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Autore: Tao    08/07/2007    9 recensioni
Roy ha in custodia la piccola Elisya-chan, che non vuole sapere di fare la nanna, allora l’uomo tenta con le favole. A modo suo.
Genere: Romantico, Commedia, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Edward Elric, Roy Mustang, Un pò tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Title: Cenerentola
Pairing: RoyxEd
Raiting: PG
Summary: Roy ha in custodia la piccola Elisya-chan, che non vuole sapere di fare la nanna, allora l’uomo tenta con le favole. A modo suo.
Beta: Izzieanne
Note: i personaggi e la favola originale non sono miei. Io non ci guadagno nulla.





°+°+° Cenerentola °+°+°

C'era una volta....

C’era una volta, in un paese lontano lontano chiamato Amestris, un ragazzo.
Figlio del nobile Hohemheim della Luce il giovane Edward Elric crebbe felice nelle mura domestiche, circondato d’affetto e calore.
Era un bambino un po’ particolare. Perché oltre a correre per i terreni di famiglia, insieme al fratellino minore Alphonse e la loro amica di giochi Winry, a Edward piacevano i libri. 
Come primogenito della dinastia degli Elric aveva il dovere di studiare per essere un buon signore, alla morte del padre. Ma il suo, non era il semplice studio finalizzato a raccogliere una quantità enorme di dati, per poi parlare come un pappagallo in occasioni importanti, no. Edward faceva sue le parole dei libri, non si limitava a imparare dati su dati per ottenere un posto a corte. Per quello, Edward poteva fare semplicemente sfoggio della sua bellissima figura, ma non era questo quello che voleva.
E suo padre era orgoglioso di lui. Incoraggiò questa sua passione per i libri: ogni settimana faceva arrivare i libri più aggiornati che venivano letteralmente divorati dal giovane, con sua somma soddisfazione. Arrivò lui stesso a insegnargli ciò che sapeva, lo iniziò al Principio dello Scambio Equivalente, chiamò dotti e studiosi perché il figlio avesse qualcuno con cui confrontare le sue giovani idee, e questi rimanevano gradevolmente stupiti dalla mente del frugoletto.
Inutile dire che in breve tempo tutta la servitù si affezionò a quel pargoletto che correva per la casa con suo fratello.
Inutile dire che la cuoca fingeva di non vedere i biscotti che venivano rubati dalla dispensa nel cuore della notte, o che le cameriere vegliavano divertite sugli esperimenti del piccolo Elric.
Sorrideva il medico di famiglia quando Edward non voleva bere il latte, o quando strepitava perché gli dava del ‘tappetto’.
Ormai la biblioteca era la stanza di Edward, quando non era con suo fratello lo si poteva trovare là, sul lungo tavolo a sfogliare tomi più grandi di lui. E spesso la sera si vedeva una figurina sgattaiolare dietro la massiccia porta di quercia della biblioteca perché gli era venuto un dubbio che non poteva aspettare di essere risolto il mattino successivo.
Erano questi gli amorevoli pettegolezzi della servitù.
Edward cresceva circondato d’affetto. Da parte della famiglia, della servitù, del vicinato. Quel bambino dai grandi occhi di miele non fece mai abuso della sua posizione, anzi, il suo animo non era dedito alla superbia.
Erano tre gli amori del giovane Elric. Amava i libri come un innamorato ama teneramente la sua compagna. Ma amava ancora di più suo fratello e sua madre.
Tanti avrebbero potuto fraintendere l’amore che Edward provava per suo fratello. Ad occhi esterni poteva sembrare un attaccamento morboso.
Ma all’interno delle dolci mura di casa tutti sapevano quanto Edward amasse devotamente Alphonse. Erano stati tutti presenti quando il secondogenito del signore era venuto alla luce, ed Edward si era preso cura di lui con tutto se stesso. Fraternamente. Senza nessuna morbosità malata.
Non era strano vederli giocare insieme, cavalcare sullo stesso cavallo, trovarli in biblioteca, Edward a leggere e Alphonse a disegnare. Non era strano nemmeno trovarli a dormire nello stesso letto, sullo stesso cuscino. Vegliati dallo sguardo tenero della mamma.  
Sebbene ammirasse tantissimo suo padre, Edward, era tra le braccia di Trisha Elric che andava a rannicchiarsi quando faceva un incubo, o qualche esperimento falliva, o si sbucciava le ginocchia, o litigava con Alphonse.
E fu con la morte di Trisha Elric che la serenità venne a mancare in quella grande dimora.
Non si seppe mai come si ammalò la donna. Ma era chiaro a tutti che la luce nei suoi occhi si spegneva sempre di più. Inutili furono i tentativi dei medici per salvarla. Non ci fu modo per arrestare la malattia che ogni giorno si portava via qualcosa di quella donna meravigliosa.
La morte della donna segnò anche la rottura di Edward con suo padre.
Più volte il ragazzo aveva incolpato suo padre della morte della madre. A suo avviso Hohemheim era stato troppo distante dalla moglie, sempre preso dai suoi viaggi, anche quando la vita aveva abbandonato gli occhi di Trisha era stato Edward a tenerle la mano sul letto di morte. Perché suo padre era via. Sebbene lui e Al gli avessero scritto della condizione della madre. Era stato sempre Edward ad offrire una spalla su cui piangere ad Alphonse. Ma un bambino di undici anni non può capire la morte.
Ed Edward aveva così riversato la sua rabbia sul padre. Lo accusò di non essere stato presente, di aver trascurato sua madre, di non averla amata abbastanza. Se ci fosse stato, la mamma non si sarebbe ammalata.
Inutili furono i tentativi di Hohemheim di riallacciare i rapporti. Il tempo aumentò il baratro che si era scavato tra Edward e il padre.
Inutili furono i tentativi di Al. Quando si sfiorava l’argomento gli occhi di Edward si scurivano impercettibilmente. La voce gli diventava affilata. I gesti o troppo gentili o troppo bruschi.
Aveva perfino smesso di chiamarlo “padre”. Lo chiamava per nome.
Non che Edward mancasse di rispetto a suo padre, il suo comportamento era irreprensibile.
Eppure c’era qualcosa che gli impediva di essere naturale.
Spesso lo si scorgeva in piedi davanti alla tomba di Trisha. Cosa le dicesse restava un mistero.



Ma la rottura definitiva avvenne quando suo padre, due anni dopo, arrivò insieme a Dante.
Dante, la donna che suo padre decise di sposare.
Tra lei ed Edward fu subito guerra.










Postfazione:
allora, questa fic era nata come una parodia (adoro vestire Edo-chan da donna!), che poi si è sviluppata in una maniera tutta sua, troppo seria per i miei gusti. Forse si alleggerirà più avanti.
Non aspettatevi la storia esattamente uguale a quella dei Grimm o del cartone della Disney, per esigenze di copione qualcosa (se non tutto) verrà stravolto.
Questo capitolo mi serviva da introduzione, non credo che la storia supererà i tre-quattro capitoli (che ho già pronti, devo solo sistemarli).
Lo so, potevo fare di meglio, ma è venuta fuori così. Siate cattive/i nei commenti,
              un bacio a tutte/i
 

  
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