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Autore: Natalja_Aljona    22/12/2012    1 recensioni
Natal'ja vende fiammiferi e sogna la Rivoluzione.
Siberiana fin nelle ossa e nel sangue, nel cuore e nell'anima, nipote di uno dei capi dei Decabristi ed ultima erede della famiglia russa più temuta dallo zar, è quasi impazzita in prigione ma sa che non è finita.
Geórgos vive per la guerra e per il cielo di Sparta.
Nato durante la Guerra d'Indipendenza Greca e nipote del capo dei Kléftes, i briganti e i partigiani del Peloponneso, ogni notte spara alle stelle perché ha un conto in sospeso con gli Dei.
Feri è uno zingaro ungherese, il terzogenito di Kolnay Desztor, il criminale del secolo, e il più coraggioso dei suoi fratelli.
Legge il destino tra le linee della mano, e tre anni di galera e lavori forzati non sono bastati a fargli smettere di credere nel suo.
Nikolaj, ussaro polacco e pianista mancato, crede di aver perso tutto.
Sa che l'epilessia, i complessi d'inferiorità nei confronti del padre morto, l'ossessione per sua cugina e i suoi sogni infranti lo uccideranno, ma la sua morte vuole deciderla lui, e a ventidue anni s'impicca per disperazione e per vendetta.
Genere: Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Trecentonovantasei


Trecentonovantasei

Твоя мать

Tvoya mat’

Tua madre

 

Ma la ragazza aveva il nome dei miei figli sulle mani

E nel suo cuore di cristallo aveva tutti i miei domani

(La ragazza con il filo d’argento, Roberto Vecchioni)

-Riferito a Geórgos e Natal’ja-

 

Sparta, 9 Aprile 1844

 

-Come va?-

Theodorakis si sedette accanto a Céline sui gradini interni dell’Αθάνατος,  guardando la biondina con curiosità.

La piccola Gibson era assorta in chissà quale mondo, in chissà quali pensieri, e non si era nemmeno accorta che Theo e i suoi fratelli avevano deciso di fare una pausa dagli allenamenti militari.

Sudati da far spavento, con gli occhi ridenti perché per loro tutto quello era la quotidianità, perché Sparta se lo meritava.

Line alzò appena lo sguardo turchino e sorrise distrattamente.

-Да?-

Theo le scompigliò affettuosamente i capelli dorati, e Alcesti per poco non lo morse.

-Giù quelle manacce scandalosamente sudate, Fëdor!-

Il biondo greco rise, e lei lo guardò storto.

-Ebbene?-

-Ti annoi?-

-Ma va! Sembra di essere in un resoconto di Tucidide o Senofonte-

Theo finse uno sguardo di superiorità.

-Noi siamo molto meglio, ragazzina-

Céline alzò gli occhi al cielo.

-Ma dov’è finita la mamma? Perché non è ancora tornata? E papà... Beh, papà dorme ancora.

Ma la mamma non riesce a stare lontana da lui per più di dieci... Forse anche di meno, nove minuti, quindi...-

-Dove aveva detto che andava, poi?- chiese Nikolaj.

-Da Lisandro. Come sempre- gli rispose Aiace, che cercava di fare sempre lo psicologo della situazione, anche se a volte non gli riusciva poi tanto bene.

-Non c’è mica tanto da fare, al Cimitero...- commentò Line.

-E in genere quando torna viene sempre a vedere i nostri allenamenti- concluse Aiace, accigliandosi.

-Potrebbe essere tornata da papà- ipotizzò Niko.

Del resto, nessuno immaginava che le fosse successo qualcosa di brutto, ed erano tutti abbastanza tranquilli.

Stupiti, ma tranquilli.

-Volete che vada a cercarla?- si offrì Theo, e Céline lo guardò con occhi adoranti.

-Oh, Fëdor...-

Lui le sorrise.

-Sì?-

-Да!-

Il ventinovenne Spartano si alzò e raccolse la sua camicia dai gradini.

Se l’avesse tenuta durante gli allenamenti, a quell'ora sarebbe stata fradicia.

Prima di qualsiasi altra cosa, sarebbe andato a darsi una sciacquata all’Eurota.

