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Autore: MadAka    21/12/2012    2 recensioni
"Respirò profondamente e smise di girare in tondo.
Aveva raggiunto la parete di fondo del camerino per l’ennesima volta. Si girò e si guardò intorno tentando di calmarsi. Aveva già suonato un’enormità di volte, davanti a pubblici di qualsiasi genere, ma non era mai stato tanto agitato."
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“…My Hero, Cold Day in the Sun, quindi bisogna presentare Taylor nel modo migliore…poi? Everlong, Monkey Wrench, All my…no aspetta…forse Everlong dovrebbe andare in chiusura. No c’è Best of You alla fine…dannazione, dannazione calmati!”. Respirò profondamente e smise di girare in tondo.
Aveva raggiunto la parete di fondo del camerino per l’ennesima volta.  Si girò e si guardò intorno tentando di calmarsi. Aveva già suonato un’enormità di volte, davanti a pubblici di qualsiasi genere, ma non era mai stato tanto agitato. Lui e i ragazzi ci avevano messo sei mesi per prepararsi adeguatamente a quell’evento, e ancora non riusciva a capire come fossero riusciti a fare il tutto esaurito per 86.000 persone due sere consecutive.
Riprese a camminare. Da una parete all’altra e poi di nuovo, ripetendo mentalmente la scaletta della serata,modificandola ancora e ancora, pur essendo consapevole che non sarebbe servito a niente.
Tuttavia continuava a ripensarci camminando in quel camerino, troppo piccolo per lui in quel momento, e provando contemporaneamente a dimenticare di trovarsi in quella stanza a cui diede l’ennesima occhiata.
Le pareti bianche erano leggermente scrostate e scritte in alcuni punti da tutti i musicisti che negli anni erano passati da lì.
A destra era inchiodato un enorme specchio che continuamente rimandava l’immagine pensierosa dell’uomo. Sotto di esso c’era un normale tavolo in compensato verniciato di nero sul quale lui aveva abbandonato il suo cellulare, la cui spia lampeggiava per ricordargli che c’erano due chiamate senza risposta di altrettante persone.
Tutto quello non faceva altro che accrescere la sua ansia.
Si tolse la t-shirt bianca, si infilò quella nera che aveva abbandonato accanto al telefonino e uscì di fretta.
Si richiuse alle spalle la porta su cui era stato attaccato un foglio A4 bianco con scritto a caratteri giganteschi “DAVID” e si avviò lungo il corridoio.
Era un posto asettico. Tutte le pareti erano bianche, ma leggermente sporche, e quel corridoio, stretto e illuminato da luci fredde, era quasi claustrofobico.
Lo percorse tutto rapidamente. Aveva bisogno di distrarsi.
Arrivò nell’ultima stanza, quella da cui si accedeva direttamente alle scale del palcoscenico e vi trovò Taylor.
Era a sedere su uno dei divanetti, addossati alla parete di fondo, che solitamente si usavano per rilassarsi prima e dopo il concerto.
Dave rimase un momento a guardarlo.
L’altro non si era accorto di lui.  Se ne stava immobile, con il piede destro appoggiato al bordo del tavolino  davanti al divano. La gamba, che quindi era piegata, serviva d’appoggio per il gomito destro, in questo modo la mano in cui teneva la sigaretta rimaneva a mezz’aria e lui poteva guardare tutti i disegni che il fumo argentato stava creando, mentre mentalmente ripensava ad ogni passaggio di ogni canzone avrebbe suonato poco dopo. Anche se apparentemente sembrava tranquillo, sentiva un’enorme responsabilità su di lui.
Quando vide Dave sollevò le sopracciglia evidenziando le rughe espressive della fronte.
L’altro girò intorno al tavolino e gli si sedette accanto. Taylor si ricompose e lo guardò:
-Preoccupato?-
-Tu no?-
Il biondo alzò le spalle: -Provo a non pensarci, altrimenti peggioro la situazione. Sono tutti nervosi stasera…-
Abbozzò un sorriso e porse all’altro la sigaretta che stava fumando. Grohl la prese, la portò alle labbra e, mentre il fumo gli annebbiava la vista, aspirò.
Adorava quelle sigarette.
Da quando sua moglie era rimasta incinta della piccolina lui aveva deciso di ridurre drasticamente il suo uso di tabacco. Ogni tanto però ne sentiva la mancanza e allora andava da Taylor a rubare una sigaretta.
L’altro non diceva mai niente e lo lasciava fare.
Sentì il fumo pungente riempirgli la gola e scendere fino ai polmoni. Poi lo buttò fuori e aspirò di nuovo.
Così per due, tre volte, prima di restituire la sigaretta a Taylor. Questo la guardò un momento, fece un ultimo tiro e la spense nel posacenere sopra il tavolo.
Calò il silenzio. Dentro di sé Dave ringraziò per aver incontrato Taylor in quella stanza. Non sapeva se fosse per via della sua presenza, del fatto che avesse appena fumato o della consapevolezza che non era l’unico preoccupato per la serata, ma si sentì sollevato. Sarebbe andato tutto bene e lui avrebbe fatto del suo meglio per far si che quel concerto entrasse nella storia, nella loro storia.
Si rese conto che l’ansia era sparita. Non gli importava più l’ordine della scaletta, non gli importava più cosa avrebbe dovuto dire esattamente, ora voleva solo suonare. Solo salire su quel palco e darci dentro!
Accanto a lui l’amico guardò l’orario. Mancavano dieci minuti alle nove.
Aveva tempo per un’ultima sigaretta, quella di rito prima di salire sul palco, ma non aveva con sé il pacchetto e si alzò per andare a prenderlo.
Si voltò verso Dave che sembrava incantato sugli ultimi sbuffi di fumo provenienti dal posacenere.
Taylor si grattò la testa, pensando che forse doveva dire qualcosa per calmare l’altro che pareva più preoccupato del solito.
-Senti…- esordì con un’alzata di spalle mentre Dave si mise a fissarlo:
-…non farmi dire delle  frasi fatte da film ok?- gesticolava e si guardava intorno, leggermente imbarazzato, mentre cercava le parole giuste:
-…se tutte quelle persone sono qui stasera è perché te lo sei meritato. Sei in gamba e tu lo sai. Poi ti conosco, ora sei nervoso ma appena salirai su quel palco ti rilasserai e farai il miglior concerto della tua carriera…- si grattò di nuovo la testa: -Eddai cazzo, non farmi dire ‘ste cose!! Lo sai che mi vergogno!-
Finalmente i due si guardarono. Lo sguardo di Dave era pieno di vita e allora Taylor capì che aveva sprecato fiato per niente e che aveva fatto la parte della “fidanzata preoccupata che cerca di aiutare il suo innamorato” inutilmente.
Capì che Dave non aveva bisogno di essere rassicurato perché nei suoi occhi c’era tutta la determinazione di cui quell’uomo era capace. Probabilmente era anche preoccupato per il concerto, chi non lo sarebbe, ma anche se così fosse era deciso a fare del suo meglio e a trasformare quella serata nella più importante della sua vita.
La conferma gli venne quando sul voltò di Dave comparve un enorme sorriso.
A quel punto Taylor fece un “Baaaah” quasi esasperato prima di dire: -Vedi di andartene a fare in culo!- e si girò per andare a prendere le sigarette nel suo camerino.
L’altro invece scoppiò a ridere e mentre l’amico si allontanava gli urlò: -Oh andiamo Taylor!- ma non ricevette risposta.
Il biondo non si voltò, non poteva farlo perché non voleva far vedere a Dave che anche lui stava ridendo.
Quando Grohl si fu calmato fu raggiunto da Nate, Chris e Pat. Si alzò da quel divano stranamente comodo e disse: -Siete pronti?-
Gli altri annuirono, sembrava quasi che dovessero prepararsi per andare in battaglia.
Poi il cantante guardò più attentamente Chris, che aveva gli occhi stranamente arrossati e gli chiese:
-Cosa hai fatto Chris?-
-Sorvoliamo…- rispose immediatamente l’altro.
Appena Taylor tornò Dave lo guardò:
-Sei tu il primo a salire, lo sai. Noi ti seguiamo.-
L’altro fece “si” con la testa, si sistemò i pantaloncini che gli stavano scendendo , si mise in bocca la sigaretta accesa e spalancò la porta delle scale per fare strada.

