madison, la fidanzata di Lucas, mi aveva organizzato l’ennesimo appuntamento al buio con l’aiuto di quel traditore di Luc e anche con la collaborazione di Tom. Ero incazzato nero con loro, perché sapevano che .. che non potevo, ecco. Eppure ho accettato. Per orgoglio, per non fare brutte figure, per non deluderli, non lo so .. so solo che quella sera sono andato al locale e .. e c’era questa ragazza. Cazzo è piccola, ha 5 anni meno di me. Ma quella sera era .. era così bella che .. che .. ecco non vi devo spiegare le dinamiche di un corpo maschile ..”
“Si beh … non vogliamo sapere proprio tutto .. Rob taglia.”
Lo sguardo divertito e canzonatorio di Liz mi colpì in pieno. Sospirai e andai avanti a raccontare.
“Okkey .. dunque. Mi piaceva. E tanto. Era da un po’che non sentivo quelle cose per una ragazza. Insomma, anche altre mi avevano attratto, ma non così, perché ormai mi ero messo il cuore in pace. Mi sforzavo di dire ‘No, non devo pensare a ‘ste cose, non fanno per me.’ Ma quella volta .. era troppo tardi. Cercavo di autoconvincermi che era solo attrazione momentanea, ma allo stesso tempo continuavo a cercarla, uscivamo insieme e .. una sera .. mi ha quasi baciato. Vi giuro che volevo .. non aspettavo altro. Insomma avevo chiesto anche a Doc se .. se la mia .. condizione si trasmette con i baci, e mi aveva assicurato di no. Ma .. ho avuto paura. In uno stesso istante ho pensato al fatto che se ci fossimo messi insieme, lei avrebbe voluto .. andare fino in fondo. E io .. io non me la sentivo. Lei meritava di meglio. Così .. mi sono allontanato, ho sofferto come un cane e l’ho evitata per un mese intero. Ormai sapevo che me ne ero innamorato. Ma ho detto .. chissene frega di me ..”
MA SEI SCEMO O COSA??
L’urlo acuto di Liz mi perforò un timpano.
Mapporcapput
Mi massaggiai la parte lesa con entrambe le mani, sentendo un fastidioso fischio nella testa.
Io l’ammazzo giuro ..
Guardai scazzato quella vipera che mi ritrovavo per sorella, che ora si trovava in piedi davanti a me. I suoi grandi occhi a palla sembravano voler uscire dalle orbite. Alzai un sopracciglio. Macheccaz …
“No, nononononon fermo … Rewind. Tu .. TU RAZZA Di DEFICIENTE DECEREBRATO .. Che cosa .. che .. VICHY PARLA TU PERCHE’ SE FACCIO IO LO UCCIDO.”
Ah bene, eccerto, ora ero io quello da uccidere. Non quella che stava urlando alle 2 e mezza di notte nelle orecchie della povera gente. NOOOO ..
In più, il mio solito e odiatissimo mal di testa iniziava a pulsare. Merda ieri mi sono dimenticato le pastiglie.
Sono fottuto. Mi massaggiai la tempia, osservando Victroia piazzarsi esattamente seduta sulle mie gambe. Sapeva che lo odiavo. Lo faceva apposta ..
Sospirai.
“Allora, vediamo se ho capito bene. Tu, per una sacrosantissima volta che ti sei innamorato di una ragazza, ti sei ritirato solo per .. quello?? Ma tu lo sai quanti ragazzi e ragazza come te vivono normalissime relazioni?? Ne hai solo la minima idea??”
Liz dietro di lei annuì.
Ma che problema hanno?? Non si ricordano più?? Cristo santo Rob .. ascoltale. Ma sta zitto tu.
“Ma che .. ma vi devo ricordare che .. con Nina .. avevo usato un preservativo?? Ve lo devo ricordare?? E guarda caso, sulle centinaia di migliaia di scatole, quella difettata mi toccava. Eccerto, quelli che si strappano alla minima frizione. No .. nonononono. Non potrei mai correre il rischio .. di mettere .. Kristen in quella situazione solo per mio egoismo. No. E HO DETTO TUTTO.”
Vichy e Liz si guardarono dritti negli occhi, quasi attonite. Poi, scoppiarono a ridere. Io mi buttai a peso morto sul letto, prendendo il cuscino e premendomelo in faccia, cercando di far capire a una divinità qualsiasi di darmi una mano e soffocarmi.