Lys aveva diciannove anni, ed era la moglie di uno Spartano, mica una sciocchina qualsiasi.

Non poteva essersi persa come non poteva essere in pericolo.

 

A casa non c’era.

Gee dormiva ancora beatamente, ora che sua moglie, il diabolico Austriaco e gli altri due suoi adorati pargoli erano usciti.

Theo fu tentato di prendere le Elleniche di Senofonte dal comodino e darglielo in testa non troppo gentilmente, dicendogli: “E svegliati, razza di cretino! La tua Afrodite parrebbe tornata sull'Olimpo, dobbiamo cercarla”, ma poi pensò che non era il caso di farlo preoccupare.

A Lys sicuramente non era successo nulla di grave, ma lui, paranoico, tragico e innamorato com’era, chissà che idee si sarebbe fatto, che immagini si sarebbe figurato...

No, davvero, non era il caso.

Né per Gee né per lui.

Quindi, pensò che l'avrebbe cercata e trovata da solo.

Con quei capelli non poteva certo passare in osservata, Nataljetshka...

Qualcuno l’aveva vista di sicuro.

Dove poteva essere finita, la disgraziata, adorabile moglie del suo migliore amico?

 

E poi la vide lì, riversa sulla tomba di suo figlio, con il vestito quasi completamente intriso di sangue e i capelli dorati sparsi ovunque sul suo corpicino martoriato, pallida come un cadavere. Sentì una fitta al cuore, un dolore tremendo e una paura altrettanto grande che gli bruciava la mente, i battiti e il respiro.

Pensò a lei, Lys, la sua quasi amica troppo siberiana che tanto lo faceva arrabbiare e tanto lo faceva sorridere.

Pensò a Gee, il suo migliore amico dalla Guerra d’Indipendenza, il suo eterno compagno di eroiche battaglie e di eroiche cretinate.

Pensò alla loro famiglia meravigliosa, al loro quartogenito ucciso.

Pensò a quel loro amore disperato e luminoso, a quella loro rivincita, a quella loro passione...

E tutto quel male che gli avevano fatto, perché?

Se l'erano meritato mai, quei due pazzi tanto assurdi quanto dolci?

Ma lui...

Lui avrebbe fatto il possibile per salvarli.

Per salvarla.

Dagli strappi del vestito le controllò le ferite, alcune erano molto profonde ma sarebbe guarita, l’avrebbe guarita lui stesso, se necessario.

Gee non viveva senza di lei, e Sparta non viveva senza Gee.

E poi...

Neanche lui se lo sarebbe mai potuto perdonare.

Se l’avesse lasciata andare, se Gee l'avesse persa.

Perché anche lui, a quella ragazzina scandalosamente bionda, a quella Natal'ja sempre più irriverente di quanto avrebbe potuto permettersi, voleva un mondo di bene.

 

-Lys... Lys...-

-Мой Георгий...- sussurrò lei, tra le lacrime e le fitte di dolore.

-Lys, non... Non scocciare, adesso ti riporto a casa-

Non scocciare?

Esattamente, come gli era venuto?

Ma lui era Theodorakis Dounas, non il buon samaritano.

E Lys si doveva accontentare.

Farsi salvare da un bastardo tendenzialmente idiota e sentirsi dire “non scocciare” mentre invocava il suo bellissimo marito addormentato, lì a Sparta, in fondo era il minimo che le potesse accadere.

 

-Però... Se ti porto da Georgij, Nataljetshka, lui perde la testa, impazzisce, lo sai.

Perché lui ti ama, e non potrebbe davvero vederti così. Voglio dire, non che a me non faccia effetto, ma lui... Non ragionerebbe più-

Natal’ja strinse i denti e lo fulminò con lo sguardo.

Anche questo avrebbe dovuto immaginarselo.

Theo era il migliore amico di Gee, non il suo.

E pensava sempre a cosa era meglio per Gee, anche quando doveva aiutare lei.

-Я хочу посмотреть Георгий...-

Ya khočù posmotrjét’ Georgij...

Voglio vedere Georgij...

-Δεν νυν, tesoro. Non ora-

-Но... Но иди к черту, проклятый ублюдок!-

No... No Idì k čertu, proklyatyy ublyudok!