 
 
Sì, lo so a cosa state pensando “Cavolo ancora tu? Ma basta!!”
ç___ç Scusatemii! È che non lo faccio apposta, è più forte di me!
Mi metto lì a fantasticare sui Foo Fighters proprio quando ascolto i Foo Fighters (maddai) e intanto scrivo e spocciacchio sui miei fogli e alla fine mi ritrovo con una
storia-fantasia nuova…

Comunque, scrivo due righe per quelli di voi che non hanno intenzione di offendermi.
Dunque dunque, dove siamo qui? Wembley, 6 giugno 2008 (ma di sicuro l’avevate già capito)
Mi sono ritrovata a chiedermi come potrebbero aver affrontato una tale serata a livello di “ansia” e gira e rigira mi è uscito questo lavoro…
La storia è però incentrata su Dave e Taylor perché mi hanno sempre dato l’idea di avere un rapporto meraviglioso e di riuscire ad intendersi immediatamente, ho sempre adorato scrivere di loro due, quindi ecco qui…
Un giorno vorrei riuscire a realizzare una fan fiction fatta veramente bene solo su Taylor(*-*) ma non mi esce ancora nienteeee!
Ok, dopo questa, grazie a chi mi sopporta e a chi, magari, ha voglia di recensire.
Temo però che dovrete prepararvi ad altre orrende storie sui Foo da parte mia… chiedo scusa in anticipo!
Alla prossima ;)
MadAka
 
  
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