“Rob. Spunk .. Luce dei nostri occhi. Claudia .. ascoltaci. Primo, si chiama Kristen?? Ha un bellissimo nome. Secondo, ti devo ricordare che quella sera hai rubato dal cassetto di papà uno dei suoi preservativi del 1918 minimo?? Ti devo ricordare la fatica che abbiamo fatto io e tua sorella .. Si beh hai capito, a farti da palo mentre glieli rubavi?? Cazzo, papà non li usava più da minimo .. 100 anni. Cazzo, per forza si strappavano. Ma di certo non potevamo pensare che saresti andato con .. con Nina. Che poi, fattelo dire .. era una ..”
TROIA Di PRIMA CATEGORIA.”
Liz sorrise apertamente. Eccola la mia sorellina e le sue uscite mooolto fini.
Bonjour finesse ..
“Grazie Liz per l’intervento, ma non intendevo quello. Si beh, anche quello. Ma era brutta come la morte. E non dire di no..”
Mugugnai da sotto il cuscino.
“Ero un ubriacone di merda, ve lo devo ricordare?? NO .. Quindi ora alzatevi che devo prendere la pastiglia. Sento che sta per venirmi la cri ..”
Non feci in tempo a finire la frase che un conato di vomito mi bruciò in gola, mentre la testa iniziò a pulsare pesantemente.
Mi mancavi sai??

Mi buttai giù dal letto appena in tempo. Un’ondata di bile si riversò sul pavimento.
“Vieni Rob, fa niente. Andiamo a prendere le pastiglie.”

POV KRISTEN

Avete presente quella sensazione di tornare bambine per un momento? Gioire per la minima cazzata, fottersene altamente di tutto e guardare con occhi luccicanti e appiccicate alla finestra a bocca aperta guardando la neve scendere?
Avrei voluto davvero tanto poterla risentire.
L’unica cosa che mi sollevava il morale da quando abitavamo a Londra erano Mad, i disegni e la neve.
Ma in quel momento Mad era più triste di me, armata di fazzoletti e con le lacrime che copiose scendevano sbavandole il trucco sotto gli occhi per l’ennesimo litigio fra lei e Lucas.
I miei disegni ormai .. nemmeno riuscivo più a guardarli. I miei soggetti erano sempre gli stessi.
Mio padre, con le sue espressioni, i suoi occhi, le sue labbra tese in quel sorriso che tanto mi mancava.
E lui .. quello stronzo, quel bastardo, quel .. quel .. quel ragazzo di cui mi ero innamorata.
Faceva male ammetterlo. Ma allo stesso tempo mi dava speranza. Mi faceva capire che il mio cuore non era così privo di sentimenti come credevo. Ero una persona anche io e non un robot.
E la neve .. beh quella c’era.
Scendeva inesorabilmente su tutto ciò che incontrava. Tutto bianco. E pensare che da piccola mi bastava vederla per stare meglio. Per farmi capire che Natale era vicino, mi dava una speranza. Ora serviva solo a deprimermi maggiormente. Cioè, tutti i colori si annullavano, il cielo era grigio. Serviva solo a portare il freddo. Eppure non riuscivo a staccare gli occhi da quella fottutissima finestra e dai fiocchi che scendevano lenti a terra.
Il suo biancore scagliava sullo sfondo del cielo scuro. Del resto erano le 3 del mattino ..
“K..Kris? Mi ..mi passi i faz..zoletti??”
Un flebile sussurro mi fece girare verso Mad, stesa sul mio letto. Il suo corpo era rannicchiato, quasi a voler ritrovare quel calore, quel contatto che le mancava.
Dio se la capivo
La guancia appoggiata al mio amato cuscino viola, che in quei mesi aveva accolto un sacco di pianti isterici senza mai lamentarsi. Sorrisi timidamente, allungando il pacco di fazzoletti alla mia migliore amica. Mi sedetti vicino a lei, prendendo ad accarezzarle la testa.
“Mad, mi vuoi dire ora che è successo, o ancora non te la senti??”
Di nuovo come qualche giorno fa le suo iridi mi colpirono dritta begli occhi.
Inevitabilmente pensai a quando l’avevo vista così il mercoledì prima.
Capelli rossi abbassati sulla fronte. Camminata spenta, lenta. Quasi calcolata al millimetro. Come se avesse avuto paura di sbagliare. Maglietta nera. Pantaloni neri. Smalto nero. Trucco pesante. Occhi spenti. Lucidi, ma senza la solita luce.