Ma... Ma va’ al diavolo, maledetto bastardo!

-Δεν καταλαβαίνω, bella mia... Per fortuna, direi-

Den katalavaíno.

Non capisco.

In quel momento Lys sentì una fitta più forte delle altre e, senza pensarci due volte, afferrò una mano di Theo e la addentò, letteralmente, per non gridare.

Gridò lui, invece.

-Zeus, questa ragazzina è completamente partita! Di grazia, Nataljetshka...

Questo cosa dovrebbe starmi a significare?-

-Che voglio vedere Gee e che fa male- rispose lei, a denti stretti.

Il biondino greco alzò gli occhi al cielo.

-Se fossi mai andata in guerra...-

La Siberiana gli affondò i denti nella mano, ancora.

-Questo non era per il dolore- specificò poi -Questo era solo per staccartela-

Theo scosse la testa, ma gli sfuggì un sorriso.

A modo suo era straordinariamente adorabile, quella piccola fiammiferaia russa.

-Va bene, stai tranquilla. Ti porto da lui, dal tuo Georgij.

Hai proprio bisogno di un suo bacio adesso, eh?-

-Uno solo? Non dire sciocchezze...-

Theo la prese in braccio, e quando l’ebbe a pochi centimetri dal viso, guardandola dritto in quei suoi fantastici occhi momentaneamente più azzurri che grigi, glielo chiese.

-Chi è stato?-

Lys si morse le labbra e distolse lo sguardo.

-Lei... È stata lei. Sua madre. Anasthàsja-

 

When they say that it's all over know that it's not even started and

Sure we have doubts but you know you never can let them go to you

And I bow my head for all the dearly departed and

Then I look to the sky

Cause I know that things will get better yet

 

Quando loro dicono che è tutto finito sappiamo che non è nemmeno iniziato

Certo abbiamo dei dubbi, ma sai che non puoi mai lasciarli andare a te

E chino il capo per ogni caro defunto

E poi guardo il cielo

Perché so che le cose andranno ancora meglio

(Paper Cranes, Searching for Kim)

 

George non era abituato a svegliarsi senza i baci di Natal'ja, i suoi capelli biondi ovunque, perfino in bocca, e un suo gomito affondato nella milza.

Era la sua piccola Lys il suo primo sole.

Gomito nella milza compreso.

Quel mattino, però, non era più tanto mattino.

Era l’una e venti, e Alja non l'aveva aspettato.

Sentiva il letto incredibilmente vuoto, senza di lei...

E non vedeva l'ora di vederla.

Dal resto della casa, però, non veniva nessun rumore.

I ragazzi dovevano essere in palestra con Theo...

E lei?

Era andata al Cimitero.

Più di un’ora prima, però.

Come poteva non essere ancora tornata?

Forse era andata in palestra dai ragazzi...

Che cosa terribile, doversi alzare prima di averla baciata.

Non succedeva neanche nei suoi incubi peggiori.

Era giusto assorto in quei pensieri, quando un piccolo turbine biondo si precipitò in camera e saltò sul letto, proprio sui suoi piedi.

Ecco... Non c’era Lys ad attentare alla sua milza, ma Céline aveva pensato bene di camminargli sopra, per non farlo sentire trascurato. 

Sorrise, Gee, a metà che avesse mai fatto, quello scriccioletto siberiano.

-Papà! Papà! Sei sveglio... Ma la mamma dov’è?-

-Come dov’è la mamma? Non... Non sai dov’è?-

-Нет... Theo è andato a cercarla, un po’ di tempo fa, ma non è ancora tornato-

Gee scostò bruscamente le coperte e scese dal letto con un balzo.

-Voglio vederla. Subito. Subito! Com’è possibile... Com’è possibile che non si trovi?

La mia Lys...-

In quel momento sentirono un grido, e poi un pianto disperato.

-Mamma!-

Era la voce di Nikolaj.

Gee e Line corsero fuori.

Niko piangeva tra le braccia di Aiace, che cercava di consolarlo, ma aveva anche lui gli occhi lucidi.

Poco lontano, finalmente, Theo e Lys.

Ma...

Il vestito strappato e insanguinato, le ferite...

