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Autore: Ari_92    22/12/2012    6 recensioni
Una piccola long Natalizia in occasione della Warblers week :)
Si tratta di una AU ambientata nella seconda stagione, dove però c’è già Sebastian. Le coppie principali sono Thadastian, Niff e Klaine. Grazie in anticipo a chi leggerà, e buon Natale *-*
Day#1: Il calore del camino [White Christmas]
Day#2: Cioccolata in tazza [Are you okay?]
Day#3: Pattinare sul ghiaccio [Revelations]
Day#4: Neve [Best. Fight. Ever.]
Day#5: Baci sotto al vischio [Love is in the air]
Day#6: Ricordi di Natale [Extraordinary Merry Christmas]
Day#7: Prepararsi alla notte di Natale [Raise your hand]
Day#8: Mezzanotte [Stars' light]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt, Nick/Jeff, Sebastian/Thad
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: Love is in the air
Rating: Verde (come tutta la storia)
Ship: Niff; Klaine
Prompt: Venerdì 22; Baci sotto al vischio
Lunghezza: 2500 parole
Note: Alla fine :)
 
 
 
 
 

#5_Love is in the air

 
 
 
“Okay, posso almeno esprimere la mia perplessità riguardo questa... cosa?”
Provò per l’ennesima volta Thad, nel vano tentativo di farsi ascoltare dai propri compagni di squadra che – dal canto loro – si limitavano a scambiarsi reciproche occhiatine furtive, segretamente entusiasti dell’idea di Sebastian.
 
Sì, perché qualcosa del genere non poteva provenire da altri se non da lui, che per tutta la settimana non aveva fatto altro che insultare le iniziative altrui, deriderle o ignorarle completamente.
 
E adesso se ne usciva con la stupida storia del vischio.
Come se ogni persona presente in sala non sapesse perfettamente che era soltanto una ridicola scusa per baciare chiunque gli capitasse a tiro.
Jeff alzò timidamente il braccio e Thad si affrettò a dargli la parola, convinto che almeno da lui avrebbe avuto man forte.
 
Povero illuso.
 
“Sì, Jeff?”
“Beh... Credo che non ci sia niente di male ad appendere qualche rametto di vischio per la scuola. Dopotutto è tradizione- ”
“Ma siamo in una scuola maschile!” Sbottò, incredulo di essere ancora intento a discutere su una cosa del genere. Non sarebbe neanche valsa la pena parlarne in nessun istituto della nazione, a maggior ragione in quelli divisi in base al genere.
“Ma siamo alla Dalton!” Replicò Nick, guardandolo con un’espressione mista tra il rassegnato e l’ovvio. Thad aggrottò le sopracciglia.
 
“...E con questo?”
“Credi davvero che ci sia qualcuno in questa scuola che si farebbe problemi a baciare un ragazzo? La maggior parte non aspetta altro!” Spiegò, mentre Kurt si guardava intorno a bocca aperta, sporgendosi in avanti sul divano dove era seduto – di fianco a Blaine, naturalmente.
“Ma... Ma quando sono venuto qui a prendere quel cappuccino mi avete detto che questa non è una scuola gay...” Sebastian, comodamente spaparanzato dal lato opposto del divano, scoppiò in una sonora risata.
“E tu ci hai creduto sul serio?!” Al che l’ennesimo coro di borbottii riecheggiò tra le pareti dell’aula canto e Wes fu costretto – non che per lui rappresentasse mai un peso – a battere più volte il suo martelletto.
 
“Silenzio in sala!”
“Wes... Non è un tribun- ”
Silenzio! Tra poco le lezioni inizieranno e noi non abbiamo ancora trovato il tema della giornata, il che è gravissimo. Chi è a favore di appendere qualche rametto di vischio in giro per la scuola?”
“Cosa? No! Io sono parte del Concilio esattamente come voi, e questa mi sembra solo una palese discriminazione contro gli etero!” Le lamentele di Thad vennero accolte con una risata generale, in particolare quella sguaiata di Sebastian: a quanto pareva, almeno lui trovava divertente la sua stupidissima trovata.
 