Mi bastò uno sguardo.
Seppur fugace e neanche tanto attento.
Io e lei ormai eravamo connesse. Se lei stava male di riflesso stavo male io.
E pensare che credevo di essere riuscita a mentire anche a lei … Stavi male Kris, deliravi. Ah perché adesso sto bene?? No .. però hai imparato a soffrire.
Quel mercoledì si era seduta esattamente come tutti i giorni di fianco a me. Lo zaino cadde sul pavimento con un tonfo che rimbombò peggio delle campane di un funerale. Il suo corpo di riflesso si sedette tremando.
Stava per piangere, lo sapevo.
Lo vedevo dalle labbra tremolanti che cercava di tenere a freno con i denti, mordendole a sangue. Lo vedevo dagli occhi bassi e puntati sulla superficie fredda del banco.
Lo vedevo .. ma soprattutto lo percepivo.
Come un grido silenzioso che attraverso le ciglia appesantite dal mascara e abbassate come una saracinesca arrivava dritto al mio cuore.
Feci appena in tempo a lanciarmi su di lei, che il suo corpo iniziò a tremare scosso dai singhiozzi. E proprio come quel giorno ora lei era fra le mie braccia, con il capo abbassato sul mio petto, le mani a stringere convulsamente il vuoto, come a cercare un appiglio che non riusciva a trovare.
“K ..kris lo .. lo s..sai già .. il .. motivo .. del mio ..p..pianto”
Si, lo sapevo.
Lo sentivo nelle viscere, nel profondo di quell’organo ormai sanguinante che per pietà continuava a pulsare il sangue nelle vene. Lo percepivo dal suo respiro rotto. Dal dolore che vedevo nei suoi occhi.
Lucas …
Aveva litigato con il suo ragazzo. E il motivo non era difficile da immaginare.
Da quella sera .. al pub .. Lucas e Mad avevano pareri differenti sulla situazione. Naturalmente Luc essendo migliore amico di … di .. di .. Suo .. aveva preso le Sue parti.
Mad invece mi difendeva, aveva discusso parecchie volte con lui nell’ultimo periodo.
E non mi andava di vederla così per .. per colpa mia. Perché si, in un certo senso era colpa mia. Sbuffai e le passai di nuovo la mano fra i capelli, ignorando l’ennesima fitta al cuore.
“Amore mio, lo so .. lo so.. è colpa di Lucas … giuro che lo uccido. Giuro.”
Strinsi le nocche fino a farle diventare bianche.
Avevo bisogno di fumare. In quel momento.
“B..beh io doveri .. u..uccidere qualcun altro .. m ..ma prima t..tu parlaci ..”
Mi irrigidii.
“No. Mai.”
La sentii sospirare e tirarsi su, appoggiando i gomiti sul materasso e issando la schiena. Mi ritrovai a puntare il mio sguardo perso nel vuoto nelle sue iridi arrossate.
“Ascolta Kiki .. Lo .. lo sai che ti voglio bene .. e .. e l’ultima cosa che voglio è sentirti .. pia..piangere come sto facendo io, perché l’hai fatto fin troppe volte. Ma .. ma c’è un mo..motivo se ho litigato con .. con .. Luc. Lui .. cioè .. abbiamo discusso su te e .. Rob. Insomma .. lui .. lui diceva che .. che dovresti parlargli. E abbiamo litigato. Però .. ha .. ha detto che … che sarebbe meglio così. C’è un motivo se l’ha fatto ..
La mia vista si appannò di lacrime.
Perfetto. Pure la mia migliore amica ora stava dalla sua parte.
“Si, c’è un motivo. Non sono bionda. Non sono rifatta. Non ho gli occhi azzurri. Sono complessata e ho 17 anni. Ecco i motivi. Per lui ero solo uno sfogo, per dimostrare a se stesso che ancora era capace di ammaliare qualcuno. E lui è uno stronzo. Se pensi il contrario beh .. vai a fare in culo.”
Non ce la facevo più.
Sarà stato il ciclo.
Sarà stata l’atmosfera di pianto e disperazione di Mad.
Sarà stata colpa dei miei disegni così realistici.
Seppi solo che il mio buonsenso, seppure poco e mal funzionante, svanì nell’istante stesso in cui afferrai il giubbotto, e ignorando le urla della mia amica, uscii dalla porta principale.

