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Autore: Melpomene Black    23/12/2012    2 recensioni
L'unica cosa a cui pensava era quel senso di abbandono che si trovava da qualche parte, sepolto sotto l'apatia che lo costringeva a restare a letto
Un'estate, le ferite di una battaglia, una lettera che non verrà mai consegnata.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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LETTERA AD UNA PERSONA CHE NON TORNERA' INDIETRO

 

 

 

Stava sdraiato sul letto, fissava il soffitto. I suoi occhi erano vuoti, senza espressione. E, sebbene nel suo cuore ribollissero i sentimenti e le emozioni più svariate, si sentiva vuoto.

Da quanto tempo giaceva lì? Non si prese nemmeno la briga di rispondersi; non gli importava.

L’unica cosa a cui pensava era quel sentimento di abbandono che si trovava da qualche parte, sepolto sotto l’apatia che lo costringeva a restare a letto.

Qualcosa emerse in superficie. Non era la consapevolezza di essere rimasto solo, no. Era rabbia.

Avrebbe tanto voluto mettersi a urlare, ma la gola era serrata. Per un attimo temette di non riuscire più a respirare, tanto si sentiva soffocare.

Una goccia gli bagnò il viso. Si fece prendere dal panico. Cosa poteva essere quella cosa sulla sua guancia?

Toccò la goccia con un dito e se la portò alla bocca. La posò sulle labbra. Un sapore amaro lo fece sussultare appena; era una lacrima. Sapeva perfettamente a chi era indirizzata, ma lo sorprese un po’ piangere. Per giorni aveva cercato di trattenersi, non voleva mostrarsi debole. Già, debole. Sapeva che lui non avrebbe voluto vederlo così.

Strinse la mano destra in un pugno. Doveva reagire. Non poteva trascorrere il resto dell’estate disteso sul letto a piangere.

Eppure non trovò il coraggio di alzarsi.

Si girò su un fianco. Una lacrima bagnò il cuscino. Era troppo difficile rimarginare quella ferita, forse non ci sarebbe mai riuscito.

Fu preso da uno strano senso di colpa. Sapeva che non era veramente colpa sua, eppure non riusciva a togliersi di dosso quella sgradevole sensazione. Se non fosse stato così precipitoso, forse lui sarebbe stato ancora vivo…

Si girò dall’altro lato. No, no. La colpa era solo di una persona. E quella persona era il suo peggior nemico.

La mente andò inevitabilmente alla profezia. “Nessuno dei due può vivere se l’altro sopravvive…

Per un istante si sentì sicuro della vittoria. Avrebbe sconfitto Voldemort e vendicato tutti coloro che gli stavano a cuore, ed erano morti per mano sua. Non gli importava quanto sarebbe stato difficile, avrebbe portato a termine la propria missione.

Lo sconforto prese il sopravvento. Voldemort aveva armi potenti e un esercito di fedeli Mangiamorte. Lui cos’aveva? Era rimasto solo, aveva perso l’unica persona che gli avesse voluto bene come un padre. E come armi aveva solo gli incantesimi imparati a Hogwarts. Non erano certo nuovi per il Signore Oscuro. Probabilmente per lui erano delle bazzecole…

E poi cos’altro aveva dalla propria parte? Ah, già. L’amore. Ma come si può uccidere con l’amore?

Sbuffò. Niente poteva aiutarlo. O forse si…

Balzò in piedi, come colto da un lampo di genio. Afferrò una pergamena, una piuma e una boccetta d’inchiostro. Le parole cominciarono a fluire una dopo l’altra, senza che ci riflettesse troppo.

 

“Caro Sirius,

So che non dovrei scriverti o cercare di contattarti, ma…”

 

La boccetta d’inchiostro si rovesciò sul resto della pergamena. La piuma cadde sul pavimento.

Si rese conto di quanto aveva scritto. Si costrinse a rileggere. “Caro Sirius…

Fu come se qualcuno gli avesse tolto l’anima…

Sulla scia di quel pensiero si guardò attorno, temendo l’arrivo di qualche Dissennatore, ma il cielo dietro la finestra era limpido.

Comprese che quell’improvviso gelo interiore era dovuto al foglio che aveva davanti. Quella lettera che Edvige non avrebbe mai consegnato.

La strappò con rabbia e i pezzi caddero a terra. Si rimproverò. Come aveva fatto a dimenticarsene? Come aveva potuto essere così stupido?

Sirius era morto. E niente avrebbe potuto farlo tornare indietro…




*giuro solennemente di non avere buone intenzioni*

Avevo già pubblicato questa fanfic tempo addietro, ma decisi di cancellarla. Ora, non so perché, mi è venuta voglia di ripubblicarla. Non è il massimo, lo so,e mi dispiace. Ma questa è stata la mia prima fanfic su Harry Potter, scritta in n folle momento dopo aver finito di leggere "L'Ordine della Fenice". Ha un significato speciale per me, essendo stata la prima. Stranamente non era pensata per Harry, non mi piace granchè quel personaggio, bensì per Sirius. E' stato orribile leggere il passo della sua morte. Ma sto divagando.

Spero che vi piaccia, e spero che recensiate.

Grazie a tutti coloro che hanno anche solo letto.

*fatto il misfatto*


Mene Black

  
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