“Allora? Chi è a favore?”
Il primo ad alzare la mano fu proprio Smythe. Thad considerò l’eventualità di fargli mangiare tutti i dannati rametti fogliosi che si era portato dietro quella mattina, e stava giusto progettando come attuare quel proposito, senza smettere tuttavia di lanciare occhiate intimidatorie a ciascuno dei Warblers.
Peccato che poi due matricole dettero a loro volta il proprio assenso, tenendosi per meno.
Sebastian li indicò con il suo solito sorrisetto irritante.
 
“Visto? Non ci sono etero in questa scuola. Solo gay, qualche confuso che presto si scoprirà gay e... oh, altri gay.” Thad fece per ribattere, magari con un accorato intervento su quanto l’idea di poter baciare chiunque da un momento all’altro lo mettesse a disagio, quando anche Jeff sollevò un dito, tossicchiando e guardandosi le punte dei piedi.
 
“...Quello sarebbe un assenso?” Lui arrossì un po’, borbottando qualche parola priva di nesso logico senza smettere, in effetti, di lanciare brevi ma significative occhiate a Nick.
L’ultima cosa che Thad avrebbe voluto fare nella vita era dare ragione a quel coglione di Smythe, ma sul serio, quei due avevano davvero bisogno di scopare.
“Io appoggio Jeff.” Esclamò Nick qualche secondo più tardi – senza sorpresa di nessuno, tra l’altro – guadagnandosi un sorrisetto dal ragazzo seduto al suo fianco.
 
“...Fantastico. Qualcun altro?” Chiese con il tono più minaccioso che riusciva a concepire, cosa di cui a quanto pare nessuno si curò, in quanto Kurt e Blaine alzarono la mano praticamente in sincrono, e con loro un gruppetto di matricole alle loro spalle, fan della cosiddetta coppia Klaine – sì, sul serio.
Uno alla volta – Wes e David compresi – ogni singolo membro della stanza aveva un braccio alzato, e la maggior parte di loro sembravano perfino contenere il proprio entusiasmo. Thad non osò nemmeno guardare in faccia Sebastian: non ci teneva a doversi sorbire la peggiore delle sue facce da ‘te l’avevo detto’.
“Il pubblico ha parlato, Harwood.” ...Come se avesse davvero potuto evitare con tanta facilità una frecciatina di quella sottospecie di conglomerato di ego ambulante.
 
“Sì, come ti pare.” Farfugliò, trattenendosi a stento dallo scaraventargli contro l’intero tavolone del Concilio.
Wes sbatté il suo martelletto due volte, felice di aver finalmente ovviato al problema del tema odierno: che gli potesse capitare di dover baciare un random Sebastian Smythe per colpa di qualche stupida fogliolina verde non sembrava turbarlo, né tantomeno distoglierlo dal suo scopo.
 
“Bene. E vischio sia! Ora: qualche proposta sul collocamento?” Sebastian sogghignò.
“Io una mezza idea l’avrei...”
 
 

***

 
 
Kurt Hummel aveva già messo in conto da tempo di dover superare molti ostacoli nella sua vita.
Non si trattava solo della via accidentata che avrebbe dovuto percorrere per realizzare il suo destino, fatto di palcoscenici e luci di Broadway; aveva anche avuto modo di aggiungere alla lista chi l’aveva praticamente costretto a cambiare scuola a suon di minacce, nonché tutti gli altri che nel corso di quegli anni e in quelli futuri avrebbero fatto di tutto per ostacolarlo.
Davvero: aveva messo in conto tutto questo.
 
