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Autore: Newyorkese19    22/12/2012    1 recensioni
Eva e Louis si conosco da anni, eppure nessuno dei due ha mai avuto il coraggio di farsi avanti.
La loro amicizia, nata tra gli scivoli di un parco giochi, lascerà il posto all'amore, oppure sarà destinata a rimanere tale per sempre? Tra voli per tornare a casa e vecchi ricordi, uno dei due cambierà idea.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Lo scivolo rosso era libero, e la bambina dai lunghi ricci biondi chiese il permesso alla madre di potervici salire.
-Va bene, ma fai attenzione. Mamma ti guarderà da qui- le disse sorridendole.
La bambina salì in fretta la scaletta di ferro e arrivata in cima si sedette sulla plastica rossa e salutò la madre con la mano fasciata da un guanto rosa pallido, poi posò le mani sul bordo dello scivolo e si lasciò andare urlando felice. Rifece la stessa cose per ben quattro volte, prima che un bambino dai capelli corti e castani le arrivasse vicino con un enorme biscotto al cioccolato.
-Ne vuoi un pezzo?- le chiese. La bambina lo guardò a lungo, idecisa se accettare o meno, poi corse dalla madre che stava parlando con un'altra mamma.
-Mamma, quel bambino vuole darmi un pezzo del suo biscotto, posso prenderlo?-
Entrambe le donne risero e la madre annuì.
Dopo aver mangiato anche l’ultima briciola di quel delizioso biscotto i due bambini si guardarono sorridendo e si strinsero la mano.
-Io sono Louis- disse lui.
-Io mi chiamo Eva- disse lei. –Vuoi essere mio amico?- gli chiese.
-Sii! Vuoi giocare a palla?- domandò Louis.
Eva annuì e insieme al suo nuovo amichetto trascorse il pomeriggio di quel giorno di settembre a giocare a palla, ridendo e rincorrendolo per tutto il parco.
Alle cinque le mamme dei due bambini li richiamarono per tornare a casa. Si diedero appuntamento per il giorno dopo, e per quello seguente.
Sono passati sedici anni da quel giorno e ormai Lousi ed Eva non hanno più cinque anni. Sono entrambi maggiorenni, guidano entrambi, lui una macchina, lei una bicicletta con il cestino davanti, ed entrambi stanno guardando la luna anche se da due città completamente diverse.


Il viaggio di ritorno è sempre stancante, soprattutto quando passi più di otto ore seduta vicino ad una donna che non ha fatto altro che dormire con la bocca aperta e l’alito di chi ha mangiato cipolle prima di salire sull’aereo.
Ma nel momento in cui ti ritrovi davanti al portone di casa, tutta la stanchezza scompare e anzi, ti senti quasi più agitato in quel momento che durante l’atterraggio poco delicato del mezzo che ti ha riportato proprio dove sei partita.
“Fa un bel respiro, e bussa” si ripete Eva da più di mezz’ora, decidendosi a bussare a quella porta solo perché inizia a fare davvero freddo fuori, su quei gradini di pietra chiara.
-Arrivo- urla una voce dall’interno e lei si sistema meglio il cappotto di panno grigio e lascia scivolare la borsa dalla spalla.
Poi la porta si apre e se lo ritrova davanti più grande, più uomo e anche più figo di quanto ricordasse. È stupito, sbalordito, confuso, si mette le mani nei capelli, poi si strofina gli occhi, poi la guarda dall’alto in basso, si da un pizzicotto sulla guancia e solo alla fine le sorride.
-Ehi- gli dice lei sorridendogli di rimando.
È un attimo. Lui la solleva da terra e l’abbraccia, stringedola forte a se. Lei sente il suo profumo di bagnoschiuma e gli mette le braccia attorno alle spalle.
Rimangono lì, su quei gradini e solo dopo parecchi minuti lui la lascia scendere e toccare di nuovo la "terra ferma" con le sue scarpe nere lucide.
-Anche con i tacchi, sei sempre più bassa di me Cookie- dice lui ridendo.
-Anche dopo tutto questo tempo sei lo stronzo di sempre- risponde lei dandoli una spinta sulla spalla. Ridono, ridono come non facevano da due anni, da quando lei è partita, da quando il mondo sembrava avercela con la loro amicizia, deciso a dividerli con una distesa di acqua salata e ben otto ore di fuso orario diverso.
-Cosa ci fai qui?- chiede lui.
-Se mi fai entrare, brutto maleducato che non sei altro, te lo spiego. Sennò ti arrangi- risponde seria.
-Ah beh, allora puoi anche stare fuori a congelarti- dice chiudendole la porta in faccia.
Sospira Eva, sorridendo e sistemandosi i boccoli biondi.
-Ho un regalo per te!- urla per farsi sentire e magicamente la porta si riapre.
-Beh, dovevi dirlo subito- dice spostandosi di lato permettendole di entrare in casa sua.




Mia prima storia sui One Direction. Avrei voluto postarla prima, ma il tempo ce l’ha con me ç_ç
Spero possa piacervi e perdonate i miei eventuali errori di battitura.. Detto questo non mi rimane che chiedervi di commentare, anche negativamente, io vi leggerò a darò la lista dei commenti a Babbo Natale chiedendogli di portarvi un bel regalo il 25 dicembre.
Con affetto, Newyorkese19.
  
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