POV ROBERT

23 Dicembre.
23 Dicembre
.
Solo due giorni .. due fottutissimi giorni e come ogni anno ci saremmo riuniti, genitori e figli, nella stessa stanza.
Il Natale è la festa più amata, desiderata del mondo. Tutti più buoni, più gentili.
La famiglia si riunisce attorno a un tavolo enorme pieno di bicchieri di cristallo, il servizio di piatti e posate migliori di mamma, la tovaglia rossa bordata e decorata di fili dorati.
Tutti vestiti a festa, con il sorriso sulle labbra, tutti febbricitanti in attesa di scoprire l’augurio contenuto all’interno dei tanto amati Christmas-Crackers.
Tanti piatti differenti sulla tavola, voci confuse, risate, auguri, buoni propositi, scherzi e persino discussioni che fanno da contorno all’atmosfera così accogliente.
Il camino acceso dall’altro lato della stanza contrasta con il biancore della neve che proviene dalla finestra, affiancata all’albero di Natale acceso, proprio all’ingresso del soggiorno, giusto per ricordare a tutti di essere più buoni. Forse un promemoria per immedesimarsi meglio nel clima festivo.
Ma, non diciamo cazzate, non per tutti è così.
Il Mio Natale da 4 anni a questa parte è sempre uguale. Diverso da quello che era un tempo. Quello che ogni famiglia del mondo dovrebbe avere. Calore e allegria. Quello che avevo da bambino. Ora tutto è cambiato.
La mia famiglia non è mai stata unita.
Mai.
Diciamo che molti di noi potrebbero intraprendere tranquillamente una carriera di attore e vincere l’Oscar al primo colpo. Tutti mascherati di un falso sorriso di circostanza sulle labbra.
Nessuno nella mia famiglia, se così si poteva chiamare, mi vedeva più come prima.
Nessuno.
Pietà, solo pietà e a volte pure repulsione nei loro occhi. La mia condizione li portava ad evitarmi.
Magari non consciamente. O probabilmente sì.
Mi vedevano come una specie di mostro.
Un malato.
Un non normale
.
Specialmente mio padre.
Mio padre, quell’uomo di buon cuore, come lo chiamavano in città. Tipico londinese patriottico e drogato di the, con falsi pregiudizi e la mentalità di un vecchio del 1800
Prima di diventare quello che ero adesso mi considerava il suo preferito, glielo leggevo negli occhi. Ero un maschio, quindi adatto a portare avanti il nome della famiglia Pattinson.
Ma ora … Dopo quello che era successo ..
Schifo nei suoi occhi.
Delusione, come se fosse stata colpa mia.
Pietà, come se da un momento all’altro dovessi scomparire.
E tutti gli altri, zii, nonni, cugini .. stessa espressione di sgomento, come se temessero che con un soffio mi sarei dissolto.
Almeno mi restavano le mie amate sorelle … Se non avessi loro. Rob che ti prende?? Non è che hai la febbre?? Taci Neury no. Solo .. è vero.
Come se avesse sentito tutto, Lizzie comparì di fronte a me, armata di cappotto nero pesante, sciarpa annodata al collo e berretto calato sulla fronte. Risi della nostra diversità. Io portavo solo un misero giubbotto di pelle e il mio amato cappello nero stile Noi puffi siam così, noi siamo tutti blu, puffiamo su per giù due mele o poco più
 “Vichy allora noi usciamo per andare a fare la spesa. Prendo su Bear..”
Appena nominai il suo nome, quel traditore del mio cane scese dalle ginocchia di Vic e scodinzolando si puntò di fronte al guinzaglio appeso alla parete.
“SIIII okkey non fate tardi. Ciaaaooo.”
Una volta infilata la pettorina al cane, uscimmo da casa inoltrandoci nella neve.
Tutto era bianco.
Adoravo la neve.
Era l’unica cosa che mi faceva gioire per Natale da 4 anni a questa parte. Bear prese a saltare da una parte all’altra della strada, mentre Liz rideva felice come una bambina.
“Allora piccola, che cosa ci ha scritto la Dittatrice sul biglietto della spesa??”
Le guance arrossate dal freddo di mia sorella si tirarono in un sorriso. Frugò in tasca e tirò fuori un misero pezzettino di carta.
