YOU JUMP, I JUMP, REMEMBER? AS JACK AND ROSE.
Shannon era steso sul suo letto, in pigiama.
Fissava il soffitto bianco, da quattro giorni a quella parte. Non andava a scuola, si vergognava troppo.
Non mangiava, beveva soltanto perchè il suo corpo ne aveva bisogno.
Dormiva poco e niente, le occhiaie che aveva ne erano la prova tangibile.
Erano passati quattro giorni da quando un giocatore di football gli aveva scritto sull'armadietto "frocio".
Aveva fatto da poco coming-out, e aveva già perso il conto di quante cattiverie aveva subito.
Ma quel "frocio" l'aveva ferito più degli spintoni, dei pugni e degli schiaffi.
L'unica persona che veniva a trovarlo era Charlotte, la sua migliore amica.
Entrava in camera sua, lo abbracciava e rimanevano così per delle ore, nel più assoluto silenzio.
Ma quel giorno non fu così.
Charlotte entrò in camera sua come una furia, spalancando la porta e lasciando che sbattesse contro il muro, per poi richiudersi da sola.
- SHANNON! - Esclamò, fermandosi proprio davanti al letto e cominciando a battere il piede per terra.
"Oh, brutto segno." pensò Shannon, guardandola lievemente preoccupato da quel tono isterico.
- Carlie? - Chiese, titubante.
- AH, NON OSARE USARE QUEL TONO DA CUCCIOLO IMPAURITO CON ME! SONO LE SETTE DI MATTINA, ALLE OTTO E MEZZA LA CAMPANELLA SUONA, QUINDI ORA TU ALZI IL TUO PERFETTO CULO DAL LETTO E TI FAI UNA DOCCIA COSI' ANDREMO A SCUOLA! -
Shannon
ringraziò tutte le divinità che conosceva, perchè
sua madre era a lavoro a quell'ora, dato che lavorava in un ospedale e
di solito alle sei era già lì, quando non faceva i turni
di notte.
E poi si maledì per aver dato una copia delle chiavi di casa sua
a quella ragazzina dai capelli di un vivace arancione carota, bassina e
con la voce talmente acuta da far quasi vibrare i vetri che era la sua
migliore amica da praticamente quando erano nati.
- Ehm....Carlie, sai che cosa è succes....-
- SI' SHANNON, LO SO! E' PER QUESTO CHE DEVI ALZARTI E VENIRE A SCUOLA! -
- CHARLOTTE, MA CHE DIAVOLO DICI?! - Disse Shannon, a quel punto urlando anche lui. - NO CHE NON VENGO A SCUOLA! CON QUALE CORAGGIO, SCUSAMI?! -
- Shann.... - Disse lei, abbassando il tono di voce e avvicinandosi al letto, per poi sedersi accanto a lui. - Devi farti forza, non puoi stare per sempre chiuso qui dentro a marcire. -
- Carlie, ho paura. -Mormorò lui a quel punto, mentre una lacrima gli percorreva la guancia e cadeva sulla coperta.
- Di cosa? Dei bulli? Non preoccuparti, parleremo con il presid....-
- No, non dei bulli. Di tutto. - Alzò lo sguardo, incontrando quello sinceramente preoccupato della sua migliore amica. - Ho paura di affrontare tutto da solo, Carlie. Non riuscirei a resistere ad altre parole. Le parole fanno più male delle botte. -
- Shann, dolcezza, ora ascoltami bene. - Disse la ragazza, prendendo il viso del suo migliore amico tra le piccole mani. - Non sei solo, okay? Ci sono io, ci sono sempre stata, ci sono ancora e non ho intenzione di andarmene. Specialmente ora che più hai bisogno di me. - Gli sorrise appena, per poi riprendere a parlare. - Sarà difficile, lo sai, ma affronteremo tutto questo insieme. Salti tu salto io, ricordi? Come Jack e Rose. - Concluse, per poi regalargli uno splendido sorriso.
Un sorriso vero, sincero e anche un pò materno.
Un sorriso che scaldò il cuore del ragazzo.
- Come Jack e Rose. - Ripete lui, per poi stringerla a sè.
Sì, non se ne sarebbe mai andata, neanche dopo dei litigi più pesanti.
Lei c'era e ci sarebbe sempre stata.
- Okay, ora vai a farti una doccia, che puzzi. Io vado a prepararti la colazione. - Disse lei dopo un pò, sciogliendosi dall'abbraccio e dandogli un bacio sulla fronte, per poi alzarsi dal letto e scendere giù in cucina.
Lei non era semplicemente la sua migliore amica.
Lei era Charlotte, sua sorella non di sangue, ma sua sorella per la vita.