Gee sentì un gelo feroce calargli nelle vene, e una devastante fitta al cuore, a quella vista.

Poi, semplicemente, come aveva previsto Theo, ma non abbastanza, non ragionò più.

 

-Amore mio... Amore mio...- mormorava ormai per la millesima volta, con le guance rigate di lacrime e le mani tremanti nell’accarezzarla.

-Mia stella, mia vita... Mia Natal'ja...-

Lei sorrideva e lo guardava adorante.

Era così felice di essere lì...

Di essere con lui, di essere al sicuro.

Lontana dal Cimitero.

Lontana da Anasthàsja.

Lontana dalla vendetta e dalla paura, ma così vicina, così tutt’uno con l’amore...

Il suo unico amore.

Lo baciò infinite volte, quell’amore, pianse lacrime di stelle e di neve tra le sue braccia, sulla sua spalla, sulla sua pelle.

Lui era tutto quello che le rimaneva del suo cuore e di Lisandro.

Del cielo e della Rivoluzione.

Della sua Libertà.

Poi, inavvertitamente ma inevitabilmente, gli affondò un gomito nella milza.

E lui scoppiò a ridere.

-Amore mio...-

Gee non riusciva a dire altro, in quel momento, ma Lys non voleva sentirsi dire altro.

Non c’era niente di meglio.

C’era una domanda, però, a cui non aveva ancora risposto.

E non voleva rispondere.

Perché, se tutte quelle pugnalate avevano quasi ucciso lei, quella risposta avrebbe quasi ucciso Gee.

-Chi è stato?-

Gliel’aveva chiesto almeno cento volte, e ogni volta Lys aveva affondato la testa nel suo petto e ignorato la sua domanda.

-Я не могу...- Ya ne mogù, ripeteva -Io non posso... Non posso dirtelo- sussurrava, con voce quasi impercettibile.

Theo l’aveva pregata di non dirglielo.

Ci avrebbe pensato lui, a difenderla da Anasthàsja.

Gee non doveva sapere.

Gee era suo figlio.

E Lys sapeva che la cosa giusta era tacere, magari perfino mentire.

A lui aveva sempre detto tutto, anche quando non poteva, anche quando non doveva, anche quando non sapeva, ma quella volta, davvero, era troppo.

Era troppo per lui, e lei gli voleva troppo bene, lo amava troppo immensamente, per farlo soffrire così.

-Perché? Perché non puoi dirmelo, Lys? Perché non posso sapere... Perché non dovrei sapere?!-

-Ti amo- sussurrò lei, trattenendo a stento le lacrime.

-Per questo. Solo per questo. Non chiedermelo più. Però... Tienimi stretta, Gee, ti prego.

E raccontami una storia, come facevi quando eravamo a Liverpool, certe volte, per farmi addormentare-

-La storia del Trattato di Adrianopoli?-

Natal'ja sorrise e gli lasciò un bacio esattamente sulla punta del naso.

-Да-

Gli strinse una mano e se la portò prima alle labbra poi al viso, appoggiandovi una guancia.

Tu non lo devi sapere, моя любовь... (moya lyubov’, amore mio)

Non lo devi sapere, che è stata твоя мать. (tvoya mat’, tua madre)

 

 

 

 

Note

 

Finalmente sono cominciate le vacanze di Natale, e io sono riuscita a finire questo capitolo!

Poteva essere solo Theo, a trovare Alja per primo...

Perché solo con Theo Alja sarebbe riuscita a litigare anche in quelle condizioni! ;)

Quanto a Gee...

Ha già sofferto abbastanza per sua madre, e sapere che è stata Anasthàsja a uccidere Lisandro e a pugnalare Alja, a uccidere suo figlio e a pugnalare sua moglie, lo distruggerebbe, lo ucciderebbe davvero.

Quanto al Trattato di Adrianopoli... Gee lo raccontava a Lys a Liverpool nel ’34, nel Capitolo 278.

Del resto, quale altra storia avrebbe mai potuto raccontarle per farla addormentare, lui ch’è uno Spartano della Guerra d’Indipendenza Greca? ;)

Spero davvero che vi sia piaciuto!

 

A presto! ;)

Marty

 

  
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