Title: Cenerentola
Pairing:
RoyxEd
Raiting: PG
Summary: Roy
ha in custodia la piccola Elisya-chan, che non vuole sapere di fare la
nanna, allora l’uomo tenta con le favole. A modo suo.
Beta:
Izzieanne
Note: i
personaggi e la favola originale non sono miei. Io non ci guadagno
nulla.
C'era una volta....
C’era una volta, in
un paese lontano lontano chiamato Amestris, un ragazzo.
Figlio del nobile Hohemheim della Luce il giovane Edward Elric crebbe
felice nelle mura domestiche, circondato d’affetto e calore.
Era un bambino un po’ particolare. Perché oltre a
correre per i terreni di famiglia, insieme al fratellino minore
Alphonse e la loro amica di giochi Winry, a Edward piacevano i
libri.
Come primogenito della dinastia degli Elric aveva il dovere di studiare
per essere un buon signore, alla morte del padre. Ma il suo, non era il
semplice studio finalizzato a raccogliere una quantità
enorme di dati, per poi parlare come un pappagallo in occasioni
importanti, no. Edward faceva sue le parole dei libri, non si limitava
a imparare dati su dati per ottenere un posto a corte. Per quello,
Edward poteva fare semplicemente sfoggio della sua bellissima figura,
ma non era questo quello che voleva.
E suo padre era orgoglioso di lui. Incoraggiò questa sua
passione per i libri: ogni settimana faceva arrivare i libri
più aggiornati che venivano letteralmente divorati dal
giovane, con sua somma soddisfazione. Arrivò lui stesso a
insegnargli ciò che sapeva, lo iniziò al
Principio dello Scambio Equivalente, chiamò dotti e studiosi
perché il figlio avesse qualcuno con cui confrontare le sue
giovani idee, e questi rimanevano gradevolmente stupiti dalla mente del
frugoletto.
Inutile dire che in breve tempo tutta la servitù si
affezionò a quel pargoletto che correva per la casa con suo
fratello.
Inutile dire che la cuoca fingeva di non vedere i biscotti che venivano
rubati dalla dispensa nel cuore della notte, o che le cameriere
vegliavano divertite sugli esperimenti del piccolo Elric.
Sorrideva il medico di famiglia quando Edward non voleva bere il latte,
o quando strepitava perché gli dava del
‘tappetto’.
Ormai la biblioteca era la stanza di Edward, quando non era con suo
fratello lo si poteva trovare là, sul lungo tavolo a
sfogliare tomi più grandi di lui. E spesso la sera si vedeva
una figurina sgattaiolare dietro la massiccia porta di quercia della
biblioteca perché gli era venuto un dubbio che non poteva
aspettare di essere risolto il mattino successivo.
Erano questi gli amorevoli pettegolezzi della servitù.
Edward cresceva circondato d’affetto. Da parte della
famiglia, della servitù, del vicinato. Quel bambino dai
grandi occhi di miele non fece mai abuso della sua posizione, anzi, il
suo animo non era dedito alla superbia.
Erano tre gli amori del giovane Elric. Amava i libri come un innamorato
ama teneramente la sua compagna. Ma amava ancora di più suo
fratello e sua madre.
Tanti avrebbero potuto fraintendere l’amore che Edward
provava per suo fratello. Ad occhi esterni poteva sembrare un
attaccamento morboso.
Ma all’interno delle dolci mura di casa tutti sapevano quanto
Edward amasse devotamente Alphonse. Erano stati tutti presenti quando
il secondogenito del signore era venuto alla luce, ed Edward si era
preso cura di lui con tutto se stesso. Fraternamente. Senza nessuna
morbosità malata.
Non era strano vederli giocare insieme, cavalcare sullo stesso cavallo,
trovarli in biblioteca, Edward a leggere e Alphonse a disegnare. Non
era strano nemmeno trovarli a dormire nello stesso letto, sullo stesso
cuscino. Vegliati dallo sguardo tenero della mamma.
Sebbene ammirasse tantissimo suo padre, Edward, era tra le braccia di
Trisha Elric che andava a rannicchiarsi quando faceva un incubo, o
qualche esperimento falliva, o si sbucciava le ginocchia, o litigava
con Alphonse.
E fu con la morte di Trisha Elric che la serenità venne a
mancare in quella grande dimora.
Non si seppe mai come si ammalò la donna. Ma era chiaro a
tutti che la luce nei suoi occhi si spegneva sempre di più.
Inutili furono i tentativi dei medici per salvarla. Non ci fu modo per
arrestare la malattia che ogni giorno si portava via qualcosa di quella
donna meravigliosa.
La morte della donna segnò anche la rottura di Edward con
suo padre.
Più volte il ragazzo aveva incolpato suo padre della morte
della madre. A suo avviso Hohemheim era stato troppo distante dalla
moglie, sempre preso dai suoi viaggi, anche quando la vita aveva
abbandonato gli occhi di Trisha era stato Edward a tenerle la mano sul
letto di morte. Perché suo padre era via. Sebbene lui e Al
gli avessero scritto della condizione della madre. Era stato sempre
Edward ad offrire una spalla su cui piangere ad Alphonse. Ma un bambino
di undici anni non può capire la morte.
Ed Edward aveva così riversato la sua rabbia sul padre. Lo
accusò di non essere stato presente, di aver trascurato sua
madre, di non averla amata abbastanza. Se ci fosse stato, la mamma non
si sarebbe ammalata.
Inutili furono i tentativi di Hohemheim di riallacciare i rapporti. Il
tempo aumentò il baratro che si era scavato tra Edward e il
padre.
Inutili furono i tentativi di Al. Quando si sfiorava
l’argomento gli occhi di Edward si scurivano
impercettibilmente. La voce gli diventava affilata. I gesti o troppo
gentili o troppo bruschi.
Aveva perfino smesso di chiamarlo “padre”. Lo
chiamava per nome.
Non che Edward mancasse di rispetto a suo padre, il suo comportamento
era irreprensibile.
Eppure c’era qualcosa che gli impediva di essere naturale.
Spesso lo si scorgeva in piedi davanti alla tomba di Trisha. Cosa le
dicesse restava un mistero.
Ma la rottura definitiva avvenne quando suo padre, due anni dopo,
arrivò insieme a Dante.
Dante, la donna che suo padre decise di sposare.
Tra lei ed Edward fu subito guerra.
Postfazione:
allora, questa fic era nata come una parodia (adoro vestire Edo-chan da
donna!), che poi si è sviluppata in una maniera tutta sua,
troppo seria per i miei gusti. Forse si alleggerirà
più avanti.
Non aspettatevi la storia esattamente uguale a quella dei Grimm o del
cartone della Disney, per esigenze di copione qualcosa (se non tutto)
verrà stravolto.
Questo capitolo mi serviva da introduzione, non credo che la storia
supererà i tre-quattro capitoli (che ho già
pronti, devo solo sistemarli).
Lo so, potevo fare di meglio, ma è venuta fuori
così. Siate cattive/i nei commenti,
un bacio a tutte/i