Tuttavia, niente avrebbe potuto prepararlo a ciò che stava affrontando da ormai più di due ore: un campo minato era troppo anche per uno come lui.
E sì, era esattamente in quello che si era trasformata la Dalton da quando Sebastian Smythe – e chi se non lui? Kurt stava seriamente iniziando a vedere malissimo il suo iniziale proposito di riuscire a farlo finire insieme a Thad – aveva pensato bene di renderla una specie di serra in muratura, dove però le piante crescevano dal soffitto.
 
Vischio. Vischio ovunque.
 
Vischio e coppiette – rigorosamente gay, consenzienti o meno – che si baciavano ad ogni dannatissimo angolo, chi più chi meno felice della persona che gli era capitata.
Kurt sperò sentitamente che avrebbe comunque potuto rifiutarsi, nel caso fosse inavvertitamente passato sotto uno di quei cosi che stava evitando come la peste, nella sempre più vana speranza di raggiungere la camera di Blaine senza dover per forza amoreggiare con un branco di sconosciuti.
 
Il ragazzo prese una certa spinta con le braccia, e poi fece un balzo in avanti, al fine di evitare la doppia piantagione di vischio che troneggiava a metà corridoio. Se Sebastian si era scomodato ad addobbare tanto e con così poco preavviso, il fatto che lo facesse solo ed esclusivamente per suo vantaggio personale risultava abbastanza palese.
Kurt fece un altro salto, e finì letteralmente addosso al suo compagno di stanza, pallido come un fantasma.
 
“Jeff! Scusami... È tutto okay?” Lui scosse immediatamente la testa, indicando con un cenno del capo alle proprie spalle.
“Thad sta togliendo tutto il vischio che Sebastian e gli altri hanno disseminato per la scuola. All’inizio cercavano di fermarlo, ma poi hanno trovato un compromesso e Sebastian ora va in giro con un suo rametto personale in testa... Fossi in te me ne andrei. In questo corridoio c’è ancora del vischio: sarà qui tra poco.” E – così velocemente com’era comparso – Jeff si allontanò, lasciandolo da solo nel corridoio.
Kurt lo guardò andare via, piuttosto persuaso che servisse qualcosa di più sconvolgente di un Sebastian che si comporta da Sebastian per rendere Jeff così ansioso.
 
Poi decise di smettere di pensarci: era ancora abbastanza sano di mente da non voler correre il rischio di fronteggiare Sebastian e il suo vischio personale.
 
 

***

 
 
“È permesso?”
Blaine alzò lo sguardo da quello che stava facendo – setacciare il sito del liceo McKinley alla ricerca dell’archivio delle esibizioni dei Cheerios, in particolare quelle in cui Kurt faceva parte della squadra – e sollevò lo sguardo verso la porta, senza poter impedire al suo sorriso di allargarsi.
“Kurt! Entra pure.” Esclamò – forse un po’ troppo entusiasta per non destare sospetti... non che di solito si facesse problemi al riguardo – mentre il suo amico entrava nella stanza, con un sorriso timido e i suoi soliti occhi meravigliosi.
 
Se solo Kurt avesse avuto la più vaga idea di quanto Blaine impazziva per lui, probabilmente a quel punto non gli sarebbe stato tanto difficile fare quello che si era ripetuto tutta mattina a mo’ di mantra, ovvero la filosofia ‘vai là e bacialo’.
Sarebbe stato stupido negare che il giorno prima a Columbus, mentre Blaine era così tranquillamente spalmato su di lui, avrebbe semplicemente voluto applicare l’iniziativa la cui energia riflessa aveva tutta l’intenzione di sfruttare ora.
 
Giornata del vischio? Giornata del vischio.
Non era poi così complicato: nel caso non fosse stato interessato Blaine l’avrebbe semplicemente fermato... E lui avrebbe retto benissimo a una cosa del genere, no? Già. No.
 
“Ehi, stai bene? Mi sembri un po’ pallido.” Commentò Blaine, con un’aria seriamente preoccupata. Kurt si sentiva vagamente in colpa: non aveva alcun diritto di farlo angosciare per il semplice fatto che voleva baciarlo e non aveva alcuna intenzione di ammetterlo.
 
