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Autore: Charme    21/12/2012    16 recensioni
“Devo… devo tenerlo con me?” chiese Harry agghiacciato, mentre Kreacher si divincolava ai suoi piedi.
“No, se non vuoi” rispose Silente. “Se posso darti un suggerimento, potresti mandarlo a Hogwarts, a lavorare nelle cucine. Così gli altri elfi domestici lo terranno d’occhio.”
“Sicuro” disse Harry, sollevato, “sì, farò così. Ehm… Kreacher… voglio che tu vada a Hogwarts e lavori nelle cucine con gli altri elfi domestici”.
Kreacher, che giaceva sulla schiena con mani e piedi per aria, scoccò a Harry uno sguardo del più profondo disprezzo e sparì con un altro sonoro crac. (HP6, Cap. 3, pg. 55)
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dobby, Kreacher, Pix
Note: Missing Moments, Nonsense | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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  Luglio 1996

 

  Il più bel regalo di sempre. Oh, sì.

  Non riesco nemmeno a ricordare quand’è stata l’ultima volta che mi sono divertito tanto. Forse quando ho spostato una muta di cani dal quadro della caccia alla volpe al terzo piano nei quadri degli amati gattini della Hem-Hembridge. Hogwarts sembrava essere diventata un serraglio, tra i miagolii di quei sacchetti di pulci e i gracidii di quella bomboniera rosa. Non sono riuscito a distinguere i latrati dei cani da quelli di Gazza, però.

  Da allora, però, è stata una noia. Il gaudio dell’ultimo mese di scuola – tutti quei marmocchi stressati dagli esami sono divertentissimi, e scattano per un nonnulla! – viene annullato da quella noia mortale che è l’estate. E trovarsi esclusivamente in compagnia di evanescenti barbogi il cui unico argomento di conversazione è la coreografia della propria dipartita è mortale per davvero.

  Ma quest’anno è andata bene. Quasi non ho fatto in tempo ad annoiarmi. Ero passato dalle cucine per prendere delle uova da lanciare contro le armature – fanno un rumore buffissimo, quando si spiaccicano contro il metallo, e le armature che mi sferragliano contro e mugugnano indignate sono uno spettacolo quasi commovente – quand’ecco apparirmi di fronte un elfo domestico. E uno dei pochi rumori più divertenti di un uovo che si spappola e si impiastriccia sulla visiera di un elmo è lo squittio di un elfo domestico spaventato. Mi dava anche le spalle, quindi il divertimento era assicurato.

  Gli sono balzato davanti e ho cominciato a urlare come un ossesso, ed ecco che, contro ogni aspettativa, quel cosetto con le orecchie di carta straccia si gira e mi guarda con la stessa espressione ingrugnita di Gazza, e dice qualcosa come: “Kreacher odia trovarsi a Hogwarts, e non sa chi è quest’ometto così rumoroso, no, non lo sa, ma Kreacher sente che non gli piacerà affatto.”

  Be’, se non è stata una sorpresa questa… di solito gli elfi quasi schizzano in aria, e squittiscono così forte che c’è da pensare che esplodano – uuuuh, sarebbe buffissimo! Chissà se anche i marmocchietti del primo anno sanno squittire a quel modo? Però poi devono anche esplodere, altrimenti non è valido!

  Quindi, dopo avermi parlato a quel modo, si è girato e si è messo a rassettare in giro. Così, come se niente fosse, mentre continuava a borbottare spezzoni di frasi che non ho ben capito, anche perché ero impegnato a ridere. Ho trovato un nuovo soggetto da tormentare. Mi divertirò oltre ogni dire, lo sento.   

  Magari stavolta, anziché mettere Mrs. Purr su un lampadario in Sala Grande e lanciare forchette a Gazza mentre cerca di riprenderla, come avevo già stabilito, potrei inaugurare l’anno scolastico facendo un bel gavettone di sorbetto al limone ai professori.

  Ma non come vendetta perché neanche stavolta mi faranno assistere al banchetto d’inizio anno, giammai! Come ringraziamento per Silente, beninteso. Perché sono sicuro che c’entri lui. Sicuramente lo apprezzerà.

  Devo ricordarmelo, però, perché credo che allestire una vasca di sorbetto sul soffitto fin da ora sia un po’ prematuro. Vorrà dire che per quello aspetterò. Ho altre burle da escogitare, intanto.

