Pairing:
RoyxEd
Raiting: PG
Summary: la
storia continua, e Edward si trova a fronteggiare Dante
Beta:
RizafromKeron (se trovate qualcosa che non vi torna è
solo colpa mia)
Note:
è un capitolo di transizione, potrebbe risultare un po'
noioso.
La donna provò subito a ingraziarsi Edward. Fallendo
miseramente.
Il ragazzo non diede il minimo peso alla cosa. Si chiudeva
silenziosamente in
camera con un libro, senza prestare attenzione ai suoi tentativi
d’istaurare un
rapporto.
E le sorprese non erano finite.
La donna, quando si stabilì come legittima moglie nella
villa degli Elric, si
portò dietro i figli lasciati in città, due per
l’esattezza. Envy e Wrath.
Apparentemente tutto restò uguale a prima: dopotutto
Hohenheim era sempre il
signore della villa, e non avrebbe mai dato alla moglie la precedenza
sui suoi
figli. Il clima era molto mutato.
La servitù attendeva solo il momento in cui Edward avrebbe
fatto la sua mossa.
Quella donna non piaceva ai domestici: era troppo disinibita, i suoi
gesti
troppo affettati. La sua voce era troppo melliflua, gli occhi troppo
freddi.
C’era un che di bello nel suo volto, oscurato però
da un sorriso fasullo.
Poteva piacere, era accattivante, di buon gusto, sapeva intrattenere
meravigliosamente gli ospiti, ma c’era qualcosa di tenebroso
in lei. Era un
riflesso, difficile a notarsi.
I suoi figli erano viscidi come lei. Wrath non dava troppi problemi,
impegnato com’era
a scoprire i vantaggi di una vita agiata. Era Envy il vero rivale di
Edward.
I suoi occhi viola lo seguivano dappertutto quando lo vedevano sparire
dietro
un angolo. Voleva distruggerlo e sottometterlo.
Aveva tentato d’istaurare un conversazione, le prime
settimane che era andato a
stabilirsi nella villa. Ma il piccoletto era sveglio. Sarebbe stato
più
divertente distruggerlo.
Ed Edward aspettava solo un segnale.
Sembrava indifferente alla presenza della donna in casa sua, ma fu
saggio a
tenere nascosti i suoi sospetti.
Prese le sue precauzioni, iniziò a trasferire i libri
sull’Alchimia in camera
sua, uno alla volta, senza fretta, a volte da solo, a volte aiutato da
Al e
Winry.
A nessuno piaceva quella donna, o meglio, non li convinceva del tutto.
C’era un che di viscido che rimaneva loro attaccato quando le
rivolgevano la
parola. Anche Al, che cercava di salvare la situazione, si era visto
costretto
ad ammettere che la nuova moglie di papà non gli piaceva.
Dante era gentile con
lui, ma era lui che non voleva la sua ostentata cordialità.
Edward si fece attento, la teneva d’occhio. Soprattutto negli
affari che
riguardavano Al.
Si fece vigile, cercando di tenere lontano suo fratello da quella donna.
Si premurò di prepararsi una via d’uscita in per
ogni situazione, ma non fu
egoista, pensò soprattutto ad Al e a Winry. Sapeva che tra i
due era sbocciato
l’amore. Amore che doveva rimanere intoccato
dall’atmosfera strana che regnava
in quella casa.
Spesso Edward fu invitato dalla donna a fare conversazione.
Quando poteva rifiutava con una scusa, a volte scendeva nel salottino
per non
insospettirla. Parlavano del più e del meno. Edward si
faceva attento a tenere
la conversazione sul vago. Per non dare alla matrigna spunti per
ferirlo, o
ferire altri.
Quando suo padre gli chiese alcuni libri di Alchimia da prestare alla
donna
disse di averli prestati ad un amico che involontariamente non glieli
aveva
restituiti.
Il padre restò un momento perplesso, Edward seppe che
Hohenheim non gli
credeva, ma sperava che non facesse domande.
“Suppongo ci sia un motivo dietro al tuo rifiuto”.
“C’è, mio signore”.
L’uomo sospirò a disagio: “Hai richieste
particolari da farmi?”
Il ragazzo pensò un attimo: “Che lei non tocchi i
libri proibiti… e il permesso
di allontanarmi da qui una volta raggiunta l’età
adulta, anche Alphonse”.
“Mi odi così tanto?”
“No, signore”.
“Edward”
“Sì, signore?”
“Una volta mi chiamavi papà, o almeno padre. Ti
disgusto così tanto?”
“Quel tempo è passato, e io non sono nessuno per
giudicare le vostre scelte”.
Hohenheim capì che per Edward ormai la conversazione era
finita.
Il figlio gli chiese di essere congedato.
L’uomo lo guardò sparire fuori e si
domandò se avrebbe mai avuto il suo
perdono.
Lui era comunque, intenzionato ad aiutarlo, non importava quanto suo
figlio lo
odiasse e quanto fosse forte il suo orgoglio.
Postfazione:
uffa, è ancora troppo serio. L'atmosfera si
alleggerirà tra due capitoli, ve lo
prometto.
Sottolineo che questa è una fic senza pretese, l'avevo in
testa ed è nata così.
Grazie a chi ha commentato il primo capitolo (non siete state
abbastanza
cattive, eh ;)