“Sì... Sì! Solo... Mi chiedevo come mai hai alzato la mano, stamattina, per approvare il vischio.”
Blaine sembrava leggermente spiazzato dalla domanda – beh, ovviamente lo era: di sicuro non è la prima cosa che si ci immagina di sentirsi chiedere quando qualcuno entra in camera di qualcun’altro. Qual era il suo problema?
Il moro sembrò valutare attentamente le cose prima di rispondere, e Kurt si rese conto di non stare respirando da parecchio tempo.
 
“...Perché magari speravo di baciare qualcuno.” Rispose lentamente, mentre il suo interlocutore faceva di tutto per non stramazzargli al suolo davanti.
Baciare qualcuno. Blaine voleva baciare qualcuno. Avrebbe potuto essere quel qualcuno?
 
“Q..Qualcuno in particolare?” Chiese – Dio, perché la voce doveva sempre uscirgli così schifosamente stridula quando si agitava?
“Sì.”
 
E poi accadde.
Di tutte le cose che Kurt avrebbe potuto fare a quel punto – come ad esempio corrergli tra le braccia con gli occhi luccicanti chiedendo se era lui quel qualcuno, confessargli i suoi sentimenti o affidarsi all’originaria idea del ‘vai là e bacialo’ – pensò bene di mettersi a ridere. E non una risata normale, oh no: sarebbe stato troppo poco auto degradante. Kurt si fece scappare una risata isterica, al punto che gli sarebbe davvero piaciuto prendersi a schiaffi da solo.
 
“...Kurt?”
“Sì. Sì, scusa, è che- ”
“Anche tu volevi, uhm... baciare qualcuno?” Chiese, cercando di cogliere ogni sua possibile reazione che avrebbe potuto rappresentare un punto a favore della propria crociata per conquistarlo.
 
Lui si limitò ad abbassare lo sguardo, e Blaine non avrebbe potuto giurare se era effettivamente arrossito o si trattava solo di una sua impressione.
Alla fine, Kurt annuì.
 
“...Può darsi.” Sussurrò, guardandolo di sottecchi.
 
 

***

 
 
Il soffitto era grigio chiaro; nell’angolo in basso a sinistra c’era una piccola infiltrazione d’acqua, e c’era anche una crepa sottile che dallo stipite della porta saliva dritta verso l’alto un paio di centimetri, poi a destra, dritto, destra e sinistra.
 
Jeff avrebbe saputo descrivere minuziosamente ogni singolo particolare dell’intonaco sopra la sua testa. Chiunque saprebbe descrivere perfettamente qualcosa se non smette di fissarla per tutta la sera; ed era esattamente così che lui aveva trascorso le precedenti tre ore: a guardare il soffitto e maledirsi di non aver avuto abbastanza coraggio per proseguire diritto e andare in camera di Nick, quel pomeriggio.
 
Era quello il piano, lo stesso che era impegnato a mettere a punto da decisamente più tempo di quanto non avesse intenzione di ammettere.
Okay, d’accordo: gli piaceva. Va bene, il suo migliore amico gli piaceva, e questo ormai aveva smesso di essere in discussione.
...Sarebbe solo stato carino poter fare qualcosa al riguardo, perché sul serio, come avrebbe dovuto comportarsi?
 
In tutta probabilità Nick sarebbe rimasto sconvolto da una notizia del genere, almeno quanto era successo a lui nel momento in cui aveva dovuto ammettere a se stesso la verità: aveva una cotta per Nick, punto.
...Sì. Come se fosse stata una cosa semplic-
 
“Jeff?” Oh, Cristo.
 