“Allora.. cioccolato, latte, zucchero, lievito … qualcosa mi dice che vuole fare una torta … poi tacchino,insalata , champagne e stuzzichini vari … Yum, mi sta venendo fame”
Risi  della sua perenne fame (anche se la fame inizia per f ... mhh) e cercai di annotarmi in testa ciò che aveva appena detto, nel caso in cui la sbadataggine di Liz avrebbe fatto scomparire magicamente la lista della spesa. Imboccammo la via principale e ecco comparire di fronte a noi una marea di negozi.
Mi sentii mancare all’idea.
“Eddai Rob, dobbiamo fare ciò che ci ha detto Vic e comprare un po’ di regali. Forza.”
E iniziò così la nostra avventura .. del cazzo aggiungerei.

...

“Aspettami fuori se sei stanco. Che mammoletta che sei, anzi, vai fuori così ti prendo un regalo dato che tu l’hai già fatto a me.”
Fu tutto quello che Liz più di un’ora fa mi aveva detto, abbandonandomi alla mia sorte. La cosa che mi consolava era che mi piaceva camminare per le vie della mia amata città, soprattutto con Bear.
Così mi ritrovai a vagare per le vie, per i parchi, sotto l’ordine di mia sorella di stare alla larga da lei fino a nuovo ordine.
E che dovevo fare io, povero e dolce fratello minore?? Ubbidire e farmi i BEEP miei. Ti ho censurato Rob perché dici troppe parolacce .. Ma che BEEEP dici?? Oh ma la vuoi smettere BEEEP?? BEEEP .. BEPBEPBEEEP .. Ah mavvaffanBEEP ..
Mi stritolai i capelli, infilandomi di nuovo il cappello.
Ero seduto su una panchina all’interno di Greenwich Park. Sfinito dalla passeggiata, avevo lasciato libero Bear di scorrazzare, purché restasse vicino a me.  E naturalmente finché non vedeva le mie sorelle, rimaneva dove doveva. Sorrisi della sua corsa frenetica in mezzo alla coltre bianca che ricopriva tutta l’erba.
Mi passai le mani sugli occhi ormai stanchi di tutto quel biancore quando sentii il mio cane abbaiare e correre via. Mi alzai di scatto, vedendo il nero della sua figura svoltare in mezzo agli alberi e dirigersi verso un gruppo di panchina dall’altra parte del parco.
“BEEEAAARR VIENI QUI .. BEEEAAR!!”
Il panico iniziò a montare in me. Lo vidi scodinzolare frenetico di fronte ad una panchina, sulla quale era steso quello che probabilmente era un clochard.
O almeno così pensavo.
Vedevo solo un giaccone verde scuro e delle gambe, molto snelle. Forse fin troppo snelle per essere di un uomo. E delle converse nere ai piedi, un po’consumate.
Mi avvicinai piano, cercando di far tacere il cane e non svegliare la persona rannicchiata sulla panchina. Feci solo in tempo ad accorgermi dei lunghi capelli neri e delle piccole mani che stringevano convulsamente i vestiti.
Il mio cuore perse un battito.
Mi sentii la terra mancare, mentre Bear si avvicinò curioso a .. a .. a Lei, stesa sulla panchina con gli occhi chiusi.
Di primo impatto mi gelai, nel vero senso della parola. Sentii il ghiaccio fermarmi il sangue nelle vene.
Non doveva vedermi.
Era .. sbagliato.
Primo, lei non doveva essere lì, al freddo.
Secondo, non ero pronto ad affrontarla di nuovo, non in quel momento.
E Bear invece sembrava volerla svegliare abbaiando e uggiolando sotto di lei. Lo zittii, pronto a scappare di nuovo come un codardo. Ma appena il mio cane mi corse incontro sentii un mugolio da parte sua. Un mugolio seguito da un forte tremolio del corpo.
Stava gelando, sicuramente.
E ancora mi chiedevo che cosa ci facesse lei su quella panchina di mattina. Il mio cuore si strinse, immaginando le cose peggiori.
Vederla lì, con il viso pallido e scarno.
Dimagrita.
Le gambe ancora più snelle strette all’interno di un paio di leggings non troppo pesanti.
La giacca, la stessa di quella sera, ora le era di 3 taglie più grande almeno.
Non volevo pensare che era a causa mia e di come aveva sofferto. Non volevo pensarlo.
