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Autore: hikaru90    23/12/2012    2 recensioni
Già pregustando il momento in cui sarebbe sprofondata dal sonno, dopo quella fatica immane, con occhi socchiusi prese posto tra le lenzuola del proprio letto.
Tuttavia, mentre cercava di prendere sonno ascoltando il respiro calmo e regolare di Robin, che dormiva beatamente nel letto accanto al suo, la figura ammiccante e raggiante di Sanji improvvisamente le si parò davanti.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Nico Robin | Coppie: Sanji/Nami
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Titolo: Di improvvise apparizioni e ferme autoconvinzioni.
Fandom:One Piece (©Eichiro Oda).
PersonaggiCoppia:Nami, Nico Robin, SanjiNami.
Rating:Verde
Genere:Introspettivo, generale.
Avvertimenti: Per chi segue solo l' anime, sono presenti dei lievi spoiler, ma che influenzano poco la vicenda narrata. Ah, lo metto qui perché non so dove altro metterlo, ma è la mia prima fanfiction su questo fandom. Quindi ai più risulterà un po' acerba...(della serie “Uomo avvisato...”)






Avvenne per caso, al termine di una lunga e noiosa giornata di navigazione.

Avevano lasciato Punk Hazard da qualche giorno, e Nami si era concessa un po' di tempo dopo cena per completare la mappa di quell'assurda isola, fonte di sventure come poche altre isole della precedente Rotta Maggiore. E considerando che quella era solo la seconda isola del “Nuovo Mondo” sulla quale avevano approdato, la cartografa non potè non sospirare nell'immaginare a quante altre isole assurde esistessero e avrebbero incontrato nel loro lungo e arduo cammino!
Naturalmente, per tracciare con meticolosa cura ogni singolo dettaglio della mappa, aveva finito col far tardi, e quindi aveva raggiunto il dormitorio delle ragazze alle prime ore del mattino.
Già pregustando il momento in cui sarebbe sprofondata dal sonno, dopo quella fatica immane, con occhi socchiusi prese posto tra le lenzuola del proprio letto.
Tuttavia, mentre cercava di prendere sonno ascoltando il respiro calmo e regolare di Robin, che dormiva beatamente nel letto accanto al suo, la figura ammiccante e raggiante di Sanji improvvisamente le si parò davanti.

E Nami fu presa dallo schock.

Inquieta, si rigirava tra le lenzuola, cercando invano di mandarlo via, alternando mentalmente un “Sanji-kun, fuori dai piedi” e un “Sto cercando di dormire, razza d'idiota!”. Ma niente, Sanji continuava a guardarla adorante e con occhi cuoriformi, rifiutando di scomparire dalla sua mente ma anzi, facendole compagnia tutte le notti, sussurrandole sdolcinato il suo imperituro amore per lei.
Così, mentre allo shock era sopraggiunta la confusione più totale, nel realizzare la frequenza con cui Sanji gli si materializzava davanti, disturbandole il sonno e la ragione, era cominciata una vera e propria battaglia tra la navigatrice il cuoco, che si ripercuoteva anche nella realtà, dato che il dongiovanni della ciurma avesse deciso proprio in quel periodo di mostrarsi più svenevole e servizievole che mai. E non sempre Nami aveva avuto la forza – e la volontà, soprattutto- di porre fine a quelle uscite, spesso e volentieri fuori luogo, mollargli un cazzotto come era suo solito fare.

Alla fine, la “Gatta Ladra” aveva ceduto, e aveva lasciato che il cuoco, almeno nella sua mente, gli facesse visita, prima e durante il sonno, per augurarle la buona notte, dirle che l'amava e rivolgerle tante, tante altre frasi melense e sdolcinate.
Ma non poteva certo pretendere di cedere a quelle visioni senza affrontarne le conseguenze nella realtà. Non poteva proprio.


Eppure fu proprio quello che fece.


Invece di ammettere quanto in realtà gli fosse caro il “Gamba Nera”, se ne andava in giro sicura e spavalda, autoconvincendosi che aveva il pieno e totale controllo delle sue emozioni.
Peccato che a mandare all'aria tutti i suoi buoni propositi, ben presto ci pensò Robin.

Una sera infatti, dopo che l'intera ciurma aveva provveduto a riempire la stiva di provviste -che a causa della fame insaziabile del capitano erano sempre a secco- l'archeologa, guardando la rossa di sottecchi, impegnata nel osservazione della rotta tracciata dal Log Pose, buttò lì:
“Certo che il cuoco è proprio un bel tipo...”
Al che la rossa quasi soffocò, guardandola sbalordita.
“Ma chi, Sanji?”
“Certo” le sorrise materna Robin, inclinando leggermente il capo “Chi altri sennò?”
Nami quindi fissò Sanji che, distante una decina di metri da loro, discuteva animatamente con Zoro, reo di averlo spintonato, neanche troppo involontariamente, mentre oliava le preziose spade. Poi rivolse di nuovo l'attenzione all'amica, perplessa.

