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Autore: septendecim    22/12/2012    2 recensioni
"Tu dammi mille baci, e quindi cento, ed altri mille, e poi di nuovo cento, e cosi ancora, altri mille, altri cento. Quando ne avremo messo su a migliaia li mischieremo e non sapremo il numero; ché un invidioso non ci porti male nel sapere di tutti questi baci"
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Vivianne, ma lo capisci che non puoi stare con lui?"
"Sparisci" sibilò lei.
"Vivianne, non evitarmi!"
La bionda ignorò la donna che le camminava dietro.
"Vivì, caspita ascoltami! Non siete dello stesso mondo!"
La ragazza, entrata da qualche secondo in cucina, prese un bicchiere e lo scagliò per terra.
"Io posso stare con chi voglio!" gridò con tutta la rabbia in corpo.
"Vivianne, lui è inglese, e tu sei francese!"
"Non sono mai stata francese! Sono nata a Bath e risiedo a Londra!"
"Ma adesso devi vivere qui a Parigi! Non puoi tornare a casa da sola! Come farete a vedervi?"
Lei si mise le mani sulle orecchie e cominciò a scuotere la testa.
"Smettila! SMETTILA! Non sai cosa dici!"

"Harry, cosa stai facendo? Non è possibile una storia del..."
"Mamma, zitta!" gridò il ragazzo.
"Harry, siete distanti! Troppo! Siete separati dal mare!"
"Siamo vicini più di quanto credi!" replicò lui.
"Harry, come la vedrai? Non potrai esserle sempre accanto! E siete troppo giovani, avete solo sedici anni!"
"Smettila! SMETTILA! Non sai cosa dici!"
Harry si rannicchiò sul divano, cercando di proteggersi da quelle parole che gli facevano troppo male.

People say we shouldn't be together, too young to know about forever, but I say they don't know what they talk about.

La ragazza accese il suo computer e si connesse subito a Facebook.
Pregò che il suo ragazzo fosse connesso, aveva bisogno di parlare con lui.
"Vivì, amore?"
Un messaggio le fece arrivare il cuore in gola.
"Ci sono"
"Piccola, possiamo aprire Skype? Ho bisogno di vederti"
Il ragazzo, a mezz'ora di distanza con l'aereo, sperava che la sua ragazza potesse vederlo senza interferenze.
"Ti sto chiamando" rispose lei.
Sorrisero entrambi, dietro due pezzi di plastica e pixel.
Una finestra nera apparì su entrambi gli schermi.
"Amore, mi senti?" chiese il ragazzo.
"Si"
Poco dopo le loro facce apparvero davanti ai loro occhi.
Vivianne ringraziò Dio di essere dietro uno schermo: almeno lui non avrebbe potuto vedere i suoi occhi lucidi con la webcam.
"Piccola, stai bene?"
Lei appoggiò la testa sulla mano. "Non proprio"
"Cosa succede?"
Harry si crogiolava sulla sedia, ansioso di sapere cos'era successo.
"Ho litigato con zia Georgine. Dice che non potremo mai stare insieme" disse tirando su con il naso.
Lacrime bastarde le scesero giù lungo le guance, arrossandole.
Il ragazzo si sentì stringere il cuore.
"Se solo fosse mia madre capirebbe come mi sento. Invece è solo la cugina di papà: cosa può saperne lei di cosa sento io? Non voglio più stare qui, Harry ho bisogno di sentirti vicino fisicamente. Necessito di qualcuno che mi dica che andrà tutto bene. Ti prego, promettimi che ti vedrò"
Un brivido corse lungo la schiena di entrambi i ragazzi.
"Anch'io ho discusso con mia mamma. Amore, non possiamo dar retta a loro! Presto i tuoi genitori torneranno a prenderti dall'America e tornerai qui a Londra. Si, ci vedremo, e non ci separerà nessuno. Questi sono stati i sei mesi più belli di tutta la mia vita"
Harry aprì una finestra, dove cercò il suo canale di YouTube.
Digitò quattro parole, e tra i risultati cercò il video migliore.
Copiò l'indirizzo web e lo mandò per chat alla ragazza.
Vivianne aprì il video.
http://www.youtube.com/watch?v=m1uSme8TkPY
Harry cominciò a cantare.
La sua voce arrivava leggermente metallica alle orecchie di Vivì, che continuò a piangere, ma di felicità.
"In our hearts, in our minds, we'll stay toghether for all the time"
Modificò questi piccoli versi, che lo fecero sorridere.
Vivianne si asciugò le piccole lacrime e sorrise.
La canzone delicatamente finì, e i due ragazzi rimasero a guardare nei loro occhi il loro amore sincero.
"Sei mia, sii forte" sussurrò lui.

