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Autore: Ely_fly    21/12/2012    3 recensioni
La notte di Natale (e il compleanno di Oscar) si avvicina... Cosa accadrà?
Una mini-fic di Natale, spero che vi piaccia ^^
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«André! André! André, dannazione, dove sei finito? Tata, hai visto quel disgraziato? André!» la dolce e delicata voce di Oscar François de Jarjayes risuonò per tutto il palazzo.
Erano stati convocati da Sua Maestà, nonostante ormai Natale fosse alle porte e Oscar si fosse dimessa dal ruolo di Capitano delle Guardie Reali già da un po’ e Sua Maestà odiava aspettare.
«André! È l’ultima volta che ti chiamo! Me ne vado senza di te, chiaro?» gridò Oscar, incamminandosi verso la stalla e guardando dietro di sé per vedere se il suo attendente si fosse degnato di comparire.
Camminando alla cieca andò a schiantarsi contro qualcuno che arrivava di corsa dal giardino. Qualcuno con un ampio petto muscoloso e brillanti occhi verdi che la fissavano mentre si massaggiava il fondoschiena, che aveva sbattuto sul freddo pavimento di marmo.
«Oscar, tutto bene?» domandò l’uomo, tendendole una mano per aiutarla ad alzarsi, con un sorriso di scuse sul viso.
Cercando di ignorare sia il cuore che batteva sfrenato come un cavallo al galoppo che la mano davanti a sé, il biondo capitano della Guardia Nazionale si rimise in piedi, chiedendo fredda: «André, dov’eri? Siamo stati convocati da Sua Maestà la regina Maria Antonietta. Voglio che prepari immediatamente i cavalli.»
«Già fatto, ho intercettato il valletto prima di te. Andiamo?» replicò l’uomo sorridendo.
La donna arrossì, ricordando anche l’incidente di poco tempo prima. Ma accidenti, non era colpa sua se André aveva avuto la brillante idea di asciugarsi e cambiarsi nel SUO ufficio. Eccheccavolo!
Rimosse i ricordi e si affrettò a montare a cavallo e a partire a tutta velocità verso la reggia di Versailles, seguita dal suo fido compagno.
 
Una volta alla reggia, emerse che la regina voleva solamente consegnare all’”eccellente capitano della Guardia Nazionale” il regalo di compleanno delle Loro Maestà.
Peccato che il regalo fosse un pacco talmente grande da richiedere una carrozza per essere portato al palazzo dei Jarjayes. Oscar fece tutto il viaggio di ritorno vergognandosi come un cane, mentre André se la rideva beatamente.
 
Una volta a casa la donna andò nella sua stanza senza parlare, stupendo il generale, la tata e André.
Mentre lei non c’era, il pacco dei reali venne posizionato sotto un enorme albero al centro del salone. La tata e il generale ne erano entusiasti, nemmeno il pacco fosse indirizzato a loro, ma in breve l’entusiasmo scemò e tutto tornò tranquillo fino a sera.
 
Verso mezzanotte, Oscar cominciò a sentire i morsi della fame, quindi scese verso la cucina con la sola camicia indosso. In fondo chi mai poteva esserci in giro a quell’ora?
Passando accanto all’albero, vide il regalo del re e (sospettava che fosse soprattutto suo) della regina. Con uno sbuffo si avvicinò e cominciò a sfiorarlo, come ad assicurarsi dell’autenticità del dono.
«Puoi aprirlo, se vuoi. Mezzanotte è passata, è Natale. E anche il tuo compleanno» la voce di André le fece fare un salto dalla paura.
«Stupido, mi hai spaventato!» lo rimproverò staccandosi dal regalo e tirandogli un leggero pugno sul braccio.
L’occhio visibile brillò e il proprietario rispose: «Mi deludete, capitano. Vi spaventate per così poco?» schivò un altro pugno, poi riprese: «Dai, aprili. Non vuoi vedere cosa ti hanno regalato?»
Oscar fece un sorriso triste prima di rispondere: «Tanto lo so già. Mio padre mi avrà regalato armi, come al solito, la tata l’ennesimo inutile abito da donna, le mie sorelle i soliti foderi ricamati per i pugnali, mia madre il solito cuscino di lavanda provenzale per la mia camera, tutti gli altri nobili armi e le Loro Maestà mi avranno regalato qualcosa di esageratamente costoso e parimenti inutile. Mai una sorpresa. Sempre le stesse cose. Non è noioso?»
La donna sbuffò, muovendo poi i lunghi capelli biondi.
 
«Ma ne manca ancora uno, no?» domandò enigmatico il moro, sorridendo.
«Quale?» domandò confusa Oscar in risposta, guardandosi attorno, alla ricerca di eventuali regali che le fossero sfuggiti.
«Il mio» rispose semplicemente André, fissando il proprio occhio in quelli azzurri della donna. Lei lo guardò interrogativa.
In un secondo l’uomo annullò le distanze tre loro, cogliendo di sorpresa la bionda, che però si lasciò andare volentieri al bacio.
Quando finalmente si staccarono, lei gli disse: «Questo è il più bel regalo che abbia mai ricevuto. Grazie mille» prima di addormentarsi sul suo petto con un sorriso sulle labbra.
«Prego» le sussurrò, prendendola in braccio e riportandola in camera sua. Rimase accanto a lei per un po’, poi se ne tornò nella sua stanza, ringraziando il Signore della fortuna concessagli.
«Grazie per avermi messo accanto un angelo.»
 
Sei mesi dopo, il 13 luglio 1789 la vita di André Grandier si spense e il giorno dopo, il 14 luglio 1789, il suo angelo lo raggiunse, per l’eternità.
  
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