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Autore: heybloodsucker    21/12/2012    0 recensioni
Questa storia narra la vicenda di Mina, una ragazza italiana che per motivi familiari si trasferisce a Bradford, in Inghilterra. Qui incontra nuovi amici, ma anche nuovi nemici! In particolare Louis e Zayn.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non capivo come mia madre avesse potuto farmi una cosa simile. Trasferirsi a Bradford, una cittadina che si trova praticamente a Fanculandia. Cioè molto lontano da dove abitavo prima.
-Tesoro, ricordati che ti ho messo il pranzo nello zaino. Buon primo giorno, ci vediamo dopo!- disse mia madre dalla macchina per salutarmi.
Scesi e mi presi un attimo per osservare l'edificio che ospitava la scuola. Sembrava una tipica scuola americana, anche se non eravamo in America. Mi decisi ad entrarci, e un ragazzo subito si avvicinò a me.
-Ciao! Ciao! Ciao! Io sono Louis, tu devi essere la nuova ragazza italiana!- disse lui. Aveva due occhi da sballo e mi ci persi per qualche secondo. Evidentemente lui se ne accorse, perchè mi schioccò le dita davanti alla faccia per farmi riprendere.
-Oh... ehm... Ciao. Il mio nome è Mina- spiccicai le parole a fatica perchè non ero mai stata un genio con l'inglese. Di sicuro mi sarei presto abituata dovendo vivere lì.
-Mina!- esclamò, pronunciando malissimo il mio nome. Ovviamente gli inglesi non sanno pronunciare le parole italiane. Speravo solo di non mettermi a ridere.
Si offrì di accompagnarmi nell'aula dove avevo lezione la prima ora e lo ringraziai. Arrivammo davanti all'aula e mi lasciò dicendo di essere in ritardo per la sua lezione. Bussai piano ed entrai.
-Si, lei è la signorina...?
-Mina Bennett
-Oh, lei è la nuova ragazza italiana! Prego, si accomodi, c'è una sedia libera lì- disse il professore che sembrava abbastanza simpatico. Sfortunatamente la sedia libera si trovava in fondo alla classe, e quindi dovetti attraversare il piccolo corridoio di banchi sotto lo sguardo attento di tutti gli studenti. Bisbigliavano, cosa normale, ma poi colsi la parola “zaino” e mi fermai un attimo. Oh cazzo, in Inghilterra ci sono gli armadietti! Più tardi sarei andata in segreteria.
Mi sedetti, e notai di essere affianco ad un ragazzo molo carino anche se con lo sguardo scocciato e perso nei suoi pensieri. Aveva la pelle ambrata, supposi fosse indiano.
-Ciao, io sono Mina – gli sorrisi tendendogli la mano.
-Si, l'hai detto a tutti prima- si limitò a dire guardandomi appena. Poi tornò a pensare ai fatti suoi. Ma che tipo! Capii che non voleva parlarmi, quindi cercai di prestare attenzione alla lezione.
Il prof balbettava qualcosa di incomprensibile, almeno per me, e corrugai la fronte in un'espressione strana che non mi resi neanche conto di fare. Dopo un po' lasciai perdere la lezione e scrissi un bigliettino al mio “compagno di banco”.
Ciao ancora, come ti chiami?”
La risposta non tardò ad arrivare.
Lasciami in pace ragazzina”
Ma che cazzo ha questo tipo?
Bene, allora vaffanculo. E' stato bello conoscerti”
Si girò a guardarmi per dire qualcosa, ma suonò la campanella e io scappai via. Ma che razza di tipo, quello!