 

 

  Dicembre 1996

 

  Parola mia, l’elfetto è uno spasso! Svolazzavo di qua e di là, ero in ritardo per l’impegno delle quattro – le urla in biblioteca – e quindi, per tagliare, sono passato attraverso l’ufficio di Silente, cosa che solitamente non faccio. E proprio lì ho trovato Cracker! Sì, lo so, i miei nomignoli sono veramente comici. Stava facendo la corte al quadro di quel noiosissimo preside Black. Me lo ricordo, quello, sempre un sacco di chiacchiere, mai una risata… ho lavorato un sacco, in quegli anni, per controbilanciare tutta quella noia… Comunque Cracker era lì che ripuliva, quando Blackie gli ha fatto notare che, se fosse rimasto al servizio dell’antica e nobilissima casata dei Blablabla, per lui sarebbe già da tempo giunta l’ora che la sua testa andasse a decorare una delle pareti. La nota allegria di Barbetta, insomma. Ma Cracker pareva impazzito di gioia, ha cominciato a inchinarsi come se avesse avuto una molla su per – hihihi! – e ha preso a ringraziarlo, e a dire che lui sarebbe stato onoratissimo di restare al servizio dei Black fino alla fine, che i padroni erano i migliori nei quali potesse anche solo osare sperare, che per lui sarebbe stato un onore indicibile farsi decapitare. E Barbetta lo fissava con un’aria di superiorità che mi ha fatto talmente ridere che ho finito per starnutire sul quadro. L’ultima cosa che ho sentito – insomma, avevo già rimandato anche troppo i miei impegni! – è stato Cracker che si affaccendava a ripulire il quadro, rassicurandone l’occupante e insultando me allo stesso tempo. Un elfo bipolare non l’avevo mai visto. Ma devo dire che Blackie è più divertente, quando si arrabbia. Sono bravo, in queste cose.

  Oh! Ma tu guarda…! Il dovere mi chiama.

 

  “Potty ha chiesto a Lunatica di andare alla festa! Potty ama Lunatica! Potty aaaaaaaaama Lunatica!”.

 

  Marzo 1997   

 

  Con Pix il divertimento non ha mai fine! Va ovunque io vada! Ho fatto bene a tenere d’occhio questi elfetti. Sono qui, nelle cucine, e Cracker sta parlottando da solo, mentre gli altri fingono di non sentirlo. Io me ne guardo bene, e mi curo di ripetere tutto ciò che dice, imitando alla perfezione la sua vocetta gracchiante.

  Kreacher odia essere a Hogwarts. Oh, che cosa direbbe la padrona, se sapesse… povero, povero Kreacher, circondato da scherzi di natura, Mezzosangue, feccia Babbanofila e ibridi ridicoli. Kreacher vorrebbe trovarsi in Casa Black! Anche essere su una delle rispettabilissime pareti di Casa Black sarebbe meglio che stare qui, al servizio del padrone, quel lurido, piccolo, sudicio traditore del sangue che è il padrone!

  Fin qui è mediamente divertente, ma subito dopo il tutto diventa esilarante! Ed ecco spuntare un altro elfo. Questo qua è completamente matto, pure per gli standard degli elfi, che già sono alti.

  Uh, come grida, come strilla!

  Kreacher non deve parlare male di Harry Potter! E di certo non di fronte a Dobby! La bontà di Harry Potter non ha confini, e Dobby non permetterà a Kreacher di insultare Harry Potter!

  A quanto pare, basta citare il nome di Potty perché avvengano disastri. (Potty-Potty-Potty, e di guai ne hai a… lotti? Frotti? Hm.) Comunque, ecco Dobby lanciarsi su Kreacher in un turbine di cappellini di lana colorata. Non credevo che questi cosetti potessero picchiare così duro. Vai, vai, vai! Picchia, rodi, azzuffa!

  …Ma no! Che ingiustizia, sono scomparsi. Ma li seguirò, e li ritroverò. Un bel tafferuglio è quel che fa per me.

 

  Sempre Marzo 1997, ma più tardi, quello stesso giorno.

