23/12/2012
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Ovunque e dovunque.
Non avevamo bisogno di nutrirci di storie su storie, è meglio viverle senza starci a pensare molto. Non avevamo bisogno di frasi carine per compiacerci. Non avevamo bisogno di altri al di fuori di noi.
Non pensavamo a niente, solo a mandare avanti questa cosa che non aveva un nome preciso.
Anzi, forse sì, ma non so come spiegarlo.
Era qualcosa di vasto e salato, profondo, che contiene tante cose, grandi e piccole, come le emozioni..come l'oceano.
Eravamo come l'oceano in piena tempesta, ed un capitano con il suo diario di bordo.
"Come ti senti?" mi dissi.
"Viva."
La voglia di essere sempre di più, ma accorgersi di non essere mai abbastanza.
Baciarsi e amarsi sotto l'acquazzone, mentre il vento riesce a scompigliarci i capelli bagnati fradici.
Mi dicevi sempre che ogni volta che ti baciavo era come se avessi raggiunto uno dei punti più alti di New York o dell'Everest. Alti e belli, dove si riesce a vedere bene la Luna piena, dove si riesce a vivere, dove si è liberi.
Ho provato quel senso di bellezza unica sin dal primo momento con te, quel senso di stabilità e anche quel senso di casa ovunque e dovunque.
Avete presente il rumore della pioggia? tu eri di gran lunga migliore.
Perché amiamo troppo, perché ci lasciamo andare troppo, perché viviamo troppo, perché ricordiamo troppo.
Dita incrociate, occhi fissi, aspettandoci troppo da anni.
"New York spegniti, illumineremo noi la città"
E tutto tacque, come l'oceano la mattina presto.