Jeff scattò a sedere sul materasso, tirando una testata terribile contro la mensola montata appena sopra alla testata del letto. Se avesse chiesto a Nick le spese di tutti i danni fisici e morali che gli aveva più o meno volontariamente procurato nel corso degli anni a quel punto non avrebbe avuto alcun problema a pagare la retta della Dalton.
“Nick?” Chiese, mentre si avviava in fretta verso l’ingresso. Come se avesse avuto anche solo un minimo dubbio su chi aveva appena bussato.
 
Jeff aprì la porta, se lo ritrovò davanti e – ancor prima che il suo cervello potesse comandare ai muscoli del braccio di mettersi in moto e sollevare una mano per salutarlo – Nick l’aveva già afferrato per la manica del pigiama, trascinandolo lungo il corridoio buio dei dormitori del secondo piano.
 
“Nick! Ma sei scemo? Ancora fuori dopo il coprifuoco?” Lui non rispose, limitandosi a continuare a trascinarlo verso chissà dove, senza nemmeno preoccuparsi di avvisarlo che stavano per iniziare a salire le scale e rischiando così di farlo cadere a faccia a terra.
“Si può sapere qual è il tuo problema?!”
 
A un tratto si fermarono.
Non che Jeff ci vedesse molto, tuttavia era piuttosto chiaro che davanti a loro ci fosse una porta. Nick la aprì, e wow, erano nel ripostiglio dell’ultimo piano, luogo generalmente frequentato in egual misura da bidelli e topi.
 
“...Hai intenzione di dire qualcosa? Perché cominci a spaventarmi- ”
Lui lo trascinò con sé all’interno della stanza, fino a quando non si trovarono più o meno al centro di quella sottospecie di sgabuzzino. Nick sembrò mettercela tutta per farlo fermare in un punto ben preciso, senza una ragione apparente.
 
“Spiega. Adesso.”
“Thad ha fatto togliere tutto il vischio che Sebastian aveva sparso per la scuola. Ora occupa cinque sacchi nel bidone dell’immondizia.” Snocciolò in fretta, incespicando tra una parola e l’altra. Jeff, prima di quel momento, non aveva affatto realizzato fino a che punto fosse nervoso.
“Okay. E con questo?” Chiese lentamente, a quel punto abbastanza persuaso che alla fine fosse successo: dopotutto aveva sempre saputo che Nick era destinato a perdere quel poco che rimaneva del suo senno, prima o poi.
 
Lui prese un profondo respiro – uno di quelli che si fanno quando si è convinti che non ci sarà un’altra occasione per questo – e sollevò con titubanza lo sguardo sopra di loro.
Jeff seguì i suoi occhi, e- oh.
 
Oh.
 
“Io... uhm. Ho pensato di salvarne uno dalla furia di Thad. E... ho anche pensato che avremmo potuto rispettare la tradizione. Sai meglio di me che alla Dalton le tradizioni sono import- ”
 
Il resto della frase gli morì in fondo alla gola, nel momento in cui Jeff smise semplicemente di ascoltarlo e si abbassò quel tanto che bastava a poterlo baciare. Fu spontaneo, esattamente come era sempre stata ogni cosa tra loro due.
 
In quel momento, sotto al vischio, misero da parte tutte le spiegazioni che avrebbero dovuto darsi reciprocamente in seguito e – dopo tutte quelle settimane estenuanti – si limitarono a sospirare di sollievo.
 
 

***

 
 
 
 
 
E... sono in ritardo :’D
Ormai penso che rimarrò indietro di un giorno per tutta la week... oh schifosissima scuola, ti odio <3
Okay, scappo subito perché in tutta questa settimana ho dormito quattro ore se va bene, e non vorrei perdere i sensi sulla tastiera u.u
Prima di eclissarmi abbraccio virtualmente tutte le amorevoli e cucciolose persone che hanno recensito çç Siete l’amore, vi adoro :’)!!
A domani con il prossimo prompt... Che sarebbe poi stato quello di oggi, ma soprassediamo -.-“
Un bacione <3
_Ari
 
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