 

  Orribile, orribile ragazzo, quel Potty. E del tutto privo di senso dell’umorismo, per giunta. Lo sapevo già, ma oggi ha superato il limite. Incollarmi la lingua al palato! Stavo solo fomentando la rissa di quei due cosetti, gli elfi. Sono divertenti, da vedere. Chissà se qualcuno sarebbe disposto ad assistere – e scommettere – a incontri di lotta tra elfi domestici?

  Ma forse io e Kreacher abbiamo qualcosa in comune, visto che entrambi detestiamo Potterino. A quanto ho capito, è il suo padrone. Ma lo odia. S’inchina di fronte a lui mentre lo minaccia di morte. Uno spettacolo sollazzante. Così come lo è vederlo che parla con se stesso a un tono di voce perfettamente udibile, convinto che gli altri non lo sentano. È così che ho saputo che deve seguire il giovane Malfoy, quello che ha la faccia palliduccia, tutta appuntita, che sembra puntare sempre verso l’alto. Un sedano altezzoso, insomma. Se Cracker deve fare la spia, mi assicurerò di rendere il suo lavoro più difficile sia in mio potere.

  Kreacher è a Hogwarts, e Kreacher non vuole.

  Ma anche Pix è a Hogwarts, e lui non vorrebbe essere in nessun altro posto al mondo!

 

 

 

Angolo della Trista Autrice.

 

  Ohilà, salve!

  Benvenuti alla seconda edizione della Missing Moment Quest, gioiosa occasione, per un gruppetto di affezionati fanwriter, di fantasticare su alcuni episodi “nascosti” nella saga di Harry Potter e di elaborarne la storia, possibilmente in maniera divertente – perché di Angst ce n’è già troppo.

 

  Questo Missing Moment in particolare vorrebbe sviluppare un po’ la vita di Kreacher a Hogwarts dopo che Harry lo ‘devolve’ alla scuola, onde evitare che vada in giro a raccontare ai Mangiamorte (Bellatrix Black in Lestrange in particolar modo) le mosse dell’Ordine della Fenice. Kreacher è un personaggio brutto e uggioso, nella mia opinione, e io non vado troppo d’accordo con questa risma di personaggi. Ecco perché ho creato l’escamotage della narrazione attraverso gli occhi di Pix il Poltergeist. Spero di aver aggirato l’ostacolo in maniera perlomeno un po’ credibile: l’unico incontro accreditato tra Pix e Kreacher nel sesto libro avviene nel capitolo diciannove, ‘Roba da elfi’, subito prima che Harry affidi a Kreacher e Dobby il compito di pedinare Malfoy.

  Ho inserito qualche altro – sparuto – riferimento agli avvenimenti del libro, e spero che la linea temporale che ho tracciato, per quanto genericamente, sia accurata. Ad esempio, ho accennato al momento in cui Harry chiede a Luna di accompagnarlo alla festa natalizia del Lumaclub, e ho fatto un velato riferimento a Phineas Nigellus Black, fu Preside di Hogwarts, il cui ritratto, come ben sappiamo, ricopre un ruolo marginale ma comunque importante in vari momenti della saga. In particolare, mi sono riferita alla sua descrizione fisica, che lo vuole come un uomo con occhi e capelli scuri, sopracciglia taglienti e una barba appuntita – da cui il soprannome ‘Barbetta’, ovviamente. Inoltre, dall’albero genealogico dei Black, sappiamo che sua sorella Elladora cominciò la gloriosa tradizione di decapitare gli elfi domestici al servizio della famiglia quando diventavano troppo vecchi per portare il vassoio del tè.

 

  Come nota personalissima, devo aggiungere che la storia non mi piace per niente, ma per niente, e la reputo decisamente al di sotto del mio tono consueto, che è molto più scanzonato e buffo. So che è così, ma non posso farci niente. Non ho avuto la giusta ispirazione, e sono un tipo che non lavora bene “su commissione”. Domando scusa a eventuali lettori.

 

  Malgrado questo mattoncino del pianto – ‘muro’ mi sembra eccessivo, sono tre righe scarse! – una recensione non mi spiacerebbe ugualmente, e vi invito cordialmente a passare dalle certo più meritevoli storie dei miei colleghi, che troverete nei profili di ognuno, contrassegnate dal marchio “Missing Moment Quest II”.

Dierrevi, Elos, ferao, Iurin, Ladyhawke, Laelia, Rowena. Saluti a tutti, Charme.
  
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