'Cause this love is only getting stronger, so I don't want to wait any longer: I just want to tell the world that you're mine girl!

"Harry, dove sei?"
Vivianne era appena scesa dall'aereo, ma aveva già acceso il telefono e chiamato Harry.
"Sono all'uscita di Gatwick che mi hai detto prima, amore"
La ragazza guardò i suoi genitori, che le sorrisero.
Il padre era una figura esile dagli occhi pieni di vita, che la figlia aveva ripreso.
La madre era bionda come Vivianne, aveva un fisico formoso ma era comunque una bella donna.
"Dov'è il mio genero?" chiese il padre.
Harry rise dall'altro capo del telefono.
"All'uscita!" rispose Vivì trillando impaziente.
La madre sorrise e le scompigliò i lunghi capelli.
"Le tue valigie le recupero io, vai. Ma aspettateci fuori!"
Vivianne non la fece finire di parlare.
Chiuse il telefono e cominciò a correre tra la folla, saltando sulle poltroncine blu d'aspetto e ricevendo diversi insulti.
Accellerò ancora di più quando vide l'uscita sud del Terminal.
A Londra quel 18 aprile splendeva il sole, filtrava dal tetto di vetro sopra di lei.
Girò su sè stessa come una trottola, cercandolo tra tutto quel via-vai.
Prese il telefono, sempre respirando affannosamente, e digitò un numero imparato ormai a memoria.

Mentre sentiva gli squilli nel suo cellulare, sentì nell'aria le note di una canzone familiare.
"If I could, then I would, I'll go wherever you will go"
Il corpo smise di funzionare.
Cervello, cuore, occhi, stomaco, gambe. Tutto bloccato.
Sentì due mani avvolgersi attorno ai fianchi, e sorrise per davvero.
La loro canzone.
Quella che Harry le aveva dedicato.
"Way up high, or down low, I'll go wherever you will go"
Harry smise di cantare e appoggiò la testa sulla spalla della sua ragazza, con lo sguardo rivolto verso il suo viso.
Vivianne rimise il telefono in tasca e girò lentamente gli occhi.
Un paio di occhi verdi la scrutavano felici e divertiti.
Morbidi ricci le sfioravano le guance.
Due fossette spuntavano ai lati di un sorriso unico, che lei custodiva gelosamente nel suo cuore.
"Hai mantenuto la tua promessa" sussurrò lei.
Harry si mise davanti a lei, guardandola dal vivo dopo un anno di relazione.
I lisci capelli ricadevano sul suo visino ovale delicato.
Gli occhi dorati sottolineati da un filo di matita verde acqua luccicavano.
"Vivianne Diderot" sussurrò lui.
"Sei davvero tu? Non è che è un sogno e domani mattina starò male come sem..."
Non poté terminare la frase.
Le mani di Harry le strinsero il volto con delicatezza e le sue labbra si incontrarono con quelle del suo amore.
L'adrenalina girava veloce nel sangue, il cuore riusciva a malapena a sopportare quella grandissima emozione.
Sentiva un sapore dolcissimo, percepiva il profumo della pelle di Harry.
In quell'istante riusci a soffiare solo poche, piccole parole sulle labbra del riccio.
"Ti amo"

One touch and I was a believer, every kiss gets a little sweeter. It's getting better, keeps getting better all the time girl!