Certo che era un bel tipo.
Cosa si aspettava che le rispondesse?
Qualunque persona dotata di vista avrebbe potuto affermarlo con oggettività.
Certo, non aveva il fisico scolpito e prestante di Zoro, ma anche lui era ben messo.
A Punk Hazard lo aveva constatato personalmente, quando si era trovata nel suo corpo a causa di un – crudele- scherzo di Trafalgar Law.
E poi aveva un non so che di raffinato ed elegante che lo distingueva dalla bestialità generale che regnava sovrana nella Sunny.
Perfino quella sua strana galanteria verso le donne lo rendeva più affascinante.
Ma a Robin poi che importava?
Perchè se ne era uscita con quella affermazione? Possibile che fosse...

“Oh, tranquilla!” puntualizzò prontamente la mora, guardandola divertita. “Non è che mi interessi. E' solo per sapere la tua opinione.”
“Guarda che non c'è bisogno che ti giustifichi...” le rispose Nami, anche se nel farlo -si sorprese nel rendersene conto- la sua voce si alzò di un'ottava. “Anche se Sanji-kun è un po' il mio zerbino personale, non è certo di mia proprietà...se ti interessa puoi anch-”
“Nami”
“Cosa?”
Robin incrociò le braccia. “Guarda che puoi mentire a te stessa, ma non di certo a me. Vedo come lo guardi ultimamente, quando è di spalle o è distratto e credi che nessuno ti veda.”

A quell'affermazione, Nami quasi sbiancò.
Ma ricordando quanto appieno avesse il controllo della situazione, subito ribatté:
“Non avrei mai creduto di rivolgere proprio a te queste parole, ma hai preso un abbaglio, Robin. Di quelli grossi!”
“Puoi andare avanti con questa farsa all'infinito, ma ripeto, non mi incanti, Nami. Non sono io quella che deve essere convinta. E comunque, sii serena. Probabilmente anche io, se fossi stata la destinataria di tanto amore e dedizione, avrei finito col capitolare, prima o poi.”
“Ma per piacere!”
“Come, prego?”
Nami alzò un sopracciglio. “Tu quella la chiami dedizione?Ma se esce fuori di testa ogni volta che incontra una ragazza che sia anche solo minimamente guardabile!”
“Tralasciando la gelosia che si cela dietro quest' ultima affermazione, ognuno ha le sue fissazioni, mia cara. Così come tu ami i soldi, lui ama le donne. Ma per quanto farfallone sia Sanji, e per quanto egli stesso dichiari sia generale la sua passione per il sesso debole, non è sfuggito a nessuno il trattamento speciale che ti riserva.”
“Ma no...stai esagerando...”
“Forse” sorrise Robin, enigmatica. “O forse lui realmente ti considera speciale. Rischierebbe la vita per te. Anzi, lo ha già fatto. Più di una volta”

La cartografa ci pensò su prima di formulare una risposta appropriata.
“Ma è solo perché sono una sua compagna di viaggio...”
“Anch'io lo sono. Eppure per me non è arrivato a tanto.”
“Questo perché tu hai mangiato un Frutto del Diavolo, e quindi, bene o male, riesci a cavartela da sola. Io no, Robin.” sospirò “Sono debole,lo sai bene, e ai suoi occhi probabilmente appaio come la classica damigella da salvare e in costante pericolo...”

L'archeologa fissò la rossa, meditabonda.
Poi rise.
Rise di tutto cuore.
Rise così tanto che la cartografa quasi si spaventò nel guardarla.
“Cosa...?”
Le poggiò le mani sulle spalle.“Ma lo vedi come ti fa sentire...insicura?E' la prima volta che ti sento parlare così!”


Fu in quel preciso momento che l'orgoglio di cui Nami andava tanto fiera, lo stesso che le impediva di ammettere la realtà, andò definitivamente a farsi friggere.
Perché se aveva quelle visioni pre- e intra-notturne, un motivo c'era.
Ed il motivo era che, repentinamente e senza neanche accorgersene, Sanji le era entrato nel cuore. Con tutte le intenzioni di mettervi radice.
Impedirlo era inutile. Ormai il danno era fatto.
Ora stava a lei decidere come comportarsi.







Angolo autore:
Chi l'avrebbe mai detto?Alla fine l'ho pubblicata!
Sebbene è da tempo che avevo in mente questa fanfiction, non sono molto soddisfatta del risultato. O meglio, in parte lo sono (soprattutto per la parte iniziale!)...ma dall'altra...non lo so, ma c'è qualcosa che non va. Spero almeno che sia leggibile...
Comunque sia, questa cosa è nata perché sentivo la necessità impellente di scrivere qualcosa su questo fandom. Amo follemente OnePiece e i suoi personaggi!
Detto questo, ringrazio chiunque abbia avuto il coraggio di arrivare fin qui. Un saluto!
  
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