Era ora di pranzo; faticai a trovare il cortile, e quando ci arrivai i posti erano già tutti occupati.
-Ciao, amica!- sentii una voce appena dietro di me. Mi girai e vidi Louis che mi sorrideva. Cercai di non perdermi di nuovo nei suoi occhi e per fortuna questa volta andò meglio della prima.
-Ehm, ciao amico!- lo salutai sorridendo.
-Vieni, ti ho riservato un posto. E poi ti voglio presentare i miei amici!- annuii felice di conoscere altre persone e augurandomi che non fossero come quel tipo indiano di prima.
Arrivammo al tavolo e scrutai i suoi amici uno ad uno. Tutti maschi e...
-Cazzo!- esclamai in italiano sotto lo sguardo impietrito di Louis.
-Ehm, niente Lou, è un'esclamazione italiana che significa che sono felice- cercai di spiegare con una bugia enorme.
-Felice di vedere me, ragazzina?- giunse una voce dal tavolo. Quell'indiano.
-Ehi, ma vi conoscete già?- disse Louis un po' triste.
-Abbiamo avuto modo di incontrarci- disse l'indiano con sguardo malizioso. Ma che cosa voleva, quello?
Non parlai molto durante il pranzo, anche perchè non mi ricordavo neanche i nomi degli amici di Louis. Tranne quell'indiano. Zayn. Continuava a fissarmi e una volta mi venne anche in mente di mostrargli il dito medio, ma poi mi venne da ridere e lui sembrò ancora più stranito da me.
-Quello lo mangi?- chiese un biondino amico di Louis indicando il panino che avevo lasciato sul piatto. Nally, Nillah, Naily o qualcosa del genere.
-No, è tutto tuo,
Naily- risposi.
-Veramente mi chiamo Niall, ma ti perdono per il panino- sorrise.
Gli altri si misero a ridere, tutti tranne quel Zayn. Che palle, già non lo sopportavo più. Volevo solo tornare a casa mia in Italia, con i miei amici, i miei compagni... squillò il cellulare.
-Hello?- dissi in inglese, ma poi scoprii che mi chiamavano dall'Italia.
-Maaaaarta! Tutto a posto? Andrea come sta? Oh, sì, io tutto bene... Si, ho già fatto amicizia. Certo, se un giorno verrete qui ve li presenterò! Ci sentiamo, ciao, mi mancate anche voi!- chiusi la telefonata e calai in un silenzio triste e doloroso.
-Chi era?- chiese Louis – Il tuo ragazzo italiano?- aggiunse poi. Alzai lo sguardo e vidi Zayn che mi scrutava pensieroso.
-No, erano i miei migliori amici- risposi cercando di sorridere, ma non ce la facevo.
-Pensavo di essere io il tuo migliore amico!- esclamò e fece il finto arrabbiato. Quanto era dolce, quel ragazzo! Mi misi a ridere, dimenticando della lontananza che mi separava dai miei amici.

Driiiin.
Il primo giorno di scuola era appena finito. Uscita dall'aula accesi il cellulare e trovai un messaggio di mia madre.

Ciao tesoro, sono ad un colloquio di lavoro, non posso venire a prenderti a scuola. Spero riuscirai a tornare da sola!”
-Merda!- esclamai in italiano. Non sapevo neanche com'era fatta questa città!
-Che ti sei bevuta, ragazzina?- disse una voce alle sue spalle. L'indiano.
-Per tua informazione, è ITALIANO, la lingua più BELLA del MONDO- non mi trattenni. Mi iniziava a stalkerare, questo tizio!
-Si? Allora inizierò a dire qualcosa anche io in pakistano, magari ci capiremo! – disse Zayn. Ah, allora non era indiano!
-Vaffanculo, devo trovare un cazzo di autobus – presi e me ne andai chissà dove.
-Guarda che lì non passa niente!- disse Zayn in lontananza, ma io non ascoltai la sua voce. Poi sentì qualcuno correre dietro di me e infine raggiungermi.
-Dove abiti?
-A casa mia.
-Scema, dammi l'indirizzo!
-Si certo, così vieni a trovarmi nel cuore della notte accompagnato da un coltello da cucina gigante per uccidermi!- lo ammetto, ero molto fantasiosa.
-Sul serio, ragazzina, ti sei drogata?
-Pff.
-Ascolta,- disse fermandosi davanti a me e prendendomi le spalle, - conosco questa città come le mie tasche, e ti posso accompagnare a casa.
Beh, infondo era l'unica speranza che avevo per tornare a casa sana e salva! Magari parlandoci di più sarebbe risultato più simpatico! O forse no?
-Okay.
Diedi l'indirizzo a Zayn e lui mi portò alla fermata dell'autobus. Lo ringraziai, ma lui non voleva andarsene, così prendemmo l'autobus insieme.
Non parò quasi mai, e non mi sembrò molto cortese da parte sua.
Arrivai a casa sana e salva, e lui mi accompagnò sul vialetto. Lo salutai e lui fece un breve cenno di saluto con la mano per poi andarsene via.
Salii in camera mia e dalla finestra notai la figura di Zayn che attraversava il marciapiede. Aspetta un attimo...
Lui abitava nella casa difronte alla mia?

  
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