"Corri amore!"
Harry era appena sceso dalla macchina e trascinava Vivianne per la sua città natale, Holmes Chapel.
Erano andati lì per rilassarsi in pace nella casa del padre del ragazzo.
Ormai avevano tutti e due diciotto anni.
Erano passati due anni da quando avevano iniziato a parlare per caso su Facebook, da quando lei, diventando rossa come un pomodoro, gli aveva confessato i suoi sentimenti.
Da quando Harry, la notte del 22 maggio alle undici e trentuno di sera, le aveva chiesto di essere la sua principessa.
"Aspetta, che non ti sto dietro!"
La ragazza si rese conto di trovarsi in un parco gigantesco.
"Avanti, corri!"
Harry rideva felice, mentre la portava verso una quercia immensa.
"Harry, che diavolo..."
"Ci siamo!" esclamò lui.
Vivianne si buttò stremata all'ombra delle foglie, mentre il giovane faceva scendere una scaletta in corda.
"Allora?" disse lui.
"Allora cosa?"
"Vuoi salire?"
Le tese la mano, e Vivianne la afferrò titubante.
Si rialzò e guardò la corda.
"Sei sicuro che regge?"

"L'ho sistemata due giorni fa!"
Vivì rise e si arrampicò sulle scale.
Una volta arrivata in cima Harry la spinse e la fece rotolare nella casetta sull'albero.
Lei si rialzò pronta a rimproverarlo, ma l'unico suono che uscì dalla sua bocca fu un sospiro.
La casetta era piena di cuscini e coperte, con un tavolino basso pieno di candele, che profumavano l'aria di mandarino.
Sorrise.
Harry la strinse forte al suo petto.
"Buon diciottesimo compleanno, amore"

They don't know what we do best, it's between me and you, our little secret.

"Sei incredibile"
Harry si alzò su un gomito e sorrise all'affermazione della ragazza.
La ammirò per qualche minuto.
Notò com'era bella dopo che avevano fatto l'amore.
I capelli scompigliati, gli occhi luminosi, il corpo nudo sotto le coperte.
Era perfetta per lui.
"Sei bellissima"
"Sei troppo per me" sussurrò lei.
"Anch'io ogni tanto penso la stessa cosa. Ma poi penso che siamo tutto quello che ci serve per entrambi"
Lei si accoccolò sul suo petto e sorrise.
Ripensò a tutte le difficoltà superate insieme, dai primi mesi di relazione fino a quel punto.
Nonostante tutto ce l'avevano fatta, ed erano ancora insieme.
"Tu dammi mille baci, e quindi cento, ed altri mille, e poi di nuovo cento, e cosi ancora, altri mille, altri cento. Quando ne avremo messo su a migliaia li mischieremo e non sapremo il numero; ché un invidioso non ci porti male nel sapere di tutti questi baci" recitò lei.
Harry sorrise. "Catullo" rispose.
"Sei mio, e siamo forti" disse Vivianne, prima di dargli un millesimo bacio.

They don't know about the things we do, they don't know about the "I love you's".
But I bet it if they only knew, they would just be jealous of us.
They don't know about the up all nights, they don't know I've waited all my life just to find a love that feels this right.

Baby they don't know about us.


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*Si affaccia dal buco della serratura*
*Sparisce* *Riappare* *Ri-sparisce* *Ri-riappare*
Salve a tutti!
Sono Andrea, e si, sono una ragazza.
Questa è la prima volta che faccio un angolo-autrice (o come si chiama)
Semplicemente non mi sono mai curata di farmi notare dagli altri, volevo solo che le mie storie venissero lette da qualcuno.
*Balle di fieno che rotolano nel deserto*
Questa non è la migliore che ho scritto, ma la adoro solo perché è una Song-fic.
Spero che vi piaccia!

Tanto affetto, Andrea.

  
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