SE .. se la colpa è mia … DOVEVI DIRMELO. DOVEVI TIRARE FUORI LE PALLE PER DIRMELO IN FACCIA. SAI LE PALLE SI USANO ANCHE PER QUELLO NON SOLO PER SCOPARTI LE TUE TROIETTE NELLE STANZE DEL PUB!!”..
Mi strinsi la testa fra le mani, chinandomi di fronte a lei, affondando con le ginocchia nella neve.
“Mi FAI SCHIFO HAI CAPITO?? SOLO SCHIFO. Tu .. tu HAI ROVINATO LA MIA VITA. ME L’HAI ROVINATA HAI CAPITO?? SEI SOLO UNO STRONZO!!”
Dovevo .. dovevo farlo.
Non ce la facevo più.
Non avrei retto ancora per molto le fitte al cuore.
Non avrei retto ancora a lungo senza di lei.
“Tu … la prossima volta che .. che .. esci con una ragazza .. CERCA ALMENO Di NON FARLA INNAMORARE. PERCHE’ FA MALE. TREMENDAMENTE MALE”
Innamorare .. Innamorare.
La ami?? E muovi il culo allora!!”
Si .. ai avrei mosso il culo.
Avrei seguito il consiglio di Doc, di Liz, di Neury .. Di tutti. Al diavolo il buon senso. Mi chinai su di lei, posandole la mano sulla nuca gelata e godendo delle sensazioni che avevo toccando la sua pelle. Lentamente, annusando il suo profumo, mi avvicinai all’orecchio, sfiorandolo con le labbra.
Non avremmo più sofferto .. Sarebbe stata mia.
A quell’affermazione il mio stomaco si contrasse e il cuore prese a battere frenetico.
Avevo deciso.
Tutto era chiaro.
Avrei solo dovuto dire .. la verità
.
Avrebbe capito.
Piano soffia al suo orecchio.
Wake up angel ..”
E ora avrei solo dovuto aspettare. 

Okkey ... Okkey.
Cosa ci faccio ancora qua?? Me lo chiedo anche io sinceramente. Ma non doveva finire il mondo?? D:
'STI CAZZI. I maya ci hanno fottuto. Me li immagino ora tutti a ridersela ovunque loro siano adesso con un'espressione tipo "TROLL-FACE" e a darsi pacche sulle spalle in segno di vittoria .. tante facce da culo insomma ù_ù
Stronzi ... Mah.
Magari adesso faccio appena in tempo a pubblicare e poi un meteorite colpisce proprio casa mia e BUUUUM .. addio mondo crudele :D
Okkey sono esagerata .-. (No, sei Melas .. è diverso .. AHHAHAHA okkey .. ho fottuto la battuta a NiamIsTheAnswer .. la mia ammore tessuro che sta male ultimamente .. troppa polvere bianca .. lei dice sia farina.. io ho dei dubbi ..) 
Parliamo di cose serie .. 
Parliamo della storia ... allors.
Si è scoperto che il nostro
British Boy è malato .. ebbene sì, se ancora non l'aveste capito. ... ma dubito che questo sia successo, altrimenti dovreste andare dal dottore che conosce Rob, magari se avete problemi scrivetemeli nelle recensioni che gli chiedo di darmi il nome del dottore ù_ù
Sto male anche io oggi .. MADDAI?? GIURA ...
No okkey .. La mia bimba Elys RK mi  ha detto che questo capitolo è sautdfaystfdyasghxfvausyxjgbasuyahgvxagsh ma lei è di parte ... secondo me la fine è un po' buttata lì .. perché 9 pagine di word sono .. Troppe D: e non avevo voglia di scrivere di più ù_ù Comunque .. nel prossimo capitolo scritto da lei vedremo il confronto dei due .. che succederà?? Mah .. me lo chiedo anche io .. dipende tutto da lei
Mi scuso per il ritardo comunque e volevo ringraziare per il sostegno che ci danno Sypsi e _Directioner J, anche se sono silenziose e preferiscono parlarci a voce. E ringrazio anche tutti voi per leggere questa storia eccetera eccetera
Recensite in tanti 
Vi vogliamo bene
Ciaaa ....
*BOOOOOOOOOOM*


L'utente da voi richiesto è al momento non raggiungibile, causa meteorite caduto sulla sua casa ... Ringraziamo e chiediamo scusa per il disturbo. Arrivederci e alla prossima.

  
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